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Le più belle poesie di Gabriele D'Annunzio
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Le più belle poesie di Gabriele D'Annunzio
E-book81 pagine1 ora

Le più belle poesie di Gabriele D'Annunzio

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Le più belle poesie di D’Annunzio tratte dalle sue principali raccolte: Canto novo, Intermezzo di rime, Elegie romane, il Poema paradisiaco, Maia, Elettra e Alcyone.
LinguaItaliano
Data di uscita18 set 2020
ISBN9788835896692
Le più belle poesie di Gabriele D'Annunzio
Autore

Gabriele D'Annunzio

Gabriele D’Annunzio (1863-1938) was an Italian poet, playwright, soldier, and political figure. Born in Pescara, Abruzzo, D’Annunzio was the son of the mayor, a wealthy landowner. He published his first book of poems at sixteen, launching his career as a leading Italian artist of his time. In 1891, he published his first novel, A Child of Pleasure, followed by Giovanni Episcopo (1891) and L’innocente (1892), which earned him a reputation among leading European critics as a member of the Italian avant-garde. By the end of the nineteenth century, he turned his efforts to writing for the stage with such tragedies as La Gioconda (1899) and Francesca da Rimini (1902). Radicalized during the First World War, D’Annunzio used his experience as a decorated fighter pilot to spread his increasingly nationalist ideology. In 1919, he spearheaded the takeover of the city of Fiume, which had been ceded at the Paris Peace Conference. As the leader of the Italian Regency of Carnaro, he sought to establish an independent authoritarian state and to support other separatist movements around the globe, but was forced to surrender to Italy in December 1920. Despite his failure, D’Annunzio inspired Mussolini’s National Fascist Party, which built on the violent tactics and corporatist system advocated by the poet and his allies. Toward the end of his life, D’Annunzio was named Prince of Montenevoso by King Victor Emmanuel III and served as the president of the Royal Academy of Italy.

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    Anteprima del libro

    Le più belle poesie di Gabriele D'Annunzio - Gabriele D'Annunzio

    Leighton

    Una pagina di prosa

    Diffusa sul web col titolo di Stringiti a me come una delle più belle poesie di D’Annunzio, nonché recitata e cantata, questa è in verità una pagina di prosa, tratta dal romanzo Il fuoco.

    Cara cara anima, […] stringiti a me, abbandonati a me, sicura. Io non ti mancherò e tu non mi mancherai. Troveremo, troveremo la verità segreta su cui il nostro amore potrà riposare per sempre, immutabile. Non ti chiudere a me, non soffrire sola, non nascondermi il tuo tormento!

    Parlami, quando il cuore ti si gonfia di pena. Lasciami sperare che io potrei consolarti. Nulla sia taciuto fra noi e nulla sia celato. Oso ricordarti un patto che tu medesima hai posto. Parlami e ti risponderò sempre senza mentire. Lascia che io ti aiuti, poichè da te mi viene tanto bene! Dimmi che non hai paura di soffrire... Credo la tua anima capace di sopportare tutto il dolore

    del mondo. Fa che io non perda la fede in questa tua forza di passione, per cui tu mi sei parsa divina più d'una volta. Dimmi che non hai paura di soffrire... Non so; forse m'inganno... Ma ho sentito in te un'ombra, come una volontà disperata di allontanarti, di sottrarti, di trovare un termine... Perchè? Perchè?... E dianzi, mentre guardavo questa terribile desolazione che ci

    sorride, un grande spavento mi ha stretto il cuore all'improvviso perchè ho pensato che anche il tuo amore potrebbe mutare come tutto, passare, dissolversi. Mi perderai.

    Il vento scrive

    Su la docile sabbia il vento scrive

    con le penne dell’ala; e in sua favella

    parlano i segni per le bianche rive.

    Ma, quando il sol declina, d’ogni nota

    ombra lene si crea, d’ogni ondicella,

    quasi di ciglia su soave gota.

    E par che nell’immenso arido viso

    della pioggia s’immilli il tuo sorriso.

    (Da Alcyone)

    La sabbia del tempo.

    Come scorrea la calda sabbia lieve

    per entro il cavo della mano in ozio,

    il cor sentì che il giorno era più breve.

    E un’ansia repentina il cor m’assalse

    per l’appressar dell’umido equinozio

    che offusca l’oro delle piagge salse.

    Alla sabbia del Tempo urna la mano

    era, clessidra il cor mio palpitante,

    l’ombra crescente d’ogni stelo vano

    quasi ombra d’ago in tacito quadrante.

    (Da Alcyone)

    Rimani

    Rimani! Riposati accanto a me.

    Non te ne andare.

    Io ti veglierò. Io ti proteggerò.

    Ti pentirai di tutto fuorchè d’essere venuto a me, liberamente, fieramente.

    Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo;

    non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per

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