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Leo diari di Maria
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E-book353 pagine4 ore

Leo diari di Maria

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Info su questo ebook

È il terzo volume della collana Leo. Nelle pagine di questo libro scorrono le parole dei diari di Maria Di Gregorio, le sue spinte, le delusioni, le lotte, la sua vittoria. Negli anni '70 conosce a Civitavecchia Leo Amici che diventa un punto fermo da cui ripartire ogni volta per la propria ricerca spirituale, intensa e profonda, che la porterà dritta dritta a considerare l'esistenza di Dio. Ne farà un mandato all'interno dell'opera di Leo. Dall'Italia all'Australia, in ogni angolo del mondo, lei soccorre, consola, sostiene; lui, conforta nell'animo e nel fisico. La personalità di Maria sa osservare, analizzare, scrutare fino a decifrare e porgere il messaggio e la missione di Leo, per lei al tempo stesso padre, guida e maestro. Nell'intesa con lui, appaga il suo bisogno di infinito e umanità condividendolo con gli altri. Anche dopo la sua scomparsa, Maria, insieme a Carlo Tedeschi, ne porta a compimento il progetto del Piccolo paese fuori dal mondo, oggi una realtà, sostenendo i numerosi giovani che in lui avevano trovato il movente della loro vita, come la campionessa mondiale di immersione in apnea Angela Bandini.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mag 2021
ISBN9788894595123
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    Anteprima del libro

    Leo diari di Maria - Carlo Tedeschi

    Tedeschi

    NOTA INTRODUTTIVA

    2021! Quanta vita trascorsa…

    A quante storie meravigliose ho assistito sin da piccolo, da quando la mia famiglia incontrò Leo Amici, a Civitavecchia (Rm) nel 1972.

    Maria, mia madre, per prima aveva voluto capire, conoscere, verificare quell'operato di Leo rivolto al prossimo. Le sue guarigioni, la sua bontà, il suo prodigarsi per tutti…

    Il suo abbraccio, la mano tesa a dare senza distinzioni, l'amore con il quale aiutava le persone dando loro forza e gioia di vivere, accendevano in esse la fede.

    Maria, che tanto amava la figura di Gesù, era una persona speciale; tutti coloro che la conoscevano, rimanevano contagiati positivamente dai suoi modi sinceri, eleganti e, al tempo stesso, semplici.

    Con questa sua personalità si affiancò dunque all'opera di Leo.

    Sperimentò quel dire di Leo «devi prima ripulire dentro di te, poi intorno a te» e poi ancora «devi scartare tutti i punti negativi e valorizzare quelli positivi» facendolo proprio.

    Ogni giorno della sua vita, ogni istante, lo dedicò interamente a servire il prossimo.

    Al casale, ai Padiglioni, in via V. Alfieri e poi ancora al Lago, in tutte le tappe, dal podere abbandonato al Piccolo paese fuori dal mondo (Lago di Monte Colombo).

    Ognuna di esse, per come le chiamava Leo, Casa di Dio!

    Incontrò migliaia di persone bisognose; intraprese viaggi in Italia e all'estero.

    Ho ricevuto tutto da lei! Mi ha trasmesso la sua fede con l’esempio e con tutto l'amore con il quale mi ha educato, regalandomi nel cuore le sue qualità.

    Tra un viaggio e l'altro, un incontro e l'altro, Maria scriveva nel suo diario le storie vere vissute in quell'opera con Leo.

    Non so quando scrivesse queste pagine, non ho mai visto mia madre prendere tempo alla sua giornata per dedicarlo al suo diario. Sono certo che, come tutto il suo agire, trovasse il momento giusto per tutte le cose, anche di notte se necessario, ma senza rinfacciarne il peso né esprimendo alcun lamento.

    Oggi possiamo leggere queste sue pagine grazie a Carlo Tedeschi.

