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La pasticceria sulla spiaggia: Un macaron omicida (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 2)
La pasticceria sulla spiaggia: Un macaron omicida (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 2)
La pasticceria sulla spiaggia: Un macaron omicida (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 2)
E-book274 pagine5 ore

La pasticceria sulla spiaggia: Un macaron omicida (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 2)

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Info su questo ebook

"Molto intrigante. Raccomando fortemente questo libro per tutti gli assidui lettori che apprezzano un giallo ben scritto, con alcune svolte e una trama intelligente. Non resterete delusi. Un modo eccellente per trascorrere un freddo fine settimana!"
--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (parlando di Assassinio in villa)

LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN MACARON OMICIDA è il libro numero 2# di una nuova affascinante e spassosa serie di ‘cozy mystery’, firmata dalla penna dell’autrice bestseller numero #1 Fiona Grace, il cui bestseller Assassinio in villa (Un giallo intimo e leggero di Lacey Doyle) ha quasi 200 recensioni a cinque stelle.

Allison Sweet, 34 anni, chef in seconda a Los Angeles, è arrivata qui al limite, con le umiliazioni a opera dei clienti, le richieste esigenti del suo capo e una vita sentimentale andata a rotoli. Dopo uno scioccante incidente, si rende conto che è arrivato il momento di ricominciare da capo, seguendo il suo vecchio sogno di trasferirsi in una piccola cittadina e aprire un suo panificio.

Un turista maleducato muore dopo essersi mangiato ogni cosa possibile lungo la camminata sul lungomare, e tutti gli occhi vengono puntati su Allison, dato che la polizia incolpa i suoi nuovi macaron. I macaron hanno un ingrediente segreto così delizioso che i clienti fanno la fila lungo tutta la passerella. Ma lei sa benissimo che non sono loro la causa della morte del malcapitato.

Allison, costretta a salvare il proprio nome e recuperare i suoi clienti, non ha altra scelta che ripercorrere il viaggio culinario della vittima da un capo all’altro del lungomare, cercando di scoprire cos’abbia mangiato – o chi abbia insultato – al punto di finire ammazzato.

Con il suo adorato cane al proprio fianco, risolvere il mistero sarà una corsa contro il tempo, per trovare il colpevole del delitto prima di perdere per sempre la sua panetteria, e il suo nuovo amore che sta fiorendo.

Una esilarante serie di gialli intimi e leggeri, piena zeppa di svolte, sorprese, romanticismo, viaggi, cibo e un’inattesa avventura: la serie LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA ti farà ridere e girare le pagine fino a notte fonda, mentre ti innamorerai di questo nuovo tenero personaggio, capace di catturare il tuo cuore.

È disponibile anche il libro tre #3 della serie: UNA TORTA LECCA-LECCA PERICOLOSA!
LinguaItaliano
Data di uscita12 mag 2021
ISBN9781094343587
La pasticceria sulla spiaggia: Un macaron omicida (I gialli della pasticceria sulla spiaggia – Libro 2)

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    Anteprima del libro

    La pasticceria sulla spiaggia - Fiona Grace

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    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA:

    UN MACARON OMICIDA

    (LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA — LIBRO SECONDO)

    FIONA GRACE

    Fiona Grace

    L’autrice esordiente Fiona Grace ha scritto la serie UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE, che comprende nove libri (e altri in arrivo); la serie UN GIALLO INTIMO TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA, che comprende sette libri (e altri in arrivo); la serie I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA, che comprende tre libri (e altri in arrivo); e la serie I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA, che comprende sei libri (e altri in arrivo).

    Fiona sarebbe molto felice di restare in contatto con te! Visita quindi il suo sito internet, www.fionagraceauthor.com, per ricevere e-book gratuiti, restare aggiornato sulle ultime uscite e non perdere nessuna notizia.

