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Philosophia Hermetica
Philosophia Hermetica
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E-book347 pagine3 ore

Philosophia Hermetica

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Info su questo ebook

Questo è il solo testo che si possa attribuire con certezza a questo alchimista leggendario, maestro di Cagliostro e amico intimo del conte di Saint-Germain, noto con il nome di Federico Gualdi, ma di origine tedesca, e considerato uno dei capi dell'Ordine della Rosa-Croce d'Oro. Fu oggetto di un'indagine da parte del Sant'Uffizio di Venezia (1676), che tuttavia non sfociò mai in un processo. Il suo ambiente comprendeva aristocratici, eruditi, artisti, ecclesiastici, italiani, francesi, tedeschi, e una cerchia più ristretta di discepoli. Il più noto di questi, Francesco Maria Santinelli, gentiluomo della regina Cristina di Svezia, pubblicò, sotto lo pseudonimo di Fra Marcantonio Crassellame Chinese, la Lux obnubilata suapte natura refulgens (1666). Il modello di questo componimento era la Philosophia Hermetica del suo maestro Federico Gualdi. A Federico Gualdi sono infatti attribuite diverse opera di argomento alchemico che esistono solo in forma manoscritta e in pochi esemplari al mondo. Una di queste è lo straordinario poema in lingua italiana diviso in capitoli e in stanze, dal titolo Philosophia Hermetica, overo Vera, Reale e Sincera Descrizione della Pietra Philosophale, cioè Medicina Universale tanto per i Corpi Humani che i Metalici...
LinguaItaliano
Data di uscita27 ott 2015
ISBN9788827226452
Philosophia Hermetica
Autore

Federico Gualdi

Personaggio di origine tedesca, quasi completamente sfuggito alle ricerche storiche, maestro e modello dei ben più noti Cagliostro e Saint-Germain, Gualdi è considerato uno dei capi dell'Aurea Rosacroce, fondata ben prima del 1710, come attesta un manoscritto conservato a Napoli e datato 1678, che dimostra l'esistenza di questa confraternita in Italia e in Germania già nel 1542. Versatile ed eclettico, poliglotta, astronomo e matematico, durante il suo lungo soggiorno a Venezia (durato almeno dal 1650 al 1682) svolse molteplici attività e fu considerato un adepto in possesso del segreto divino della Pietra Filosofale e dell'Elisir di lunga vita.

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    Philosophia Hermetica - Federico Gualdi

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    PHILOSOPHIA HERMETICA

    ovvero

    VERA, REALE, e SINCERA

    DESCRIZIONE

    della PIETRA PHILOSOPHALE,

    cioè MEDICINA UNIVERSALE

    tanto per i CORPI HUMANI

    che METALLICI

    seguita dall’OPUS PHILOSOPHICUM

    dello stesso autore

    Federico Gualdi

    A cura di

    Alessandro Boella e Antonella Galli

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    Biblioteca Ermetica / 30

    diretta da Paolo Lucarelli

    logo.pngdroppedImage-1.png

    Copyright

    PHILOSOPHIA HERMETICA

    ovvero VERA, REALE, e SINCERA DESCRIZIONE della PIETRA PHILOSOPHALE, cioè MEDICINA UNIVERSALE tanto per i CORPI HUMANI che METALLICI

    seguita dall’OPUS PHILOSOPHICUM dello stesso autore

    di Federico Gualdi

    A cura di

    Alessandro Boella e Antonella Galli

    Biblioteca Ermetica / 30 - diretta da Paolo Lucarelli

    © Copyright 20078-2015 by Edizioni Mediterranee

    ISBN 978-88-272-2645-2

    Prima edizione digitale 2015

    © Copyright 2015 by Edizioni Mediterranee

    Via Flaminia, 109 - 00196 Roma

    www.edizionimediterranee.net

    Versione digitale realizzata da Volume Edizioni srl - Roma

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    Lux in tenebris vel inter spinas rosas!

