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Fette Biscottate
Fette Biscottate
Fette Biscottate
E-book228 pagine1 ora

Fette Biscottate

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Info su questo ebook

“La routine quotidiana di uno scrittore è scandita da momenti di produttività e da altri in cui ci si blocca davanti a una pagina bianca in cerca di ispirazione, in una miriade di interrogativi che confluiscono verso la ricerca delle parole più giuste da usare e, nel caso della poesia, anche di quelle che suonano meglio, magari con una rima perfetta e tutto per un solo fine: arrivare al cuore dei lettori. Il lavoro dell’autrice Cecilia De Maria raggiunge questo equilibrio proponendo una raccolta che si snoda tra poesie e racconti, legati da una leggerezza apparente che, leggendo tra le righe, rivela invece messaggi profondi.” 

Cecilia De Maria nasce e vive a Vicenza, città che ama. Da sempre creativa, dipinge, disegna e scrive. Proviene da una famiglia con attitudini artistiche che spaziano dalla scultura, all’incisione orafa; dalla pittura, al disegno: questa l’aria che ha respirato. È innamorata del pianeta Terra, della natura, dei bambini e degli animali.
 
LinguaItaliano
Data di uscita30 apr 2023
ISBN9791220141215
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    Fette Biscottate - Cecilia De Maria

    PREFAZIONE

    La routine quotidiana di uno scrittore è scandita da momenti di produttività e da altri in cui ci si blocca davanti a una pagina bianca in cerca di ispirazione, in una miriade di interrogativi che confluiscono verso la ricerca delle parole più giuste da usare e, nel caso della poesia, anche di quelle che suonano meglio, magari con una rima perfetta e tutto per un solo fine: arrivare al cuore dei lettori. Il lavoro dell'autrice Cecilia De Maria raggiunge questo equilibrio proponendo una raccolta che si snoda tra poesie e racconti, legati da una leggerezza apparente che, leggendo tra le righe, rivela invece messaggi profondi.

    La delicatezza dei versi esalta concetti spesso messi nel dimenticatoio: la semplicità necessaria a sostituire la frenesia quotidiana che sciupa il tempo con la valorizzazione del presente, la riscoperta della sensibilità per fare attenzione a quelle cose considerate infinitesime e dietro le quali invece si nasconde qualcosa di raro, il rispetto verso il prossimo, il valore dei ricordi per apprezzare ciò che il nostro passato ci ha insegnato e per camminare verso il nuovo con in tasca la consapevolezza di conoscere quali sono le emozioni che ci contraddistinguono e di che colore sono, proprio come nei versi della poesia I nostri colori.

    I racconti alternati alle poesie viaggiano verso una direzione altrettanto importante. Da un lato, l'autrice parte da un omaggio ad alcune fiabe classiche come Cappuccetto Rosso, Pinocchio, La Bella Addormentata, Biancaneve e Il Soldatino di Piombo e ne suggerisce una diversa e insolita rilettura e, dall'altro, propone racconti originali attraverso i quali, chi vorrà, può trarre la cosiddetta morale della favola.

    A cura di Josy Monaco

    FETTE BISCOTTATE

    ABBAIARE ALLA LUNA

    Abbaiare alla luna...

    fosse vero!

    Affidare

    al tondo volto pensoso

    i nostri dubbi,

    quasi fosse uno scrigno

    dove custodirli.

    Dirigere

    verso quel sorriso bonario

    le nostre paure,

    grati di riceverne consolazione

    e speranza.

    Abbaiare alla luna

    con fiducia,

    audacemente ponendola

    al pari nostro,

    dimentichi, ahimè,

    che se la sua faccia bianca

    ci muove alla preghiera,

    quella nera,

    che non conosciamo,

    nasconde orride risposte

    e temibili scenari.

    E la nostra voce, al pensiero,

    si fa uggiolio,

    sempre meno udibile,

    fino a scomparire.

    AFFANNO

    Spendere le ore

    ad inseguire la vita

    quasi potesse

    una volta girato l’angolo

    sparire per sempre

    o cambiar proprietario.

    L’affanno di acciuffarla

    per la coda

    non lascia spazio

    allo scorrere sereno

    del giorno,

    né al sorriso.