    Anch'egli ha iniziato la sua opera accanto a Leo Amici con una precisa direzione: «…per amare lui, voglio amare tutto ciò che egli ama – le sue persone, le sue cose, le sue storie».

    Bene!

    Carlo si è tuffato nelle storie di Leo accanto a Maria e da quel momento le ha sempre salvaguardate per custodire, in ognuna di esse, quei fatti preziosi in cui Dio ha elargito il suo tocco.

    Grazie Carlo.

    Grazie Maria per averci svelato i tuoi dolci e sofferti momenti nei quali hai costruito e raggiunto le tue certezze, regalando a noi dolci chiavi di vita.

    Stefano Natale

    1973

    Io sto cercando dentro di me di capire sempre più il significato della grandezza di questa missione che vorrebbe ridare al mondo un po’ di luce.

    Io per nessuna ragione mi tirerò indietro in questo compito meraviglioso che il maestro con tanta bontà, dolcezza e amore mi ha offerto.

    Per arrivare a questo però dovrò fare molta strada prima di riuscire a pulire la mia anima, renderla senza macchie, ma solo così, pur stando davanti a voi, non vi farò più soffrire e non vi terrò con il fiato sospeso. Quando potrò parlare con tutti, per ogni cosa che le mie labbra vorranno mormorare, sarà solo frutto di tanta fede e naturalmente amore.

    Lo desidero tanto e sento nel mio intimo che riuscirò a superare qualsiasi ostacolo perché davanti ad ogni azione, ad ogni pensiero, ad ogni prova, sento tantissimo Dio… il Padre nostro, Colui che ci ha creati, Colui che ci ama e desidera tanto che noi ci amiamo per il nostro bene eterno.

    Desidero tanto poter trasmettere agli altri quanto amo il mio signore, così tanto che camminando per le strade mi sento un’estranea e vorrei dire a tutti: perché non capite che abbiamo un padre che ci ama tanto e sta aspettando che noi ritorniamo a Dio per godere delle sue infinite meraviglie?

    Perché vi giudicate senza amarvi?

    Eppure dentro di voi esiste l’amore e voi non fate altro che soffocarlo. Maestro, lo dico davanti a tutti, anzi lo ripeto, non finirò mai di ringraziare per avervi conosciuto, perché la verità è questa: se non vi avessi conosciuto di persona, non vi avrei mai amato così tanto!

    Vorrei dire a tutti coloro che hanno la fortuna di potervi avvicinare di aprire gli occhi, guardare bene… anche se lui non fa altro che coprirsi, lascia sempre una piccola possibilità di scoprire ben altro.

    Una semplice dimostrazione pratica: con quanta umiltà, dolcezza accetta coloro che lo schivano? Coloro che lo umiliano? Non vedete?

    Paga di persona con le sofferenze più impensate perché vuole ridare al mondo un po’ di pace, una pace che solo se parte dall’anima si può riavere.

    L’anima dell’uomo è completamente malata, ma nessuno lo pensa, si usano altri termini: società, progresso, violenza, ma la violenza da dove viene?

    Tutto ciò vuol far capire il maestro! Che il male ha sopraffatto il bene, che è compito nostro dare tutto di noi, essergli a fianco ogni attimo il più degnamente possibile, fino al felice compimento della missione.

    Maria

    06.11.73

    Sono seduta qui, vicino al tavolo, sto aggiustando il cappottino a Stefano¹ e premetto che l’ho fatto io 2 anni fa e ora lo aggiusto, e si tira avanti… perciò sono tre invernate con un cappotto fatto da me!

    La spesa? Sei etti di lana!

    Ho i miei bambini qui, vicino a me, e sto anche osservando i loro compiti di scuola, guardo i loro quaderni, sono bravi.

    Mi guardo: come sono? Sono proprio come dice Tonino²?...

    No! Questo proprio in coscienza non lo riconosco, avrò tanti difetti, non sarò l’ideale…

    Quanti sacrifici… ho cercato sempre di risparmiare e non farlo pesare alla famiglia mettendolo su di me, anche se agli occhi di Tonino è stato il contrario.

