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Dopo la pioggia, l'arcobaleno: 7 passi per riparare cuori in frantumi
Dopo la pioggia, l'arcobaleno: 7 passi per riparare cuori in frantumi
Dopo la pioggia, l'arcobaleno: 7 passi per riparare cuori in frantumi
E-book123 pagine2 ore

Dopo la pioggia, l'arcobaleno: 7 passi per riparare cuori in frantumi

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Info su questo ebook

Le pene affettive da secoli riempiono pagine e pagine d’inchiostro.
Le sofferenze che derivano dalla fine di un amore hanno colpito tutti, almeno una volta nella vita, indistintamente. Che tu sia ricca o povera, giovane o meno giovane, bella o meno bella. Che si tratti della prima cotta adolescenziale o di un amore lungo una vita, tu come tutte hai affrontato almeno una volta nella vita quella sofferenza che manda il cuore in frantumi (spesso, è il caso di dirlo, per fortuna non in maniera irreparabile).
Le sofferenze sentimentali sono studiate dagli scienziati al pari di qualsiasi altro disturbo o disagio psicologico. Addirittura, qualcuno le paragona al dolore fisico.
Eppure, noi esseri umani siamo esseri meravigliosi e sappiamo cavarcela anche nelle situazioni più difficili. Il nostro cervello, infatti, sembra che sia programmato per farci dimenticare le situazioni più dolorose: così come si dimenticano traumi infantili, incidenti e disgrazie, il cervello ci spinge ad accantonare anche storie d’amore finite male che ci fanno soffrire.
Si tratta di spirito di sopravvivenza: è un espediente naturale che ci serve per passare oltre, per non rimuginare sulle nostre cadute più rovinose.
Noi stessi possiamo lavorare nella stessa direzione, per lo stesso obiettivo.
Noi possiamo fare molto, per salvare noi stessi.
LinguaItaliano
Data di uscita28 lug 2021
ISBN9791220830232
Dopo la pioggia, l'arcobaleno: 7 passi per riparare cuori in frantumi

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    Anteprima del libro

    Dopo la pioggia, l'arcobaleno - Monica Ricci

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    Monica Ricci

    Dopo la pioggia, l’arcobaleno

    Monica Ricci

    ©2021 Monica Ricci

    Illustrazione di copertina a cura di Luisa Ziravello Gomes

    Prima edizione: Giugno 2021

    Tutti i diritti sono riservati

    Ogni riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo, deve essere preventivamente autorizzata dall’Autore.

    Monica Ricci

    Dopo la pioggia, l’arcobaleno

    7 passi per riparare cuori in frantumi

    A mia madre e a tutte le donne della mia famiglia,

    per avermi fatto conoscere fin da bambina

    le infinite e meravigliose sfumature del mondo femminile.

    Nota dell’Autrice

    Questo libro nasce per uno scopo.

    Primo, perché aiutare le persone fa parte del mio lavoro, ma anche della mia indole e della mia personalità.

    Secondo, perché sempre più spesso si sono rivolte a me donne che vivevano una situazione sentimentale non appagante. E se anche fino a qualche anno fa questo era un problema sul quale non si dibatteva più di tanto, oggi invece è un argomento sempre più presente.

    Qualcosa sta cambiando?

    Io non credo. Penso solo che le donne siano più consapevoli, più pronte e proattive nei confronti della loro vita. Sono più sicure, indipendenti, più attente al proprio benessere.

    In questi anni ho aiutato tantissime donne che si sono rivolte a me perché nel pieno di una sofferenza d’amore. Donne intrappolate in una relazione della quale sentono di non fare più parte, donne che sono sole e che non riescono a conquistare un posto relazionale che le soddisfi, donne che hanno perso la freschezza della loro relazione sentimentale e che vogliono recuperare ciò che hanno perso.

    Il percorso che ho costruito per accompagnarle è certamente il frutto dell’esperienza acquisita negli anni del mio lavoro con loro, ma è anche e soprattutto il risultato della mia esperienza personale.

    Sì, anch’io come te ho sofferto per amore e sono stata sul punto di perdere la speranza. So, come te, cosa significa soffrire per la fine di una relazione.

    Era l’8 dicembre di qualche anno fa, di lì a pochi mesi avrei compiuto quarant’anni, quando quello che pensavo sarebbe diventato mio marito usciva dalla porta di casa per non rientrarci mai più, mentre io gli lanciavo dietro l’anello che fino a quel giorno avevo portato orgogliosamente al dito.

    Non c’è bisogno che vi racconti la disperazione, le lacrime a bagnare la maglietta e il senso di spaesamento, in una casa addobbata a festa che mi sembrava di non riconoscere più. Provavo un dolore – fisico – che partiva dal cuore e mi attraversava tutto il corpo.

    Ho conosciuto il significato tangibile della parola disperazione, perché insieme a lui se ne andavano anche tutti i nostri progetti, i sogni, il futuro che fino ad allora avevamo immaginato insieme.

    Ho pianto per giorni pensando che quelle lacrime non sarebbero mai più finite, perché niente avrebbe più avuto senso senza di lui.

    E ho avuto paura. Proprio come te.

    Paura di non poter mai più rivivere ciò che avevo vissuto con lui, paura di non trovare più nessuno che mi amasse, paura di non essere più capace d’amare.

    Ho avuto paura di non farcela.

