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Hammered: Quando l'amore ti travolge
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Hammered: Quando l'amore ti travolge
E-book284 pagine4 ore

Hammered: Quando l'amore ti travolge

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Info su questo ebook

Quando ho messo piede nel pub di Blue Bay, ho cercato il tizio più grosso e più sexy che ci fosse.
Il bacio che ci siamo scambiati lo ha colto alla sprovvista... lo stesso effetto che speravo di procurare al mio stalker.
La mia carriera a Hollywood non potrebbe sopportare altri scandali o altre foto rubate.
Ed è per questo che ho voluto gestire la situazione da sola.
Ma il ragazzo che ho baciato...
Oh, mamma!
Tyler Owens, il cattivone del circuito MMA, ha insistito per tenermi al sicuro.
E, devo ammetterlo... se la stava cavando alla grande.
Andava tutto bene, finché le minacce non si sono fatte reali e il lottatore MMA si è trovato ad affrontare il combattimento peggiore della sua vita...
E io — l’attrice che ha trascorso una vita a fingere di essere qualcun altro — ho dovuto decidere cosa fosse vero e cosa no.
LinguaItaliano
Data di uscita16 feb 2023
ISBN9791220704953
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    Anteprima del libro

    Hammered - Cathryn Fox

    1

    TYLER

    «Un’altra serata, l’ennesima birra fredda al Winchester,» mormoro, guardandomi attorno nella bettola più popolare di Blue Bay. Tracanno il liquido ambrato e poi, con un tonfo non necessario, poso la bottiglia sul tavolo di legno scheggiato. Emetto un sospiro esagerato e giocherello con l’etichetta, pronto ad andare a casa, finché non sento un paio d’occhi addosso. Mi volto verso mio fratello Jared e inarco un sopracciglio. «C’è qualcosa che non va?»

    «Sì. Sono stanco del tuo muso lungo. Che cazzo di problema hai? Sono le nove e sembra che tu sia pronto ad andartene a letto… da solo,» risponde, facendo scivolare lo sguardo sulla bella brunetta due tavoli più in là.

    Lo so… non si è mai sentito che un Owens single trascorresse un sabato sera senza una donna tra le lenzuola. So anche che il mio fratellino stasera si farà quella bellezza vestita di tutto punto o una qualsiasi delle altre ricche ragazze viziate che trascorre l’estate qui a Blue Bay, in Connecticut. Tornano ogni anno per abbronzarsi e divertirsi un po’ con i giovani locali, per poi ripartire alla volta delle loro vere vite una volta arrivato l’autunno. Ormai sono tornato a casa da due anni, mi sono ritirato dal circuito MMA per aiutare nella ditta di costruzioni di famiglia dopo la morte di papà e mentirei se dicessi di non essermi portato a letto la mia bella parte di donne alla ricerca di un’avventura estiva. Non posso neanche negare di essere stato abbastanza sveglio da non affezionarmi e che le storielle estive senza impegno sono state, beh… molto divertenti.

    Sono state?

    Porca troia, ho qualcosa che non va, anche se non so cosa. Adoravo essere al centro dell’attenzione nella gabbia, adoravo la fila di donne che mi aspettava dopo una vittoria sudata. Ma adesso, non lo so… Sean e Jamie, i miei fratelli maggiori, stanno dimostrando che i ragazzi Owens alla fin fine riescono a essere monogami. Chi lo avrebbe mai detto? Io no di certo. Entrambi si sono sposati e hanno dei figli. Santo cielo, Summer, la moglie di Sean, è incinta per la seconda volta. Spero proprio che sia una bambina, altrimenti, nonna Nellie mi perseguiterà per farmi sistemare e darle la pronipote che desidera. In passato ero contrario al matrimonio, ma di recente mi sto chiedendo come sarebbe essere sposato. Mi viene da ridere al pensiero.