    Ho sentito il bisogno di fermarmi e scrivere queste due righe di sfogo… Sono felice però… mentre sto pensando a me come moglie, a me come madre, mi chiedo: come dovrò fare per dare di più a loro?

    Come sto parlando con i bambini mentre sto lavorando? Cosa do loro? Cosa preparerò per cena per far contento Tonino?

    Dovrò stirare subito anche i panni prima di smacchinare [usare la macchina della lana] perché questo farà piacere a Tonino

    E poi, ecc. ecc…

    Ho te, o mio Signore, nel cuore.

    Si! Sento tanta grazia di Dio in me e nessuna cosa al mondo me la toglierà!

    Il mio Tonino dice che sulla bilancia se metti qui togli lì, ma non è così!

    Se tutti e due vogliamo «guardare verso l’altura vedi lo sfondo… e ti metti paura³!»

    ___________________

    ¹ Il figlio di Maria, di 6 anni.

    ² Il marito di Maria.

    ³ Maria trascrive sui suoi diari versi e frasi di Leo Amici. Sono riportati in corsivo.

    1973

    Preghiera

    Mio Dio!

    Eccoci davanti a te, con umiltà, per offrirti il proponimento di accrescere la nostra fede, rimanerti sempre vicino e portare Te, o Signore, a tutti coloro che ti hanno dimenticato.

    Ti ringraziamo per averci offerto questa strada divina che noi percorreremo fino in fondo per entrare con Te, nel Tuo Regno.

    Maria

    1973

    Ieri sera per la prima volta ho avvertito con certezza che anche a distanza sento l’abbraccio del maestro.

    È bellissimo.

    Ora aspetto che questo accada spesso e soprattutto vorrei meritarlo.

    Che sensazione di dolore ieri sera quando ha voluto dimostrare in pochi attimi il passaggio dalla vita mortale a quella immortale!

    Mentre tossiva, sul suo volto si vedevano scorrere gli anni velocemente… poi, l’ultimo respiro… per poi ritornare normale.

    Grandezza infinita…

    1973

    Maestro mio, non sono degna che tu entri nel mio cuore, ma io ormai non posso più vivere senza di te, senza che il tuo cuore batta insieme al mio.

    Lo sento battere dentro di me, lo sento quando vieni, prendi un po’ del mio e lo porti via con te. Io vivo di te e per te.

    Maria

    Ore 17:30

    Mio Dio, è un anno che assisto ai Tuoi continui miracoli, ma ogni giorno è una sensazione diversa. Mi sento commossa ed ho le lacrime agli occhi.

    Mi risuonano di continuo nella mente le tue parole [si rivolge a Leo Amici] di poc’anzi, ai Padiglioni: «Non aver paura, hai il tuo Dio».

    È molto bello, o mio Signore, Ti ringrazio e Ti amo sopra ogni cosa.

    Preghiera

    Mio Dio, ora che so amarti dal più profondo del cuore, nulla ti chiedo, ma ti prometto di scacciare ogni tentazione e far sì che la mia anima possa portarla davanti al tuo giudizio limpida, pura… e meritare il tuo meraviglioso Regno, perché tu, o Signore, l'hai riservato a tutti coloro che, volendolo, ne saranno degni.

    «Maria, hai saputo mettere ogni cosa al suo posto e l'hai saputo conservare, sono contento di te».

    Il viaggio in Sardegna dal 13.03.74 ore 10:00

    «Dio è nel tempo,

    il tempo corre veloce all’infinito…

    è l’eternità.

    L’infinito…

    l’universo non è

    l’infinito.»

    Ad una persona

    «Tu non hai la fede e l’amore in Dio.

    E chi ha fede e ama Dio che cos’è?

    È in Dio!»

    «…Questi ultimi giorni

    li voglio passare

    con le persone a me più care,

    qualche volta andremo a spasso insieme

    così anche lassù!»

