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Una splendida bugia
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E-book118 pagine1 ora

Una splendida bugia

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Info su questo ebook

One Week Girlfriend 4.5

Insicuro. Ecco come Owen, il fratello di Fable, si è sentito per tutta la sua vita. Proprio ora che tutto sembrava essere sotto controllo, la sua ragazza Chelsea gli comunica che trascorrerà l’estate lontana da lui. Owen vorrebbe dirle di non andare, ma per Chelsea è un’opportunità da prendere al volo e lui deve supportarla. Se la ama davvero – e lui la ama più di ogni altra cosa – sa che non può e non deve trattenerla.
Ma anche Owen deve cogliere le sue opportunità e ha intenzione di lavorare sodo per riuscirci, esattamente come Chelsea. Il problema è che sembrano non avere più tempo l’uno per l’altra: continuano a promettersi che si vedranno il fine settimana successivo, ma ogni volta la promessa viene infranta… La loro relazione sarà forte abbastanza da resistere ai cambiamenti?
Monica Murphy
È autrice di diversi romanzi, bestseller del «New York Times» e di «USA Today». Oltre all’acclamata serie One Week Girlfriend (Non dirmi un’altra bugia, Dammi un’altra possibilità, Promettimi che mi amerai, Resta per sempre con me, disponibili anche nel volume unico Segrete Bugie), la Newton Compton ha pubblicato con successo anche la Private Club Series (Non posso fare a meno di te, Ti odierò fino ad amarti, La risposta è amore e Scommettiamo che sarà per sempre?). Con Il mio sogno proibito inizia una nuova saga, la Reverie Series, incentrata sull’amore di Nick e Reverie Hale.
LinguaItaliano
Data di uscita23 mar 2017
ISBN9788822705143
Una splendida bugia
Autore

Monica Murphy

Monica Murphy is a New York Times and USA Today bestselling author of over sixty novels and writes mostly contemporary, new adult and young adult romance. She is both traditionally and independently published and has been translated in over ten languages. She lives in central California near Yosemite National Park with her husband, children, one dog and four cats. When she’s not writing, she’s thinking about writing. Or reading. Or binge watching something.

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    Anteprima del libro

    Una splendida bugia - Monica Murphy

    1517

    Titolo originale: Five Days Until You

    Copyright © 2015 by Monica Murphy

    Traduzione dall’inglese di Claudia Verardi

    Prima edizione ebook: aprile 2017

    © 2017 Newton Compton editori s.r.l.

    Roma, Casella postale 6214

    ISBN 978-88-227-0514-3

    www.newtoncompton.com

    Realizzazione a cura di Librofficina

    Monica Murphy

    Una splendida bugia

    One Week Girlfriend #4.5

    Capitolo 1

    Owen

    La mia ragazza è inquieta.

    Non so bene quale sia il motivo di quest’agitazione: so solo che, di qualunque cosa si tratti, innervosisce anche me. Odio quando lei è triste. Si è laureata più di una settimana fa, abbiamo tutta l’estate davanti e possiamo fare quello che vogliamo.

    Ma lei non vuole fare progetti. Peggio ancora, non vuole nemmeno andare da qualche parte per un paio di giorni. Eppure potremmo farlo. Potrei chiedere dei permessi o scambiare il mio turno con qualcuno al ristorante dove lavoro, e così può fare Chelsea. Una settimana di vacanza da qualche parte sarebbe l’ideale, cazzo. Secondo me ne abbiamo entrambi bisogno. Solo io e la mia ragazza in spiaggia, e lei in un bikini striminzito, con tutte le curve in mostra.

    Sì, ho proprio voglia di divertirmi in questo periodo… ma lei no, a quanto pare. E io mi incavolo da morire.

