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Il Seduttore
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E-book229 pagine3 ore

Il Seduttore

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Info su questo ebook

Dieci giorni. Questo è tutto ciò che chiedo. Ma nessuno dei miei compagni di squadra è disposto a prestarmi una sorella, una cugina o un'amica fidata per interpretare la mia finta ragazza per il matrimonio di mio fratello.

Cavolate. Sì, è risaputo che non sono un santo. Ma intendo tenere le mani a posto perché l'ultima cosa di cui ho bisogno è un'altra complicazione.

Sto per arrendermi quando il destino fornisce la risposta alle mie preghiere.

Non sono il suo tipo.
Non esce con gli atleti.
Tutto ciò che questa donna sexy, intelligente e perfezionista vuole è un po' di divertimento, una fuga dalla sua vita incentrata sulla carriera.

È un accordo semplice. Allora perché lo sto complicando?

LinguaItaliano
Data di uscita11 apr 2023
ISBN9798215377123
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    Anteprima del libro

    Il Seduttore - Mira Lyn Kelly

    Il Seduttore

    Autore Mira Lyn Kelly

    Copyright © 2023 Mira Lyn Kelly

    Titolo originale: Dirty Talker

    Traduzione di Paola Ciccarelli

    Progetto di copertina © 2023 Najla Qamber Design

    Fotografo di copertina © J. Ashley Converse Photography

    Modello in copertina: Austin Loes

    Quest’opera è frutto della fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone reali è assolutamente casuale.

    Questo libro contiene materiale protetto da Copyright e non può essere copiato, trasferito, riprodotto, distribuito, noleggiato o utilizzato in alcun altro modo a eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’autore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge.

    Indice

    Copyright

    Capitolo 1

    Capitolo 2

    Capitolo 3

    Capitolo 4

    Capitolo 5

    Capitolo 6

    Capitolo 7

    Capitolo 8

    Capitolo 9

    Capitolo 10

    Capitolo 11

    Capitolo 12

    Capitolo 13

    Capitolo 14

    Capitolo 15

    Capitolo 16

    Capitolo 17

    Capitolo 18

    Capitolo 19

    Capitolo 20

    Capitolo 21

    Capitolo 22

    Capitolo 23

    Epilogo

    Ringraziamenti

    Altre opere

    Biografia

    A Kara Hildebrand

    1

    Wade

    Offseason

    Un altro fottuto club. Non fa per me, ma Boomer e Bowie adorano i locali di questo tipo, così come Axel. Non ne hanno mai abbastanza dei privilegi e dei trattamenti da VIP. Il frastuono che passa per musica, le luci che richiedono un avviso sulla fotosensibilità.

    Pensavano che sarebbero stati al sicuro qui, ma quando è troppo è troppo.

    Supero il buttafuori che indossa un orecchino grande quanto il mio pollice e mi dirigo verso l’estremità della balconata dove i miei compagni di squadra sono stravaccati su dei divani dalla forma strana che circondano qualcosa che dovrebbe passare per un tavolo.

    Boomer è il primo a vedermi e sì, quello sguardo colpevole e quella gomitata che dà a Bowie mi dicono che avevo ragione. Si stavano nascondendo. Fighette.

    Axel è di spalle, ma quando si volta, sfoggia quel sorriso pigro che dice che non gliene frega niente che li ho trovati. Tipico. «Ehi, amico. Hai firmato il tuo nuovo contratto?»

    «Non ancora.» E non intendo farmi distrarre parlando del mio contratto NHL quando ho cose più importanti a cui pensare. Mi lascio cadere su una poltrona e li guardo negli occhi uno a uno. «Giurate di non avere una sorella, una cugina o un’amica fidata disponibile che mi state nascondendo.»

    Fra meno di una settimana devo tornare a casa per il matrimonio di mio fratello, e se mi presento senza un’accompagnatrice…

    Merda, non posso sopportare un’altra settimana di scuse e arrovellamenti per trovare modi educati per districarmi da una conversazione profonda dopo l’altra. Dalla speranza, dal dolore e dalla triste delusione che mi fanno sentire come il più grande stronzo del mondo.

    Boomer inizia a grattare via l’etichetta dalla birra e Bowie è improvvisamente affascinato dal soffitto. Invece, quel bastardo di Axel mi guarda dritto negli occhi e fa spallucce.

    Cristo, sono quello che può convincere chiunque a fare qualsiasi cosa. Eppure, nessuno di questi coglioni è disposto a sganciare una sorella per me. «Che diavolo, amico? Sono un bravo ragazzo.»

    Niente.

    «Sono disperato.»

    «Uh-huh.»

    Sbuffo, perché è così che mi sono ridotto. Dopo Static, sono probabilmente il figlio di puttana più tosto nella squadra di hockey dei Chicago Slayers. Ma sono stizzito perché i miei amici non vogliono condividere. «È tutto quello che hai da dire?»

