Cercando Noi
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Anteprima del libro
Cercando Noi - Alessandra Musarella
EDITORE
CERCANDO NOI
ALESSANDRA MUSARELLA
CERCANDO NOI
Esiste il colpo di fulmine?
Ci si può innamorare di una persona al primo sguardo?
Ci si può innamorare di una persona vedendola solo in foto?
Pensavo questo mentre la mia migliore amica mi mostrava l’album della sua ultima vacanza estiva, e spiegava e parlava, ed io non capivo nulla di quello che stava dicendo.
Vedevo le sue labbra muoversi, l’espressioni famigliari dei suoi occhi, ma non registravo nulla. La mia mente era altrove.
Marco ci sei?
chiese infatti Francesca piuttosto infastidita dalla mia aria assente.
Ed il suo sguardo fisso su di me mi obbligò ad interrompere i miei pensieri.
La guardai accennando un sorriso, senza rispondere alla sua domanda.
Cosa rispondere, non avevo ascoltato nulla.
Devi assolutamente dirmi chi è quella ragazza?
dissi allora.
Nel dubbio meglio sviare.
Francesca continuò a fissarmi, ma solo per un attimo.
Quale ragazza
rispose guardando la foto che aveva davanti, un gruppo di ragazze in bikini che rideva alla fotocamera con aria scansonata.
La biondina col costume a righe, lunghi capelli e occhi blu. O forse potrei dire lunghe gambe e…
Ok, ho capito, ho capito!
mi bloccò muovendo in aria una mano. E’ Ludovica, la sorella di Rachele, l’ha raggiunta qualche giorno prima di partire per la Spagna.
La mia amica mi guardò con aria interrogativa, poi con uno sguardo fintamente incredulo, e poi alzò gli occhi al cielo.
Perché lo vuoi sapere
chiese sospettosa.
Le regalai uno dei miei piu intensi sorrisi.
Non dirmi che ti sei innamorato di lei, non te la faro conoscere stavolta!
.
La mia amica lo sapeva, non era la prima volta che mi vedeva interessato ad una sua amica, e non era mai andata bene.
Finivo sempre col metterla in imbarazzo. Finiva sempre che i rapporti fra loro si interrompessero o che mancasse il tempo per riuscire e frequentarsi. O peggio, che le urlavano contro che ero un bugiardo e lei a difendermi negando l’evidenza.
E’ una ragazza simpatica, e la sorella di una delle mie piu care amiche. Ci tengo alla sua amicizia
.
E allora, vorrei solo conoscerla. Non sposarla.
Scordatelo.
Espressione seria.
Ti giuro che stavolta è diverso, appena ho visto il suo volto ho capito che lei è quella giusta. Credimi, non finirà male.
L ‘hai vista un attimo in foto!E poi chi ti dice che inizi…
Appunto. Solo un numero di telefono. O meglio, una cena. O un aperitivo, o quello che ti pare. Dai Francy non dici sempre che sono troppo superficiale con le donne e che non mi innamoro mai, non mi vuoi abbastanza bene da aiutarmi a cambiare?!
Ed ecco le parole giuste per convincerla. Un pò patetiche, da vecchia scuola, ma sicuramente decisive.
Sapevo toccare i suoi punti deboli, i suoi nervi scoperti. Il suo affetto per me.
La mia amica mi guardò incrociando le braccia, in un’ espressione fra il divertito ed il rassegnato.
La mia piccola Francy, ragazza dolce e carina, capelli a caschetto biondi e grandi occhi castani. Un paio di chili di troppo presi dopo l’ultima delusione d’amore e mal sopportati da chi è abituata ad essere magra, ma che le davano quell’aria accogliente che a me piaceva da morire.
Maestra d’asilo nido, anzi, proprietaria di un asilo nido, conosciuta quando con un’ora di ritardo ero andato a prendere il mio figlioccio. Quattro anni prima.
Da allora avevamo instaurato un rapporto speciale, impensabile per me con qualsiasi altra ragazza. E pensare che ero il classico tipo che non credeva nell’amicizia fra un uomo e una donna.
Sei insopportabile, opportunista e non voglio aggiungere altro per non ferire il tuo ego maschile! Ci penso io, come sempre. Tu ora vai che fra un pò ho lezione di acqua gym.
Cosa dire, la adoravo.
Ed allora uscii con un sorriso soddisfatto sulle labbra. Ed immaginando come sarebbe stato l’ incontro con la bellissima e sexy Ludovica.
Io, Marco il convincente.
Casa mia era un piccolo bilocale dove aveva abitato mia nonna fino alla sua morte. Un soggiorno con un piccolo cucinino in un angolo, una camera ed un bagno. Molto più di quello che mi sarei potuto permettere col mio stipendio di barista. Anzi, se sei anni fa mia nonna non fosse passata a miglior vita, e se io non fossi stato il suo unico nipote, a 32 anni starei ancora vivendo nel vecchio monolocale di trentotto metri a quattrocento euro al mese.
Posai sul comò le chiavi della mia golf strausata, regalo dei miei per il trentesimo compleanno, e mi guardai allo specchio con aria divertita.
Le sarei potuto piacere?
Con i miei occhi castani, i capelli neri e gli occhialetti da intellettuale sarei potuto essere il suo tipo?
Con l’aria trasandata e le mie adorate t-shirt le sarei piaciuto?
Forse l’aria che avevo non era proprio divertita.