    Ringraziamenti

    – Taran Schindler, Todd Kennedy, Beinecke Rare Books and Manuscripts Library, Yale University

    – Roswitha Lambertz, Leopold-Sophien-Bibliothek, Überlingen

    – Eva Horváth, Hans-Walter Stork, Staats-und Universitäts-Bibliothek, Hamburg

    – Evert Kwaadgras, Willem Van Keulen, Groot Osten Bibliotheek, Den Haag

    – José Bouman, Bibliotheca Philosophica Hermetica, Amsterdam

    – Mike Gunn, Natalie Walters, Katja Robinson, Wellcome Library, London

    – Maria Rascaglia, Maria Rosaria Grizzuti, Biblioteca Nazionale, Napoli

    – Archivio di Stato, Venezia

    – Adrian Erik Hohenstein, Danske Frimurerorden, Ordensarkivet, København

    – Hans-Georg Lesser van Waveren, Thad Peterson, Deutsches Freimaurermuseum, Bayreuth

    – Christian Hogrefe, Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel

    – Ernst Gamillscheg, Österreichische Nationalbibliothek, Wien

    – Perk Loesch, Sächsische Landes-Staats-und Universitäts-bibliothek, Dresden

    – Eva Rothkirch, Staatsbibliothek, Berlin

    – Bayerische Staatsbibliothek, München

    – Würrtembergische Landesbibliothek, Stuttgart

    – Universitäts- und Landesbibliothek, Darmstadt

    – Bibliothèque Nationale de France, Paris

    – Umberto Colla

    – Massimiliano Kornmüller

    – Roberto Mandrile e Annalisa Amati

    – Giuliana de’ Manzoni

    – Fiorella Guadagnini

    Le origini di Gualdi

    «Costoro son quei mistici Teomagi i fratelli della Rosa croce

    Willielmus de Roe, Chymica Vannus, Amsterdam 1666.¹

    Nel suo denso studio su Paracelso, Walter Pagel ha ben espresso come ciò che sembra essere contraddittorio e incoerente a una mente moderna non fosse necessariamente incomprensibile quattrocento anni fa. Lo storico ha il dovere di ricercare più in profondità. Il tentativo di far conoscere un personaggio secondo i nostri attuali criteri impedisce una vera comprensione dell’eroe quale personalità unica.²

    Crediamo che questo sia il corretto atteggiamento da assumere anche per quanto riguarda la più recente ma totalmente sconosciuta figura di Federico Gualdi, e cogliamo l’occasione di questa edizione della Philosophia Hermetica e dell’Opus philosophicum per introdurre importanti e numerosi elementi nuovi e complementari all’opera da noi recentemente pubblicata in lingua francese con il nome di penna di Alexandre de Danann, dedicata a questo mitico personaggio e alle correnti rosacruciane dell’epoca sua.³

    Qui abbiamo sviluppato particolarmente gli aspetti del personaggio più suscettibili di interessare il pubblico italiano, occupandoci solo incidentalmente del suo alter ego Hultazob.

    A dispetto del nome con cui è conosciuto, si può oramai definitivamente stabilire che Federico Gualdi non è un Italiano, bensì un Tedesco. Anche le famiglie italiane di nome Gualdo sono del resto di origine tedesca, come quella il cui fondatore fu un certo Waldo stabilitosi a Vicenza nel 962, e che si divise poi in tre rami.

    Molti membri della famiglia Gualdo di Vicenza si distinsero negli ordini ecclesiastici, nell’arte militare, nel diritto, nelle scienze, nelle lettere, ma il più noto è certamente Galeazzo Gualdo Priorato (1606-1678), uno degli scrittori storici italiani più fecondi, che ebbe fra l’altro l’occasione di visitare il Marocco e Fez, offrì i suoi servigi ad Albrecht von Wallenstein duca di Friedland (1583-1634) e partecipò ad alcune campagne sotto i suoi ordini contro gli Svedesi. Giunto in Francia nel 1652 per scrivere la storia del ministero di Mazzarino, fu naturalizzato francese il 6 ottobre 1653. Il Pontefice Alessandro III lo abilitò a tutte le dignità di Roma; nel 1659 la regina Cristina di Svezia (1626-1689) lo fece gentiluomo di camera e suo inviato presso le corti straniere. Nel 1663, dopo essersi congedato dalla regina, partì per Vienna per diventare storiografo e consigliere di Stato di Leopoldo I.

