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Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare
Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare
Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare
E-book303 pagine2 ore

Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare

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Info su questo ebook

Mappe Mentali ti insegna a trasformare un pensiero in un'idea precisa, e un'idea precisa in un progetto da realizzare.

Le Mappe mentali sono un eccellente STRUMENTO PRATICO che permette di fondere insieme razionalità e creatività, dando forma e ordine a pensieri, progetti e appunti e stimolando al tempo stesso le infinite potenzialità del cervello: intelligenza, creatività, comunicazione, concentrazione e memoria.

In questo suo eccezionale BESTSELLER INTERNAZIONALE, Tony Buzan, l’uomo con il quoziente di creatività più alto del mondo e uno dei più importante ricercatore nei campi dell’apprendimento e della memoria, ti spiega come:
  • Selezionare, acquisire e memorizzare più velocemente le informazioni che ti interessano;
  • Evitare dispersione di tempo data da appunti strutturati in modo disallineato rispetto a come funziona il cervello;
  • Aumentare la tua efficacia personale e sul lavoro.

Un libro A COLORI, ricco di esempi pratici e tecniche in grado di insegnarti come creare potenti riproduzioni grafiche dei nostri pensieri.

Leggendolo, scoprirai alcuni fatti sorprendenti sul tuo cervello e sul suo funzionamento, e farai un passo importante verso la scoperta del più efficace strumento per utilizzare contemporaneamente i due emisferi del cervello per studiare, memorizzare, prendere appunti, creare progetti...

La mappa mentale può essere applicata ad ogni aspetto della vita dove vuoi migliorare la tua performance migliorando l'apprendimento e stimolando l'accesso alle potenzialità complessive del tuo cervello.

Le mappe sono al tempo stesso uno strumento per rappresentare le idee e un volano per generarne di nuove, favorendo inaspettate prospettive e connessioni.

Per iniziare e sperimentare bastano carta, penna e questo straordinario libro!
LinguaItaliano
Data di uscita12 set 2023
ISBN9788833621456
Mappe mentali: Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare

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    Anteprima del libro

    Mappe mentali - Tony Buzan

    INTRODUZIONE

    Tony Buzan

    Da quando le ho inventate, negli anni Sessanta, le Mappe Mentali si sono fatte la fama di essere lo strumento di pensiero definitivo. Mi hanno accompagnato in un viaggio affascinante che ha trasformato la mia vita e spero che possano aiutarvi a trasformare in meglio anche la vostra.

    Quale risultato diretto delle Mappe Mentali, durante la 14a Conferenza internazionale sul pensiero tenutasi nel 2009 all’università Putra Malesia, a Kuala Lumpur, in collaborazione con il ministro dell’Istruzione secondaria della Malesia, Datuk Seri Mohamed Khaled Nordin, è stato dichiarato che il XXI secolo è il secolo del cervello, mentre il millennio attuale è il millennio della mente. Il ministro ha anche dichiarato ufficialmente che l’era industriale, dell’informazione e della conoscenza hanno lasciato spazio all’era dell’intelligenza e che le Mappe Mentali rappresentano in questa fase lo strumento di pensiero definitivo.

    Nel corso di pochi anni, le Mappe Mentali hanno dato origine a oltre duecento milioni di pagine usate come fonti di riferimento; oltre un miliardo di persone ha seguito programmi televisivi dedicati a questo argomento e quasi metà della popolazione mondiale ne ha sentito parlare alla radio o ne ha letto sui giornali.

    Leggendo Mappe Mentali prenderete parte a una rivoluzione globale del pensiero che sta già trasformando la nostra idea del potenziale della nostra mente e del modo in cui usiamo il cervello e le nostre intelligenze multiple. Ecco come tutto è incominciato.