    Mio Dio, gli otto ragazzi Owens, cinque fratelli e tre cugini, hanno delle reputazioni lunghe chilometri. A quanto pare, abbiamo dei problemi con la legge e l’agente Walker in persona ha consigliato ai proprietari di cottage estivi sull’oceano, gente non del posto che non conosce la nostra reputazione, di restarci lontano. Walker e mio padre hanno un trascorso turbolento e la disputa tra i due non è finita con la morte di papà. Anzi, si è estesa agli altri Owens. Farebbe meglio a togliersi dai coglioni e tenere le mani lontane dai miei nipoti. Non voglio che rovini loro l’infanzia.

    «Hai intenzione di rispondermi?» chiede Jared, poi solleva la mano verso Stacey, facendo segno di portare un altro giro di birre. «L’ultima volta che ti ho visto così giù è stato quando Rock Roberts ti ha fatto il culo e ti ha rubato il titolo UFC da peso medio.» Lancio un’occhiataccia a mio fratello. Doveva proprio tirare fuori quella storia ora? Avevo sperato di lasciare il circuito con il botto, ma Rock aveva altri piani.

    «Quella ragazza lì ti sta fissando. Perché non ci provi?»

    Oh, forse sto perdendo colpi e non mi interessano più le storie di una notte, comunque, anche se l’idea del matrimonio sta iniziando a sembrarmi attraente, sono un famoso lottatore MMA, il cattivone con cui alle donne piace divertirsi, ma che non porterebbero mai a casa da paparino.

    Jared continua a fissarmi: sto per dirgli di andarsene a fanculo e di farsi i fatti suoi, ma vengo distratto dalla pesante porta di legno che si apre e colpisce la parete con un forte tonfo. Tutti gli occhi si voltano verso l’esile bionda con enormi occhi azzurri che si chiude la porta dietro. Un vero schianto.

    Indossa jeans attillati che le avvolgono le sinuose curve e una maglietta che abbraccia delle tette fantastiche; si guarda intorno, quasi freneticamente. Mentre la osservo, mi si accende una lampadina. La conosco? È già venuta qui a Blue Bay? Non lo so, ma sono certo di una cosa: non è mai stata nel mio letto. Non lo dimenticherei così in fretta.

    Si dà un’occhiata alle spalle, sembra che stia scappando dal diavolo; risveglia ogni briciola di istinto protettivo presente in me. Mi alzo, trascinando rumorosamente la sedia sul pavimento. Faccio un passo verso di lei, che mi fissa con attenzione gli stivali. Solleva di scatto lo sguardo su di me, poi si dà un’ultima occhiata alle spalle, come se si aspettasse che qualcuno stacchi la porta dai cardini, e si metta a corrermi incontro.

    Che cazzo succede?

    Fissa gli occhi azzurri, pieni di preoccupazione, nei miei, poi si solleva sulle punte e mi fa scivolare le braccia magre attorno al collo. «Ti prego, reggimi il gioco,» dice in fretta, con il fiato corto.

    «Quale gioco?» chiedo, osservando l’espressione preoccupata sul suo viso.

    La porta si apre e lei si lancia un’occhiata di sfuggita alle spalle, con un sussulto. Poi torna a guardarmi e pronuncia a voce alta, in modo che la sentano tutti: «Eccoti qui. Ti ho cercato dappertutto.»

    Ma che cazzo sta succedendo qui?

    Prima che possa chiederlo, o anche solo rendermi conto di quello che sta succedendo, mi prende la testa tra le mani, interrompendo non solo il discorso, ma anche il flusso di sangue al mio cervello. Poso la bocca sulle sue labbra morbide e mi viene in mente un pensiero strano. È meglio chiedere perdono che permesso. Ma, porca puttana, questa donna mi travolge, sentire il suo corpo morbido contro il mio, che si sta facendo sempre più duro, mi conforta in modi impensabili. Il mio membro diventa di pietra, si ingrossa, si drizza, pronto all’attacco. Okay, chi se ne frega del permesso o del perdono.

    Sto al gioco; porca miseria, il mio uccello non mi permetterebbe mai di non farlo: assaporo la dolcezza della sua bocca con un’esplorazione frettolosa che mi piacerebbe gustare con calma. Ma lei è frenetica e, dato che non ho idea di ciò che sta succedendo e so solo che mi ha chiesto di reggerle il gioco, mi adeguo al suo ritmo e alle sue azioni.

