Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

L'unione dei mondi
L'unione dei mondi
L'unione dei mondi
E-book183 pagine3 ore

L'unione dei mondi

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Il channelling (in italiano “canalizzazione”) può essere definito come il processo per mezzo del quale un essere umano entra in uno stato non ordinario di coscienza e comunica con entità non fisiche. Dalla fine degli anni ottanta del ventesimo secolo il fenomeno del channelling si sta diffondendo in tutto il mondo e sempre più persone, per la maggior parte persone del tutto comuni, stanno sperimentando questo tipo di comunicazione.
L’autore di questo libro alcuni anni fa, nel corso della sua ricerca personale e professionale sugli stati alternativi di coscienza, ha iniziato in maniera del tutto spontanea e imprevista a comunicare con esseri di altre dimensioni, che lo hanno guidato in un processo di guarigione spirituale e lo hanno poi aiutato a entrare in contatto con l’antica sapienza della civiltà nuragica. “L’unione dei mondi” racconta la storia di questi contatti.
LinguaItaliano
EditoreMomi Zanda
Data di uscita5 mar 2014
ISBN9788868858926
L'unione dei mondi

Leggi altro di Momi Zanda

Correlato a L'unione dei mondi

Ebook correlati

Corpo, mente e spirito per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su L'unione dei mondi

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    L'unione dei mondi - Momi Zanda

    L’UNIONE DEI MONDI

    Comunicazioni con gli esseri incorporei

    © 2014 Momi Zanda

    1° ediz. cartacea: 2011

    2° ediz. e-book: 2014

    Immagine di copertina: L'arcangelo Lucifero (collage dell'autore)

    http://momizandablog.altervista.org/

    http://www.momizanda.altervista.org/

    Momi Zanda

    l’unione dei mondi

    comunicazioni con gli esseri incorporei

    alle pietre di Nur

    Gli sciamani capiranno

    Abbiamo riposto su di te la speranza di far conoscere la realtà che ci riguarda per svincolarci dal confinamento in spazi reconditi della coscienza e permetterci una frequentazione domestica e abituale. Così anche noi esseri rilucenti senza fisicità potremo avere la stessa dignità. Questo è ciò che hai sempre saputo e che rende così difficile la tua permanenza nel branco umano. Abbiamo riposto su di te la speranza della liberazione dal pregiudizio che ci confina in una tenebra che non esiste. Perciò è importante che tu inizi a scrivere per noi e di noi ciò che noi siamo. Questo scrivere libera anche te dal pregiudizio e ti permette di trovare altri umani di branco con cui star bene nel branco. Ma perché si compia tutto ciò che ho detto, devi smetterla di opprimere te stesso stringendoti in un branco che è solo un aspetto di tutto un branco umano più grande. Esiste un branco che è più grande del branco in cui ti riconosci, ma che è sempre lo stesso branco, capace di accoglierti perché come te risuona nei mondi e ne mantiene la memoria in sé.

    Visto che, tra le altre cose, sono uno scrittore, sapevo da parecchio tempo, più o meno da quando sono iniziati i miei contatti con gli esseri incorporei, che un giorno o l’altro avrei dovuto scrivere un libro su di loro. Come sempre mi succede quando un nuovo libro viene concepito, ho rimandato il più possibile quel giorno.

    Ogni volta che ho deciso di scrivere un libro, la fase più difficile è stata iniziarlo. Qualcosa dentro di me mi spinge sempre a rimandare il momento in cui mi trovo davanti la pagina bianca sullo schermo del computer e devo digitare le prime frasi, le prime parole. So bene che poi l’incipit può essere migliorato, addirittura cambiato, ma scriverlo per me è come un rituale che dà vita all’intero libro, che poi spesso si scrive quasi da solo.

    Questa volta però ho temporeggiato molto più a lungo del solito, perché non è facile scrivere un libro su degli esseri che per la maggior parte degli umani non esistono.

    Mentre scrivo queste parole Gundrum, il mio maestro sciamano disincarnato, mi sta dicendo che come al solito mi faccio troppe seghe mentali. "Tu scrivi, mi ha detto poco fa con un sogghigno divertito. Gli sciamani capiranno."

