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Una Villa in Sicilia: Fichi con cadavere (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)
Una Villa in Sicilia: Fichi con cadavere (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)
Una Villa in Sicilia: Fichi con cadavere (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)
E-book262 pagine4 ore

Una Villa in Sicilia: Fichi con cadavere (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)

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Info su questo ebook

"Molto intrigante. Raccomando fortemente questo libro per tutti gli assidui lettori che apprezzano un giallo ben scritto, con alcune svolte e una trama intelligente. Non resterete delusi. Un modo eccellente per trascorrere un freddo fine settimana!"
--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos (parlando di Assassinio in villa)

UNA VILLA IN SICILIA: FICHI CON CADAVERE è il libro 2# di una nuova affascinante serie ‘cozy mystery’ firmata dalla penna dell’autrice bestseller Fiona Grace, scrittrice di Assassinio in villa, un bestseller numero #1 con oltre 100 recensioni a cinque stelle (e scaricabile gratuitamente)!

Audrey Smart, 34 anni, ha dato alla sua vita un’enorme svolta, abbandonando la sua vita precedente in cui lavorava come veterinaria (e dove la scia di fallimenti amorosi era lunga) e trasferendosi in Sicilia per comprare una casa da un dollaro, imbarcandosi quindi in una necessaria ristrutturazione che non sa neanche da che parte prendere.

Audrey è occupata con l’apertura del nuovo canile cittadino e la ristrutturazione della sua problematica casa. E inoltre sta uscendo con qualcuno. Con l’aiuto di amici, inizia ad accogliere randagi malati. Ma non tutti in paese sono felici dei suoi servizi, e presto si farà dei nemici inaspettati.

Quando Audrey riceve voce che sulla costa si trova un cane ferito e va a prenderlo, trova invece il cadavere di un potente uomo del posto.

Potrà Audrey, ora sospettata, risolvere il delitto e salvare il proprio nome?

Oppure il suo sogno siciliano cadrà in pezzi?

Un giallo da sbellicarsi dalle risate, pieno zeppo di mistero, intrighi, rinnovo, animali, cibo, vino, e ovviamente amore. UNA VILLA IN SICILIA catturerà il vostro cuore e vi terrà incollati alle pagine fino alla fine.

“Il libro ha cuore e l’intera storia scorre in modo impeccabile, senza sacrificare né intrigo né tantomeno personalità. Ho adorato i personaggi: quanti personaggi eccezionali! Non vedo l’ora di leggere ciò che Fiona Grace scriverà adesso!”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

“Wow, questo libro decolla e non si ferma mai! Non riuscivo a metterlo giù! Fortemente raccomandato per coloro che amano un ottimo giallo con svolte, colpi di scena, romanticismo e un membro di famiglia perduto da tempo! Sto leggendo il libro successivo proprio adesso!”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

“Questo libro è incalzante. Ha il giusto amalgama di personaggi, luoghi ed emozioni. È stato difficile da mettere giù e spero di leggere il prossimo libro della serie.”
--Lettore Amazon (parlando di Assassinio in villa)

Il libro #3 della serie – VINO CON VITTIMA — è ora disponibile!
LinguaItaliano
Data di uscita12 mag 2021
ISBN9781094345994
Una Villa in Sicilia: Fichi con cadavere (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)

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    Anteprima del libro

    Una Villa in Sicilia - Fiona Grace

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    UNA VILLA IN SICILIA:

    FICHI CON CADAVERE

    (Un giallo con cani e gatti – Libro 2)

    FIONA GRACE

    TRADUZIONE A CURA DI TIZIANA FIORITO

    Fiona Grace

    L’autrice esordiente Fiona Grace ha scritto la serie UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE, che comprende nove libri (e altri in arrivo); la serie UN GIALLO INTIMO TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA, che comprende cinque libri (e altri in arrivo); la serie I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA, che comprende tre libri (e altri in arrivo); e la serie I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA, che comprende sei libri (e altri in arrivo).

    Fiona sarebbe molto felice di restare in contatto con te! Visita quindi il suo sito internet, www.fionagraceauthor.com, per ricevere e-book gratuiti, restare aggiornato sulle ultime uscite e non perdere nessuna notizia.

