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Scacchi & management
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E-book204 pagine2 ore

Scacchi & management

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Il mondo del management pretende che gli attori siano in grado di gestire il complesso sistema azienda sia al suo interno che all'esterno in un'ottica di competitività. Diversi saranno i temi che si affronteranno dalle regole del gioco alla geopolitica, passando per self improvement, risorse umane e trading; gli scacchi sono un comune denominatore per queste aree, che ci portano a perseguire l'obiettivo del successo. Tutto nasce dal modello formativo Best Moves, che Mogranzini e Almonti hanno creato e sviluppato.

Il mondo del business è una partita
a scacchi: pensa prima di muovere
e fai in modo che ogni mossa conti.
AJ Joshi


Il progetto è stato realizzato da UniChess, contenitore di idee scacchistiche, che raccoglie le collaborazioni dei più importanti professionisti accomunati dalla passione per gli scacchi. Realtà di primissimo piano nel campo della realizzazione di progetti nazionali e internazionali, UniChess ha lo scopo di promuovere la disciplina scacchistica nei contesti in cui questo sport è meno conosciuto. Dall'organizzazione di eventi, alla realizzazione di corsi di formazione manageriali mediante il modello Best Moves.

LinguaItaliano
Data di uscita28 apr 2021
ISBN9788863458268
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    Anteprima del libro

    Scacchi & management - UniChess

    Prefazione

    Questo libro esce in un momento in cui c’è un grande interesse per gli scacchi. Molti si sono appassionati guardando una serie televisiva di successo in cui una affascinante ragazza, forse metafora del grande e indimenticato Bobby Fischer, mette in mostra un talento straordinario che la porta a confrontarsi con i migliori giocatori e, infine, battere il campione mondiale. Ma è anche vero che un anno di restrizioni alla nostra vita sociale ha cambiato alcune delle nostre abitudini e ha portato alla crescita esponenziale del gioco on line e, in particolare, degli scacchi che dispongono di proprie piattaforme di gioco.

    Chi si avvicina al nobil giuoco rimane conquistato. I pezzi, figure a volte accuratamente tornite in legni pregiati, si muovono rapidi e agili sulle case bianche e nere della scacchiera; il giocatore infonde loro vita e scopo, in un confronto tra volontà, piani e strategie per catturare il Re avversario. Alcuni appassionati vedono negli scacchi una battaglia che segue un suo rituale con regole certe e condivise, mentre per altri sono una metafora della vita; altri ancora ne godono del piacere estetico e li percepiscono come una forma d’arte o una scienza. Ma i più li considerano un gioco e solo una élite uno sport.

    Il libro, curato da UniChess, non è per coloro che vogliono giocare meglio ma è per chi è curioso di avvicinarsi alla poliedricità del gioco. Dopo essere giunti in Italia e Spagna nel X secolo, con il loro graduale diffondersi nelle corti europee, gli scacchi hanno influenzato le arti e i costumi sociali. Sono arrivati fino ai nostri giorni mantenendo intatta la loro carica di modernità e di suggestione grazie alle analogie in diversi campi dell’agire umano come la politica, l’economia, le strategie d’impresa e il management. Non è un caso se noti top manager trovano notevoli affinità tra i processi decisionali aziendali e quelli che avvengono nelle partite. Personalmente, mi affascina pensare al giocatore di scacchi quale metafora del team leader: valorizzare le varie personalità (i pezzi) e farli collaborare tra loro per raggiungere efficacemente un obiettivo sono la quintessenza della partita e della conduzione dei gruppi di lavoro.

    I diversi capitoli del libro non fanno altro che guardare appassionatamente con il filtro degli scacchi alle scienze manageriali, confermando così al lettore che «ci sono più avventure su una scacchiera che su tutti i mari del mondo».

    Luigi Maggi

    Presidente Federazione Scacchistica Italiana

    Introduzione

    Quest’opera ha lo scopo di indirizzarsi a tutti coloro che per curiosità o per passione vogliono utilizzare uno strumento in più per migliorare le proprie prestazioni lavorative e integrare le proprie capacità trasversali attraverso uno strumento innovativo nonostante la sua storia lunga migliaia di anni: gli scacchi.

    Il gioco/sport degli scacchi offre innumerevoli spunti di riflessione su cui soffermarsi per il miglioramento di se stessi e in queste pagine vedremo come sfruttare al massimo il potenziale di questa disciplina in ambito lavorativo.

    Inizieremo con il conoscere i primi rudimenti di questo gioco che ha appassionato re e regine, imperatori e mercanti; un gioco che ha tenuto col fiato sospeso miliardi di persone e che a oggi è ancora un grande mistero irrisolto.

