Arcanum Arcanorum
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L'Autore procede attraverso i concetti fondamentali della psicologia analitica di Jung proponendo una originale visione del suo approccio. Questa che vi presentiamo è un’opera poliedrica e caleidoscopica che si mantiene sulla metafora alchemica e sui suoi vari nuclei di significato. Dalla prefazione: “Osservando la qualitas numinosa dei processi empirici che stanno sulla soglia, attraverso l’ampio uso della metafora e dell’analogon, l’Autore ha cercato di offrire una solida descrizione della quaternità archetipica e della linea gemellata che intercorre tra gnosticismo e alchimia filosofica. Lo gnosticismo alchemico che Jung privilegiava proveniva dalla sua esatta matrice greca e a questo valgono le tante fonti prese da Berthelot o dal reprtorio di Paracelso che in ultimo costituiva per il padre della psicologia analitica una summa di neologismi arcani che in questo testo vengono ripresi offrendo una linea sincretistica a ciò che Jung definiva essere una dominante ctonia (o paradigma del Serpens tricefalo tenebroso) e la risultante celeste della Trinità, in un certo modo costellando il simbolismo alchemico e gnostico con i simboli centrali del Sé in un valevole paradigma etico la cui ermeneutica ci è data di contemplare nell’estetica del volume (vedi anche l’esclusivismo di Jung per le tesi di Gerhard Dorn, alchimista del XVI secolo). È dallo stile segreto e lirico e dai rimandi alla sostanza arcana di trasformazione, l'arcanum, che l’Autore ha attinto originariamente nella produzione degli ultimi lavori dello scienziato svizzero: da Aion (1951) al monumentale Mysterium coniunctionis a Psicologia e alchimia (1944), a Studi sull’alchimia (1929-1954) assimilandone le categorie e le locuzioni in altre parole il latinorum che è fedelmente riportato assieme al Lexicon caro a Jung.
Diego Pignatelli Spinazzola
Diego Pignatelli Spinazzola, autore di scritti e saggi psicologici di natura junghiana, si interessa di alchimia, gnosticismo ed ermetismo di rigorosa declinazione junghiana. Ha pubblicato svariati articoli negli Stati Uniti per il periodico del The Journal of Humanistic Psychology AHP Perspective newsletter (California, USA). Il suo Primordial Psyche: A Reliving of the Soul of Ancestors è stato recensito nello Jung Journal: Culture and Psyche, nel San Francisco Jung Institute Library Journal, oltre che nel Journal of Analytical Psychology e nell’International Journal for Jungian Studies. Diego Pignatelli Spinazzola è attualmente membro dell’International Association for Jungian Studies. Vive a Napoli.
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Arcanum Arcanorum - Diego Pignatelli Spinazzola
Prefazione
Dall’estrazione del magnete al parallelo Lapis-Cristo ai cardini misteriosofici di Aion (1951)¹ e del Mysterium coniunctionis (1955-1956)², il presente testo eleva una forma condensata sopraordinata di richiami non intenzionali in periodi che rivelano la sorprendente comparazione e affinità con molti dei passi originari delle Opere di C.G. Jung: da Psicologia e alchimia (1944)³, Aion, Psicologia della traslazione (1946)⁴, Mysterium coniunctionis.
In questo lavoro vengono indagate con precisione analitica e sinottica le sostanze psichiche che fanno da sfondo all’anima stessa occulta dello zolfo o del mercurio, essendo questi ultimi delle migliori rappresentazioni, come il folklore e le fiabe, per un archetipo strutturale dell’anima, quindi proponendo una dynamis nella tensione dinamica tra gli opposti psichici.
Richiamandomi al pisciculus rotundus introdotto in Aion, verrà auspicata la sintesi di una media congiuntura (Mercurius est medium congiungendi), un tertium tra gli opposti, magnes e magnesia, il processo di calcificazione degli ossidi e la trasformazione della sostanza arcana a sostanza ermafroditica di trasmutazione. Verranno inoltre esaminati il concetto di Trinità, di Ogdoade, di tetrade, di Tetraktys, di trimeria e tetrameria per un’interpretazione psicologica dell’assioma di Maria Prophetissa, detta la Copta (assioma illustrato da Jung a più riprese nelle sue Opere), e la risultante quaternità archetipica promanante anche dalla sintesi dei pianeti, oltre ai concetti gnostico-filosofici cari al padre pioniere e fondatore della psicologia analitica.