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    Copyright © 2020 di Fiona Grace. Tutti i diritti sono riservati. Eccetto come consentito dal Copyright Act del 1976 degli Stati Uniti d’America, nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, distribuita o trasmessa in nessuna forma e mediante alcun mezzo, o archiviata in un database o in un sistema di raccolta, senza previo consenso dell’autrice. La licenza di questo ebook è concessa solo per uso personale. Questo ebook non può essere rivenduto, né ceduto a terzi. Se si desidera condividere questo libro con un’altra persona, si prega di acquistare una copia per ciascun destinatario. Se si sta leggendo questo libro senza averlo acquistato, o se non è stato acquistato per uso personale, si prega di restituire la copia e acquistarne una propria. Grazie per rispettare il duro lavoro di quest’autrice. Questa è un opera di fantasia. Nomi, personaggi, aziende, organizzazioni, luoghi, eventi e fatti sono il frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono utilizzati a puro scopo di intrattenimento. Qualsiasi richiamo a persone reali, viventi o meno, è puramente casuale. Copyright dell’immagine di copertina di Romas_Photo, usata sotto la licenza di Shutterstock.com.

    LIBRI DI FIONA GRACE

    UN GIALLO CON CANI E GATTI

    UNA VILLA IN SICILIA: OMICIDIO ALL’OLIO DI OLIVA (Libro #1)

    VILLA IN SICILIA: FICHI CON CADAVERE (Libro #2)

    I GIALLI DELLA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA

    LA PASTICCERIA SULLA SPIAGGIA: UN CUPCAKE ASSASSINO (Libro #1)

    I GIALLI DI UNA DUBBIOSA STREGA

    SCETTICA A SALEM: UN EVENTO DELITTUOSO (Libro #1)

    UN MISTERO AVVOLGENTE TRA I VIGNETI DELLA TOSCANA

    INVECCHIATO PER UN OMICIDIO (Libro #1)

    INVECCHIATO PER LA MORTE (Libro #2)

    INVECCHIATO PER IL CAOS (Libro #3)

    UN GIALLO INTIMO E LEGGERO DI LACEY DOYLE

    ASSASSINIO IN VILLA (Libro #1)

    UNA MORTE E UN CANE (Libro #2)

    I CINQUE DEL SALOTTO (Libro #3)

    UN VISITA PREOCCUPANTE (Libro #4)

    UCCISO CON UN BACIO (Libro #5)

    IL DIPINTO DELLA MORTE (Libro #6)

    MESSO A TACERE DA UN INCANTESIMO (Libro #7)

    INDICE

    CAPITOLO 1

    CAPITOLO 2

    CAPITOLO 3

    CAPITOLO 4

    CAPITOLO 5

    CAPITOLO 6

    CAPITOLO 7

    CAPITOLO 8

    CAPITOLO 9

    CAPITOLO 10

    CAPITOLO 11

    CAPITOLO 12

    CAPITOLO 13

    CAPITOLO 14

    CAPITOLO 15

    CAPITOLO 16

    CAPITOLO 17

    CAPITOLO 18

    CAPITOLO 19

    CAPITOLO 20

    CAPITOLO 21

    CAPITOLO 22

    CAPITOLO 23

    CAPITOLO 24

    CAPITOLO 25

    CAPITOLO 26

    CAPITOLO 27

    EPILOGO

    CAPITOLO 1

    Non c’era volta che Audrey uscisse per le strade di Mussomeli senza sentire un grande affetto per questo paese situato nel centro della Sicilia.

    Le sue belle case antiche erano appollaiate su un’altura, gomito a gomito con palazzi e chiese di stile barocco; nell’aria fresca di collina, il profumo del pane caldo appena sfornato si mescolava con le brezze salmastre del mare in lontananza; la gente che viveva a Mussomeli da generazioni e i nuovi arrivati, che avevano comprato alcune delle vecchie case per un euro, si scambiavano saluti e cenni con la mano. In verità, erano molti gli edifici malandati che rischiavano di crollare; eppure c’era nel paese un’atmosfera di ottimismo, la sensazione che tutto fosse possibile. Audrey per prima era sicura che un giorno il vecchio immobile che si era assicurata si sarebbe trasformato nella casa dei suoi sogni. 

