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IL PROGETTO Camminando nell’anima seguendo il mio cuore
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E-book216 pagine3 ore

IL PROGETTO Camminando nell’anima seguendo il mio cuore

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Info su questo ebook

È difficile capire quale deve essere il comportamento nelle nostre vicissitudini, durante il percorso della nostra vita, eppure, una guida virtuale ci spinge a determinate scelte, dettate soprattutto dalle nostre sensibilità. Una vocina soffusa e quasi impercettibile, si fa strada piano piano, in silenzio, senza far rumore, con una forza talmente rigogliosa, con un impeto così veritiero, da essere capace di ramificarsi sulle pareti della nostra anima, accendendone gli angoli più nascosti e bui del nostro essere. Emozioni violente e struggenti in un intersecarsi di avvenimenti e circostanze dove diventava lotta profonda prendere una decisione giusta. La gioia per un incontro o la sofferenza per una morte. Un uomo che ha sempre giocato con i sentimenti e le emozioni delle affettività, viene coinvolto da una persona, che non ha mai visto, mai conosciuto, che è stato capace di tramutare il suo desiderio di estrema volutta e libertà in un desiderio di capire, con profonda introspezione, le verità nascoste dalla "Sapienza" che quest'uomo e stato capace di donargli.

Con profondo rispetto per i lettori.

Antonio Falcone
LinguaItaliano
Data di uscita8 set 2023
ISBN9791221494761
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    IL PROGETTO Camminando nell’anima seguendo il mio cuore - Antonio Falcone

    IL PROGETTO

    Camminando nell’anima seguendo il mio cuore

    di Antonio Falcone

    Mi avviai lungo la via, guardando case e luci non riconosciute, mai viste. Tutto frizzava di nuovo e di pulito, anche perché molte volte avevo sognato questo momento, di essere in questa città a me così cara. L’ultima volta fu dieci anni prima, in viaggio di nozze con mia moglie. Era forse la magia di quel momento, l’atmosfera così delicata, la città così romantica, che hanno impresso nella mia anima ricordi che come pietre adamantine tuttora, sono racchiuse dentro il mio cuore. È difficile cercare di non pensare a ritroso nel tempo, in questo momento, dove sto calpestando la stessa strada che ho percorso con lei anni fa, ma il suo ricordo, è troppo forte, purtroppo, il pensiero si assopisce nei meandri dei miei ricordi e come per incanto volo nel passato… Arrivammo alle otto del mattino a Parigi alla Gare de Lyon. Arrabattammo i nostri pochi bagagli giù dal treno, poi, in un taxi fino all’Hotel. Era veramente gradevole la nostra suite, tutto era consono a questo momento così fortemente desiderato da entrambi. L’unico disagio erano i cuscini, forse troppo piccoli per me, ma risolsi il problema chiedendone un altro. L’atmosfera era delicata, carica di gioia profonda, talmente frizzante che il luccicare dei suoi occhi, mi fecero capire di quanta emozione era capace il suo tenero cuore. Si avvicinò verso me e cingendomi la vita e profferì insicura e insistente.

    Giurami che mi amerai tutta la vita Disse con voce calda e suadente.

    Lo sai, non potrei amare nessun’altra oltre te Risposi passandogli delicatamente la mia mano fra i capelli.

    Quanto sei bugiardo Rispose Non mi serve giurare per convincerti di quanto ti amo

    E chi me lo dice che tu sei sincero?

    Quasi come una bambina che cerca in una risposta, un po’ di affetto, calore e tranquillità alle sue insicurezze. Le posi le mie mani calde dietro la nuca e con voce suadente e rassicurante le dissi.

    Basta che mi guardi negli occhi, se veramente guardi fino infondo, vedrai quanti prati verdi ci sono pronti per noi, per camminarci a piedi nudi, soffermarci sul morbido tappeto e come sabbia al mare confrontarci, nelle nostre maree, agitate che esse siano o portatrici di calma e serenità. Chiudi gli occhi ed ascolta, se mi vuoi veramente bene, riusciremo a scambiarci quei suoni e quelle sensazioni talmente colorate d’amore, che solo l’affetto profondo riesce a trasmettere…Ti voglio un sacco di bene fiorellino Ti amo Tony ti voglio sempre così, stringimi forte perché senza te mi sentirei perduta No, il problema e che tu sei perduta anche se ci sono io Risposi canzonando un po’ la situazione, cercando di portare un po’ di sorriso alla nostra conversazione.

    Sei il mio orsacchiotto riscaldoso, come farei a farmi scaldare i miei piedi freddi senza di te.

    Ah! allora mi vuoi solo per scaldarti i piedi.