    AMICO DI PENNA

    Ti scrivo, caro amico,

    sempre più spesso.

    Scelgo le parole

    più giuste

    per arrivare al tuo cuore.

    Parlo di natura, di pioggia,

    di cielo e nuvole,

    di tempi andati

    e speranze.

    A volte,

    ripeto gli argomenti

    (forse ti annoio)

    e cerco di illuminare

    un momento buio con l’aiuto della penna,

    inventando parole divertenti

    che tu subito riconosci false.

    Scrivo con fiducia

    che tu sia sempre presente

    a leggermi, col tuo sorriso

    appena accennato,

    in ogni ora del giorno.

    Di notte,

    mi prendo una pausa rispettosa,

    per poi ricominciare all’alba

    il nostro dialogare,

    certa che non ci interromperà nessuno,

    perché tu,

    caro amico,

    non esisti.

    COROLLE BIANCHE

    Sono bianche corolle

    rivolte al cielo,

    petali semoventi, inquieti,

    che sventolano

    come capigliature ribelli:

    gentile lo sfondo

    di spruzzi delicati

    e risa di bimbi.

    Sono ombrelloni che,

    coraggiosi,

    offrono riparo

    alle nostre brevi vacanze.

    DOVE CI PORTA

    Dove ci porta

    questa barca sgangherata,

    rattoppata ai lati,

    gli angoli consunti,

    il legno quasi marcio

    che si ribella al remo,

    ormai senza un colore definito,

    le vele stracciate

    e la bandiera,

    la bandiera senza più fiato.

    Ormai, semplicemente,

    come un leone troppo vecchio,

    senza più forze,

    attende la morte,

    così si contenta, la barca,

    di rollare solitaria

    all’umore dell’onda.

    DOVE SEI

    Ha il sapore agro

    della beffa,

    saperti lontano,

    senza remi per tornare.

    Così vicino però,

    al mio cuore,

    da poterti quasi toccare,

    in sogno.

    È QUELLO CHE VOGLIO

    Questo amore altalenante, dinoccolato,

    appeso al filo, come un ragnetto nero.

    È un amore turbolento

    come la bufera di maggio,

    e come questa,

    si sfoga rapido e, a volte, distrugge.

    Questo amore

    di cui non sappiamo niente,

    a cui dedichiamo, talvolta,

    la nostra attenzione.

    Questo genere di amore

    che ti si incolla addosso

    come stoffa bagnata,

    e, come tale, ti intrappola.

    È questo.

    L’amore che voglio.

    ESAME

    Due occhi come fari

    spalancati sul mondo,

    una palla di morbido pelo,

    orecchie puntute per orientarsi.

    Il passo felpato e guardingo

    di chi sta sempre all’erta.

    Non doni facilmente

    la tua amicizia,

    non ti è spontaneo

    fidarti dell’uomo:

    mi salti in braccio,

    all’improvviso,

    e capisco di aver

    superato l’esame.

    FELICE COLAZIONE

    Son leggere,

    semplici, quadrate,

    delicatamente colorate.

    Ogni giorno le spalmate mentre,

    reduci dal sonno,

    la giornata cominciate.

    Ogni giorno le coprite

    con il dolce cioccolato

    e arrivate fino al bordo,

    perché nulla sia sprecato.

    Se vi piace di più il gusto

    della rossa marmellata,

    la mettete al posto giusto,

    aspettando con pazienza

    il consueto brontolio:

    caffè caldo e profumato.

    Ora sì che è tutto pronto

    per la vostra colazione,

    ora inizia la giornata

    di sorprese tappezzata.

    Con amor son preparate.

    Son le fette biscottate.

    FETTE BISCOTTATE

    Si sgranano al tocco,

    in mille pezzetti

    non pesano niente,

    son fatte di poco.

    Le copri di frutta,

    di burro, di dolci

    e mentre lo fai,

    galoppa la mente

    al giorno che viene

    già pieno di impegni

    e cose da fare,

    pieno di gente

    con cui parlare

    e di domande da formulare.