    Era una bella giornata luminosa e mite, e Audrey con il suo impagabile amico americano Mason – bello come il sole e abile muratore/carpentiere/tuttofare – si dirigevano verso il centro. Dapprima, era rimasta un po’ indietro mentre lui camminava con lunghe falcate; ma via via che si avvicinavano alla loro destinazione, Audrey allungava il passo e respirava più veloce. Orlando Falco, il presidente del consiglio comunale, le aveva dato una mappa e qualche istruzione per arrivare in Via Barcellona, dove sorgeva l’edificio che era stato scelto per ospitare la nuova struttura veterinaria.

    In breve, Audrey cominciò a correre ma Mason non fece fatica a raggiungerla. Se non ti conoscessi, direi che vuoi liberarti di me.

    Audrey, che non era una sportiva, aveva il fiato grosso e ci mise un po’ a rispondergli. Poi finalmente, sbuffando e ansimando sibilò: È che sono molto…eccitata…non vedo l’ora…di sistemare questo posto e…cominciare a lavorare.

    Ok, ma non mettiamo il carro davanti ai buoi. Spero che non sia messo troppo male.

    No, non credo. Falco ha detto che aveva solo bisogno di qualche lavoretto. Scommettiamo che lo mettiamo a posto in una settimana?

    Il comune le aveva messo a disposizione un immobile per creare un rifugio per i randagi del territorio, e avrebbe coperto le spese per ristrutturarlo e adibirlo a centro veterinario. Audrey si sarebbe presa cura dei lavori e avrebbe prestato servizio come veterinaria responsabile. Il signor Falco era andato a trovarla il giorno prima per spiegarle come arrivare all’edificio – le aveva perfino disegnato una piantina del centro del paese – e consegnarle le chiavi. Con un occhio alla mappa e uno ai numeri sulle facciate, Audrey stava cercando di identificare la costruzione giusta tra una miriade di negozi anonimi.

    Guardò l’ennesimo numero e strizzò gli occhi per metterlo a fuoco. Dev’essere qui da qualche parte.

    Oltrepassarono una vecchia chiesa con una statua della Madonna in una nicchia esterna e raggiunsero una piazza con una piccola fontana al centro. Falco le aveva spiegato che si trattava di un’ottima proprietà in una bella posizione, non lontano dalla piazza. Ad Audrey era sembrato un po’ strano che l’edificio non fosse stata adibito a negozio, vista la sua situazione vantaggiosa, ma non le era sembrato opportuno interrogare il signor Orlando, che si era dimostrato così gentile. Per non dire che era stata troppo eccitata per curarsi del che e del come.

    Si fermò e tentò di orientarsi.

    Che ne dici, può essere quello? Mason stava indicando una piccola vetrina dall’altro lato della strada con un cartello in bella mostra: Affittasi locale commerciale.

    Audrey ricontrollò la piantina e poi il numero accanto alla porta: 135. Sì, credo di sì! In quattro salti fu davanti alla vetrina e prendeva nota di ogni particolare.

    Non poteva vedere dentro perché la vetrina era stata rivestita di carta, ma osservò che era un edificio stretto, di mattoni rossi, con una deliziosa porta dipinta di turchese e completa di maniglia in cristallo e di buca per le lettere in ottone. A Boston aveva lavorato in una clinica veterinaria piuttosto grande, e non aveva mai creduto veramente di potere aprire un ambulatorio tutto suo. Non stava più nella pelle; vedeva già la scritta elegante sulla vetrina: Clinica veterinaria di Mussomeli. Dott. Audrey Smart.

    La posizione non avrebbe potuto essere più centrale: la piazza, con la fontana in bella vista, era solo a pochi passi. Si rigirò verso la vetrina, con il cuore a mille. È veramente una posizione ideale! E l’edificio è molto carino. Mason, non trovi che è un amore? Squittì come una bambina e gli diede una leggera spinta.