    Al mio secondo anno di università, entrai risolutamente nella biblioteca e chiesi dove avrei potuto trovare un libro che trattasse del cervello e di come usarlo. La bibliotecaria mi indirizzò immediatamente alla sezione dedicata alla medicina! Quando le spiegai che non desideravo operarmi al cervello, bensì imparare a usarlo, mi disse cortesemente che non c’erano libri del genere. Lasciai la biblioteca in preda a un grande stupore.

    Come molti altri studenti, stavo attraversando la tipica fase del viaggio del pellegrino, in cui si prende lentamente coscienza che, mentre la mole di lavoro universitario aumenta, il cervello inizia a cedere sotto la pressione di tutti i compiti richiesti: il pensare, la creatività, la memoria, il problem solving, l’analisi e lo scrivere. Inoltre, come altri, avevo iniziato non soltanto a sperimentare un rendimento decrescente, ma anche una progressiva mancanza di risultati. Più prendevo appunti e studiavo, meno, paradossalmente, sembravo ottenere risultati!

    La logica progressione di entrambe le situazioni mi aveva portato alla catastrofe. Se avessi studiato meno, non avrei assorbito le necessarie informazioni e sarei andato, di conseguenza, sempre peggio; se avessi studiato più duramente, prendendo più appunti, impiegando quindi più tempo, avrei fallito comunque. La risposta, mi dissi, doveva risiedere nel modo in cui stavo usando la mia intelligenza e la capacità di pensare: da qui la mia visita alla biblioteca.

    Quel giorno, non appena uscii a mani vuote, mi resi conto che il problema di non aver trovato i libri di cui avevo bisogno era, in effetti, solo un male apparente. Se libri simili non erano disponibili, allora ero capitato su un territorio vergine della più sbalorditiva importanza.

    Presi a studiare ogni area di conoscenza che ritenevo in grado di far luce sulle questioni fondamentali:

    •   Come apprendere ad apprendere?

    •   Qual è la natura del mio pensiero?

    •   Quali sono le migliori tecniche di memorizzazione?

    •   Quali sono le migliori tecniche di pensiero creativo?

    •   Quali sono le migliori tecniche per una lettura più veloce ed efficace?

    •   Quali sono le migliori tecniche per pensare in generale?

    •   C’è qualche possibilità di sviluppare nuove tecniche di pensiero o una tecnica generale?

    Come conseguenza di queste domande, cominciai a studiare psicologia, neurofisiologia del cervello, semantica, neurolinguistica, teoria dell’informazione, il funzionamento della memoria e le tecniche di memorizzazione, la percezione, il pensiero creativo, gli scritti dei grandi pensatori di ogni tempo e le scienze. Compresi gradualmente che il cervello funzionava più efficacemente se si permetteva alle sue capacità intellettuali e ai suoi aspetti fisici di lavorare in reciproca armonia, anziché separarli.

    I più piccoli accorgimenti producevano i più significativi e soddisfacenti risultati. Ad esempio, la semplice combinazione delle due capacità corticali della parola e del colore trasformava il mio modo di prendere appunti. Mi bastò aggiungere due colori ai miei appunti per migliorare significativamen-te la mia capacità di tenerli a memoria e, cosa forse ancora più importante, per iniziare a trovare effettivamente piacevole lo studio.

    A poco a poco, cominciò a delinearsi una struttura globale e in quel momento iniziai a insegnare ad alunni che erano stati etichettati come incapaci di apprendere, senza speranza, dislessici, affetti da deficit di attenzione, ritardati e delinquenti. Tutti questi cosiddetti fallimenti si trasformarono molto rapidamente in buoni studenti, molti dei quali in grado di scalare la vetta dei migliori delle loro rispettive classi.