    «Cosa vuoi che dica, amico?» Axel si passa una mano in una lunga ciocca di capelli che non taglierà fino all’inizio della preseason. «Le ho tutte e tre, più un fratello single a tre chilometri da qui. Ma non puoi avere nessuno di loro.» Incrocia di nuovo i miei occhi, stavolta con uno sguardo serio. «Non mercanteggio mia sorella per i matrimoni. Mia cugina mi accoltellerebbe se le suggerissi di lasciare che uno dei miei compagni di squadra si comporti come se fosse sua. E riesco a mantenere le amiche non chiedendo loro favori di merda, specialmente quelli che durano una settimana.»

    Dieci giorni, in realtà, ma tale precisazione non mi aiuterebbe di certo.

    Axe si rilassa contro lo schienale. «Quanto a mio fratello, è un cane in calore.  Si scoperebbe la sposa prima della fine della cena prenuziale. Puoi trovare di meglio.»

    Sono stranamente commosso, ma questo mi lascia ancora nella merda.

    Mi rivolgo a Boomer. «Andiamo, bello. So che hai una sorella. Lasciamela prendere in prestito. Solo per una settimana. Per favore?»

    Ben Boenboom è uno che ha una faccia perennemente buffa. È amichevole e sempre sorridente. Ma non ora.

    «Prendere in prestito mia sorella?»

    Oh-oh.

    «Per una settimana? E condividere la camera da letto con te?» Bowie, sedutogli accanto, si sporge verso di me con un luccichio minaccioso negli occhi che mi ricorda che lui e Boomer, oltre a essere coinquilini, sono amici da abbastanza tempo che probabilmente è altrettanto protettivo nei confronti di suddetta sorella.

    Lo sguardo di Boomer si indurisce. «Puoi andartene a fanculo.»

    «Amico, non sto cercando di sbattermi tua sorella. Non proverei mai a…»

    «Prendere in prestito la mia sorellina per una settimana in cui dormireste nella stessa stanza?»

    Dieci giorni. Ma Cristo. «Sì, questo.»

    Lui e Bowie si appoggiano di nuovo allo schienale con un cenno del capo che mi spinge a pizzicarmi il ponte del naso.

    Tutto quello che mi serve è una ragazza. Cosa che non ho mai avuto problemi a ottenere. Ci sono donne in abbondanza nel club affollato, conigliette in fila al bar che aspettano solo che arrivi il segnale.

    Acqua, acqua in ogni dove, e non una goccia da bere.

    Non posso portare a casa nessuna di queste ragazze. Peggiorerebbe soltanto l’intera situazione.

    Ora che ci penso… «Dove sono le conigliette?»

    Di solito a quest’ora ce ne sarebbero già due sulle ginocchia di Boomer.

    «Axe non ci permette di invitarle» dichiara cupamente quest’ultimo.

    Inarco un sopracciglio e mi giro verso Axel. «No?»

    «Sto aspettando un’amica. Amica. Sai, il genere di donna in cui non inzuppo il biscotto, una a cui posso chiedere di accompagnarmi a un matrimonio senza preoccuparmi che si faccia un’idea sbagliata. Inoltre è sposata, quindi non provare nemmeno a rimorchiarla.»

    «Ah-ah-ah.» Coglione.

    «Eccola.» Axe fischia e alza una mano verso il punto in cui una dozzina di ragazze stanno salendo le scale che conducono alla zona privata. È una marea di vestiti corti, tacchi quadrati e risatine eccitate.

    Dovrei andarmene, lasciare che i miei compagni si divertano mentre io me ne torno a casa e…

    Cavolo. Impossibile.

    Nel mare di volti femminili, uno si distingue dagli altri.

    La conosco. Più o meno.

    Harlow Richards lavora in banca. Non si occupa del mio conto, ma l’ho vista al piano dei servizi finanziari privati. Ho preso l’ascensore con lei. Ho notato che non portava un anello e potrei aver provato ad attaccare bottone una volta o due.

    Provato è la parola chiave.

    È lei. Riconosco quegli occhi color terra d’ombra e il modo in cui giocherella con la soffice chioma che le ricade sulla spalla. Quella bocca seducente mentre beve un sorso del drink contenuto nel bicchiere a stelo che tiene in mano.

    Mi chiedo quali siano i suoi programmi per le prossime settimane.

    Ah, lasciamo perdere.

    L’unica cosa che so di questa ragazza è il suo nome, e questo solo perché ho convinto il tizio della caffetteria nell’atrio a dirmelo. Potrei aver bisogno di un’accompagnatrice, ma neanche per sogno porterei una completa sconosciuta a casa dalla mia famiglia per più di una settimana. Non senza che una fonte affidabile mi assicuri che non sia una psicopatica.