    Interessanti le armi della famiglia: «d’argento alla cometa di rosso»;⁷ oppure «partito di uno e spaccato di due; nel 1° e 6° dell’impero; nel 2° e 4° d’argento, alla cometa di rosso; nel 3° e 5° d’argento, a tre bande di verde, col capo di rosso: sul tutto partito; a destra di rosso, alla fascia d’argento; a sinistra d’argento, alla torre di rosso. Cimiero: l’aquila dell’Impero».⁸

    A proposito delle origini di Federico Gualdi, noto anche come Gualdo o Gualdiano, latinizzato Fridericus Gualdus o Gualdianus, l’opinione comune a molti storici è quella che si tratti di un Tedesco di nome Friedrich Walter.

    L’editore di scritti rosacruciani che pubblicò sotto lo pseudonimo di Hermann Fictuld, le cui affermazioni sono però spesso da prendere con riserva, dichiara che sarebbero esistiti addirittura due Fridericus Gualdus, dei quali il primo «non si sa chi sia stato veramente, ma lo si considera un Tedesco; visse nel XVII secolo e abitò in parte a Vicenza, una città del Veneto ai confini con il Tirolo, e in parte nel capoluogo stesso, Venezia; nella prima città ebbe il titolo di conte di Gualdus, nella seconda, il diritto alla cittadinanza e il titolo di nobiltà principesca di Grimaldo […]».¹⁰

    Riguardo al titolo di conte, Fictuld si è certamente imbattuto, come noi, nella storia della famiglia Gualdo di Vicenza; quanto al nome Grimaldo, ritroveremo un nome simile, Grimaldi, nella prefazione in versi italiani all’Opus philosophicum.

    Fictuld dichiara inoltre di possedere alcune opere manoscritte del primo Gualdus, tra le quali una intitolata Opera Universalia. Si riferisce probabilmente all’Opera Universale, un commento in prosa italiana che segue l’Opus philosophicum e che riproduciamo qui. È quindi verosimile che Fictuld abbia preso il nome Grimaldi dalla prefazione in versi che introduce l’Opus philosophicum.

    Lo storico Karl Frick, che lo definisce «finora storicamente inafferrabile» scrive che «la leggenda di Gualdo» è stata citata la prima volta nel 1687, nelle Mémoires historiques (tomo I, p. 365),¹¹ e che è ben possibile che manoscritti con il suo nome circolassero nell’Italia del Nord e che siano arrivati anche a Firenze.¹²

    Anche Karl Christoph Schmieder, studioso assai apprezzato da Alexander von Bernus, sostiene le origini tedesche di Gualdi, «il che è tanto più credibile – aggiunge – in quanto apparteneva alla Confraternita della Rosacroce. Sembra si fosse recato in Italia inviato da quest’ultima e che avesse portato con sé la Pietra dei Saggi come credenziale. Benché si raccontassero meraviglie di lui, non ebbe mai un vero e proprio ruolo. Visse a Venezia verso il 1680, isolato e senza lusso esteriore, ma si pensava possedesse grandi ricchezze e che avesse sovvenzionato con forti somme di denaro una famiglia nobile caduta nell’indigenza. Amava una ragazza di questa famiglia, ma fu respinto in quanto uomo libero, poiché non era nobile. Sembra che, per superare l’ostacolo, avesse pagato centomila ducati alla Repubblica di Venezia, o almeno li avesse promessi, ma la cosa fallì ancora una volta, non si sa il perché. Nel 1682 lasciò Venezia, perché pare fosse stato riconosciuto come adepto, subissato com’era di lettere e visite di alchimisti desiderosi di luce. Appariva come un uomo nel fiore dell’età, ma si faceva passare per novantenne, e molti lo consideravano ben più vecchio, poiché la sua panacea lo ringiovaniva. Fece probabilmente ritorno in Germania. Nelle Tredici lettere secrete pubblicate a Lipsia nel 1788¹³ vi è la riproduzione di una sua missiva del 1722; morì probabilmente nel 1724, ma anche di questo si ignora la causa».¹⁴