    Primavera 1974

    «Ogni cosa terrena è un problema, per chi ha fede il problema è risolto

    Ricordati che sei davanti a Dio, se vuoi essergli a fianco, devi esserne degna. Non ingannarti, sappi distinguere e impara ad essergli utile, soprattutto sappi custodire quello che ti ha donato.

    (Questo lo dico a me stessa).

    Maggio 1974

    Il maestro è con noi, volgiamogli lo sguardo, apriamo il nostro cuore e accogliamo quella luce divina che dai suoi occhi desidera far penetrare in ciascuno di noi.

    Siamo vigili, attenti, ci troviamo come ad una insolita ed unica cena.

    Come Iddio con i suoi discepoli, che vuole dirci: vi ho invitati tutti, volete partecipare anche all'ultima?

    Tu immenso, grandissimo, infinita bontà, ci hai aperto le tue infinite braccia, il nostro cuore palpita, gioisce e ci avviciniamo a te, amore puro, rispondendoti: sì, lo vogliamo!

    C'è aria di festa – una festa diversa da tutte le altre – la gioia ci viene dal cuore, da un cuore che non batte per le bellezze del mondo, ma per l'amore profondo in te, o Signore.

    «Viva il maestro!» dicono le nostre labbra, ma applausi così non sono mai esistiti!

    Mai cuore umano provò simile gioia; potrà capirci chi avrà Dio nel cuore.

    Mio Dio, potremmo mai ricompensarti di ciò che tu fai per noi?

    Nell'atmosfera gaia e felice che circonda questi minuti bellissimi che stiamo vivendo con te, c'è la speranza che al più presto tu, maestro, possa porre termine alle tue immense sofferenze. Soltanto unendoci in modo indissolubile potrai ritornare, vivere e godere di quell'immenso, infinito regno che tu, per noi, hai lasciato…

    Come sei grande, come sei bello! Brilli in tutta la tua persona e le tue carezze per tutti noi sciolgono, nell'intimo dei nostri cuori, ogni tentazione.

    Questo che ora noi, o signore, ti stiamo scrivendo, è la speranza che anima i nostri cuori: vogliamo renderti felice!

    Stiamo assaporando la felicità della fede, che importa se abbiamo cenato?

    Tutti ti diciamo: dicci qualcosa maestro, desideriamo tanto che tu parli, ma non abbiamo capito la frase che hai detto a ciascuno di noi per la prima volta e che spesso ripeti: «Abbandonate tutte le cose terrene!»

    Se noi andiamo davanti a lui con dentro tutte le cose che ci sono state sempre care, ancora al medesimo posto, come fa ad andare avanti con la lezione?

    Facciamo l'esempio della scuola: se non hai avuto la promozione in 1ª come fai ad andare in 2ª?

    In questa riflessione dico noi, ma voglio dire soprattutto io, Maria.

    Mio Dio, tu mi stringi tra le tue braccia e io, dal cuore indurito, non riesco a manifestarti il mio amore…

    Mio Signore… la mia mente tanto piccola non riesce a rendersi conto e a dare il giusto valore a cosa rappresenta e quanto sia grande il significato di avere te, mio Dio, dentro di me: sentire il tuo cuore battere nel mio petto e il tuo calore che si spande in tutto il corpo, mentre… tu sei ovunque e minimamente mi tralasci.

    Estate 1974

    Mi sento male, ho la febbre, ma spero tanto di star meglio questa sera per andare lì, alla cena: sarà bellissimo perché saremo tutti riuniti ma, soprattutto, perché sento la necessità di trattare certi argomenti, cioè:

    Iddio è in ogni luogo, ma noi lo cerchiamo?

    Perché Iddio non soffre per il male del mondo, ma per ognuno di noi?

    Ai nuovi... dirò i nostri difetti... e poi: se vi è spontaneo accettare il mio pensiero e metterlo in atto, non siete più nuovi ed allora ci dobbiamo preparare ed imporci a saper accogliere i nuovi che verranno.