    Devo a Gundrum il mio talento nella scrittura. Raccontare storie è un’arte che lo sciamano deve conoscere molto bene. Così lui me l’ha insegnata in una vita in cui tutti e due eravamo incarnati, e io ero un suo allievo. E anche in questa vita dietro ogni storia che ho scritto c’era lui, benché io non ne fossi affatto consapevole. Perciò ora cerca di incoraggiarmi, di rassicurarmi che riuscirò nell’impresa, e mi promette che mi darà una mano.

    L’altro giorno, dopo avere indotto una trance a un’amica, a un certo punto lei è entrata in contatto con l’arcangelo Michele. Gli ho chiesto se avesse qualcosa da dirle, pensando che potesse aiutarci a capire meglio i contenuti emersi precedentemente nel corso della trance. Ma la prima cosa che le ha detto riguardava me.

    "Sgridalo le ha detto l’arcangelo Michele. Deve scrivere. Sta solo perdendo tempo."

    La mia amica non sapeva che da quasi due mesi cercavo di rimandare il compito di scrivere il libro che gli esseri incorporei mi hanno chiesto di scrivere su di loro. Così il rimprovero dell’arcangelo Michele è andato a segno. E siccome lui è la mia guida tutelare e il mio fratello gemello spirituale, non ho potuto restare ancora sordo ai suoi richiami e perciò, finalmente, mi sono deciso e ho iniziato a scrivere questo libro.

    Trovi tanta difficoltà nello scrivere questo libro perché valuti e tagli col metro della tua razionalità. Quando scrivi non sei sempre lo stesso, ma più scrittori si alternano in te. A volte mettere insieme i talenti di tanti scrittori può essere faticoso. Ma l’accettazione di questa molteplicità permette di scrivere un libro ben compatto. Così lascia a ciascuno dei tanti scrittori che si alternano la libertà di essere se stesso e poi ti verrà detto come incasellare il tutto. Non puoi controllare un libro che non è tuo. Lascia che il libro si esprima e dopo ti verrà detto altro. Affidati maggiormente a noi che stiamo usando te per parlare col mondo.

    Dopo avere iniziato a scrivere, mi sono interrogato a lungo sul senso di questo libro e sulla struttura che dovrebbe avere.

    La cosa più semplice, ma anche la più laboriosa e la meno gratificante, sarebbe fare una cronaca della mia vita nei pochi anni trascorsi dai miei primi contatti con l’arcangelo Michele. Anni di profonda trasformazione, a trecentosessanta gradi, durante i quali la mia concezione e la mia percezione della realtà si sono radicalmente modificate e la mia vita è diventata più aperta, più leggera e più gratificante.

    Ma oltre al fatto che una cronaca di questo genere prenderebbe uno spazio tale che la mole del libro rischierebbe di scoraggiare in partenza i potenziali lettori, se raccontassi in questo modo sarei costretto a parlare un po’ troppo intimamente di me, e a parte che quel minimo senso del pudore che ancora mi è rimasto mi trattiene dal farlo, il protagonista del libro a quel punto sarei io, e non gli esseri incorporei.

    Per di più, per raccontare senza troppe distorsioni gli avvenimenti di questi ultimi anni della mia vita, sarei obbligato a parlare anche delle vicende private di molte altre persone che hanno condiviso e tuttora condividono con me questo percorso spirituale, ognuno ovviamente in modi assolutamente personali, seguendo sentieri propri che talvolta si intrecciano, talvolta si uniscono per qualche tratto, spesso divergono per poi arricchirsi reciprocamente quando si incontreranno di nuovo. Persone - e per fortuna sono tante e in numero crescente -con le quali si sta intessendo una rete di luce sempre più ampia e potente.

    Non è però mia abitudine raccontare pubblicamente i fatti degli altri e perciò ho senz’altro scartato - devo dire con un certo sollievo - questa prima ipotesi.