    Schmieder indica infine come fonti l’edizione tedesca de La Critica della Morte, cioè la Comunicazione di un’eccellente medicina chimica…¹⁵, «grazie alla quale medicina Gualdi ha prolungato la sua vita fino a 400 anni», e l’opera dell’autore che si cela dietro il nome Chymiphilus: Rivelazione della vera saggezza chimica, ovvero fedele ed autentica scoperta della materia per fare la vera Pietra dei Saggi, …¹⁶

    Proseguendo la nostra ricerca, altri documenti, questa volta di prima mano, ci sono venuti in aiuto.

    Nel 1676 il Sant’Uffizio di Venezia svolge un’inchiesta preliminare ad un eventuale processo «contra Fredericum Gualdum et seguaces de magicis artibus», convocando diversi testimoni. Da questo fondamentale documento, custodito all’Archivio di Stato di Venezia¹⁷ e sul quale ritorneremo ampiamente, risulta che il nome con il quale è noto in Italia è proprio Federico Gualdi.

    Ma anche dalle testimonianze Gualdi risulta essere di origine tedesca, e più precisamente di Augusta: il 5 maggio 1676 un testimone dichiara: «[…] diceva esser todesco, mi par lui dicesse esser d’Augusta, mi pare haver veduto qualche lettera sua diretta in Augusta […]»; e un altro testimone, una donna chiamata Rosanna, aveva sentito dire dalla signora Andriana Grotta [Andreana Crotta], proprietaria delle miniere di Agordo, che era originario di Augusta.¹⁸

    La conferma definitiva del nome Federico Gualdi giunge da un documento che, pur non essendo di argomento ermetico o alchimico, è però assai importante, in quanto è uno dei rarissimi autografi di Gualdi. È un interessante progetto del 10 gennaio 1662 m.v. (1663)¹⁹ di sbarramento mobile per proteggere la laguna di Venezia dal fenomeno dell’acqua alta, cioè la crescita delle acque che penetrano in laguna dalle aperture di Malamocco e del Lido,²⁰ e invadono periodicamente la città. Si tratta di uno sbarramento artificiale a forma di mezzaluna per chiudere il porto di Malamocco, provvisto di porte mobili speciali per permettere la navigazione.

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    Il disegno è accompagnato dalla seguente didascalia: «Disegno fatto d’aviso, da me Federico Gualdi, della palificata che si ha da fare vicino al porto di Malamocco, in forma di meza Luna, chiamata il Cavezzon; jnsieme anco delle porte che si ha da fare per la navigatione: et questo per la conservatione perpetua della Laguna di Venetia. per magior dechiaratione della mia jnventione».²¹

    Esiste anche un progetto precedente, di importanza fondamentale anch’esso, perché ci dà una conferma ufficiale della nazionalità di Gualdi: una «Proposta di murazzo a scarpata dolce messo a confronto con quella tradizionale, suggerito il 6 dicembre 1660 da Federico Gualdi, di nazionalità germanica e suddito della Repubblica».²²

    Altri indizi sulle sue origini provengono da documenti posteriori.