    Per il momento.

    Le metto le braccia intorno alla vita e la stringo a me, senza perdermi il leggero gemito di piacere che le sale dalla gola, come se per un momento si fosse dimenticata di baciare un estraneo. Ma, a pensarci bene, forse non lo sono. Forse mi conosce. La sollevo da terra e lei si regge stretta alla mia schiena. La faccio voltare leggermente e do un’occhiata furtiva alla porta, giusto in tempo per vedere entrare mio fratello maggiore, Sean. È un grande e grosso figlio di puttana che spaventerebbe qualsiasi donna in un parcheggio. Un attimo, questa ragazza stava scappando da lui? Una delle luci nel parcheggio è rotta. È possibile che l’abbia spaventata?

    Interrompo il bacio e la poso a terra, mentre Sean viene verso di noi. Lei si lascia sfuggire un verso strano, qualcosa di simile a un animale in trappola. Nel frattempo, mio fratello si siede accanto a Jared. Tutti, inclusa Stacey che ci sta portando le birre, hanno gli occhi fissi sulla ragazza aggrappata a me come una cozza allo scoglio.

    Le metto le mani sulle spalle. «Stai bene?»

    Ha il respiro corto e affannoso e sposta lo sguardo da me a Sean. «Sì, è solo…»

    La guardo più attentamente. «Quel coglione di mio fratello ti ha spaventata?»

    «È tuo… tuo fratello?»

    «Sì, Sean. Ti ha intimorita?»

    Scuote la testa in fretta, troppo in fretta. Okay, qui sta succedendo qualcosa di strano e ho intenzione di arrivare a fondo alla questione. Le donne non mi corrono incontro, non si aggrappano strette a me come lottatori MMA nella gabbia. Non più, almeno.

    «È solo…» inizia. Si morde il labbro inferiore; senza dubbio sta cercando di farsi venire in mente una storia plausibile, a meno che non vada in giro a baciare gli estranei per sport. Non credo proprio comunque. Questa qui ha scritto innocenza in fronte. Sì, sono sicuro che qualcosa o qualcuno l’abbia spaventata.

    «Ti conosco?» chiede, stringendo gli occhi. Esamino il suo viso e la sua espressione perplessa. Capisco che mi ha riconosciuto dal modo in cui si irrigidisce e spalanca gli occhi azzurri.

    «Oh, mio Dio, sei Tyler Owens. Il Martello.»

    «L’unico e solo.» Abbasso la testa, le labbra di nuovo a pochi centimetri dalle sue. «E tu sei?»

    «Ehm…»

    «Ma tu sei Haven!» urla Stacey dopo aver posato l’ultima birra sul tavolo. «Haven Roberts.»

    Annuisco, mentre tutti i pezzi del puzzle si ricompongono. Haven Roberts. Sorella della mia nemesi MMA, Rock Roberts. Avrei dovuto riconoscerla non appena l’ho vista, considerato quanto Rock parli di lei, ammiri le sue abilità da attrice e la difenda quando la gente la definisce una diva.

    È da una settimana che la strada principale è piena di roulotte di Hollywood; il cast e la troupe si sono stabiliti nella nostra cittadina per girare un film estivo. Avrei anche potuto fare due più due e capire chi fosse, ma mi ha proprio colto alla sprovvista. E poi non ho prestato troppa attenzione all’entusiasmo nell’aria o alle infinite chiacchiere riguardanti il film.

    No, ultimamente mantengo un basso profilo; il mio unico obiettivo è lavorare sodo e mettere i soldi da parte. Il mio piano è guadagnare abbastanza da permettermi una struttura e degli attrezzi di prima classe per i ragazzi che seguono i miei corsi di arti marziali. Da un momento all’altro, potrebbero toglierci l’edificio che usiamo ora, lasciandoci a bocca asciutta.

    E, comunque, avrei dovuto riconoscerla. Mi sa che la paura che le ho letto nello sguardo, insieme a quel bacio bollente, hanno messo a repentaglio la mia capacità di pensare razionalmente. Mi irrigidisco al ricordo della paura nei suoi occhi. È stato mio fratello a spaventare l’attrice o qualcos’altro?