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    Copyright © 2021 di Fiona Grace. Tutti i diritti sono riservati. Eccetto come consentito dal Copyright Act del 1976 degli Stati Uniti d’America, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma e mediante alcun mezzo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previo consenso dell’autrice. La licenza di questo ebook è concessa solo per uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto, né ceduto a terzi. Se si desidera condividere questo libro con un’altra persona, si prega di acquistare una copia per ciascun destinatario. Se si sta leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per uso personale, si prega di restituire la copia e acquistarne una propria. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest’autrice. Questa è un opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono utilizzati a puro scopo di intrattenimento. Qualsiasi richiamo a persone reali, viventi o meno, è puramente casuale. Copyright dell’immagine di copertina di Sergey Gerashchenko & Akura Yochi, usata sotto la licenza di Shutterstock.com.

    LIBRI DI FIONA GRACE

    UN GIALLO CON CANI E GATTI

    UNA VILLA IN SICILIA: OMICIDIO ALL’OLIO DI OLIVA (Libro #1)

    VILLA IN SICILIA: FICHI CON CADAVERE (Libro #2)

    I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA

    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN CUPCAKE ASSASSINO (Libro #1)

    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN MACARON OMICIDA (Libro #2)

    I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO DELITTUOSO (Libro #1)

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO CRIMINALE (Libro #2)

    UN MISTERO AVVOLGENTE TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA

    INVECCHIATO PER UN OMICIDIO (Libro #1)

    INVECCHIATO PER LA MORTE (Libro #2)

    INVECCHIATO PER IL CAOS (Libro #3)

    UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE

    ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1)

    UNA MORTE E UN CANE (Libro #2)

    I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3)

    UN VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4)

    UCCISO CON UN BACIO (Libro #5)

    IL DIPINTO DELLA MORTE (Libro #6)

    MESSO A TACERE DA UN INCANTESIMO (Libro #7)

    INDICE

    CAPITOLO PRIMO

    CAPITOLO SECONDO

    CAPITOLO TERZO

    CAPITOLO QUARTO

    CAPITOLO QUINTO

    CAPITOLO SESTO

    CAPITOLO SETTIMO

    CAPITOLO OTTAVO

    CAPITOLO NONO

    CAPITOLO DECIMO

    CAPITOLO UNDICESIMO

    CAPITOLO DODICESIMO

    CAPITOLO TREDICESIMO

    CAPITOLO QUATTORDICESIMO

    CAPITOLO QUINDICESIMO

    CAPITOLO SEDICESIMO

    CAPITOLO DICIASSETTESIMO

    CAPITOLO DICIOTTESIMO

    CAPITOLO DICIANNOVESIMO

    CAPITOLO VENTESIMO

    CAPITOLO VENTUNESIMO

    CAPITOLO VENTIDUESIMO

    CAPITOLO VENTITREESIMO

    CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

    CAPITOLO VENTICINQUESIMO

    CAPITOLO VENTISEIESIMO

    CAPITOLO VENTISETTESIMO

    CAPITOLO VENTOTTESIMO

    CAPITOLO VENTINOVESIMO

    CAPITOLO TRENTESIMO

    CAPITOLO TRENTUNESIMO

    CAPITOLO TRENTADUESIMO

    EPILOGO

    CAPITOLO PRIMO

    Ali stava letteralmente morendo di caldo. Nonostante fossero solo le otto del mattino, la piccola cucina del suo locale aveva raggiunto delle temperature a dir poco soffocanti. Le finestre erano spalancate e aveva aperto la porta sul retro, ma sudava copiosamente.

    Piper, puoi per cortesia dare uno sguardo in dispensa e vedere se trovi un altro ventilatore? chiese Ali.

    Con fare assonnato, la sua nuova dipendente balzò dal piano di lavoro sul quale era seduta e atterrò sgraziatamente sul pavimento, ai piedi le sue solite ballerine rosa pallido.

    Certo, capo! disse con l’inconfondibile accento della Georgia mentre usciva dalla cucina.