    A una ragazzina, Barbara, era stato detto che aveva il più basso QI che la scuola avesse mai registrato. Dopo soltanto un mese dedicato alle tecniche di apprendimento, il suo QI era volato a 160; agli esami di maturità ottenne i risultati migliori di tutta la scuola. Pat, una giovane americana di straordinario talento che era stata erroneamente giudicata ritardata, affermò, dopo aver sfondato in parecchi test sulla memoria e sulla creatività: "Non ero incapace di apprendere: ero stata privata dell’apprendimento!". Nei primi anni Settanta arrivò l’intelligenza artificiale e perciò ebbi la possibilità di comprare un computer da un kilobyte, accompagnato da un manuale di mille pagine. La cosa mi fece riflettere: pensavamo di far parte di una civiltà estremamente avanzata, vivevamo nell’era dell’informazione, eppure venivamo tutti al mondo con un biocomputer dalla complessità straordinaria, miliardi di volte più potente di qualsiasi computer allora conosciuto, e dov’era il manuale di istruzioni?

    Fu allora che decisi di scrivere una serie di libri basati sulle mie ricerche: An Encyclopedia of the Brain and Its Use. Iniziai nel 1971 e in quel momento l’immagine all’orizzonte divenne sempre più chiara: stavano prendendo forma il Radiant Thinking, il Mind Mapping e l’idea di un mondo mentalmente alfabetizzato.

    Nel corso degli anni Settanta, Ottanta e Novanta ho girato il mondo tenendo conferenze sulla mia nuova creazione presso sedi governative, imprese, università e scuole. Nel frattempo lavoravo alla stesura di Mappe Mentali, che fu pubblicato per la prima volta nel 1995.

    Sognavo di sviluppare un software che potesse ricreare su uno schermo le Mappe Mentali così come sono elaborate dal cervello. La cosa risultò molto più difficile di quanto pensassi e fu soltanto nella primavera del 2009, con il lancio della versione 4.0 del software iMindMap, che il primo vero software per Mappe Mentali prese vita, grazie al lavoro del genio informatico Chris Griffiths e alla sua squadra eccezionale. Questa nuova edizione di Mappe Mentali vi spiegherà per la prima volta le interconnessioni tra il cervello umano e i computer, dimostrando come ciascuna di queste intelligenze migliori il funzionamento dell’altra.

    Nei primi stadi del loro sviluppo, avevo previsto che le Mappe Mentali sarebbero state usate principalmente per la memoria. Dopo lunghe discussioni, mio fratello Barry mi convinse che il pensiero creativo era un ambito di applicazione egualmente importante.

    Barry aveva lavorato sulla teoria del Mind Mapping da una prospettiva molto differente, e il suo contributo accelerò enormemente lo sviluppo di questa tecnica. La sua storia è affascinante ed è meglio che sia lui stesso a raccontarla.

    Barry Buzan

    L’idea di Tony delle Mappe Mentali si incrociò con le mie nel 1970, poco dopo che mi ero stabilito a Londra. A quel tempo il concetto stava giusto cominciando ad assumere una propria identità, ma era già evidente che aveva il potenziale per distinguersi dal semplice prendere appunti per parole chiave più di quanto non avessimo osato immaginare. Comunque si trattava soltanto di una parte del più ampio programma di Tony sui metodi di apprendimento e comprensione del cervello umano. Come partecipante occasionale al lavoro di Tony, ero ai margini di questo processo di sviluppo. Il mio vero impegno con la tecnica iniziò quando cominciai ad applicarla per scrivere una tesi di dottorato.

    Ciò che mi attrasse del Mind Mapping non era l’applicazione del prendere appunti che aveva affascinato Tony, bensì quella di produrre appunti. Avevo bisogno non soltanto di organizzare una massa crescente di dati di ricerca, ma anche di chiarirmi le idee sulla complessa questione politica del perché i movimenti pacifisti non riescano quasi mai a raggiungere gli obiettivi stabiliti. In base alla mia esperienza, le Mappe Mentali erano uno strumento potente per pensare, poiché mi permettevano di delineare le idee principali e di vedere con rapidità e chiarezza come erano collegate le une con le altre. Mi fornivano uno stadio intermedio eccezionalmente utile tra il processo di pensiero e l’atto effettivo di mettere le parole sulla carta.