    Ma loro, al mattino,

    aspettano te,

    ti stanno vicino all’ora del the,

    tosto le hai con amor preparate...

    son le tue fette biscottate.

    GRANDINE

    Le nostre speranze

    salgono al cielo,

    trasportate da ali colorate.

    Ci tornano indietro

    sotto forma di ghiaccio

    che rotola, volteggia, rimbalza

    toccando terra,

    dopo un rapido volo

    come una ballerina

    vestita di bianco.

    Troppo abbiamo chiesto,

    senza nulla donare.

    I NOSTRI COLORI

    Il colore di una speranza

    disattesa

    è simile al grigio

    dell’asfalto bagnato.

    Quello di una promessa

    non mantenuta

    un viola dolente,

    cupo e beffardo.

    Solo se appare

    l’arancio brillante

    la gioia ci prende

    per mano.

    IL FOGLIO

    Ho scritto poesie

    per i vivi

    e ho scritto poesie

    per i morti.

    Poche parole

    senza importanza

    che servano più a me

    che a loro.

    Spalmare un po’ di cuore

    sul foglio

    a volte aiuta,

    lenisce il dolore,

    regala una piccola illusione,

    fragile,

    come il filo del ragno.

    IL PADRONE DEL TEMPO

    Per chi crede

    di essere sveglio

    e non si accorge

    del suo profondo sonno;

    per chi cerca una risposta,

    per chi crede di averla trovata.

    Per chi è disposto

    a barattare

    la fatica di vivere

    con l’illusione,

    per chi, illudendosi,

    non ha vissuto.

    Per colei

    che non ha mai dimenticato

    e ha fatto tesoro di tutto;

    per chi è stato ferito

    e non ha imparato.

    Per te che leggi,

    credendo sia giusto

    donare il tuo tempo,

    e per te che ascolti

    per rubare un’emozione.

    Per tutti un segnale,

    un piccolo cenno,

    un gesto apparente

    di complicità.

    Ma il padrone del tempo,

    assolto il suo compito,

    volta pagina annoiato

    e cerca altre storie.

    IL PROFUMO DI UN FIORE

    Com’è piccola una donna

    quando sgomita

    tra la folla,

    a testa bassa

    sotto l’ampio cappello,

    con lo sguardo fisso

    alla fine della strada,

    inseguendo,

    in silenzio,

    il profumo di un fiore.

    IL RAMO PIÙ SPOGLIO

    Sporge dall’albero

    e punta verso terra

    come un antico dolore.

    Nero contro il cielo

    ha una sua triste eleganza:

    è il ramo più spoglio,

    quello che non esibisce più

    abbondanza di verde,

    quello che non sembra appartenere

    alla grande pianta.

    Invece ne condivide l’origine,

    la crescita, il mutar delle stagioni

    e, ora,

    una vita effimera

    nella sua diversità.

    Non serve tagliarlo:

    nella sua tenacia

    sta la speranza

    di una primavera imminente.

    IO STO COL TORO

    Giusto per chiarezza,

    perché ne ho certezza,

    io sto col toro,

    con l’uccello in gabbia,

    col cane legato,

    con il pesce cucinato

    da vivo

    per via degli ormoni.

    Io sto

    col vitello prigioniero

    per far la carne bianca,

    col capretto massacrato

    per marcar la ricorrenza,

    col tacchino decimato

    tradizione e opulenza,

    col pulcino trucidato

    e il cinghiale avvelenato.

    Io sto col toro

    e con tutti gli animali

    che non hanno sindacato

    né contratti ufficiali

    e che scampo

    ahimè non trovan

    dalla bestia più feroce

    e non posson far sentire

    ad alcun la propria voce.

    Forte e chiara la denuncia

    necessaria, la rinuncia

    porga ora l’altra guancia

    chi si crede onnipotente

    e divulghi tra la gente

    un rapporto differente.

    L’ALTALENA DELLE STAGIONI

    Stende un velo di malinconia

    questo sole incerto,

    a mezzo tra l’estate e l’autunno,

    tra la speranza

    e la rassegnazione.

    Questo sole timido

    che chiede scusa

    prima di riflettersi nell’acqua

    e scalda troppo poco.

    In fondo,

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