    Mason stava studiando la facciata con calma, le mani in tasca e un’espressione un po’ scettica in viso. Forse è bene controllare l’eccitazione finché non abbiamo dato un’occhiata dentro, eh?

    Sì, non vedo l’ora, e così dicendo si avvicinò all’entrata, infilò la chiave nella serratura e spalancò la porta. Un odore terribile la bloccò e la fece arretrare, pestando i piedi di Mason che non aveva fatto in tempo a spostarsi.

    Uhi! Ehi… Ma anche lui fu assalito dal puzzo insopportabile. Qui c’è morto qualcosa.

    Audrey rabbrividì. Non aveva intenzione di scoprirlo. Ma a pensarci bene, ne aveva già viste tante a casa sua: disgustose muffe pelose e lunghi capelli neri nello scarico del lavandino che avevano messo a dura prova il suo stomaco. Che poteva esserci di più raccapricciante?

    Si strinse il naso con due dita ed entrò. C’era una piccola reception e, a destra, una stanza grandissima era illuminata dalla luce che filtrava dall’ampia vetrina arcuata. Secondo te che cosa c’era qui prima?, chiese a Mason. Ma tra i detriti sul pavimento scorse un foglietto e si chinò a raccoglierlo. Ah, ecco cos’era!

    Aveva in mano un volantino pubblicitario di una marca di aspirapolveri. Lo mostrò a Mason che sgranò gli occhi come se non ne avesse mai visto uno. Tirando un lembo della sua maglietta dei Pink Floyd si era coperto il naso – e aveva messo in mostra l’addome muscoloso. Sua sorella Sabrina lo avrebbe ammirato anche lei, e Audrey fu tentata di fargli una foto per mandargliela.

    Un vecchio negozio di aspirapolveri, gli spiegò, distogliendo gli occhi dalla sua pancia.

    Un negozio di aspirapolveri? Mason sembrava più confuso che mai. Con la sua caratteristica pronuncia strascicata e la voce nasale per via del naso tappato, la domanda le sembrò piena di pathos, come una triste canzone country. Questo negozio vendeva solo aspirapolveri? Perché?

    A volte Audrey aveva la sensazione che Mason fosse vissuto in un universo parallelo prima di arrivare a Mussomeli. Ignorò la domanda e si avvicinò alla vetrina. Qui si può creare la sala d’aspetto, disse ad alta voce, e già la vedeva chiaramente con gli occhi della mente. Una vecchia rastrelliera, ancora stipata di brochure e libretti d’uso, giaceva nel centro della stanza, e Audrey la superò per mostrargli dove andava eretto il muro per creare uno spazio per l’ambulatorio vero e proprio: Ci vorranno due o tre stanze per le visite e gli interventi, cucce per gli animali in osservazione, un piccolo magazzino… Secondo te vanno bene i box recintati o dovremmo cercare una soluzione più umana, senza gabbie?

    Mason si era fatto teso: Audrey…

     Sì, meglio un posto dove si rispetta il benessere degli animali. Sono sicura che la gente di qui lo apprezzerà di più. Forse esistono agevolazioni finanziarie per questo tipo di strutture. Ehi, guarda! Nella parte posteriore del negozio si intravedeva un corridoio, con vecchi pannelli di legno sulle pareti, che conduceva ad altre due stanze. La prima porta si apriva in una saletta con un vecchio distributore di bibite e un tavolino; e dall’altro lato c’era un minuscolo bagno con le piastrelle rosa che avevano bisogno di un po’ di attenzione. Perfetto.

    Audrey, spero che ti rendi conto… cominciò a dire Mason mentre lei rovistava nella borsa alla ricerca di carta e penna, per fare una lista del materiale necessario. Sono un bravo carpentiere, ma ci vuole un miracolo per sistemarti questo posto in una settimana. Lo capisci, vero?

    Con un sorriso di trionfo estrasse una penna dal fondo della sua borsa capiente. Se vuoi davvero una cosa, la ottieni. Suo padre glielo diceva sempre quando era una bambina. Io ho fiducia in te.