    Il 15 settembre 1721 Gualdi scrive una lettera dalla Germania, e precisamente da Biberach, a un amico di Erfurt, riguardo a certi manoscritti che la confraternita Rosacroce l’ha incaricato di recuperare dalla vedova di un adepto, e in preda alla disperazione così si esprime:

    «[…] Tutto il mio paese è distrutto, e la maggior parte dei miei massacrati, il che provoca in me un dolore tale, da essere indescrivibile. Oh, che cosa darei perché uno solo dei miei amici potesse tornare in vita; a che cosa mi servono ora tutti i tesori e le scienze occulte? Ahimè, non ti chiedo nient’altro che di aiutarmi a pregare […]».

    Precisa quindi la sua intenzione di trascorrere l’inverno a Verona, e di tornare poi in patria in primavera. Il 25 settembre 1721 Gualdi scrive una seconda lettera da Augusta, chiedendo all’amico di raggiungerlo e di recarsi al municipio, precisando: «Abito proprio sopra la grande porta, presso un commerciante. Quando chiederai di me, domanda soltanto se lì alloggia un Olandese; ed è bene che ciò si svolga in tutta discrezione».

    In una terza lettera scritta da Amsterdam il 16 febbraio 1723, Gualdi dichiara la sua intenzione di partire per la Germania.²³

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    La Critica della morte

    Nel 1688, a Bruxelles e ad Amsterdam, appare un’opera dell’abate Claude Comiers²⁴ intitolata La Medicina Universale ovvero l’arte di mantenersi in salute & di prolungare la propria vita, nuova edizione aumentata di una Risposta dello stesso autore alle riflessioni e ai dubbi di un anonimo sull’età di quattrocento anni di Luigi Galdo.²⁵

    L’opera tratta della possibilità di prolungare la vita tramite la Medicina Universale di preparazione alchimica, e cita come esempio di eccezionale longevità proprio Federico Gualdi, al quale è attribuita l’età di 150, 200, e persino 400 anni.

    Nell’avviso a p. 2 si legge: «Qualche tempo fa le notizie pubbliche parlarono di un certo Luigi Galdo che si diceva vecchio di 400 anni e che era andato a Venezia, donde si era quasi subito ritirato per paura di essere arrestato. Questo diede l’occasione al dotto Sig. di Comiers di dissertare delle persone longeve, dei metodi per vivere a lungo e della Medicina Universale. Elaborò i tre curiosi Trattati che abbiamo fatto conoscere al Pubblico e alla fine svelò il suo segreto di una Medicina Universale, che non solo fu accolta entusiasticamente, ma fu messa in pratica sia in Francia che presso diversi Principi europei. Un Anonimo ha fatto delle Riflessioni su questi Discorsi, e siccome il Sig. di Comiers ha risposto, si è creduto far piacere al Pubblico ristampando con più cura questi tre Trattati di Medicina Universale, che non possono risultargli che molto graditi, data l’utilità dell’argomento, e unendovi questa risposta dello stesso Autore, per guarire dai Dubbi che le Riflessioni dell’Anonimo possono avergli fatto nascere».

    Nella seconda parte dell’opera Comiers scrive: «Ho mostrato a sufficienza, con la storia sacra e profana, che in ogni epoca del mondo ci sono stati uomini che hanno vissuto più secoli, donde è facile concludere che non è impossibile vivere quanto loro, e che Luigi Galdo, vecchio di 400 anni, non è una favola. Ecco in quali termini ne ha parlato la Gazette de Hollande del 3 aprile 1687:

    Estratto di una Lettera da Venezia del 7 marzo 1687: «Tre mesi fa è scomparso da qui un certo Luigi Galdo, vecchio di 400 anni. Portava con sé il suo Ritratto fatto da Tiziano, che è morto 130 anni fa. Da ciò potete giudicare che, per essersi potuto conservare così a lungo in perfetta salute, questo grand’uomo era in possesso della vera Medicina Universale. Non sono racconti favolosi: vi sono testimoni degni di fede che hanno parlato con quest’uomo, che è partito di qui perché si cominciava a parlare di lui come di qualcuno che possedeva una scienza sì sublime e meravigliosa. I curiosi sono interessati a chiarire la verità del fatto e a darcene notizia per farne partecipe il Pubblico.