Verrà fatta un’attenta analisi del Mysterium coniunctionis e dei processi di transfert e controtransfert nello spazio della relazione analitica analista/analizzando, riprendendo poi, sullo sfondo di Psicologia della traslazione, opera illuminante per quanto concerne certi processi psichici, le varie declinazioni dell’Anthrōpos gnostico. Da Berthelot ai trattati di Comario e le acque benedette
del trattato La profetessa Iside a suo figlio Horus⁵ fino a Zosimo di Panopoli e i vari processi di trasformazione del magnes lithos⁶, visto come processo elettromagnetico di attrazione e repulsione che avviene in moto locale simulando così la proiezione e fusione delle due sostanze magnes e magnesia nostra nel contenuto originario della proiezione inconscia⁷.
Una ricca messe di metafore e immagini dell’arcanum, del vas Hermeticum o vas naturale, del Lapis quadripartito, quadruplice flusso del Logos e dei quaterni gnostici di Mosè e del Paradiso⁸, stanno poi ad affastellare il libro con visioni che brulicano a trecentosessanta gradi, rifacentesi ai passi sparsi lungo le digressioni delle Opere dello psichiatra zurighese, se messe poi in comparazione con il quadro sinottico dei suoi studi alchemici, siffatto Opus potrebbe aprire una inestimabile breccia e modello teorico di ricerca sui contenuti dell’immaginazione attiva su un approfondito lavoro e studio di amplificazione archetipica della tecnica analitica per un’interpretazione del linguaggio schizofrenico paranoide e del materiale psicotico riscontrabile negli stati caotici
.
Il saggio solleva poi anche la questione se il linguaggio metaforico ed ermetico dello psichiatra zurighese sia più recepito dalla corrente che fa riferimento al movimento della psicologia analitica negli odierni studi junghiani e postjunghiani o se quella "vilitas sia proprio l’acqua senza sapore, perché considerata inutile, inoperosa quando essa è effettivamente la
tortuositas e la
curvitas" ermetica del Serpens Mercurii, quello spirito dalle parvenze di un "piscator o
Leviathan" che, considerato di poco valore, è quanto di più mirabile come il typos portat da cui Jung citava Efrem il Siro in riferimento al Cristo, ovvero l’uomo interiore: "...il suo tesoro è nascosto e senza valore (vilis), ma qualora lo si apra, mirabile a vedersi..."⁹.
Diego Pignatelli Spinazzola
1. C.G. Jung, Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé, in Opere, vol. 9, t. 2, Bollati Boringhieri, Torino 2005.
2. C.G. Jung, Mysterium coniunctionis, in Opere, vol. 14, t. 2, a cura di M.A. Massimello, Bollati Boringhieri, Torino 2008.
3. C.G. Jung, Psicologia e alchimia, in Opere, vol. 12, Bollati Boringhieri, Torino 2006.
4. C.G. Jung, La psicologia della traslazione, in Pratica della psicoterapia, in Opere, vol. 16, Bollati Boringhieri, Torino 1981.