    Se pensiamo alle situazioni in cui ci troviamo quotidianamente, in ambito professionale così come in ambito privato, vedremo quante analogie ci sono con gli scacchi. Nel lavoro ci possiamo relazionare con le stesse persone del nostro gruppo di lavoro e con sfide nuove date dal mercato, dai clienti e con le challenges a cui ogni giorno veniamo sottoposti; negli scacchi avviene la stessa cosa: abbiamo sempre gli stessi 32 pezzi su cui fare affidamento e un nuovo avversario a ogni partita. Dobbiamo imparare a bilanciare risorse personali ed esterne, comprendere rischi e vantaggi in poco tempo, avere una visione che sia target oriented che sia alfa e omega di un lungo e tortuoso percorso fatto di calcoli e strategie.

    Negli anni si è scritto molto di scacchi, ma le opere fino a ora pubblicate tendevano a dare per scontato che il lettore conoscesse le regole e gli schemi tattici. Qui stravolgeremo l’approccio, creeremo un’opera ibrida a cui affidarsi per più scopi, ovvero la conoscenza del gioco e il suo utilizzo in contesti diversi.

    Grazie alla collaborazione con colleghi che mi hanno supportato in questo percorso di stesura, vedremo insieme quattro macroaree di interesse (management, finanza, risorse umane e geopolitica), che renderanno la lettura di quest’opera un vero e proprio vedemecum per il perfetto self management. Vedremo insieme il contributo di cinque grandi professionisti accomunati dalla passione per la disciplina scacchistica, i quali hanno saputo migliorarsi e migliorare la qualità del proprio lavoro utilizzando una risorsa come gli scacchi.

    Il fil rouge durante tutta la lettura di quest’opera, perciò, dovrà essere un semplice quesito: Quali caratteristiche ha un abile giocatore di scacchi, diciamo un Grande Maestro, e quali caratteristiche ha un professionista affermato, come ad esempio un project manager, un responsabile risorse umane o un trader? In che modo gli scacchi possono affinare le mie capacità di interpretazione del contesto affinché tutto risulti chiaro massimizzando i miei risultati e minimizzando l’impiego di energie?

    Roberto Mogranzini

    Grande Maestro di scacchi

    Capitolo 1

    Imparare il gioco degli scacchi

    A cura e opera di Roberto Mogranzini

    SIMBOLI

    VALUTAZIONE DELLA POSIZIONE

    La storia degli scacchi

    Tra miti e leggende

    L’invenzione del gioco degli scacchi non ha una collocazione temporale ben definita, ma la leggenda narra che la sua invenzione, probabilmente sumera risalente all’incirca al 2000-2200 a.C., combaci con la scoperta delle potenze matematiche. Gli scacchi sono giunti a noi dopo un lungo cammino e ampia diffusione in tutto l’Oriente. A farceli conoscere furono i persiani, come si può dedurre dal termine Scacco Matto che indica la fine della partita. Il temine Matto, però, non ha nulla a che fare con la pazzia, ma è la traslitterazione del termine nel lungo periodo e, ormai entrato nell’uso corrente. Scacco Matto deriva infatti, dalle parole in antico persiano "Shāh (che vuol dire Re) e Mat (morto) il cui esatto significato originario è appunto: il Re è morto". Questo ci porta a capire sin da subito l’obiettivo del gioco, catturare il Re avversario, senza dare importanza a tutto il resto.

    Secondo la leggenda di origine araba, l’inventore degli scacchi fu il persiano Sessa Ebu Daher che presentò al re di Persia il nuovo gioco appena ideato, per rincuorarlo della perdita del figlio sacrificatosi in battaglia per vincere la guerra. Il re, dapprima diffidente, apprese le regole e le reali motivazioni del sacrificio del figlio, grazie a una delle tante partite giocate con Daher. Capì che in alcuni momenti bisogna sacrificare ciò che ci sta più a cuore per il bene degli altri. Con apparente umiltà Sessa Ebu Daher, felice di vedere il proprio re finalmente rasserenato, disse che in cambio non voleva nessun tipo di ricompensa, ma alle insistenze del re, Daher, che indubbiamente era anche un abile matematico, chiese che gli fosse donato unicamente un po’ di grano per il bisogno della famiglia. Precisamente chiese solo un chicco di grano per il primo quadrato della scacchiera (2⁰), due per il secondo (2¹), quattro per il terzo (2²), otto per il quarto (2⁴) e avanti così per tutti i sessantaquattro riquadri.

    Il re e i suoi cortigiani, irrisero difronte a una tale richiesta, poiché, secondo loro, aveva richiesto un premio eccessivamente modesto, sprecando così una buona occasione. Per mantenere la propria promessa il re fece chiamare i matematici di corte per eseguire il calcolo, e una volta giunti alla soluzione, con enorme stupore scoprirono costernati che i chicchi di grano corrispondenti all’ultimo quadrato erano ben 835.919.245.474.712.551.424, ossia 2⁶⁴. Quando il re venne a sapere che tale quantità di grano non era reperibile in tutto il suo regno decise che Sessa Ebu Daher doveva essere ucciso. Alla fine l’inventore del gioco, diede una seconda importante lezione al re, e dimostrandosi un valoroso uomo si mise d’accordo con il re, che gli affidò un incarico a corte.