    Affermo che questo Galdo ha potuto prolungare la sua vita per tanto tempo senza medicine, con un buon regime, un esercizio moderato e sudorazioni, oppure con la Medicina Universale […]».

    Alle p. 51-54 l’autore espone, in effetti, una Composizione della Medicina Universale,²⁶ che sarà generalmente nonché erroneamente attribuita a Federico Gualdi.

    Nel testo che segue, la Risposta alle Riflessioni e ai Dubbi di un Anonimo sui 400 anni di Luigi Galdo, l’abate Comiers risponde a tale anonimo basandosi su esempi di longevità storici e biblici. Conclude dicendo che «Galdo» può ben avere 400 anni «perché si può fare buon uso del nostro umido radicale, aumentarlo e rinnovarlo» con i metodi specificati.

    La conferma del fatto che la Composizione della Medicina Universale è di Comiers e non di Gualdi ci giunge anche da un’altra fonte:

    «Il Signor Devisé riferisce sul Mercure dell’anno 1687 che il fu2²⁷ abate Comiers, prevosto di Ternan, ha dato la composizione di una Medicina Universale tratta dall’antimonio, che il Sig. d’Aulède, primo presidente al parlamento di Bordeaux, ha fatto preparare da tre Artisti.[…]»; la notizia è seguita dalla Composizione della Medicina Universale del fu Sig. abate di Commiers, con la spiegazione delle difficoltà.²⁸

    Anche Harcouet de Longeville cita «l’erudito Sig. di Comiers d’Ambrun» e gli dedica il capitolo XXIV della Storia delle persone che hanno vissuto più secoli e che sono ringiovanite, riproducendo la sua Composizione della Medicina Universale e aggiungendone altre.²⁹

    Ma quella che fa più scalpore è la traduzione italiana dell’opera di Comiers, che esce con il titolo La Critica della Morte overo l’Apologia della Vita.³⁰

    Qui l’anonimo traduttore italiano³¹ dichiara di avere conosciuto personalmente Federico Gualdi nel 1653 e arricchisce la traduzione di un ritratto del personaggio e di un suo testo: il Racconto intorno ai successi del Signor Federico Gualdi diretto dal Traduttore al Sig. Prevosto di Ternan (l’abate Comiers) che costituisce una delle prime e fondamentali testimonianze del soggiorno di Federico Gualdi a Venezia.

    Così si presenta la prima edizione di Venezia del 1690, che è diversa dalle posteriori:

    La Critica della Morte overo l’Apologia della Vita

    esposta in lingua francese dal signor di Comiers

    Prevosto di Ternan

    Trasportata in italiano a prode Universale; & aggiontoci un

    Racconto, con alcune Lettere curiose per gli Amatori della Scienza Ermetica

    Consacrata all’Illustriss. Sig. il Sig. Agostino Galdaldin

    Segretario dell’Eccell. Senato

    In Venezia, MDCXC

    Per Sebastiano Casizzi

    Sotto il ritratto di Federico Gualdi (il cui volto è girato verso destra e invertito rispetto alle edizioni successive) vi sono la scritta Portio sclup (sic) cioè "Aniello Portio³² sculp[sit]" e la seguente didascalia:

    Censura Mortis Apologus Vitæ

    Fridericus Gualdus

    Natione ut dicebatur Germanus; sed vere

    Cosmopolita Attamen melius dicam

    Hermetici orbis Princeps

    Nam plusquam trium Sæculorum Coetaneus a multis

    assertus tamen Suo ore Nonagenarius Confessus

    Anno MDCLXXXII, Die XXII Maij

    Solus Itinerem ignotum imprendens a Veneta

    Urbe ubi Quatragenarius Incola moravit insignis

    migravit; imo Disparuit

    (Censore della morte e Apologo della vita, Fridericus Gualdus, di nazionalità tedesca, come si diceva, ma invero Cosmopolita: o, per meglio dire, Principe del mondo ermetico. Ritenuto da molti vecchio di più di tre secoli, ma a suo dire nonagenario, nell’anno 1682, il 22 maggio, imboccando un cammino sconosciuto, partì solo dalla città veneziana in cui aveva vissuto straordinariamente per quarant’anni; o meglio, scomparve).