    Compresi presto che il problema di colmare la lacuna tra il pensare e lo scrivere era un fattore di importanza decisiva per il successo o il fallimento dei miei colleghi dei corsi di perfezionamento post-laurea. Molti non riuscivano a colmare questa lacuna: diventavano sempre più competenti nelle loro ricerche, ma sempre meno capaci di mettere insieme tutti i dettagli per poterli elaborare in forma scritta.

    Il Mind Mapping mi diede un enorme vantaggio competitivo. Mi permise di radunare e rifinire le mie idee senza perdere tempo prezioso a elaborare e rielaborare. Se separavo il pensare dallo scrivere, ero capace di pensare in modo più chiaro e approfondito. Quando arrivò il momento di iniziare a scrivere, avevo già una struttura chiara e un sicuro senso della direzione, cosa che mi consentì di scrivere in modo più semplice, veloce e piacevole. Completai il mio dottorato prima dei tre anni prescritti ed ebbi anche il tempo di scrivere un capitolo per un altro libro, di aiutare a fondare, e quindi a curare, l’edizione di un nuovo giornale trimestrale sui rapporti internazionali, di essere editore associato del giornale dello studente, di cominciare ad andare in moto e di sposarmi (disegnando una Mappa Mentale con la mia futura moglie per scrivere i nostri voti nuziali). Grazie a queste esperienze, crebbe il mio entusiasmo per quella parte della tecnica che riguarda il pensiero creativo.

    Il Mind Mapping resta un elemento centrale nel mio approccio globale al lavoro accademico. Mi ha consentito di scrivere un gran numero di libri, articoli, relazioni congressuali. Mi ha aiutato a restare uno studioso della conoscenza in generale in un campo in cui l’imponente mole di informazioni costringe la maggior parte delle persone a diventare specialisti. Gli attribuisco anche il merito di avermi permesso di scrivere con chiarezza di argomenti teorici la cui complessità ispira fin troppo spesso una prosa incomprensibile. Il suo impatto sulla mia carriera si rivela forse nella sorpresa con la quale mi accolgono frequentemente le persone che incontro per la prima volta: Lei è molto più giovane di quanto mi aspettassi. Come può aver scritto così tanto in così poco tempo?.

    Dopo aver sperimentato l’effetto sensazionale del Mind Mapping nella mia vita e nel lavoro, diventai un sostenitore entusiasta del ruolo primario svolto dal pensiero creativo nell’ambito delle varie applicazioni che Tony andava sviluppando.

    Alla fine degli anni Settanta mio fratello decise di scrivere un libro sul Mind Mapping e discutemmo di come avrei partecipato a questo progetto. Nei decenni precedenti avevamo sviluppato stili molto diversi. Grazie al suo lavoro di insegnante e scrittore, Tony aveva sviluppato un campo di applicazioni molto vasto; aveva iniziato a collegare la tecnica alla teoria del cervello e aveva sviluppato molte regole sulla forma. Da buon scrittore accademico, dal canto mio avevo tracciato un solco molto più stretto. Le mie Mappe Mentali comprendevano soltanto pochi elementi di forma, quasi nessun colore o immagine, e avevo sviluppato un’architettura di base piuttosto diversa. Le usavo quasi esclusivamente per scrivere progetti, tuttavia in seguito iniziai a servirmene per preparare le mie lezioni e per organizzare le cose da fare. Imparai come mantenere la profondità del pensiero per periodi prolungati, usando le Mappe Mentali per strutturare e sostenere vasti progetti di ricerca.

    C’erano molte ragioni per collaborare a questo libro. Una era la convinzione che l’unione dei nostri due modi di pensare avrebbe prodotto un libro migliore. Un’altra ragione era che eravamo entrambi profondamente entusiasti delle Mappe Mentali e volevamo farle conoscere a quante più persone possibili. La terza aveva a che fare con la frustrazione che avevo provato quando avevo tentato di insegnare ad alcuni dei miei studenti la tecnologia del Mind Mapping. Numerosi tentativi falliti mi convinsero che Tony aveva ragione quando diceva che la gente ha bisogno di essere istruita non soltanto sulla tecnica, ma anche su come pensare. Volevo un libro da poter dare alla gente dicendo: Questo ti insegnerà a pensare e lavorare come faccio io.