    Ebbene sì lo confesso e vero.

    La presi in braccio la gettai sul letto e cominciai una scherzosa lotta, che ci trovò alla fine labbra contro labbra all’unisono. La strinsi contro me con delicata fermezza, cercando in quel tenero abbraccio, di assopire quelle paure che ogni tanto le sormontavano il capo. Era come se i suoi pensieri odierni, fossero legati al passato, con catene culturali, inculcate dalla visione di un rapporto poco costruttivo, da parte di altri, ai delicati occhi e fragili pensieri di una bambina. Non erano molto edificanti i miei pensieri sul suo passato, ma l’amavo così tanto, che ai miei occhi ingenui d’amore, tutto sembrava superfluo. Amavo tantissimo averla sotto di me, ed era infondo, quello che desiderava anche lei, sentire il mio amore addosso. Spesso mi rimproverava di non esserle vicino, ma purtroppo non era la verità, all’apice opposto qualcosa di insoluto, inafferrabile e latente, si celava irrisolto dentro lei. Ero quasi ipnotizzato dalla luce del suo viso così brillante, audace, ricoperto di un sorriso disabilitante sia nella sua bellezza che nel suo perdurare. Mi alzai dal letto di scatto, avremmo avuto tempo di continuare le nostre coccole e poi, era così dolce la situazione, che mi sembrava giusto lasciare dentro noi, il gusto di qualcosa che più si avvicinava e più l’adrenalina emozionava i nostri pensieri, così desiderosi di affetto e sensazioni forti.

    Ora amore, una bella doccia e poi andiamo. Dissi risoluto.

    Si, hai ragione, non vedo l’ora di visitare le meraviglie di questa città Rispose. Allungai la mia mano per aiutarla a scendere dal letto e la strinsi contro me. Di cose oggi ne vedremo tante, ma la cosa più bella ed importante per me, sarà averti accanto. Dissi.

    Ti ringrazio Tony hai sempre le giuste parole per farmi sentire importante.

    Aspetta un po’…ma cosa hai negl’occhi Mi disse ancora pensierosa Cosa c’è….. anch’io preoccupato

    Guarda te dove si è cacciato

    Mi dici per favore cos’è

    E’ un prato verde Mi disse sorridendo.

    Le diedi un grosso bacio sulla fronte e corsi a farmi la doccia.

    Uscimmo dall’ albergo e cominciammo finalmente la nostra visita.

    Era come vedere una bambina, gaiamente frastornata dall’alternarsi delle novità di questa nuova città. Tutto ciò che davanti ai suoi occhi appariva, era speciale, lo riversava su di me, con i suoi sguardi gratificanti e soddisfatti. Visitammo senza stancarci, le cose che avevamo programmato prima di partire, e anche se il ruolino di marcia non era svizzero come precisione, avevamo proprio fatto un ottimo lavoro. Era un continuo evolversi di emozioni e la città, ha aiutato molto la nostra fantasia, a far diventare quasi irreale, quel sogno, che veritiero come il tempo che ne scandisce la presenza, segnava finalmente l’inizio di un amore che sembrava sbocciare come rose al sole. Avevamo camminato tutto il giorno, dando molta importanza alla parte storica della città e sentivo oramai il peso, di questa lunga e meravigliosa passeggiata. Rientrammo verso sera, quando il rosseggiare del tramonto faceva capolino tra i tetti e le foglie degli alberi. In questa stagione a maggio, il tepore comincia ad essere intenso e anche a sera, non lascia gelare i tuoi pensieri, ma li sostiene come un camino rinvigorito dal rintuzzare degli alari. Che emozioni profonde aver visto quadri e sculture dal vivo, di questi grandi artisti del passato. Che cosa ci celava dietro al movimento della loro mano sulla tela, che emozione avevano dentro l’anima, dipingendo i loro quadri. Solo la magia dei colori del cuore ha potuto farli vivere in eterno, e così e stato. Certi ritratti se chiudevo gli occhi, m’accorgevo di averli ancora dentro me, come se fossero stati fotografati per sempre, nella mia mente desiderosa di autenticità immortale, che durasse nel tempo, come lo smagliante verde dello smeraldo, una volta che incontra la luce. Il ritorno all’ Hotel fu accolto come manna dal cielo, con grande ringraziamento dei nostri piedi. Ero sdraiato sul divano con sia la radio che la televisione accesa, tanto non avrei seguito né una né l’altra a causa della lingua. Ero talmente felice d’avere coronato il mio sogno d’amore con Elisa, che ad occhi chiusi fantasticavo. Intorno a me esisteva solo lei. Mi piaceva ascoltarla ad occhi chiusi, mentre si muoveva da una stanza all’altra con i suoi passi sicuri e decisi, o mentre profferiva qualcosa parlottando fra sé e sé. Mi faceva sorridere il suo atteggiamento, ed io, la volevo proprio così. Non avrei cambiato una virgola del suo essere, perché in lei avevo trovato compensazione a tutto quello che mancava dentro me. Spesso adoravo prenderla in giro per farla arrabbiare, in modo da far scaricare le sue tensioni, che piano piano si accumulavano dentro lei. Una paura di perdermi, insignificante per me, molto pesante per lei da sopportare. Io cercavo dal canto mio di darle tutte quelle attenzioni di cui aveva bisogno, cercando di farla sentire presente, ed ai miei occhi, sempre importante. Mi auguravo che queste attenzioni fossero in grado di attenuare quella sensazione di sentirsi meno importante degli altri, cadendo in quella cupola che le provocava sgomento e disperazione. Curai molto il mio aspetto per quella cena, che doveva essere l’inizio di una serata meravigliosa. Pensavo, visto che a lei piaceva, che alcuni spruzzi di Versace, le avrebbero dato molta soddisfazione. Lei era innamorata dei profumi, come me del resto. Quando uscii dal bagno, lei era ancora in camera da letto che si accingeva a adornarsi e vestirsi, con meticolosa attenzione, come era il suo solito fare. Ero molto curioso di vedere, come ella, si sarebbe vestita. L’aspettavo con ansia, perché nel suo modo di vestirsi, mi veniva rivelato quali erano i suoi pensieri in quel momento, e cosa desiderava dalla serata…