    Ecco come il traduttore italiano introduce l’opera:

    «Capitatami per buona sorte frà le mani quest’Operetta, al di cui assunto à dato motivo il successo d’un Uomo grande a me ben noto; ò voluto, trasportandola dal Linguaggio Francese, che l’universale d’Italia ne abbia la cognizione, e nel medesimo tempo goda il profitto, che dalla Medicina in essa proposta puossi ricavare.

    Il Signor Prevosto di Ternan, che ne è stato l’Autore, la intitolò MEDICINA UNIVERSALE; mà trovandosi nel nostro Idioma un altro Libro con titolo simile, per non confonderlo, si è stimato bene di tramutarlo a questo, dandogli quello di CRITICA della MORTE, overo APOLOGIA della VITA: oltre che in effetto sostenendo il Signor Prevosto, che al dispetto di cotesta interrompitrice dell’Umane operazioni si può vivere più secoli, e provando con un gran numero di esempij Istorici, che unusquisque est sibi suum Fatum, non si poteva più propriamente intitolarlo. Osservato poi, che nel fondamento della sua intrapresa egli è stato ingannato dalla Gazzetta di Olanda, da lui citata, così nel tempo dell’accaduto avvenimento, come nel Nome, e Cognome del Signor GUALDI; mi è parso dovere di rendere alla Verità un tributo obligato, col racconto di tutto quello ò potuto ricavare appartenente al Signor FEDERICO GUALDI; frà le cui altre cose facendo strepito il Ritratto, ne ò procurato una copia esatta, e la partecipo al Publico; donandola però precisamente al Signor di Comiers, che credo sarebbe per averla più d’ogni altro cara, se la disgrazia non l’avesse privato della vista.

    Le Lettere poi, che di cotesto Grand’Uomo sin ora à potuto raccogliere, so bene, che molto gradiranno agl’Intendenti dell’Arte Ermetica; scorgendosi in esse de’ lumi vivacissimi, per condurre alla cognizione di cotesto da tanti investigato Arcano. E finalmente ci ò aggiunto la notizia di alcuni, che vivono oggi giorno in età maggiore d’un Secolo. Spero dunque, che non averò mal’impiegata questa mia attenzione, e cercare in avvenire di non lasciare l’Italia priva delle più belle Dottrine, che dalla Francia, ò per mezzo di quel Linguaggio, ci verranno partecipate».

    Vediamo ora il racconto del traduttore:

    «Doppo aver letto con singolare sodisfazione le vostre belle risposte, Signor Prevosto, alle riflessioni dell’Anonimo sopra la lunga vita del Signor Gualdi,³³ e doppo averle con molto gusto trasportate nella nostra lingua; mi sono sentito movere a darvi una relazione più esatta di cotesto grand’Uomo da me benissimo conosciuto, e la di cui improvisa partenza da Venezia, in tempo che n’ero lontano, mi apportò maraviglia, e dispiacere insieme; la prima per una risoluzione così strana, che mi confermò nell’opinione concepita già un pezzo avanti dell’aver esso quel secreto divino da tanti Uomini ricercato; mentre aveva abbandonato ogni suo avere apparente, e considerabile, partendosi solo, e senza alcuna cosa di valore; il secondo, perche al mio ritorno in Patria non ci avrei più ritrovato un’Uomo, di cui facevo tanta stima, e di cui godevo l’amicizia. Io dirigo dunque a voi, Signor Prevosto, questo Racconto, mentre vi

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