    «Non cercare il male quando stai nel bene, ma cerca il bene quando stai nel male

    Prima di dire: «Sto vivendo bene?», sarebbe saggio pensare molto intensamente a come si dovrebbe vivere in ogni sentimento, in ogni azione, per non far soffrire a causa nostra il prossimo.

    Signore nostro Dio, accetta le nostre cose buone che ti offriamo in questa serata e il nostro impegno più sentito di amarci per amor tuo, fraternamente, sempre di più.

    Tu, nostro maestro, ti nascondi nel modo più perfetto come tale tu sei.

    Io nella tua severità e nelle tue risate scherzose vedo solo il grandissimo immenso e cerco di capire e scoprire in me, ma trovo questo:

    com'è grande, o mio Dio, il mio amore per te!

    Sento con fervore il desiderio di cancellare in me quello che a te non può piacere, lo desidero tantissimo. Mio Signore, ti prego, illumina la mia mente, ne ho tanto bisogno, ti amo immensamente, aiutami a farmi degna di te, ti ringrazio per esserti vicina e perdonami se l'ho fatto indegnamente.

    Corazzano, 04.08.74 ore 22:30

    Mio signore… anche oggi, come primo giorno di queste nostre vacanze, posso dire di non averlo vissuto completamente vuoto.

    Siamo arrivati questa mattina alle 10:00, ho sistemato un po’ di roba in giro… la valigia, ecc., e abbiamo pranzato insieme a Giovanna e Ugo, su questo tavolo di cemento dove ora sto scrivendo e che tu, o mio maestro, circa due mesi fa, venuto qui, hai benedetto. Benedicesti anche questa fontanella dicendo queste esatte parole, dopo aver passato la tua potente mano su di essa: «Così Maria, tua madre e tuo padre potranno vedere che qui è passato Leo: quello che vuol portar loro via la figlia», poi bussasti alla porta e alla finestra e dicesti: «Aprite signora, mi mandano Maria e Tonino». Poi, tenendomi sottobraccio e ritornando verso la macchina, dicesti anche: «Qui per tanti secoli rimarranno queste orme…»

    Piansi di una gioia immeritata e mai provata e ti dissi: «Maestro, questa non mi sembra più la casetta dove io sono nata, ma la Casa di Dio⁴!»

    Tu abbozzasti un dolce sorriso, maestro, quanti doni tu sai darmi!

    Quanto amore! Io ti amo, sì, tantissimo, ma non potrò mai essere degna di quanto tu mi dai continuamente. Sto cercando di vivere attimo per attimo per te e di te, sei certamente nel mio cuore.

    Io, che vivo continuamente della tua presenza spirituale, oggi ti ho sentito poco, forse… anzi, questo avrà il suo perché.

    Ti dico che tu sei giustizia infinita anche se desidero tantissimo sentirti in me.

    Ho cercato di non lasciar vuoto questo primo giorno ed infatti siamo rimasti a cena da zio Donato e abbiamo parlato di te – e con gioia – anche perché ho avvertito in mio zio della stima per te.

    Ti ho visto stamani alle 5:00, è passato appena un giorno e a me sembra un mese. Ho tanto bisogno di viverti vicina.

    Ti amo e ti amerò sempre più cercando di esserti sempre più utile e degna.

    Il mio Stefano mi ha chiesto: «Si è guarito il maestro?»

    Corazzano, 09.08.74 ore 15:30

    Sono 3 giorni, scrivo un rigo ma neanche ora mi sentirei di farlo perché sono agitatissima.

    Come al solito dormo pochissimo, in quelle poche ore della notte non riposo neanche bene perché la mia mente è sempre da te, e di giorno, contrariamente a quando sono a casa, avrei il tempo per dormire ma non riesco lo stesso e questo mi fa sentire tanto scossa da non riuscire neanche a scrivere.