    Haven rivolge un sorriso tremulo a Stacey; ha le spalle più rilassate di quando ha messo piede nel Winchester, ma comunque ancora tese. «Sì. Sono qui per il film. Piacere di conoscervi,» risponde. Indica con il pollice un punto dietro le sue spalle. «Dovrei andare.»

    Si allontana con lentezza, ma la afferro per il gomito. Mi fissa negli occhi. «Stai bene?» chiedo.

    Sbatte le palpebre e il suo corpo si rilassa ancora sotto il mio tocco. Accidenti, è una sensazione bellissima.

    «Mi dispiace,» dice. «Era una scommessa. È…» si interrompe, alza gli occhi al cielo; poi continua, «un gioco stupido che facciamo quando arriviamo nelle nuove location. Sai, scegli il ragazzo più sexy della città e lo baci.»

    Perché non credo a una singola parola che le esce dalla bocca? Anche il suo enorme e temibile fratello non è altro che è un bugiardo. Anzi, non proprio. Ci divertivamo tutti a insultarci prima di un combattimento. Gettavamo merda sui nostri avversari per far entusiasmare i fan. La disputa tra me e Rock è stata leggendaria. Avremmo entrambi potuto vincere un Oscar per le nostre performance fuori dalla gabbia. Però, una volta dentro, non recitavamo mai. No, entrambi lottavamo per vincere, ma alla fine quel figlio di puttana mi ha rubato il titolo.

    Invece di farle notare la bugia, chiedo a voce alta: «Credi che sia il ragazzo più sexy di Blue Bay?»

    Jared ridacchia. «Deve aver perso gli occhiali per strada.»

    Tiro un calcio allo stivale di mio fratello e lui fa per alzarsi, ma Sean solleva la mano. «Non iniziate, voi due.»

    «Io… io dovrei andare,» dice Haven.

    Faccio un cenno verso la porta. «Ti accompagno.»

    «Non serve. Va tutto bene. Non succede mai niente di male a Blue Bay, vero?» replica, con una risatina nervosa. «Niente rapitori, né stalker.» Spalanca di nuovo gli occhi e serra la bocca, come se avesse rivelato troppo. Per una ragazza che si guadagna da vivere recitando, non è bravissima a interpretare il ruolo, perché mi sembra che si voglia rimangiare tutto ciò che ha detto.

    «Va bene, ma ti accompagno comunque,» controbatto, ripensando a quella volta in cui Summer, la moglie di Sean, è stata inseguita per strada dal suo ex. Blue Bay è una piccola cittadina sulla costa, ma non significa che non possa accadere qualcosa di spiacevole.

    Mi posa la mano sul petto e il calore del suo tocco mi manda un brivido lungo la schiena. La allontana e, dall’espressione sconvolta sul suo viso, non posso fare a meno di pensare che anche lei abbia sentito i fuochi d’artificio. «No, è tutto a posto, davvero.»

    Resto lì per un attimo, oscillando da un piede all’altro, e lei si allontana, come se avesse paura che la segua. Afferra la maniglia e apre la porta. Guardo oltre le sue spalle per cercare qualcosa, qualsiasi cosa che possa far risuonare un campanello d’allarme, ma lei lascia andare la porta, che le si chiude alle spalle.

    «Che diavolo è successo?» chiede Sean.

    Scuoto la testa e giocherello con i capelli, tirandomeli. «E chi cavolo lo sa.» I miei stivali riecheggiano sul pavimento mentre mi dirigo alla porta e la apro. Scorgo la sua chioma: Haven percorre in fretta il marciapiede. La maggior parte delle roulotte della troupe e del cast sono parcheggiate al confine della città, non troppo lontane dalla vecchia casa di famiglia dove viviamo tutti con nonna Nellie. Tutti tranne Sean e Jamie. Loro abitano sull’oceano con le proprie famiglie.

    Quella strana sensazione di desiderio torna a stringermi lo stomaco mentre penso a sistemarmi e al matrimonio, ma cerco di scacciarla via. Non voglio un altro interrogatorio da parte di Jared… o di Sean. Non crederebbero mai che sto perdendo colpi.