    Erano passate un paio di settimane da quando Ali aveva incontrato Piper e da quando le aveva offerto un lavoro. Si era trovata per puro caso in quella tavola calda per camionisti sulla strada che portava in città, e aveva visto il proprietario maltrattare Piper davanti alla porta d’entrata del locale. Scioccata da quel comportamento, si era sentita in dovere di aiutare quella ragazza in difficoltà. Di solito non era così avventata, ma non aveva potuto fare a meno di trarre in salvo una ventiduenne della Georgia e con lei i suoi sogni di aspirante attrice. La proposta di lavoro aveva sorpreso entrambe, tra l’altro.

    Guardandola adesso, non poté fare a meno di pensare al futuro di Piper. Non era pentita di averla assunta, tutt’altro! Piper era una deliziosa, ma le sue continue disattenzioni avrebbero fatto perdere la pazienza a chiunque. Nonostante ciò, Ali si era prefissata un obiettivo ben preciso: avrebbe fatto di Piper un’assistente modello, aumentandone l’autostima e insegnandole un mestiere.

    Proprio in quei giorni, tra l’altro, Ali era anche impegnata su un altro fronte. Stava infatti per lanciare un nuovo prodotto sul menù: i macaron. Sapeva che i suoi famosi cupcake avevano attirato moltissimi nuovi clienti nella sua pasticceria, ma era necessario ampliare la produzione. La Sea Sweets era diventata un punto di riferimento per i turisti che frequentavano il lungomare di Willow Bay, ma era chiaro che con un solo prodotto non sarebbe durata a lungo. I dolci francesi erano la sua passione e, mettendo a frutto la sua formazione nel campo della pasticceria, avrebbe perfezionando la ricetta dei macaron per renderli unici e speciali. Devo migliorare le mie abilità culinarie, pensò fra sé e sé. Gettando uno sguardo alla vetrina del negozio, si mise a fantasticare sulla loro mise en place: nessuno avrebbe resistito alla meravigliosa esplosione color arcobaleno tipica dei macaron. A darle l’ispirazione era stata Jenna, la proprietaria di della libreria Topi di Biblioteca. La sua libreria, infatti, era adornata da una miriade di decorazioni a forma di arcobaleno, e i bambini ne andavano matti.

    Ali era talmente concentrata nel perfezionare le sue nuove creazioni, che il brivido della creazione fece passare in secondo piano il caldo soffocante.

    Mentre si accingeva a rompere le uova e a separare i tuorli dagli albumi, Piper tornò in cucina con in mano un minuscolo ventilatore da tavolo. Lo collegò alla presa della corrente e lo accese. Le piccole pale iniziarono a girare, ma si trattava di un oggetto talmente piccolo che, l’unico risultato fu quello di far circolare aria calda invece che dissipare quell’afa insopportabile.  

    Valeva la pena tentare, disse Ali con una delle sue risate cristalline. Dov’è il panetto di burro?

    Arriva subito! rispose immediatamente Piper. È in frigorifero.

    Lo sguardo di Ali la seguì attentamente mentre attraversava la cucina in tutta fretta. Non ti ricordi che ti avevo chiesto di tirare fuori il burro dal frigo? chiese pacatamente. In questa ricetta dev’essere a temperatura ambiente per poterlo utilizzare.

    Oh, cavoli… disse Piper, mentre scompariva dalla sua vista coperta dalla grande porta d’acciaio aperta dietro di lei. Mi spiace, Ali. Me n’ero dimenticata.

    Ali scosse la testa in segno di disapprovazione e si rimise al lavoro. Si accinse a versare contemporaneamente la farina di mandorle e lo zucchero a velo nella planetaria, e azionò il pulsante di avvio. La funzione di impasto a intermittenza riempì l’intera cucina di un rumore assordante, amplificato a dismisura dai banconi di metallo e dal pavimento piastrellato. Il riverbero naturale di quello spazio angusto si confaceva più a un cantante d’opera che a tutti i suoi macchinari da pasticcera…

    Spense la macchina per dare un attimo di sollievo ai timpani, ma un rumore inaspettato attirò la sua attenzione. Insieme al ronzio del minuscolo ventilatore da tavolo, qualcosa di inusuale interruppe il silenzio di cui aveva bisogno…

    Si trattava forse del forno a microonde?