    Voglio ora descrivere parte della giornata che ho vissuto.

    L’altro ieri, giorno 7, al mattino siamo andati ad aspettare che tu arrivassi a Castelnuovo, come d’accordo e, mentre aspettavamo tu arrivassi, ci siamo seduti davanti a un bar.

    Dopo circa mezz’ora ecco la macchina passare davanti a noi ed io: «Il maestro!»

    Mi metto a correre senza badare a tutte le persone che mi osservavano, faccio circa 200 metri di corsa e quando arrivo tu non eri ancora sceso dalla macchina, ma quando lo hai fatto mi hai abbracciata.

    Di questo abbraccio lunghissimo non potrei mai descrivere la bellezza, dico solo che il mio corpo sembrava fosse entrato dentro di lui e i battiti dei due cuori sembrava fossero uno.

    È stato meraviglioso e lo rivivo ogni volta che ci penso.

    Siamo andati subito dall’ammalata. Mi ha fatto tanta impressione come il suo corpo era ridotto da farmi capire sempre di più il destino di morte.

    Un corpo può essere finito ma, se non arriva il momento stabilito, ha sempre vita… Siamo usciti dalla stanza e l’ammalata ha chiesto a sua sorella: «Perché non è venuta la signora Maria di cui tanto mi parlavi?» Sono rientrata e lei mi ha detto che mi immaginava anziana e non così giovane!

    Siamo usciti poi da quella casa e siamo andati presso un’altra famiglia che il maestro curava. Ci hanno invitati con tanto amore a cena con loro e se a noi avesse fatto piacere ci sarebbero state tante persone che avrebbero voluto conoscere il maestro.

    Dopo cena si sarebbe potuta organizzare una riunione e così l’abbiamo fatto.

    La sera c’è stato un incontro meraviglioso.

    Dopo cena, in un attimo, si sono riunite almeno 60 persone intorno a noi.

    Io e Tonino abbiamo cercato di dare il meglio di noi.

    Ora non so che cosa sarà rimasto in loro… Tornando indietro, e cioè a prima di pranzo (era già tardi, erano le 13:00), alla prima trattoria ci siamo fermati per mangiare.

    Io esplodevo di gioia e a stento riuscivo a trattenere le lacrime… ho chiesto al maestro perché queste persone ma anche quelle che non mi conoscono cercano me.

    Lui mi hai risposto: «Vedi Maria, ormai sei diventata come Maddalena ai tempi di Gesù, era così anche allora: tutti cercavano Maddalena. Tutti volevano parlare con lei e così fanno ora con te. Ovunque nomineranno me parleranno anche di te».

    Quanto ti amo e quanta grandezza – in ogni attimo che ti vivo accanto – riesco ad afferrare!

    Se tutti i tuoi discepoli potessero osservare con questi miei occhi, chissà!, forse soffriresti meno!

    Insieme poi abbiamo deciso, anzi ti ho chiesto, di andare a trovare una mia parente così avresti potuto benedire lei e la sua famiglia. Non avevo avuto modo di parlarle di te, però l’avrei fatto dopo, appena possibile.

    Arriviamo lì davanti… Io e Tonino salutiamo il marito e dico: «Le presento il maestro» e lui: «Quale maestro? Che vai a scuola? Io non conosco nessuno!»

    Allora, rimasta stupita al massimo, chiedo se ci fosse stata la signora e lui: «Te la chiamo!»

    Scende e dice le stesse parole del marito senza accennare minimamente a farci entrare.

    Chiedo scusa e ce ne andiamo… Che cosa ho provato?

    Lo lascio immaginare.

    Una cosa posso dire: l’umiltà che solo con la fede in Dio si può avere, e che tu mio maestro hai saputo farmi trovare, è la ricchezza più grande che l’uomo può possedere!

    Ho avuto anche la grande gioia di averti per qualche ora qui, in questa casetta mia, che ora è piena di te e del tuo amore!