    La scacchiera

    Case, colonne, traverse, diagonali e non solo

    Ora che conosciamo la storia, possiamo introdurre le parti che compongono il nobil giuoco.

    La scacchiera è per antonomasia, il campo di battaglia negli scacchi. Quel territorio entro i cui confini si svolge lo scontro tra i pezzi Bianchi e quelli Neri. Essa è un quadrato 8x8, composta da 64 quadrati, detti case. Le case si dividono in 32 bianche e 32 nere, disposte in modo alternato. Ai lati troviamo lettere e numeri che ci serviranno a identificare in modo univoco ogni parte della scacchiera. Per il momento ci basterà sapere che nella parte inferiore e superiore ci saranno le lettere dalla a alla h e ai lati troveremo i numeri da 1 a 8.

    (diagramma 1)

    (diagramma 1)

    La posizione della scacchiera, non è lasciata al caso, ma deve rispettare sempre una sola e semplice regola: «L’angolo in basso a destra deve essere una casa bianca»

    (diagramma 2)

    (diagramma 2)

    All’interno della scacchiera, per facilità di comprensione di libri e dialoghi tra giocatori durante le analisi delle partite si è adottato un metodo di nomenclatura che permette in modo chiaro ed esaustivo di identificare univocamente ogni parte della scacchiera. Questo permette ai giocatori e appassionati di scacchi di poter descrivere le proprie mosse e i vari piani di gioco. Infatti, ogni casa, gode di un nome proprio.

    Il nome della casa è dato da una lettera e un numero. Se prendiamo in considerazione la casa indicata dalle frecce, nel diagramma seguente, possiamo notare che si trova sulla colonna della d e sulla riga del numero 5 (nel diagramma successivo, andremmo a trattare in dettaglio questa parte). Pertanto la suddetta casa si chiama d5, mentre la casa scura cerchiata è f4.

    (diagramma 3)

    (diagramma 3)

    Nella scacchiera possiamo inoltre raggruppare le case in colonne¹ (linee verticali), in traverse² (linee orizzontali), e in diagonali³.

    Nel diagramma 4 possiamo vedere con una freccia verticale la colonna a, con quella orizzontale la prima traversa e con l’indicatore più scuro la diagonale a1-h8. Nella scacchiera vi sono due diagonali maggiori, ovvero le uniche due diagonali composte da 8 case, e sono la diagonale scura a1-h8 e la diagonale chiara h1-a8.

    (diagramma 4)

    (diagramma 4)

    I pezzi negli scacchi

    La disposizione iniziale

    Negli scacchi, non si parla mai di pedine, come erroneamente spesso si sente, bensì di pezzi⁴. Questi non sono tutti uguali, ognuno, infatti gode di forma propria, e di caratteristiche univoche.

    Queste diversità fanno sì che tra i vari pezzi ci sia una gerarchia di forza con rispettivi impieghi differenti. All’inizio della partita ogni giocatore dispone di 16 pezzi: un Re, una Donna (o Regina), due Torri, due Alfieri, due Cavalli, e otto Pedoni.

    I pezzi vengono disposti secondo un ben preciso ordine, inoltre quelli Bianchi vengono collocati nelle prime due traverse, mentre quelli Neri, nella settimana e nell’ottava traversa.

    La disposizione iniziale è quella del diagramma 5, convenzione adottata per la prima volta nel XIX secolo. Nella prima traversa, partendo dagli angoli troviamo le Torri, seguite dai Cavalli e dagli Alfieri. Al centro vengono invece disposti il Re e la Donna (o Regina) seguendo un criterio ben definito. La Donna (o Regina) Bianca, va sulla casa bianca, mentre la Donna (o Regina) nera, va su casa nera. L’ultima casa rimasta è per il Re che si troverà pertanto su una casa di colore contrario rispetto al proprio colore. Nella seconda traversa invece vengono disposti gli otto Pedoni, che fungono da protezione per gli altri pezzi.

    (diagramma 5)

    (diagramma 5)

    Il giocatore cui vengono assegnati i pezzi bianchi ha il compito di eseguire la prima mossa della partita, questo tra gli scacchisti rappresenta un piccolo vantaggio, denominato anche "vantaggio del tratto⁵".

    A seguire sarà il turno del Nero, effettuando così una mossa a testa.

    Il Re

    Il pezzo più importante

    Il Re è il pezzo più importante della scacchiera, questo perché lo scopo del gioco è proprio quello di catturare il Re avversario. Quando un Re non può evitare la cattura, si dice come già accennato, il Re è morto.

    Il Re negli scacchi ha un

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