    Tuttavia, ha la mia attenzione.

    È più che altro curiosità. Ora che la mia carriera nell’hockey sta finalmente andando per il meglio, non ho il tempo per una relazione. Ma per una notte o un paio d’ore?

    Chi lo sa.

    Harlow non sta sorridendo. Non sta osservando la zona esclusiva del club come se non potesse assorbirla abbastanza velocemente. Non sta divorando con occhi estasiati, o anche solo curiosi, me e i miei amici, perché questo è ciò che sono, anche se non vogliono condividere le loro sorelle.

    Forse questo posto non fa neanche per lei. Però si stacca dal gruppo e viene verso di noi.

    Verso Axel, che si alza per salutarla. Solo che lui ha detto che era sposata e… E poi mi rendo conto che non è sola. Ed è la ragazza al suo fianco che salta felice tra le braccia aperte di Axel, ringraziandolo per averle procurato l’accesso VIP per la festa della sua amica.

    I miei compagni di squadra invitano le ragazze a unirsi a noi e io mi rilasso sulla poltrona. Potrei essere fregato per quanto riguarda un’accompagnatrice per il matrimonio di mio fratello, ma forse questa serata ha ancora del potenziale.

    * * *

    Harlow

    Giocatori. Come se questa serata non fosse già abbastanza brutta.

    Bevendo un avido sorso dello Snowflake Martini, scivolo accanto alla mia carissima collega di lavoro e aspirante life coach, Annette Quinto, offrendo un distratto cenno di saluto con la mano ai ragazzi seduti intorno al tavolo mentre si presentano. In qualsiasi altra circostanza fingerei almeno un lieve interesse, ma stasera – e forse per la prima volta nella mia vita – non ce la faccio.

    Non importa. Sono sicura che l’ego di questi atleti possa sopportarlo.

    Giro il cellulare che ho in mano e guardo torva l’email dell’intero reparto che si congratula con Junior per il lavoro che fino a qualche ora fa era mio.

    «Spegni quell’affare» mi sgrida Nettie, afferrandomi la mano e spegnendomi il cellulare. «Dimentica la promozione. So che fa schifo. So che è ingiusto. Ma almeno per stasera smetti di pensarci.»

    Giusto. Il piano era una serata di svago.

    Non me ne prendo mai una. Mai.

    Finisco il secondo Snowflake, ma non mi sento affatto meglio. Non mi sento rilassata come Nettie ha assicurato mi sarei sentita. Peggio ancora, continuo a essere corrucciata.

    E detesto questa cosa.

    Quasi quanto l’occhiolino compiaciuto che mi ha rivolto Junior quando mi è passato davanti mentre si dirigeva verso il suo nuovo ufficio.

    Quando imparerò?

    Nettie sta parlando a raffica con i ragazzi che ci circondano, facendo amicizia come fa con tutti. Come io non faccio con nessuno.

    Quello biondo dal sorriso buffo chiede della festa, vuole sapere chi è la futura sposa e quali ragazze sono single.

    «Giusto.» Quello dall’aspetto scontroso che gli sta accanto indica l’amico sulla poltrona. «Grady cerca un’accompagnatrice per il matrimonio di suo fratello che si tiene la prossima settimana.»

    «Ti accompagno io!» strilla Nettie, e non posso evitare di ridere. È il tipo che afferra la vita per le corna, ed è una delle cose che preferisco di lei.

    Non starebbe a guardare mentre qualcuno con meno della metà della sua esperienza le ruba il lavoro per cui ha lavorato per quasi un decennio. Si lascerebbe adulare dagli head hunter e valuterebbe le proposte per una posizione migliore della precedente.

    Non si prenderebbe due settimane di pausa mentre ha luogo la riorganizzazione e le viene trovata una nuova posizione.

    Perché il mio bicchiere è vuoto?

    L’amico di Nettie, o meglio il cliente – o entrambe le cose? – scuote la testa con una risatina. «Scusa, tesoro. Gli serve per una settimana. E ha bisogno di qualcuna disposta a fingersi la sua ragazza.»

    Inarco le sopracciglia.

    Quello a cui serve un’accompagnatrice geme. «Cavolo, amico.»

    Ahia. Beh, almeno stasera non sono l’unica a dover fronteggiare l’imbarazzo.

    Amico Cliente lo liquida con un gesto della mano. «Rilassati, Nettie e Harlow gestiscono i nostri soldi. Non lo spiffereranno a TMZ.»

    Ha ragione su TMZ. Non lo faremmo mai. Ma sui soldi? Non proprio. Laddove Nettie è un senior account manager nella divisione sportiva dei servizi finanziari privati, io non lavoro in modo diretto con i soldi di nessuno. In effetti, fino all’annuncio di questo pomeriggio, ero a capo del reparto compliance.