    Il processo lavorativo che ne è risultato è stato molto lungo. Ha preso la forma di un dialogo sostenuto a intervalli regolari ma non frequenti, nel quale ognuno di noi ha provato a far capire pienamente all’altro le proprie idee. L’80% circa di questo libro è opera di Tony: tutta la teoria del cervello, il collegamento tra creatività e memoria, le regole, gran parte della tecnica, quasi tutte le storie e tutti i riferimenti ad altri tipi di ricerca. Suo è anche il testo, poiché ne ha curato quasi tutta l’elaborazione. Il mio contributo principale consiste nella strutturazione del libro e nell’aver sviluppato il concetto secondo il quale il vero potere delle Mappe Mentali si manifesta attraverso l’uso delle Idee Organizzative di Base (o BOI, dall’inglese Basic Ordering Ideas, ovvero i titoli o concetti chiave, in pratica i rami di primo livello delle Mappe Mentali). Oltre a questo, ho svolto il compito di critico, oppositore, seccatore, sostenitore e co-creatore dell’idea.

    Ci è voluto molto tempo prima di capire e apprezzare pienamente le reciproche intuizioni, ma alla fine ci siamo trovati d’accordo quasi su tutto. Benché sia un processo lento, talvolta lo scrivere insieme può dare vita a un libro molto più profondo e di portata ben più vasta rispetto a quanto potrebbe fare ciascun autore individualmente. Questo libro ne è un esempio.

    Tony Buzan

    Come ha detto Barry, abbiamo messo in pratica ciò che predicavamo e abbiamo predicato ciò che mettevamo in pratica, poiché per scrivere Mappe Mentali abbiamo usato la Mappa Mentale stessa. Da quindici anni procediamo così: ciascuno elabora le proprie idee, che riporta su una Mappa Mentale, dopodiché ci incontriamo per condividere i frutti delle nostre riflessioni. Dopo un’approfondita discussione, uniamo in qualche modo il tutto e generiamo il successivo gruppo di idee, quindi ci soffermiamo a osservare la loro evoluzione naturale, disegniamo ciascuno la Mappa Mentale di quello che sarà il passo successivo e ci incontriamo di nuovo, per confrontarci e proseguire con il lavoro. La Mappa Mentale dell’intera opera ha dato vita alle Mappe Mentali di ciascun capitolo e ciascuna di queste è servita come base per scrivere il testo.

    Tutto il lavoro ha conferito un nuovo significato alla parola fratello, specialmente alla parola fratellanza. Persino mentre ne stavamo scrivendo, ci siamo resi conto che avevamo creato una Mappa Mentale di gruppo che conteneva tutti gli elementi scaturiti dalle nostre menti, come pure i risultati esplosivamente sinergici del loro incontro.

    Oggi, a distanza di parecchi anni dalla prima pubblicazione di Mappe Mentali, Mind Mapping è diventata un’espressione nota a molti, dimostrandosi così un fenomeno globale. Tuttavia, il suo potenziale in grado di rivoluzionare il modo in cui pensiamo è qualcosa di cui i nostri lettori non sono ancora del tutto consapevoli. Di sicuro, ci rendiamo conto che c’è molto lavoro da fare affinché le Mappe Mentali possano controllare il direttore della conoscenza – ossia il cervello umano – nell’ambito educativo, lavorativo e dell’equilibrio della nostra vita. Questo è il motivo per cui continuo incessantemente a girare il mondo tenendo conferenze, seminari e laboratori su Mappe Mentali, memoria e creatività. È altresì questo lo stimolo che mi spinge a promuovere il Festival della Mente

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