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La forma dell'amore
La forma dell'amore
La forma dell'amore
E-book102 pagine24 minuti

La forma dell'amore

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La raccolta di poesie “La forma dell’amore “di Mariella Balla contiene le liriche che l’autrice ha scritto nel 2020 e 2021, anni di pandemia covid 19. Un tempo sospeso che Balla ha usato per riflettere sulla propria vita e il significato della stessa.

Mariella Balla è nata a Moncalieri provincia di Torino nel 1957, ivi risiede.
Ha compiuto studi di dietistica e di educatrice. Si è occupata con passione per tredici anni al lavoro coi malati psichiatrici per l’applicazione della legge Basaglia, nel centro diurno ha fondato un laboratorio di poesia collettiva.
Ha studiato teatro e canto e ha fatto parte di compagnie teatrali.
Ha partecipato a serate di poesia ed eventi.
Ha pubblicato nel 2019 una prima silloge “Navigare a vista “edizioni La Gru.
LinguaItaliano
EditoreControluna
Data di uscita27 giu 2022
ISBN9791221361926
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    La forma dell'amore - Mariella Balla

    31 anni

    A mio figlio

    Mi manca il riso gaio

    piccolo riccio saltellante

    A rabbia accesa quando ancora

    pensavo di possedere

    Sì sa il possesso di madre

    è cosa sacra

    Avvicina alla Vergine donna.

    Ora sei eroe per te stesso

    Pennello tra le mani

    te ne vai nel futuro già pensato

    Ti vedo sui santini, bambino

    come fumo benedetto

    Il mio fuso di fiaba

    mi ha bucato da lato a lato

    A una certa età

    A mio padre

    Carne tanto amata

    ti ho persa che era ieri

    Eri l’amico e il nemico

    Eri eccesso di offesa e di difesa

    Ma soprattutto eri transitorio

    ed io pensavo al definitivo

    Cose pensate a una certa età

    Accolgo

    Accolgo il paese straniero

    della mia anima

    con braccia spalancate

    e nessuna difesa

    Mi faccio timone per sentire solide

    le mie radici

    ormai scavate nella mia pancia

    Esercito la tenerezza degli sbagli

    Acrobata

    Acrobata della vita

    con abissi spericolati

    ai fianchi

    non ho svicolato nulla

    se non me stessa

    Alla nonna da una nipote femminista

    Quel tanto che non trovo

    né qui né altrove

    quell’immaginato mai sperato

    quello che tiene aria ai fianchi

    e di lì l’abisso

    quel vuoto che sa di buio

    e di tutto tace

    Forse è un discorso antico

    che anche ora non oso pronunciare

    quando era meglio fare finta

    e fare finta era già tanto

    Affanno in cuore pesante

    affanno in respiro

    nonna non eri tu quella?

    Cosa c’entro io

    che sono nata recente

    cosa c’entro io

    che tengo poco posto

    e sto in silenzio

    Io non ho la gallina

    da spiumare

    eppure ne porto

    il peso addosso

    Un quintale di zavorre

    non ho digerito

    quello stare a lato

    non ho digerito

    A te che la campagna

    t’ha fatta galoppa

    e saltavi per perderlo tuo figlio

    che un’altra bocca da sfamare

    era troppa roba

    Basta lavare

    altre pezze di sangue

    basta levatrici grasse

    e mariti al fronte

    Al marito il maschio

    l’ho dato

    Io ero lì a partorire a grida

    lui brindava un altro contadino

    al tavolo

    e si faceva

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