Ma possibile che mi stavo preoccupando di piacere ad una ragazza?
Possibile che una ragazza mi faceva dubitare del mio sex appeal?
In fin dei conti non avevo mai avuto problemi, non ero stato un latin lover ma avevo sempre avuto la mia schiera di cuori infranti. O in attesa. O arrabbiati.
Perché essere in ansia per una ragazza vista solo in foto?
Credevo veramente quello che avevo detto alla mia amica?
Poteva davvero essere LEI?
Sorrisi di nuovo scuotendo la testa, troppi pensieri per una sconosciuta. Meglio dedicarsi al dolce far niente concesso dalle mie due settimane di ferie. Ferie forzate e non ricompensate, lo stacco obbligatorio fra un contratto ed un altro.
Dura la vita per i trentenni di oggi
sussurrai sdraiandomi sul divano di pelle, ed aprendo il mio portatile per cercare qualche notizia in più sulla mia bella.
Niente può essere più utile di un social network. Foto, lavoro, interessi, si può capire davvero tanto di una persona.
Aprii la mia pagina, poi quella di Francesca, e poi cercai fra i suoi amici. Ed eccola.
Ludovica Zani, 28 anni. Commessa. Commessa nel negozio di abbigliamento della sorella. Rachele.
Cliccai fra gli interessi e scoprii che amavamo la stessa musica, che amava i film horror ed il cibo messicano. E che Rachele e Francesca erano le uniche due amiche in comune.
Single, ma con tante foto di uno stesso ragazzo. Bello e aitante. Aprii la sua pagina ma non trovai neanche una foto di Ludovica.
Strano.
Forse un ex che l’aveva scaricata a cui ancora pensava.
O forse un amico che lei sperava diventasse qualcosa in piu.
Mi segnai mentalmente di chiedere alla mia di amica.
Anche se sembrava impossibile che un uomo potesse scaricare o rifiutare una tipa come lei.
Specialmente dopo aver visto le sue foto in costume.
Wow. Doppio wow.
Chiusi il portatile incerto se chiederle amicizia prima di incontrarla, poi decisi che la realtà avrebbe avuto più effetto.
Chiusi gli occhi per schiacciare un pisolino.
Il mio cervello ne aveva proprio bisogno.
Dura la vita per i trentenni di oggi.
Passarono tre giorni prima di riuscire a sentire Francesca.
Cosa davvero insolita, le nostre telefonate erano quotidiane e le nostre visite notturne quasi un appuntamento fisso.
Il venerdì poi era il nostro giorno PIZZA E FILM, pizza ordinata da me e film scelto da lei, visto che secondo la sua opinione il mio cervello non andava più in la di qualche commedia sexy da liceali in calore.
E le telefonate poi erano continue, ogni cosa che succedeva, anche quella che per altri non aveva valore, noi dovevamo raccontarcela, altrimenti non aveva senso.
Pensavo questo dopo l’ennesima telefonata alla voce metallica del suo operatore telefonico, e dopo i vari messaggi senza risposta lasciati in segreteria.
Stavo iniziando ad odiare quella signorina ripetitiva e distaccata.
Non sapevo se preoccuparmi, se fosse successo qualcosa o se avesse solo voglia di staccare un pò.
Ma staccare da cosa ?
Da me?
Mi guardai intorno e diedi una rapida occhiata all’azzurro della mia piccola cucina, adattissima ad un single incallito come me, al divano di pelle di mia nonna che non avevo avuto il coraggio di cambiare, e alla mancanza di ordine e di un tocco femminile.
A me piaceva parecchio quel caos misto adolescente/trentenne in crisi, ma ne mia madre, nè Francesca, nè tantomeno le varie ragazze che ci portavo sembravano apprezzare.
E Ludovica?
Lei lo avrebbe apprezzato?
Lo avrei scoperto presto.
Forse.
Ripresi il telefono per riprovare per l’ennesima ossessiva volta alla mia amica che il suo nome si materializzò sul display.
Quelle lettere conosciute si accesero sulla luce blu del mio vecchio cellulare.
Francy
risposi. sono tre giorni che ti cerco!
Solo tre giorni
disse la mia amica con voce divertita. Dalle chiamate ricevute pensavo tre anni!
.
Rise, ed imbarazzato risi anch’io.
Non sapevo come rintracciarti, non sapevo piu cosa fare.
Voce melodrammatica ed infastidita. Puramente finta.
Non mi devi sempre saper trovare, caro Marco
rispose scherzando. Ho tutta una vita oltre a te
.
Rise di nuovo. Io no.
Marcolino scusami ma non mi sono portata il telefono. Ti ricordi, ti avevo detto che sarei andata alle terme con mia cugina Sara. Ricordi, terme, massaggi, piscina, volevi venire anche tu.
Una lampadina si illumino sopra la mia testa.
Avevi detto che ci andavi a fine mese…
E’ fine mese Marco. E poi non ti devi preoccupare, se mi succedesse qualcosa saresti il primo a saperlo!
continuò divertita.
Ed io mi sentii un idiota.
Cercai allora di cambiare argomento.
Ok, ok. Novità sulla mia principessa?
Ah, ecco. Non eri preoccupato per me, eri solamente preoccupato di non avere notizie su come incontrare la bella Ludovica!
Certo!
risposi fiero, cercando di riassumere il mio ruolo di uomo che non deve chiedere mai.