L’albero Della Conoscenza Del Bene E Del Male Secondo Giovanni Paolo II
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Chi di noi, certamente delle persone di certa età, non si ricorda del 2 aprile 2005, il sabato prima della Domenica della Misericordia. In questo giorno card. Leonardo Sandri1 alle 21:37 annunciò, dopo lungo pontificio di ventisei anni, la morte dell’amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II. Un grande uomo è tornato a casa del Padre. I suoi funerali si svolsero venerdì 8 aprile in Piazza di San Pietro.
Chi di noi non si ricorda un grido profetico della folla “Santo subito”2, che era come canonizzazione popolare del Papa, percezione dei Fedeli chi lui è.
Chi di noi non si ricorda “il toccante segno post mortem”, quando delicato soffio del venticello sfogliava le pagine della Bibbia posata sulla sua barra? Coincidenza? Oppure, come ci spiegava la Bibbia durante la sua vita anche adesso, dal al di là, voleva ricordarci dove è “la via, la Verità e la vita” (Gv 14,6), dove è la sorgente dell’acqua viva: “chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4, 14). Improvvisamente dopo la liturgia del funerale lo stesso venticello chiuse la Bibbia sulla barra del papa. Forse voleva con san Paolo dirci: “[6] Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. [7] Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.[8] Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione (2Tm 4,6-8). Forse voleva dirci, adesso è il vostro turno. Quando penso della vita di Giovanni Paolo II mi viene in mente un bellissimo sopranome per sovrascriverlo: amante di Dio, dell’uomo, della natura e della vita.
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L’albero Della Conoscenza Del Bene E Del Male Secondo Giovanni Paolo II - Andrzej Stanislaw Budzinski
Introduzione
Chi di noi, certamente delle persone di certa età, non si ricorda del 2 aprile 2005, il sabato prima della Domenica della Misericordia. In questo giorno card. Leonardo Sandri [1] alle 21:37 annunciò, dopo lungo pontificio di ventisei anni, la morte dell’amatissimo Santo Padre Giovanni Paolo II. Un grande uomo è tornato a casa del Padre. I suoi funerali si svolsero venerdì 8 aprile in Piazza di San Pietro.
Chi di noi non si ricorda un grido profetico della folla Santo subito
[2] , che era come canonizzazione popolare del Papa, percezione dei Fedeli chi lui è.
Chi di noi non si ricorda il toccante segno post mortem
, quando delicato soffio del venticello sfogliava le pagine della Bibbia posata sulla sua barra? Coincidenza? Oppure, come ci spiegava la Bibbia durante la sua vita anche adesso, dal al di là, voleva ricordarci dove è " la via, la Verità e la vita" (Gv 14,6) , dove è la sorgente dell’acqua viva: chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna
(Gv 4, 14). Improvvisamente dopo la liturgia del funerale lo stesso venticello chiuse la Bibbia sulla barra del papa. Forse voleva con san Paolo dirci: " [6] Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. [7] Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.[8] Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione (2Tm 4,6-8). Forse voleva dirci, adesso è il vostro turno . Quando penso della vita di Giovanni Paolo II mi viene in mente un bellissimo sopranome per sovrascriverlo: amante di Dio, dell’uomo, della natura e della vita.
Questo piccolo elaborato che sto proponendo è ispirato dall’insegnamento del papa polacco che si concentra sulla Verità dell’uomo e sulla sua moralità in contesto dell’albero della conoscenza del bene e del male
(cfr. Gen 2,9), il quale anche si potrebbe chiamare l’albero della coscienza del bene e del male . Due parole: coscienza e conoscenza. Conoscere la coscienza incisa nel profondità dell’uomo dal Creatore.
Questo libro è anche il mio modesto contributo nel famoso dibattito di oggi della natura dell’uomo, della sua personalità e identità. Perché sembra che nel mondo odierno esiste tanta confusione nel conoscere la vera natura umana. Tanti scienziati, politici, filosofi, medici, teologi, la gente comune e diversi opinionisti hanno dimenticato che cosa è la vera natura umana, e in conseguenza hanno dimenticato uomo stesso. Questo sembra un po’ strano, ma dimenticare la vera natura umana significa dimenticare uomo stesso. C’è un racconto che riguarda la vita di Diogene [3] , che: Una volta uscì con una lanterna di giorno, e, alla domanda su che cosa stesse facendo, rispose: cerco l’uomo!