    «Ti tolgo dal lavoro alla casa dei Sanderson,» dice Sean a Jared quando torno a sedermi al tavolo.

    «Ah, perché?»

    «Sono appena tornato da una riunione e mi servi per costruire alcuni set per il film.»

    Jared sorride. «Interessante, soprattutto se posso vedere sempre Haven.» Scuote la mano come se fosse infuocata. «Quella ragazza è una bomba.»

    Dentro di me, sento un forte scatto di possessività e cerco di nasconderlo. Haven non è niente per me. Abbiamo condiviso un bacio per scherzo. Se mio fratello vuole provarci, non c’è nessun cazzo di problema… ma prima dovrà passare sul mio cadavere.

    Che cazzo sto dicendo?

    «È anche più carina dal vivo, non credi, Ty?» aggiunge Jared.

    «Sì, credo,» rispondo, con una scrollata di spalle. Cerco di sembrare indifferente, ma questi due cretini mi conoscono troppo bene.

    Bevo la birra e cerco di ignorare il mio seccante fratello, ma lui continua: «Magari costruisco un bel letto accogliente sul set. Sai, per dopo le riprese.» Inarca il sopracciglio e mi impegno di mantenere la calma.

    «Non hai problemi, vero, Tyler?» chiede Jared.

    Scrollo le spalle. «Perché dovrei?»

    «Hai qualcosa da dire, Tyler?» domanda Sean, portandosi la bottiglia alle labbra.

    Torno a giocherellare con l’etichetta sulla mia bottiglia. «Niente.»

    «Bene, riassegno anche te.»

    Faccio per protestare — non voglio lavorare sul set di uno stupido film che verrà smantellato a fine riprese — ma non ci riesco. Oh, e perché? Perché a Haven sta succedendo qualcosa di più di quanto voglia ammettere e io ho questo strano, innato bisogno di proteggerla… e tenere mio fratello lontano da lei.

    E no, non ha niente a che fare con il desiderio carnale. Voglio dire, insomma, cinque minuti fa ho detto che avevo perso interesse per le storie di una notte e questa donna ha la reputazione di farsela sempre con il protagonista del film che sta girando. Ma quel cazzo di bacio. Il mio stupido uccello si contrae e, se potesse parlare, il bastardo mi smentirebbe così in fretta da farmi girare la testa… quella sulle spalle. Okay, quindi sì, forse la desidero, ma sono anche preoccupato per la sua sicurezza. Sono un ragazzo premuroso.

    «D’accordo,» borbotto.

    «Hai sentito?» chiede Sean.

    Alzo lo sguardo su di lui. «Cosa?»

    «Nonna Nellie sta ospitando alcuni membri del cast.»

    Alzo la testa di scatto. «E perché?»

    Scuote le spalle. «Gli hotel e i cottage sono tutti prenotati e conosci la nonna, è nel suo stile. Non esistono estranei per lei.»

    «Credi che Haven starà a casa nostra?» chiede Jared, balzando in piedi.

    «Non lo so,» risponde Sean.

    Inarca di nuovo il sopracciglio. Ha perso improvvisamente interesse per la brunetta che stava adocchiando prima. «Mi sa che vado a controllare.»

    Gli metto la mano sulla spalla e lo spingo al suo posto. «Siediti, fratellino.»

    Jared ride. «Sì, proprio come pensavo.»

    2

    HAVEN

    Le stelle luccicano nel cielo di velluto e i grilli friniscono nei campi qui a fianco; percorro a passi veloci la lunga strada buia e cerco di lasciarmi alle spalle quello strano incontro al Winchester. Non è un compito facile, dato che mi formicolano ancora le labbra per quel bacio atomico. Porca miseria, chi è che si impegna con così tanta passione con un’estranea da far quasi esplodere tutto il resto? Accidenti, non riesco neanche a immaginare come sarebbero i suoi baci se fossero sentiti, e non fatemi neanche iniziare a descrivere la reazione tutt’ora in corso nel mio corpo, proprio intorno alla giuntura tra le gambe.