5. M. Berthelot, Collection des anciens alchimistes grecs, 3 vol., G. Steinheil, Parigi 1887-1888, vol. 1, XIII.
6. Vedi Plinio, Naturalis historia.
7. Vedi Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé, cit., p. 146.
8. Ivi, cap. 14.
9. C.G. Jung, Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé, cit., p. 131.
Introduzione
C.G. Jung aveva rivitalizzato il concetto dell’immagine cristiana con l’ampio uso delle dominanti mitiche. In Alchimia junghiana muovo l’ipotesi del dogma dello psicologo svizzero nel paradigma dell’unidimensionalit๠e parimenti cogliendo l’aspetto sincronistico del concetto di quaternio dalle premesse in cui Jung le aveva dedotte sulla quaternità, la diade spazio-tempo, la causalità e il Diabolus come quarto emergente (tertium comparationis). Il tenore poetico di questo saggio incide poi a chiare lettere la predilezione junghiana per l’arcanum. Un simile arcanum o magnete psichico situatosi in arcano loco sembra il più idoneo a rappresentare l’impostazione letteraria dello psicologo svizzero e il suo figurarsi l’inconscio nell’equoreo melousinico, il verdeggiare glorioso e rugginoso di un Età dell’oro, parimenti la lebbra del metallo
, la leprositas metallorum o magnesia nostra individuata nella Vergine Ciprigna e nella lega ferro, rame (cuprum) e Mercurio, anche queste immagini tripartitiche (Mercurius, Sulphur, Sal) e risalenti quindi nel contesto alla Trinità. Quest’ultima quale premessa empirica promosse per Jung la rivisitazione di una rinnovata commozione (ergriffenheit) per il dogma e il simbolismo religioso. Altro motivo è quello gnostico in cui il saggio precedentemente esposto² tenta di riprendere il concetto alchimistico dell’assioma di Maria Prophetissa detta l’Ebrea. Assioma che viene rivisitato secondo una prospettiva teorica nella scissione e separazione del femminile (binarius di Gerhard Dorn, alchimista del XVI secolo). Dal ternarius alla tetrameria gnostica in una suddivisione e differenziazione di angoli della croce e piani che dipartono dall’agnosia per promuovere un concetto di metanoia e ripercorrere in Aion di C.G. Jung i maggiori temi gnostici fino a quella speculazione ermetica del magnete elargito dalle acque a parafrasi del Figlio dei Filosofi estratto dall’acqua della dottrina (aqua doctrinae), il magnes noster. Originariamente associato all’Echeneis di Plinio e al De profundo levatus³, il Mercurius noster è quindi un immagine del Sé che costella i contenuti inconsci così come il pisciculus rotundus, la Remora degli alchimisti, veniva tratto all’amo dal piscator, anche questa un’immagine di quella presa di coscienza cristiana che gettando la lenza per il Leviatano ne ricava l’immagine simbolica del Redentore (corpus glorificationis/Rex Gloriae), il carbuncolo, l’avis Hermetis della gnosi alchemica che Jung stesso concreterà nella metafora ermetica del Mercurio filosofico, lumen superans omnia lumina, la luce sopra le luci
. Come l’alchimista Maier (1568-1622): Figlio estrai dal raggio la sua ombra
⁴ così la luce non è priva dell’ombra ed è di fatto una privatio Lucis che allenta la dicotomia e dissociazione del Sé e l’antitesi originaria dell’archetipo psicologico di Cristo e che corrisponderebbe a una campana senza il batacchio⁵ il che a indicare la polarità di notte e giorno, Sole e Luna nell’elemento di congiunzione e nel matrimonio chimico dei Luminari. "In origine era il Ka-mutef", l’elemento di fusione o di identità mistica (participation mystique) o psicotica, l’originaria homoousia. È la teoria dell’incesto rivisitato nella sua referente endogamica e transgenerazionale dove l’elemento genitoriale e partneriale diviene un processo della dinamica interna di rifusione psicotica
e processo di identità fusionale. Il processo di libido endogamica sottende invece l’originario ermafrodito alchemico (Re-bis) che può raggirare lo scoglio dell’identità inconscia e vincere in definitiva il tricefalo tenebroso, Ofiuco (3) che ostacola lo sviluppo partneriale bloccando i vettori di progressione nel processo di transizione dall’1 (anima) al 2 (Animus) e dal 2 al 4 (binarius scisso, il dies lunae). Sarà il Rebis, l’ermafrodito, il Serpens quadricornutus ovvero il quaternio a proporre la conversione nella libido endogamica e ciò che i kleniani intendono come reinvenimento dell’oggetto. In conclusione Alchimia junghiana è un Opus che mira alla poetica e all’originale riproposizione del Lexicon junghiano recuperato e riproposto ad analogiam dagli alvei della trattazione delle Opere di C.G. Jung.