    Si girò di scatto verso la mensola e vide Piper che lo fissava, dandole la schiena.

    Cosa stai facen… Ali non riuscì a finire la frase che le parole le morirono in gola.

    Sapeva perfettamente cosa aveva combinato: il burro era finito nel microonde, azionato alla massima potenza.

    Piper! Spegnilo subito! gridò Ali.

    Corse ad aprire lo sportello e quando la luce del forno illuminò il piatto di vetro, scoprì che il panetto rettangolare aveva mantenuto la sua forma originale. Stava per tirare un sospiro di sollievo, ma mentre si accingeva a metterlo in salvo, il burro iniziò a liquefarsi come la lava di un vulcano. Nel giro di un nano-secondo finì sul piano di lavoro sottostante, gocciolando ritmicamente sulle piastrelle del pavimento fino ai piedi di Ali.

    Ali cercò di non dare in escandescenza. Piper la guardò sconsolata, sfoderando uno dei migliori sorrisi di scuse da aspirante attrice.

    Pensavo avessi detto che ti serviva caldo, disse con dolcezza.

    Ho detto che doveva essere a temperatura ambiente, rispose Ali con aria rassegnata.

    Piper portò le mani al petto implorando perdono. Scusami, capo. Non sono abituata a svegliarmi presto e non ho ancora messo in moto il cervello.

    Puoi dirlo forte, pensò Ali, cercando di mantenere la calma. La pazienza è una virtù e, considerando che Piper aveva appena iniziato a lavorare per lei, non poteva sgridarla per ogni minima cosa.

    Non preoccuparti. Non è successo niente di grave, disse Ali, sentendosi quasi a disagio nel vedere Piper così dispiaciuta. Prendendo in mano uno straccio per rimediare al disastro, disse: Perché non fai una pausa? Gli errori, di solito, capitano quando si è stanchi. Bevi un caffè e vedrai che tutto andrà meglio.

    Piper scosse la testa. Non merito una pausa e pulirò io questo macello, disse. Perché, invece, non fai tu una pausa? A che ora sei arrivata questa mattina?

    Alle cinque, ripose Ali, fissando la pozza oleosa di burro fuso che si stava formando ai suoi piedi. E da quando sei arrivata tu, è iniziato uno tsunami… pensò.

    Come immaginavo! esclamò Piper, allungando il braccio per afferrare lo straccio che Ali teneva in mano. Insisto, capo. Mentre tu fai una pausa, io pulisco questo casino. Guardò Ali con un sorriso carico di energia.

    Voleva farsi perdonare, era chiaro, ma Ali non poteva fare a meno di provare un pizzico di dispiacere per lei. In due settimane aveva combinato talmente tanti pasticci che licenziarla in tronco sarebbe stata l’unica cosa da fare. Nonostante ci stesse mettendo il massimo impegno, se avesse avuto un capo più severo, non l’avrebbe certo passata liscia.  

    Meritava il massimo dei voti per l’impegno, ma non era sicura che ci si potesse fidare di lei affidandole la pulizia del burro fuso sul pavimento. Questo, però, non era forse il motivo per il quale l’aveva assunta? Se la sua assistente si occupava della gestione della pasticceria, lei avrebbe avuto modo di dedicarsi a ciò che sapeva fare meglio: preparare dolci. Se non era neanche capace di pulire, perché l’aveva assunta?

     Va bene, disse Ali porgendole lo straccio. Ti ringrazio molto. Sono in astinenza da caffeina. L’effetto del doppio espresso di questa mattina è svanito già da tempo.

    Piper afferrò lo straccio. Non ti deluderò, capo!

    Ne sono sicura, rispose Ali guardinga. E non c’è bisogno di chiamarmi capo. Ali basta e avanza.

    Capito, disse Piper e, facendole l’occhiolino, aggiunse: capo!

    Ali si tolse il grembiule, lo appoggiò al gancio sul muro della cucina e, con passo deciso, si diresse verso il bancone della pasticceria lasciando ricadere i suoi folti capelli biondi dietro le spalle. La luce del mattino filtrava attraverso le tende e il caldo sole della California riscaldava l’intera sala. Ali si sentiva orgogliosa di ciò che aveva creato. Con immensa gratitudine andò ad accendere la macchina del caffè.