    ***

    E invece ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta quando ho capito che si trattava di un dolore e una paura che avrei dovuto attraversare, concedendo a me stessa di farmi investire appieno da loro, senza arginarle né provare ad anestetizzarle.

    È stato in quel momento che ho scoperto che potevo affrontare le mie paure e lasciarmi alle spalle quel dolore, trasformandolo in una risorsa per iniziare un viaggio dentro me stessa.

    Ce l’ho fatta proprio seguendo le tappe di quel viaggio che mi ha portato a incontrare l’amore – quello vero – e a vivere finalmente la vita che sognavo.

    Un viaggio che ho racchiuso in sette passi, che da allora ho ripercorso tante volte con donne e ragazze di tutte le età, che hanno scelto di farsi accompagnare da me per prendersi finalmente ciò che meritavano: una vita e un amore felice!

    Sette passi possono sembrare pochi, ma ti accorgerai che quando li avrai compiuti tutti sarai una persona nuova.

    Introduzione

    L’amore dalla notte dei tempi

    Non c’è dubbio, quando succede ce ne accorgiamo subito.

    Lo stomaco si rivolta come dopo un pranzo di Natale, in gola è come se avessimo un gomitolo che azzera la salivazione e mantiene corto il respiro, non camminiamo più come i comuni mortali, ma saltelliamo alla stregua di Cappuccetto Rosso mentre raccoglie fiorellini e funghetti nel bosco. Potremmo fare a meno di mangiare per giorni senza sentire i morsi della fame, raccogliamo gattini abbandonati per strada e sorridiamo come degli ebeti perché il mondo, tutto d’un tratto, ci sembra davvero perfetto. Il mondo che abbiamo sempre desiderato.

    E non importa se abbiamo preso una multa per quel parcheggio selvaggio in doppia fila, se col caffè abbiamo macchiato il tailleur di Gucci che avevamo appena acquistato con metà del nostro stipendio o se il capo ci chiede di rimanere un’ora in più in ufficio per seguire quel cliente da cui tutti rifuggono.

    Noi siamo comunque felici. Il mondo è meraviglioso e niente potrebbe scalfire questo alone rosa che ci aleggia attorno.

    Non è l’effetto di una nuova droga. Siamo, piuttosto, innamorati. E forse l’effetto è simile, perché quando siamo innamorati camminiamo sulle nuvole senza paura di cadere, a mezzo metro da terra volteggiamo come dei bambini anche se abbiamo cinquant’anni e sembra che niente possa intaccare questa bellissima sensazione che è quella della vera felicità.

    Pare, in sostanza, che se siamo innamorati non ci serva nient’altro.

    E in effetti è così. Quando abbiamo un problema o una preoccupazione, due braccia che ci stringono con affetto e passione possono fare la differenza, ridimensionando in un attimo tutte le nostre ansie e inquietudini.

    Ma – c’è sempre un ma – l’amore è come salire sulle montagne russe e, anche se non si deve generalizzare e di certo non sempre è così, a volte dopo una salita mozzafiato che ci annoda lo stomaco arriva una discesa che ci terrorizza e, nel vero senso della parola, ci porta a toccare il fondo. Sembra, quindi, che l’amore in qualche modo debba essere bilanciato da una sofferenza, quasi che, senza di questa, non possa viaggiare da solo. Dopo l’estasi del morso dato a quella mela, Eva e Adamo si ritrovano fuori dal giardino dell’Eden in un batter d’occhio. E anche parecchio arrabbiati.

    Dalla notte dei tempi, infatti, tutte le più belle storie d’amore hanno avuto come sfondo ombre scure e minacciose, neanche fossimo nel peggior romanzo di Allan Poe.

    Ricordi la bellissima Liz Taylor? Galeotto fu il set del film Cleopatra, che fece scoccare la scintilla tra la bellissima dagli occhi viola e Richard Burton, il bell’Antonio (neanche a farlo apposta). Travolti dalla passione, si innamorano, si sposano, divorziano per poi risposarsi ancora (e di nuovo divorziare). Tutto nel giro di una decina d’anni.

    Le pene affettive da secoli riempiono pagine e pagine d’inchiostro.

    Le sofferenze che derivano dalla fine di un amore hanno colpito tutti, almeno una volta nella vita, indistintamente. Che tu sia ricca o povera, giovane o meno giovane, bella o meno bella. Che si tratti della prima cotta adolescenziale – che solitamente termina con lui che si innamora della nostra compagna di banco – o di un amore lungo una vita, tu come tutte hai affrontato almeno una volta nella vita quella sofferenza che manda il cuore in frantumi (spesso, è il caso di dirlo, per fortuna non in maniera irreparabile).

    Le sofferenze sentimentali sono studiate dagli scienziati al pari di qualsiasi altro disturbo o disagio psicologico. Addirittura, qualcuno le paragona al dolore fisico.

    Uno studio americano ha realizzato un esperimento organizzando un gioco online tra tre partecipanti: uno di questi era un uomo in carne e ossa, gli altri due erano invece dei partecipanti virtuali controllati da un elaboratore computerizzato. Il gioco consisteva nel passarsi la palla a vicenda, cosa che all’inizio è avvenuta in maniera regolare. Andando avanti col gioco, però, il terzo individuo – l’unico umano – è stato via via (intenzionalmente) escluso dalla partita: nessuno degli altri due partecipanti gli ha più passato la palla. Si è notato che la zona del cervello coinvolta durante questa delusione – la stessa che si prova quando si viene traditi, per esempio – è

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