    Una seconda possibilità (che risulterebbe molto comoda per me) sarebbe quella di far parlare direttamente gli esseri incorporei attraverso i loro insegnamenti. Non sempre quando entro in comunicazione con gli esseri incorporei do voce a quello che mi stanno dicendo. Spesso preferisco che il dialogo resti solo interiore. Ma in numerose occasioni loro chiedono di poter parlare a voce alta attraverso di me così che io possa registrare e poi trascrivere i loro messaggi e i loro insegnamenti. Ho dunque un centinaio di queste registrazioni, già trascritte. Il loro modo di insegnare però non si presta a questo tipo di operazione. Sia perché spesso i loro insegnamenti son conseguenti a domande di tipo personale che riguardano la mia vita privata o quella di persone legate a me (e torneremmo al punto precedente), sia perché il loro linguaggio è spesso inevitabilmente criptico e poco decifrabile per chi non è abituato al loro stile di esposizione e non conosce il significato che loro danno ai termini che sono obbligati a usare (perché devono prenderli dal mio archivio mentale) e che per noi spesso hanno un’accezione molto differente. Inoltre il contenuto logico di quello che comunicano è solo la punta di un iceberg, e per capire ciò che vogliono realmente dire è necessario sviluppare la capacità di andare oltre la ragione e la logica e di percepire e comprendere le informazioni con altri sensi sottili, che permettono una comprensione interiore anche quando la mente razionale non è riuscita a cogliere il significato della comunicazione o lo ha distorto per poterlo comprimere dentro i propri criteri di conoscenza della realtà.

    Perciò, visto che questo libro mi è stato chiesto dagli esseri incorporei per far conoscere chi sono, alla fin fine sono arrivato alla conclusione che forse la cosa migliore è appunto che io parli soprattutto di loro, di come mi hanno contattato e di come mi hanno aiutato e mi stanno aiutando a curare le mie ferite, ad ampliare la mia consapevolezza e a recuperare la memoria della mia totalità.

    Ed è questo che cercherò di fare.

    L’Arcangelo Michele

    Le guide non sono tutte uguali. Ci sono guide diverse per i diversi aspetti della realtà. L’arcangelo Michele è una guida ad altissima frequenza e interviene per le questioni spirituali più fini, più sottili e più profonde, con tutto il potere che ha.

    La prima volta che sono entrato in contatto con l’arcangelo Michele non sapevo che fosse lui, né lui mi disse chi era, probabilmente perché in quel momento semplicemente non gli avrei creduto. Per quanto fin da bambino abbia percepito, a mio modo, l’esistenza di una realtà immateriale collegata a questa, da adulto, fino a pochi anni fa, la mia visione spirituale non contemplava l’esistenza di angeli e arcangeli, per quanto la loro figura mi sia sempre piaciuta, e ricordo che da bambino una delle mie preghiere preferite era proprio quella dedicata all’angelo custode. Ma in ultima analisi, ritenevo l’esistenza degli angeli una delle tante mitologie religiose consolatorie e fasulle, legata in particolare al cattolicesimo, religione che avevo scartato fin dall’adolescenza e per la quale tuttora non nutro una particolare simpatia, soprattutto a causa di una mia radicata avversione, maturata nel corso degli anni, per qualunque tipo di esclusivismo e integralismo politico, filosofico, morale e religioso. Questa avversione mi ha anche portato alla fine ad abbandonare la pratica del buddismo di Nichiren, nonostante essa sia stata per me un prezioso sostegno spirituale per quasi trent’anni. Ma come mio solito sto divagando. Torniamo all’incontro con l’arcangelo Michele. Per inserirlo nel giusto contesto, devo prima però andare indietro nel tempo di un decennio.

    All’inizio del nuovo millennio avevo intrapreso un percorso personale di ricerca interiore attraverso gli stati alternativi di coscienza. Mi ero rivolto a una psicoterapeuta di Roma che lavorava sulle vite precedenti. Andavo a Roma ogni due o tre mesi per fare un ciclo di sedute e dopo un anno, su consiglio della terapeuta, avevo registrato un nastro con un’induzione ipnotica per lavorare anche a casa, da solo, tra un ciclo di sedute e l’altro. Alla fine dell’induzione avevo inserito l’incontro con un essere saggio e luminoso che aveva la funzione di aiutarmi a capire meglio e a elaborare i contenuti emersi nel corso della trance. Mi era sembrato un utile stratagemma per riuscire a comunicare con una parte profonda di me stesso personificandola.