    Su entrambi i lati della strada tortuosa ci sono file di alberi; giro l’angolo e trovo una grande casa di famiglia che svetta in lontananza. Il dondolo sull’ampio porticato e l’insegna di benvenuto sopra la porta mettono subito a proprio agio i forestieri. In questo posto, tutto trasuda calore e accoglienza — una famiglia felice — e, con un sorriso stampato sul volto, mi lascio coinvolgere da quella fantasticheria come da un abbraccio confortante.

    Sono cresciuta in California ed entrambi i miei genitori sono agenti nell’industria cinematografica. Io e mio fratello maggiore Rock — il suo nome da gabbia, ovviamente — di sicuro non abbiamo avuto quella che chiamerei un’infanzia normale. Santo cielo, ho iniziato a fare pubblicità a quattro mesi e ho frequentato la scuola pomeridiana sul set. Rock recitava insieme a me, finché i miei non hanno scoperto le sue abilità nella lotta e hanno reindirizzato il suo talento. Fama e gloria sono le uniche cose di cui si siano mai interessati. Di crescere figli equilibrati, non tanto.

    In una cittadina come Blue Bay e in una casa di famiglia come questa scommetto che a cena tutti si siedono attorno al tavolo a parlare… di argomenti reali, importanti. Probabilmente, vanno a nuotare e a pescare nel lago proprio dietro la casa; le mattine di Natale, poi, risuonano senza dubbio di amore e risate attorno a un enorme abete scelto dai bambini e tagliato dal padre. Di sicuro pieno di decorazioni fatte a mano.

    Ridacchio. Mi sono immaginata un film, ma non posso farne a meno. Voglio pensare a una casa con dei bambini felici, perché è una cosa che ho sempre desiderato. Adoro mio fratello e sarei persa senza di lui. Accidenti, con dei genitori così assenti, io e Rock ci siamo stati l’uno per l’altra nella buona e nella cattiva sorte: potevamo contare solo su noi stessi; d’altronde come avremmo potuto fidarci di qualcuno nel mondo spietato in cui ci hanno lanciati? Rabbrividisco al pensiero del tipo di persone con cui abbiamo avuto a che fare nel corso degli anni.

    È probabile che la grande casa abbia ospitato una dozzina di fratelli e sorelle che litigavano come cani e gatti, si volevano bene e si fidavano l’uno dell’altra con la stessa veemenza. Ho sempre desiderato una sorella o anche solo un’amica che non fosse carina con me solo di facciata. La troverò qui, in questo alloggio accogliente, nella cittadina, o sto solo immaginando di vivere in quel vecchio calendario illustrato da Norman Rockwell che avevo da ragazza? Dio solo sa quanto io tenda a romanticizzare tutto… immagino che sia il mio modo di fuggire dalla realtà. Ma le esperienze passate mi hanno insegnato che il lieto fine esiste solo nei film.

    Dato che i posti disponibili in questo ex villaggio di cacciatori di balene sono terminati, alcuni membri del cast e della troupe si stabiliranno nella fantastica casa fino all’arrivo delle nostre roulotte. A quanto pare, in questo posto ha sede la ditta di costruzioni Blue Bay e i ragazzi — ho sentito dire che sono tutti fratelli e cugini — costruiranno dei set per noi. Seriamente, però, aprire la propria casa a degli estranei è una cosa molto ospitale, da paesino, vero? Non mi dispiace stare qui per un po’, mi basta avere un letto comodo per stanotte.

    Con uno sbadiglio, salgo l’ultimo gradino del porticato e colgo le voci provenienti dalla finestra aperta. Le risate e il cameratismo all’interno allentano la tensione dentro di me, nonostante le voci non mi suonino familiari. La felicità che esprimono mi fa pensare a una casa, a un focolare, a una sensazione di conforto… tutto quello che ho desiderato da bambina.

    Nel pensare alla mia sicurezza — e al mio stalker — rivivo l’apprensione che mi ha travolta prima. Sono saltata alle conclusioni e ho presunto che quell’uomo enorme che mi stava seguendo dal parcheggio del Winchester fosse quello

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