    La guardo mentre si siede sul divano e scorre lo schermo del telefono, i denti che affondano nel labbro inferiore, una sua cattiva abitudine. Almeno adesso non se lo morde a sangue come faceva prima. Ha passato un periodo difficile, in cui pensava solo ai soldi e alla famiglia. Quando poi abbiamo avuto quell’orribile lite e ho pensato che fossimo sul punto di…

    Il mio cervello si spegne, rifiutandosi di tornare a quel momento. Odio pensarci. Quanto abbiamo sofferto entrambi per colpa dei nostri genitori e delle nostre stronzissime madri! Io ho quasi lasciato che la mia distruggesse il rapporto con Chelsea. Dove accidenti sarei adesso, senza di lei?

    Con buone probabilità nella merda più totale e senza alcuna prospettiva. Avrei abbandonato gli studi. Fable mi avrebbe ucciso, se non ci avessi pensato per conto mio.

    Chelsea adesso sta da me e Wade, e le cose vanno alla grande. Adoro averla qui. Hanno fatto amicizia, il che è strano… soprattutto quando si alleano contro di me. Un giorno Wade incontrerà una tipa e allora gli renderò la vita un inferno. Ci potete giurare. Gli amici servono a questo, no?

    «Cos’hai?», le chiedo quando non riesco più a sopportare il silenzio, costringendola ad alzare di scatto lo sguardo. Mi guarda sbattendo le palpebre e si appoggia il telefono in grembo.

    «Niente», risponde con aria tirata. Basta una sola parola perché io capisca che non è vero. Cacchio. «È che…».

    «Cosa? Tua madre? Ti sta tormentando di nuovo? Non dirmi che ha chiamato».

    Aveva tagliato ogni contatto, non si è preoccupata nemmeno di andare alla sua laurea. Una bella carognata, ma in fondo Chelsea aveva me, Fable e Drew a sostenerla durante la cerimonia. Non era già abbastanza?

    A volte, però, mi chiedo se sono al suo livello. Forse lei merita di meglio. Voglio dire, è una ragazza tremendamente intelligente: riesce a concretizzare tutto quello che si mette in testa. Per me potrebbe conquistare il mondo, diventare presidente, fare qualunque cosa.

    Stare con uno come me – ex fattone, ex testa calda, figlio di una madre mediocre, pace all’anima sua, e di padre ignoto – potrebbe rovinarle la reputazione?

    Non ne ho idea. Ed è comunque qualcosa a cui non mi piace pensare.

    «Non si tratta della mamma», dice, con un flebile sorriso. «È che… puoi venire qui, per favore, e stare un po’ vicino a me? Sei troppo lontano».

    Mi piace quando mi parla così. Mi ricorda che forse ha bisogno di me più di quanto io pensi.

    Mi alzo dalla sedia, mi avvicino al divano e mi siedo di fianco a lei. Le metto un braccio intorno alle spalle e la stringo a me. Mi appoggia la testa sulla clavicola e le bacio la tempia, respirando forte il profumo del suo shampoo. Oggi è una giornata caldissima e lei indossa una canotta blu e dei pantaloncini bianchi da perderci la testa. Avrei solo voglia di toglierle tutto di dosso, piano piano, e farla impazzire con le mie grandi abilità.

    Sì, sono un po’ una bestia ultimamente, che ci posso fare?

    «Che c’è, piccola?», le chiedo. «Dài, dimmelo».

    Lei china la testa, e i capelli le cadono in avanti nascondendole il viso. Mi chiedo se lo stia facendo apposta. «Ho ricevuto una mail ieri. Da Santa Augustina».

    «Perché ti hanno mandato una mail?», chiedo riluttante.

    «Be’…». Si tamburella nervosa le dita su un ginocchio. «È lì che dovrei completare il mio dottorato».