    Te ne sono grato, ma con tutta la fiducia del mondo, rimane impossibile, le rispose Mason girando la testa da un lato all’altro della stanza grande.

    Audrey sentì un nodo allo stomaco mentre lo guardava attentamente. Una dose troppo forte di realismo e i suoi progetti rischiavano di arenarsi: niente centro veterinario, niente lavoro e niente guadagni. Sarebbe colata a picco. Si sforzò di allontanare il pensiero. Andiamo, è perfetto. Guarda. Sul retro della piantina di Falco, buttò giù uno schizzo delle modifiche da fare. Mason si era avvicinato e dopo uno sguardo al disegno fece una strana risata, e Audrey si fermò: Che c’è?

    Vedo che hai grandi progetti per questo posto. Quanto ti hanno dato per aggiustarlo?

    Duemila euro, gli rispose rinfrancata.

    Sì? Aud, mi dispiace deluderti, ma il solo materiale per una delle pareti che vuoi installare ti costerà duemila euro. Senta contare la manodopera.

    La manodopera: certo, la sua parcella. Mason era qui per guadagnarci, non per lavorare senza ricompensa, solo per il bene degli animali – che tra l’altro a lui non piacevano per niente, come non si stancava di ripetere.

    Va bene. Posso chiedere più soldi. Hanno bisogno di me per risolvergli il problema del randagismo in paese, no? Per forza devono essere disposti a pagare profumatamente.

    Qui? A Mussomeli? Tanti auguri, ne avrai bisogno, detto a mezza voce, mentre rimestava tra i rifiuti con il piede: vecchi contenitori per alimenti, cartone, cumuli di polvere e rottame vario. La gente di qui non nuota nell’oro, o non l’hai notato? Il tizio delle aspirapolveri ha chiuso i battenti; cosa ti fa pensare che tu ce la farai?

    Perché le mie sono aspirazioni vincenti! gli rispose Audrey con gli occhi che le ridevano, contenta della battuta.

    Ma Mason neanche un sorrisino; solo incrociò le braccia abbronzate: Non fare la spiritosa che non ne sei capace.

    E tu non fare il guastafeste, gli rispose avvicinandosi a una delle pareti. Qui ci possiamo mettere i gatti, e serviranno almeno venti cuccette. Forse di più, visto il numero di randagi che vagano per il paese. Servirà anche uno spazio per giocare ed esplorare.

    Mm, Audrey…

    Ma Audrey non lo fece finire; un altro po’ di senso pratico e anche lei avrebbe mollato le vele. Devono esserci spazi separati per i gatti e per i cani, quindi servono altre pareti divisorie. Una qui e…

    Audrey…

    Penso che lì può andare la sala operatoria e naturalmente ci vuole una sala preparatoria. E avrò bisogno di un ufficio grande abbastanza da ospitare almeno tre persone per quando bisogna discutere di trattamenti con i proprietari…

    Mason si scoprì il naso: Audrey!

    Si fermò: Che c’è?

    Le fece segno con gli occhi e Audrey guardò a terra: ai suoi piedi, c’era un ammasso di pelliccia che brulicava di mosche e larve – a giudicare dalla coda doveva trattarsi di una martora.

    Audrey corse ad aggrapparsi a Mason senza pensarci. Oddio!

    Mason si districò e si avvicinò per vedere meglio. Almeno ora sappiamo da dove veniva il tanfo. Vedo se riesco a trovare un sacco per liberarcene.

    Trovarono anche dei pezzi di legno, e nonostante il senso di nausea crescente, riuscirono a infilare i resti della martora in un sacco di plastica. Audrey aveva una certa esperienza di orribili ferite, ma un animale in decomposizione era tutt’altra storia.

    Finalmente, Mason annodò il sacco, mentre osservava il residuo oleoso che era rimasto sul pavimento di legno.

    Poverino, disse Audrey a bassa voce. Per prima cosa dobbiamo dare una ripulita e liberarci della spazzatura.

    Mason annuì. Conosco uno che può procurarci un cassone per i rifiuti. Ne avremo bisogno.

    Fregandosi le mani, Audrey ritrovò l’entusiasmo: Benissimo! Quando cominciamo?