    Mentre metteva in funzione il beccuccio del vapore udì un suono familiare. Stavano bussando alla vetrina e poteva immaginare di chi si trattasse. Voltandosi, vide Delaney, la splendida proprietaria del negozio di artigianato che, in tenuta sportiva, ballava davanti all’entrata della pasticceria mettendo in mostra il suo fisico tonico e asciutto.

    La salutò con entusiasmo dalla vetrina mentre Ali faceva il giro del bancone per andare ad aprirle. Notò che Delaney aveva appoggiato un oggetto di legno ai suoi piedi.

    Incuriosita, fece scattare la serratura e aprì la porta. Il campanello posizionato all’entrata del negozio tintinnò e una folata d’aria tiepida che sapeva di mare entrò nella stanza. I gabbiani che oziavano fuori dal negozio si alzarono in volo per poi tornare, un attimo dopo, a fare compagnia ai pochi turisti mattinieri che si aggiravano sul lungomare.

     Buongiorno, Ali! esclamò Delaney con voce squillante mentre si toglieva gli auricolari dalle orecchie e, senza spegnere la musica, li lasciava cadere a penzoloni all’altezza del petto.

    Buongiorno a te, rispose Ali, fissando l’oggetto appoggiato ai piedi dell’amica. Che cos’è quello?

    Un regalo, disse Delaney con un sorriso smagliante.

    Per me? chiese Ali con eccitazione.

    Delaney annuì. Sì. Niente di speciale… l’ho finito questa mattina. Annusò il profumo che proveniva dalla pasticceria. Sento odore di caffè?

    Sì! Entra! disse Ali. Preferisci un espresso o un cappuccino?

    Incamminandosi sul pavimento verde menta in direzione della macchina del caffè, Ali fece segno a Delaney di seguirla all’interno del locale.

    La porta si richiuse dietro di loro e Delaney andò a sedersi al tavolo vicino alla vetrina, il suo preferito. Appoggiò il regalo accanto a sé prima di sprofondare sul divanetto rivestito di un vistoso tessuto dai temi floreali.

    Ali preparò un cappuccino per entrambe e andò a sedersi vicino all’amica, ansiosa di scoprire cosa avesse creato per lei.

    Posò le tazze fumanti sul tavolo e indicò con un cenno l’oggetto riposto accanto a Delaney. Di cosa si tratta? Lo sai che sono curiosa!

    Delaney sorrise e ripose sulle ginocchia quello che ad Ali sembrava un quadro. Lo girò in direzione dell’amica esclamando: Et voilà!

    La ragazza scrutò Ali per capirne la reazione. Ti presento: il signor Macaron! La mascotte ufficiale delle tue nuove delizie culinarie.

    Ali non credeva ai suoi occhi.

    Si trattava di un pannello di legno sul quale era dipinto un adorabile omino Macaron: guance rosa, sorriso allegro e invitante, gambe e braccia che spuntavano dalla farcia del dolcetto. Sarebbe servito a pubblicizzare il suo nuovo prodotto e Ali ne rimase estasiata.

    Delaney! È meraviglioso! esclamò con voce squillante. Prese il quadro con entrambe le mani e disse: Come posso sdebitarmi?

    Delaney indicò il cappuccino davanti a sé e disse: L’hai già fatto.

    Ti ringrazio dal profondo del cuore, rispose Ali.

    Con il cuore ricolmo di gratitudine, posò lo sguardo prima sul viso paffuto del signor Macaron, poi sulla bellissima donna che aveva di fronte. Da quando si era trasferita a Willow Bay erano diventate amiche inseparabili.

    Mi raccomando, la vernice ci mette un po’ ad asciugarsi, disse Delaney mentre teneva tra le mani la tazza color crema della pasticceria. Non esporlo prima di domani, altrimenti ti toccherà sentire le lamentele di tutte le mamme che avranno permesso ai loro figli di toccarlo. I colori acrilici non vengono via neanche con un lavaggio a novanta gradi!