    Avevamo ricevuto tale offesa dai miei parenti… anche se so che non l’avrebbero mai fatto perché sono tanto cari!

    Ogni volta che siamo andati a trovarli saltavano di gioia, e sono delle persone che sanno ospitare con amore anche uno sconosciuto!

    Comunque Tonino voleva ripartire subito dicendo con un nodo alla gola che non saremmo più tornati con il maestro.

    Lui, come del resto anch’io pensavo, ha risposto che Tonino non doveva pensare questo, non è il suo insegnamento e ha voluto ancora dirci e farci capire come bisogna accettare tutto.

    Comunque abbiamo deciso di ripartire domani, sabato.

    È inutile fermarsi ancora. Penso che sarebbero giorni inutili.

    Comunque ieri siamo ritornati in casa dei parenti che ci hanno ospitato caramente.

    Da parte mia sento tanto amore per loro!

    Agosto 1974

    Mio Dio!

    Che emozione il tuo corpo stanco [del maestro] e il tuo visino piccolo e triste tra le mie braccia! Piango di amore, di gioia, di tristezza, non vorrei tu soffrissi così tanto, ma questo è inevitabile e allora piango con te, voglio soffrire con te.

    Ti amo e ti amerò sempre più.

    Come Gesù ha voluto soffrire per amor tuo, così farò io… o mio Dio!

    Tu mi hai riportato dalla Sardegna, terra a te tanto cara (lì hai Maria e Gian Paolo che ti amano tanto), un Gesù in croce, il regalo più bello dell'universo, ma ti prometto che davanti a quell'immagine prenderò esempio e ti amerò eternamente.

    Com'è bello il tuo creato, mio Dio! È bello per me che ti amo infinitamente in questa splendida giornata di sole! Sembra che voglia dire e spiegare a tutti gli uomini che il bene e il male sono la base degli esseri da Te creati.

    Se io questa mattina non avessi agito... in questo momento non sarei stata sola ad ammirare queste piccole cose del Tuo creato che, fin dove arrivano i miei occhi, è tutto una meraviglia!

    Se io l'avessi meritato sono sicura che tu ora avresti potuto essermi accanto, lo desideravo tanto, ma questo mi fa riflettere su tante cose del mio io che dovrò cancellare.

    Com'è bello amare Dio! Non si può descrivere e non si può far capire a coloro che non lo conoscono.

    27.08.74

    Giuseppe Jordan di Fiumicino mi dice che qualche mese fa era affetto da dolori al nervo sciatico, stava malissimo.

    Il maestro lo ha segnato e nel termine di 45 giorni era completamente guarito. Dice che durante la reazione era stato tanto male e telefonava spesso a qualcuno di noi per chiedere aiuto che, con buone parole, gli dava conforto e gli diceva di resistere che la guarigione sarebbe stata certa. Ha saputo resistere; quando si lavava i piedi pezzi di carne gli venivano via, ma le ferite si rimarginavano miracolosamente.

    Poi, continua a dire che ha ricevuto dal maestro un altro grande miracolo: «Nell’estate del 1970 (l’anno in cui lo conobbe), era da 25 anni che, per igiene – avevo un problema serio alle braccia – ero costretto a vestire sempre con le maniche lunghe quando mi sarebbe piaciuto tanto vestire in canottiera. Chiesi aiuto al maestro e lui toccandomi con una mano sulla spalla mi sorrise, disse che andava bene e dopo pochissimi giorni il miracolo è avvenuto. Quasi non credevo ai miei occhi. Ha guarito anche mia figlia con il soffio al cuore ed ora sta benissimo. Per i dottori doveva togliere anche le tonsille. Aveva la velocità del sangue a 800, insomma… ora per noi i farmaci non esistono più, abbiamo solo il nostro maestro».

    Ho bisogno di sapere che qualcuno di voi (fratelli e sorelle) esiste per me, non modellati

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