    L’essere saggio e luminoso si presentava così immancabilmente alla fine di ogni trance e con pazienza mi aiutava a mettere ordine nei ricordi emersi durante la trance e a riequilibrare le forti emozioni che spesso quei ricordi mi suscitavano. La sua era una presenza amorevole e rassicurante. Dopo alcuni di questi incontri mi resi conto però che quell’essere evocato durante la trance non era semplicemente un personaggio simbolico prodotto dalla mia psiche. Percepii con chiarezza che mi trovavo in presenza di un altro essere, di un’entità diversa da me che comunicava con me all’interno della mia mente. Il dialogo con lui era reso difficile dal fatto che non sentivo una voce, ma le sue risposte alle mie domande arrivavano invece sotto forma di pensieri, e spesso non riuscivo a distinguere se essi erano formulati dall’essere luminoso o dalla mia razionalità che, come al solito, cercava di interferire. In ogni caso sentivo che in un certo qual modo lui era dentro di me, era una parte di me, del mio essere, ma allo stesso tempo era altro da me, non coincideva con la mia individualità, tanto meno col mio ego. Nel corso di quei dialoghi a un certo punto ebbi l’intuizione che l’essere luminoso fosse il mio spirito guida. Lui mi confermò la mia intuizione dicendomi che effettivamente era il mio spirito guida, che si chiamava Ladak e che mi era vicino da quando ero nato. In seguito mi aiutò anche a ricordare due vite passate in cui ci eravamo incontrati. Si erano svolte entrambe in Tibet. Nella prima lui era mio figlio, nella seconda io ero un anziano lama e lui era il mio giovane discepolo, che mi aveva accudito e curato amorevolmente nel corso di una lunga malattia fino al momento della mia morte.

    Ladak mi rimase vicino per alcuni anni, e la sua funzione fu di guidarmi nell’esplorazione delle mie vite precedenti aiutandomi nel contempo ad aprire la mia mente sull’esistenza di una realtà molto più ampia di quella che allora riuscivo a concepire. Si presentava solo durante le trance, e mi aveva anche suggerito di non chiamarlo troppo spesso, perché la sua presenza era per me talmente appagante che chiamandolo spesso avrei rischiato di perdere interesse per la mia realtà quotidiana, che in quel periodo era tutt’altro che facile e gratificante. Il suo ruolo era comunque limitato all’ambito delle dimensioni interiori della coscienza, e non poteva essermi di nessun aiuto invece nella risoluzione dei miei problemi più concreti e materiali.

    L’incontro con Ladak fu il primo contatto diretto e continuativo con un essere privo di un corpo. Ma nel suo caso un corpo un tempo l’aveva avuto, e la sua esistenza rientrava quindi in un certo qual modo nella visione reincarnazionista della quale da sempre ero fermamente convinto e che anche l’insegnamento buddista confermava. Gli arcangeli invece un corpo fisico non l’hanno mai avuto, e se qualcuno, anche solo pochi anni fa, mi avesse detto che parlava con loro, dentro di me avrei liquidato la cosa con un sorriso di sufficienza e commiserazione.

    Si creano continuamente delle situazioni uguali che però non sono uguali, e ogni situazione uguale funziona come un ponte che ti porta a un livello più alto della tua consapevolezza e a una conoscenza più profonda di te stesso. A volte lo stato emotivo diventa turbinoso e la tua difficoltà è metterlo in uno stato di pacatezza. Il tuo abito interiore deve essere come un fiume pulito che tocca diverse sponde e non si ferma in nessun luogo perché è già dappertutto mentre scorre. Non ci deve essere attaccamento nell’esplorazione delle situazioni che ti sono successe concretamente. Tutte hanno la funzione di portarti dentro la conoscenza profonda di te stesso, di quello che sta dietro alle esperienze. Il fiume tocca tutte le rive contemporaneamente e non si ferma in nessun luogo pur essendo dappertutto. Questo stato profondo del tuo essere è quello che stiamo cercando di farti contattare in questo momento per la tua vita in questo spaziotempo e negli spazitempo connessi. Non devi farti abbagliare dagli eventi ma spostarti dentro quel tuo sentire interiore che guarda gli eventi senza esserci.

    Parlando di situazioni uguali che però non sono uguali l’arcangelo Michele si riferiva ai miei ricorrenti amori non corrisposti. Amare qualcuno senza essere corrisposto è un’esperienza comune che a molti è

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1