La traiettoria classica, Gerhard Dorn, il binarius, il ternarius, la quaternità, tutto questo ho cercato di elaborare attraverso la prospettiva della Trinità vincolata nel pensiero di C.G. Jung al princeps huius mundi e alla Mater Coelestis o Regina austri. Il quaternio quindi meritava di essere esteso attraverso un’attenta analisi empirica della sincronicità e dell’approccio junghiano al quaternario. Cosa che ho cercato di fare in Alchimia junghiana. Riflessioni teoriche di psicoanalisi junghiana e psicologia del profondo: Attraversando l’Opus alchemico di C.G. Jung⁶. Rivisitando il Mysterium coniunctionis, Aion: Ricerche sul simbolismo del Sé, Studi sull’alchimia, La sincronicità come principio di nessi acausali (1952), Psicologia e religione (1938-1940) e Saggio d’interpretazione psicologica del dogma della Trinità (1942-1948), ho esteso poi all’analisi dello psicoanalista svizzero delle brevi metafore sui processi chimici (magnete/magnesia, controsessualità e funzione riflessiva) sul processo di scissione e ricongiunzione degli opposti psichici e della natura divisa del binarius, del femminile, ipotesi che avanzerà la Refutatio di Gerhard Dorn a difesa stessa della Trinità. Esaminando poi il concetto di privatio lucis, l’analisi tematica si sposterà su Aion e sul concetto empirico di dogma e/o di scissione dogmatica come per l’umbra Jesu e per l’antitesi dell’Anticristo⁷. Ma è nella serie di Vigenère e Michael Maier che ricalcherò l’interesse di C.G. Jung per quel paradigma sperimentale e teoretico che egli stesso estese sullo Scrutinium chymicum di Maier (1687) e sulla serie di Vigenereus⁸ e in Michael Maier, Ignis elementalis re et nomine abbozzata su Aion⁹.
Dal Mysterium coniunctionis (1955-1956) a La sincronicità (1952) verrà posto in risalto più che una contestualizzazione storica, un concetto di revisione del dogma attraversando fedelmente quell’opera di Jung dal titolo Psicologia e religione e Saggio d’interpretazione psicologica del dogma della Trinità, seppur estendendo preposizioni teoretiche del Mysterium coniunctionis sul concetto di libido endogamica nell’analisi sessuale e controsessuale del transfert e del controtransfert, della scissione e della differenziazione. Al concetto di divisio ho esteso una più ampia riformulazione per una rivisitazione di processi di depersonalizzazione, afflictio animae, estrapolati dall’alchimia prepostasi a scienza proto-clinica all’interno di un simbolismo alchemico e quindi incentrato su una precipua rivalutazione di dinamiche che esaminano lo spettro della schizofrenia e della posizione schizoparanoide (al cui significato di ricongiunzione dell’Aenigma regis, contenente il quattro nella divisione del binarius, rilevo poi la scissione del femminile). Se la terameria e la scomposizione e differenziazione del quattro, della tetrameria rivelava per Jung un’amplificazione e una progressione graduale dall’uno verso il quattro, attraverso l’analisi degli aggregati, in Jung e l’alchimia¹⁰ e in Alchimia junghiana¹¹ ho tentato di estendere il suo enunciato con l’elaborazione teorica di una ricomposizione avvenuta dalla scissione del binarius o dell’Unarium per opera del Tre (tricefalus); quindi la ricomposizione che fa la sua entrata dal Lapis scisso
(binarius) al lapis originario
/quaternit๲. Annettendo la centralità del pensiero giudaico-cristiano nella cornice del dogma, in Jung e l’alchimia ho elaborato poi in un parallelo sinottico quest’unilateralità avvinta dalle maglie del dogma, religioso (Trinità) stesso in cui l’assioma di Maria Prophetissa ha ben poca presa se non nel modello teorico-clinico kleiniano di scissione (splitting) nella posizione schizoide e schizoparanoide e nella relazione anima/Animus avvenuta dall’inclusione e nella scissione del binarius. In Alchimia junghiana estendo questo spunto all’interno della relazione controsessuale laddove emergerebbe la pulsione della libido endogamica (tricefalus) e da questi alla ricomposizione e liberazione del binarius scisso nel doppio binarius, parimenti la quaternità. Porto poi la metafora ontologica della psicosi che ho elaborato in Jung e l’alchimia al lato teorico della faccenda, laddove è il vettore occlusivo (tricefalus) che orienta le pulsioni endogamiche verso l’oggetto scisso nel rapporto controsessuale collidendo di fatto il Serpens