    Andiamoci piano, rispose Mason alzando una mano. Ho una fame da lupo. Andiamo a comprare qualcosa da mangiare e poi mi spieghi esattamente che cosa va fatto.

    Io invece non ho fame! E abbiamo così tanto da fare… dovremmo cominciare immediatamente. Girò su sé stessa in cerca di ispirazione: da dove iniziare? E ricordati, io ti pago per lavorare, non per mangiare.

    Mason non parlò subito, ma si strofinò gli occhi stancamente. Audrey… E questa volta lei gli prestò attenzione immediatamente, perché riconobbe nella sua voce lo stesso avvertimento di poco prima, quando le aveva impedito di inciampare nella martora. Lo sai che farò del mio meglio, ma ho anche i lavori a casa mia.

    Lo so, ma…

    Entro un mese devo avere tutto pronto, perché aspetto un ospite, dall’America.

    Questa era nuova. Un ospite. Parenti? Amici? O una ragazza? Troppo vago. Forse Mason non voleva entrare nei dettagli. Davvero?

    Lui fece segno di sì ma non aggiunse altro, e questo la incuriosì ancora di più. Al pensiero che potesse trattarsi di una ragazza, però, provò una sensazione spiacevole: Mason aveva flirtato con lei, specie di recente, no? No, doveva essere onesta; si era trattato soltanto di qualche battutina provocatoria – come quando si era offerto di accompagnarla di sopra a cambiarsi. A dirla tutta, Audrey era convinta che Mason si divertisse a metterla in imbarazzo, nient’altro.

     Le sue erano semplici fantasie. Le donne gli ronzavano attorno come api intorno al miele, quindi era più che probabile che si trattasse di una misteriosa ospite. Che c’era di male? Era una bella cosa. Ma la povera ragazza avrebbe avuto bisogno di molta pazienza perché Mason non era una persona facile. Che seccatura però quella punta di gelosia che avvertiva! Chi è che aspetti?

    Una persona; non importa chi sia. Era chiaro che non voleva parlarne; sembrava addirittura imbarazzato, a giudicare dalle pedate che dava al muro. Come dicevo, farò del mio meglio per venire a darti una mano quando non ho da fare a casa mia, ma non posso occuparmi io di tutto.  

    Non preoccuparti, rispose lei immediatamente, ho intenzione di fare la mia parte.

    Tu? E le riparazioni a casa tua?

    Tutto sotto controllo, gli disse sorridendo.

    Mason inarcò un sopracciglio.

    Che c’è? Ti ricordo che ho rimesso a nuovo la doccia senza nessun aiuto.

    Vero. Ma io mi ricordo anche del catalogo di parolacce mentre la sistemavi. E qui non si tratta di una doccia, eh?

    Ok, d’accordo. Quando ne avevano parlato prima, lei aveva ammesso che era un progetto troppo grande per lei. Ma la ristrutturazione non doveva essere perfetta. L’essenziale erano le cucce, e un lettino per le visite che volendo poteva fungere anche da tavolo operatorio. Si sarebbe arrangiata, all’inizio. E siccome lei non aspettava nessun ospite – né parenti né amici né, ancor meno, un ragazzo – poteva permettersi di trascurare la sua casa per un po’.

    Ed ecco arrivare Orlando Falco, in giacca e cravatta nonostante il caldo, e con un sorriso smagliante stampato in faccia.

    Buongiorno, buongiorno! I suoi piedi, calzati nei mocassini lucidissimi, non sembravano toccare terra, e in un attimo le fu accanto. Le porse un giornale. E così lo avete trovato. Carino, eh? Ottima posizione. 

    Sì, rispose Audrey. Sì, senza dubbio. Ma a vederlo, mi rendo conto che ci sono altri dettagli da definire. Penso di avere bisogno… Ma si interruppe, notando l’espressione di Falco.

    Non avete fatto granché.

    Beh, no. Le chiavi le ho avute solo ieri.

    Il signor Orlando prima le fece segno di dare un’occhiata al giornale che le aveva passato; poi invece se lo riprese in mano e lo aprì, indicando un annuncio che occupava metà

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