[4] . Questo, che ha fatto sembra una cosa strana, perché intorno a lui erano tanti che si consideravano umani e in realtà esteriormente li assomigliavano. Invece lui cercava gli uomini tra gli umani, perché intuiva, che non basta soltanto la forma esteriore per essere l’uomo. Ci vuole qualcos’altro.
La ricerca di santo papa, Giovanni Paolo II, assomiglia un po’ il gesto di Diogene. Sembra che la situazione non si è cambiata, nonostante che sono passati circa 2500 anni dall’atto del filosofo greco. L’uomo è sempre alla ricerca di se stesso, della sua identità e personalità. La riflessione del papa sulla natura dell’uomo possiamo paragonare non soltanto alla lanterna di Diogene che cerca uomo, ma della luce che illumina i nostri cuori nel comprendere chi è vero uomo. Nel Vangelo troviamo indicazioni: [12] Di nuovo Gesù parlò loro: Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita
(Gv 8,12). In conseguenza questi che seguono la Luce, diventano come lui: [13] Voi siete il sale della Terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. [14] Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, [15] né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. [16] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli
(Mt 5,13-16) .
Un perfetto esempio d’oggi dell’allontanamento dell’uomo dalla vera natura e della perdita della propria personalità e identità sono le idee di LGBT, tra le quale si trova anche l’omosessualità. Leggendo questo libro dobbiamo avere in mente anche questo problema, che purtroppo crea una grande confusione nella società falsificando il vero significato dell’uomo, la sua identità e personalità. Sembra una cosa impossibile, come i sostenitori e propagatori di LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) sono riusciti mettere in dubbio il significato della persona, del matrimonio, della famiglia, della maternità e dell’amore e della vita stessa.
Per questo propongo un viaggio biblico dal punto di vista di teologia morale, fino " all’albero della conoscenza del bene e del male" (Gen 2,9), cioè nel Paradiso Terrestre. Questo ci permette riscoprire di nuovo una cosa, che già conosciamo, che poco tempo fa era una cosa ovvia e inconfutabile, adesso invece non è chiara. La causa? Molto semplice – l’uomo ha dimenticato la sua vera natura allontanandosi da Dio.
Ecco giuste domande, che dobbiamo porci: Chi è l’uomo? Qual’è la sua natura? Che senso ha la sua vita? Così via, tutte le domande esistenziali che riguardano l’uomo stesso e la sua vita. Siamo uomini, e allora sarebbe bene sapere chi siamo, da dove proveniamo e dove è la meta della nostra vita.
Non vorrei mai finire come gli Ebrei dopo la liberazione dall’Egitto, nel deserto. Sono arrivati alla Terra Promessa e potevano godere la sua bellezza e abbondanza dopo circa tre mesi (90 giorni) di cammino nel deserto. Invece no! Dovevano tornare in dietro e vagare nel deserto per quarant’anni (circa 14,600 giorni), perché non si sono affidati al Signore, si sono impauriti di fronte ai giganti
, abitanti della Terra Promessa: [32] Screditarono presso gli Israeliti il paese che avevano esplorato, dicendo: Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora i suoi abitanti; tutta la gente che vi abbiamo notata è gente di alta statura; [33] vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro
(Nu 13,32-33) . Non devo spiegare che esiste una notevole differenza tra 90 e 14.600 giorni, esatto di 14,510 giorni. Dimenticanza o rifiuto della vera natura dell’uomo consiste nel vagare nel caos, nella confusione e nella ricerca di qualcosa che non può essere trovato fuori dalla legge naturale creata da Dio Padre e Creatore.
Il mistero [5] dell’albero della conoscenza del bene e del male
(Gen 2,9) piantato dal Creatore in Paradiso Terrestre ha senza dubbi, secondo l’autore biblico, il significato simbolico [6] . Più specifica spiegazione del suo significato ai commentatori biblici procura un po’ delle difficoltà, perché da nessuna parte fuori della letteratura biblica si trova analogia di questo albero. Una cosa è sicura che questo albero è in relazione con:
Dio Creatore,
la conoscenza[7],
la coscienza,
la libera volontà,
la decisione,
la responsabilità,
il sapere,
il bene è il male, e nel capire da dove proviene il male e il bene,
cos’è utile e inutile all’uomo,
la natura dell’uomo, che è maschio e femmina,
la famiglia e il matrimonio,
la maternità e paternità.
Possiamo anche dire che il suo significato ha uno giudizio morale legato alla autoconsapevolezza morale e autodeterminazione le quali appartengono soltanto a Dio [8] . Se uomo si trova di fronte questo albero, perché il Creatore gli ha dato questa possibilità incisa nella sua natura espressa nel dono – compito che lo caratterizza: l’immagine e somiglianza di Dio.