    Nettie si picchietta il mento con un’unghia laccata di rosso e squadra da capo a piedi Senza Accompagnatrice. «Però sei figo.»

    È vero. Ha un fisico pazzesco, se ti piacciono quelli pieni di muscoli.

    «Perché non riesci a trovare un’accompagnatrice?» gli chiede Nettie, poi si rivolge ad Amico Cliente. «È un coglione?»

    Senza Accompagnatrice reclina la testa all’indietro e si copre gli occhi con i palmi delle mani. Il movimento gli fa gonfiare i bicipiti e il petto ampio. E che sia o no un coglione, quella vista è spettacolare.

    «No. Grady potrebbe procurarsi un’accompagnatrice prima che arrivi il prossimo giro di drink.» E come se fosse una specie di mago, una ragazza con un vestito corto e scintillante arriva e inizia a servire i drink, incluso un altro Snowflake Martini per me. Amico Cliente strizza l’occhio. «Solo che non riesce a scovare l’unicorno che spera di trovare.»

    Sorriso Buffo scuote la testa. «È fottutamente esigente. Vuole una ragazza che non sia affatto interessata a lui. Una ragazza che non si faccia illusioni.»

    Wow. Che rubacuori.

    L’egotista desideroso di un’accompagnatrice scuote il capo, lanciando quello che sembra uno sguardo preoccupato… nella mia direzione? «Sì, perché non ho tempo per una ragazza in questo momento, e non voglio finire col ferire i sentimenti di qualcuna.»

    Senza Accompagnatrice, non preoccuparti per me. Non gestisco i tuoi soldi e la cosa non mi interessa.

    Solo che, in realtà, mi interessa. Perché ci sono molti stronzi in giro che non tengono mai conto dei sentimenti altrui.

    Nettie annuisce piano. «Pensavo che voi giocatori professionisti aveste un gruppo di persone nello staff per aiutarvi con cose del genere. Non c’è qualche principessa del pop con cui il tuo team di PR può accoppiarti?»

    Sorriso Buffo risponde per lui. «Certo, ma che succede quando, la settimana successiva, tale principessa pubblica sul proprio feed Instagram una foto in cui un componente di una boy band le sta infilando la lingua in gola? Troppo facile da smascherare.»

    Aspetto Scontroso aggiunge: «E suddetto unicorno deve avere delle referenze. Non più di due gradi di separazione.»

    «Giusto, giusto» concorda Nettie, aggrottando le sopracciglia. «Non sai se venderà la tua storia all’Enquirer o se ti toglierà un rene mentre dormi.»

    Ok, adoro Nettie. Perché l’espressione che compare sul viso del povero Senza Accompagnatrice rivela che sta decisamente pensando ai propri reni. Ed è piuttosto divertente, in verità.

    Bevo un altro sorso del drink mentre i ragazzi intervengono uno a uno.

    «Niente sconosciute.»

    «Niente celebrità.»

    «Niente prostitute.»

    Che raffinatezza.

    «Niente conigliette.»

    Conigliette? Cosa piace a questi tizi?

    Nettie saltella sul divano e batte le mani. «Ci sono! Qualcuno di voi ha una sorella?» Le sue parole sono seguite da uno scroscio di colpi di tosse, brontolii e schiarimenti di gola. «Ok, quindi niente sorelle.»

    Posso praticamente sentire Senza Accompagnatrice digrignare i denti mentre lancia uno sguardo omicida ai suoi amici. «Sono. Un. Bravo. Ragazzo.»

    Nettie si morde il labbro, poi qualcosa attira la sua attenzione dall’altra parte della stanza e si alza. «Ehi, devo andare a parlare con la futura sposa.» Si gira verso di me, superando con cautela le gambe lunghe un miglio e larghe il triplo che ci circondano. «Dammi solo un minuto, torno subito.»

    «Ti aspetto qui.» Non conosco bene la sposa. Sono alla festa solo perché un’altra ragazza del loro reparto ha cancellato all’ultimo minuto e Nettie mi ha praticamente trascinata con sé. La verità è che non dico mai di sì. Non agisco mai d’impulso. Non faccio mai la cosa divertente.

    Non faccio mai nessuna delle cose che susciterebbero disapprovazione in mio padre, un uomo devoto soprattutto al lavoro. Ma stasera sono ferita dal suo disappunto. Sono amareggiata dalla carriera a cui mi sono dedicata. E forse una piccola e meschina parte di me adora il fatto che mio padre odierebbe da morire tutto questo.

    Il club.

    La festa.

    I drink pieni di fronzoli.

    I giocatori.

    Specialmente i giocatori.

    Sorrido e mi rilasso contro lo schienale.

    I

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