    Come potrei dimenticare il dottorato nell’università di quella piccola città costiera, quattro ore d’auto a sud da qui? Come potrei dimenticare il dottorato cui ha rinunciato per colpa mia? O, almeno, questo è quello che ho sempre pensato. Le ho chiesto più volte se, in effetti, avesse rinunciato a causa mia e lei ha sempre negato. Mi ha detto che voleva prendersi una pausa, ma si capiva che era una cazzata. Io ho ancora un altro anno di college da fare prima di laurearmi. Credo che non volesse lasciarmi.

    Ed egoisticamente anch’io non volevo che se ne andasse. Ho ottenuto quello che volevo. Chels qui con me, nella mia casa e nel mio letto, ogni notte. Cosa potrei chiedere di più?

    Che sia risentita con me perché non le ho fatto fare il dottorato? Cristo, spero proprio di no.

    «Ti hanno richiamato?», chiedo piano, col cuore in gola. Sto cercando di prepararmi alla sua risposta e, soprattutto, di rimanere calmo. Il suo silenzio e il fatto che eviti di guardarmi mi stanno spaventando.

    «Be’, sì». Solleva la testa e alza gli occhi al cielo mentre l’accenno di un sorriso le increspa le labbra, rendendola incantevole. Vorrei baciarla, ma mi trattengo. Mi concentro sul sollievo che sto provando in questo momento. «Vogliono offrirmi un altro progetto. Più breve, solo otto settimane».

    «Dove?»

    «Lì, a Santa Augustina». Apro la bocca, ho un mucchio di domande da farle, ma lei mi preme le dita sulle labbra. «Ascoltami bene. Si tratta di un progetto di ricerca, e proprio nel mio settore. E in più mi pagano. Un sacco di soldi».

    Mi piace la sensazione delle sue dita sulle labbra, ma non le parole che le stanno uscendo di bocca. Sono un bastardo egoista.

    «Quanto?», chiedo, scettico, quando toglie la mano.

    «Sicuramente una miseria per te che sei ricco». Afferra il cellulare e inizia a scorrere lo schermo. Sembra offesa.

    Che diavolo avrò detto?

    «Ehi». La sfioro, appoggiandole le dita sulle spalle. Lei ha un brivido prima di girarsi a guardarmi. «Una volta, non troppo tempo fa, ero un poveraccio, ed eri tu quella ricca. Non te lo dimenticare».

    «Lo so. Scusa». Alza le spalle come per scrollarsi di dosso il fatto che l’abbia toccata, e io lascio cadere la mano. Maledizione, è davvero agitata. «È solo per otto settimane, Owen. Due mesi. Credo che sarebbe divertente. E illuminante. Potrei imparare molto. Non voglio che mi dimentichino, capisci? Se partecipo a questo programma di ricerca durante l’estate e mi prendo il resto dell’anno libero, potrei tornarci una volta che tu…».

    E so benissimo cosa sta per dire.

    Una volta che tu ti sarai laureato.

    La paura mi assale e non riesco a scrollarmela di dosso. Ma diamine, io non voglio scrollarmela di dosso. Lei si sta trattenendo a causa mia, e odio questa situazione. Non mi aspetto che lei non ci vada per me e so che non se lo aspetta nemmeno lei. Mi rifiuto di calpestare i suoi sogni. I suoi l’hanno sempre costretta a fare quello che volevano loro, da quando ha cominciato a parlare. Non le è stato permesso di scegliere. Io non voglio essere come loro. La mia ragazza merita di fare quello che diavolo vuole. E il linguaggio del suo corpo dice che vuole andarci. Pazienza. «Devi andare», dico con fermezza.

    Rimane a bocca aperta e mi fissa sbattendo le palpebre. «Devo

    «Sì. Sicuramente». Annuisco, dicendomi che è la cosa migliore, nonostante il battito frenetico del mio cuore e la sudorazione improvvisa dei palmi. Non voglio perderla. Non voglio che mi lasci, nemmeno per poche settimane, ma non posso fare lo stronzo.

    Se è quello che vuole, devo lasciarla andare.

    Chelsea

    Sono sconvolta.

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