Altra cosa molto importante è: se Dio ha messo l’uomo di fronte l’albero della conoscenza del bene e del male , significa che ha messo l’uomo alla prova della sua lealtà e obbedienza verso il Creatore. Questa prova l’uomo può superarla soltanto rimanendo in relazione - unione con Dio. Senza Dio l’uomo non è capace vincere la tentazione che emanava dall’albero della conoscenza del bene e del male, attraverso dell’intervento del serpente.
Questo albero attira l’attenzione dell’uomo pian piano allontanandolo da Dio fino al tradimento, che purtroppo invece che portare l’uomo alla realizzazione della falsa promessa del serpente: [4] Non morirete affatto! [5] Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male
(Gen 3,5-6):
lo porta fuori del Paradiso, cioè fuori dell’unione con Dio Padre e Creatore, che era garante della sua felicità e immortalità,
lo porta fuori dell’unione con gli altri,
lo porta fuori dell’unione con la natura,
lo porta fuori dell’unione con se stesso.
Dio mettendo l’uomo di fronte l’albero della conoscenza del bene e del male
era consapevole del rischio. L’uomo poteva disobbedirlo e questo era legato con le conseguenze tragiche che riguardavano l’uomo e Dio stesso: perdere l’uomo per sempre nella condanna eterna, e per non lasciare di accadere questo, per salvare l’uomo, Dio Padre doveva sacrificare il Suo Figlio sulla croce.
Altra cosa molto importante per comprendere cosa significa " l’albero della conoscenza del bene e del male" bisogna prendere in considerazione l’altro albero presente al centro nel giardino: l’albero della vita
(Gen 2,9). Da questo l’albero l’uomo poteva consumare la frutta senza limitazione. Esso garantiva all’uomo la vita non soltanto quella fisica, ma prima di tutto quella spirituale, che è sorgente della vita materiale. Questi due alberi sono in un rapporto con un dilemma: la vita o la morte. In altre parole, la vita dell’uomo e il suo futuro dipende anche da un suo atteggiamento consapevole e responsabile, dall’impiego della sua libertà. " L’albero della conoscenza" a fianco " dell’albero della vita" , che si trovano al centro del giardino è un riferimento alla libertà umana, che influenza le decisioni dell’uomo, che può essere Si o No! La libera volontà dell’uomo suppone, che lui può rifiutare Dio. Due alberi ci suggeriscono la domanda: come uomo deve comportarsi per realizzare pienamente la propria vita per evitare la morte? La Bibbia ci spiega questo in modo molto semplice, però chiaro: [15]Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; [16]poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. [17]Ma se il tuo cuore si volge indietro e se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli,[18]io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano. [19]Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la Terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza
(Dt 30,15-19). L’uomo può scegliere tra la vita e la morte, però la sua scelta legata è anche con la responsabilità. Se sceglie Dio - la vita. Se rifiuta Dio – la morte. Se Dio voleva l’uomo come una persona, con la quale poteva entrare in una relazione Io – tu, doveva crearlo con la possibilità di scegliere. Con questa possibilità, purtroppo, è legato anche un rischio.
L’autore del racconto sa, con tutta la tradizione biblica, che la vita è un dono di Dio ed essa si può realizzare pienamente obbedendo a Dio e seguendo ciò che la sua Sapienza creatrice ha stabilito come costitutivo del bene e del male dell’uomo. Obbedire a Dio significa vivere e disobbedirgli significa morire [9] . L’albero della conoscenza del bene e del male
ha il compito di insegnare come si deve vivere alle dipendenze di Dio per ottenere e raggiungere la piena realizzazione della propria esistenza.
In questo momento è utile sottolineare che cosa è la libertà. Tanti di noi sbagliano pensando, che essa significa la possibilità di scegliere e dicono, sono libero perché posso scegliere. Purtroppo non è così. Non tutto ciò che l’uomo sceglie lo fa libero. Se sceglie male perde la libertà. Se sceglie Dio è veramente libero o cammina verso la libertà. Ecco! Interessante e sorprendente insegnamento che proviene dal simbolico significato dell’albero del Paradiso Terrestre è legato ad altro testo del Libro di Genesi: E Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla Terra. Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò
(Gen 1,26-27). L’uomo essendo creato all’immagine e somiglianza di Dio ha ricevuto da Lui un compito di custodire e dominare la Terra. Possiamo dire, che l’uomo è amministratore delegato di Dio. Sotto questa enorme responsabilità intuiamo che:
l’uomo per svolgere bene questo compito ha