    Ricevuto! rispose Ali.

    Sorrise ancora una volta guardando la sua nuova mascotte. Stava per portare il quadro in cucina quando qualcosa al di là della vetrina attirò la sua attenzione.

    "Che cos’è quella roba?" disse a bassa voce.

    Appoggiò il signor Macaron sul tavolo e con una mano scostò le tende.

    Emilio, il proprietario della pizzeria accanto, stava cercando di posizionare una sorta di tubo gonfiabile all’esterno. Di color marrone, decisamente ingombrante e di dubbio gusto, misurava un paio di metri circa…

    Delaney si mise a ridere. Spero di sbagliarmi, ma credo si tratti di un salame gigante.

    Vorrei che ti sbagliassi… disse Ali, sbirciando dalla vetrina. Rivide in quel gesto la sua vicina di casa: una ficcanaso che non si faceva mai i fatti propri e osservava l’intero quartiere nascosta dietro le tende del salotto.

    Credo che Emilio e Marco stiano di nuovo bisticciando. Si tratta della nuova pizza al salamino piccante. Non sappiamo a chi sia venuta per primo l’idea di aggiungerla al menù ma combattono da giorni una guerra a colpi di pacchianeria! Marco ha ricoperto di manifesti le vetrine della sua pizzeria ed Emilio deve avere appena deciso che le salsicce giganti sono la miglior mostruosità per pubblicizzare il suo nuovo prodotto! Ali guardò fuori della vetrina e alzò gli occhi al cielo. Scommetto che se dovesse lanciare una nuova pizza margherita, trasformerebbe l’esterno del locale in un giardino botanico!

    Delaney adorava la schiettezza di Ali e il suo umorismo tagliente.

    Ali richiuse le tende con una mano e bevve un sorso del suo cappuccino. Stava per posare la tazza sul piattino davanti a sé, ma le mani si fermarono a mezz’aria. Trasalì nell’udire un rumore assordante provenire dalla cucina. Probabilmente, Piper stava maneggiando con la sua solita noncuranza, le sue costosissime pentole.

    Delaney lanciò un’occhiataccia in direzione della cucina. "Come vanno le cose… di là?" chiese con un misto di apprensione e dissenso.

    Ali posò la tazza e iniziò a mordicchiarsi il labbro superiore. Non benissimo, a esser sinceri. Ma sono passate solo un paio di settimane, rispose con voce sommessa.

    Delaney si intenerì. In qualità di amica, mi sento in dovere di rinfrescarti la memoria. Ricordi ciò che hai detto dopo l’incidente dei croissant? Mi sembra che le tue parole fossero state: Le do due settimane di tempo. Sono trascorse più di due settimane, Ali. Quando pensi di licenziarla?

    Ali sembrava inquieta. Non voleva ammetterlo, ma Delaney aveva ragione. Aveva assunto Piper perché l’aiutasse nelle mansioni quotidiane. Purtroppo, la sua inesperienza aveva decuplicato il carico di lavoro invece che diminuirlo. Licenziarla perché era lenta a imparare, però, le sembrava crudele ed esagerato.

    Ha fatto dei passi avanti, disse con dolcezza, coprendosi il viso con le mani.

    Certo, rispose Delaney con ironia. Non sento più l’odore di impasto bruciato provenire dalla cucina.

    Si sforza ogni giorno di migliorare. Merita un’altra possibilità, rispose Ali.

    Potresti dare quella possibilità a chi possiede un minimo di esperienza in più, affermò Delaney.

    Piper mi piace molto e apprezzo il suo entusiasmo, ribatté Ali.

    Delaney sgranò gli occhi. L’entusiasmo non è una qualifica necessaria per gli aiuto pasticceri, Ali!

    Ali sapeva che la sua amica aveva ragione, ma non sopportava l’idea di licenziare Piper.

    Inoltre, aveva un ascendente incredibile sui ragazzini del posto. Se solo avesse messo in funzione qualche neurone, sarebbe stata

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