    I suoi pensieri erano veramente speciali per me, nessuna donna mi faceva eccitare così tanto come era capace lei. Conosceva bene i miei gusti, le cose che adoravo in una donna, minigonna stretch nera, maglietta aderente a coprire il seno, calze autoreggenti rigorosamente nere, capelli annodati su, con alcuni ciuffi ad adornare il viso e sulle due labbra un caldo e rosso rossetto. Questo era il massimo per me, di certo, se l’avesse fatto, avrebbe reso più magica e misteriosa la sua sinuosa e accattivante figura. Ecco che in queste occasioni, non perdeva mai il desiderio di vedere, i miei occhi fissi su una cosa che io adoravo, lei vestita proprio in quel modo. Era stupenda, tra l’altro quel rossetto aveva un effetto bagnato che rendevano il suo parlare ancora più languido ed appetitoso. Amavo immensamente il suo sedere, così rotondo, il suo seno prorompente che una quarta le calzava a pennello, le sue gambe dritte ed eleganti. Al suo arrivo da me non potei fare a meno di abbracciarla, e di toccarla. Aveva la precisione di un cecchino nel toccarmi psicologicamente. Il suo modo di vestire e di essere, la rendeva ai miei occhi, regina da adulare. Uscimmo dall’ Hotel per dirigerci verso il ristorante dove avevo prenotato anticipatamente. La serata era ancora mite. La tenevo per mano in mezzo a questa grande via, dove decine e decine di negozi con le luci accese, facevano contorno a i nostri occhi strabiliati dal nuovo. Attraversammo la strada, pensando che camminando mano per mano lungo la Senna senz’altro, avrebbe dato emozioni più forti, alla già elevata dose di adrenalina accumulata. Era fantastico, quasi un sogno, le luci si riflettevano fino dentro il fiume, ondulate, colorate di ogni colore. Le macchine che passavano veloci, bacchettando ogni tanto col clacson, l’autista prepotente, e noi lì, assorbendo tutto quello che si rifletteva intorno a noi, in una cupola così piena di felicità, che sembrava di essere senza occhi, orecchie, senza pensieri, solo il mio grande amore, era abbastanza per farmi da guida, in questo spietato sentimento che è l’amore. È fantastico quanto l’amore, era capace di farmi cambiare atteggiamento nella mia vita di tutti i giorni con lei. D'altronde anch’io come lei non mi sentivo molto normale, perciò la dimensione era giusta. Arrivammo al ristorante dopo aver girato per un’ora, tra luci, colori, monumenti, sorrisi, abbracci e baci. Come bambini che ridono e si divertono anche per le cose più ingenue. Varcammo la soglia oltre il quale un romantico localino a luci soffuse con musica in sottofondo, l’ideale per la nostra privacy, attendeva di essere utilizzato, scaldato dal calore di quella serata. Il servizio perfetto, delicato. Una stupenda tovaglia rossa, con tovaglioli bianchi con bordi rossi arrotolati a forma di fiore. Un portacandele rosa, con tutti i colori sui versanti, di candele consumate al vociare di grandi amori, sciolte al lento fuoriuscire di parole riscaldate, dalla fioca e ingenua luce di una fiammella che prima o poi svanirà, lasciando dentro al cuore, solo uno stupendo ricordo di una cena, in una meravigliosa e magica serata. E, se ricordo questa cosa come se fosse ieri, vuol dire che lo è stata davvero. Dolce ingenuità di un fantastico amore, talmente potente, da essere a tutti gli effetti irrazionale. In quel momento, eravamo l’uno di fronte all’altro, con l’amore negli occhi, con una intensità talmente forte, che solo un pazzo avrebbe potuto pensare, che sarebbe durato in eterno. Ma come detto prima anch’io non ero normale, anche perché, l’amore che avevo dentro, era talmente grande, da alienarmi psicologicamente. Mangiammo e bevemmo a sazietà riempiendoci di lunghi sguardi e sorrisi. Oramai dopo una bottiglia di Bordeaux i nostri pensieri cominciavano a perdere i freni inibitori, ma tutto era ancora nella logica, che non so ancora per quanto tempo, avrebbero resistito. Mi piaceva il modo con cui mi guardava, mangiando la gustosa Paella. Sapeva che in quella maniera mi avrebbe portato ad eccitarmi, ma ella perdurava passandosi la lingua fra le labbra e guardandomi con occhi languidi. Sessualmente avevamo una stupenda intesa, e solamente al pensiero che a breve saremmo rientrati in hotel, avevo persino dolore… tanto ero eccitato in quel momento. Anch’ella era oramai brilla. Le dicevo di contenersi un po’ anche perché, cera altra gente oltre a noi, ma la sua reazione alle mie parole, erano solo sorrisi ironici, che fuori di zucca che era. Quando anche a lei saliva la voglia di sesso era irrefrenabile, anche lei voleva sempre in quei momenti, giocare, recitare, scoprire e fare sempre cose nuove, sapendo che la cosa che la eccitava di più, era la trasgressione delle regole standard del sesso. Il sesso per lei, era libera creatività estrema. Se gli avessi detto di farsi amare lì di fronte a tutti, la sua risposta sarebbe stata sì. La cosa la eccitava tremendamente, pur sapendo, che era una cosa, che non avrebbe mai potuto fare, ma il pensiero senz’altro, l’eccitava. Chiaramente non lo feci…… Sapevo anch’io le cose che amava e desiderava e sapevo cosa dire, per farla sciogliere nei piaceri del sesso. Non potevamo rimanere oltre, in quel meraviglioso e magico ristorante. La serata oramai aveva preso una piega troppo piccante per poterne avere le redini salde. Ad un certo punto si avvicinò verso di me, come se volesse baciarmi, ma fermandosi ad una spanna dal mio viso, mi disse:

    Perché non mi porti in hotel e facciamo l’amore tutta notte.

    Lei aveva detto, una cosa che a me piaceva sentire dire, perché voleva altrettanto nella risposta. La guardai negl’occhi profondamente e dopo alcuni istanti risposi:

    Si, anche io desidero questa cosa.

    Le pupille si dilatarono all’improvviso dall’eccitazione e si morse le labbra per l’emozione provata. Forse era meglio andare…

    I primi passi fuori dal ristorante furono una crociata, ma cercammo di ricomporci, respirando l’aria fresca della notte. Continuavamo a ridere come due idioti, tenendoci spalla contro spalla, come se volessimo incarnare dentro noi, quel momento di estrema felicità e spensieratezza, stando uniti anche materialmente. Era bello quel modo di essere l’uno accanto all’altro, era rilassante, sincero, un misto tra ricerca di contatto e sicurezza che ambedue cercavamo, per equilibrare quel rapporto troppo proteso ad allontanare gli altri da noi. Com’era egoista l’amore.

    Arrivammo all’ingresso dell’Hotel e fortunatamente fummo ricevuti dal portiere, che ci diede la chiave della nostra camera, augurandoci una buona notte.

    Eravamo fermi davanti alla porta dell’ascensore in attesa del suo arrivo, lei mi diede un bacio e mi disse con voce sensuale:

    Ti voglio fare una sorpresa

    Che bello, sai che io adoro le sorprese

    Questa sicuramente ti piacerà vedrai

    Arrivò intanto l’ascensore, vi entrammo.

    E allora Dissi ancora.

    Si alzò la maglietta facendo fuoriuscire uno stupendo e rigonfio seno e si toccò, roteando la lingua sulle labbra, in un viso eccitato, che io adoravo immensamente. Arrivammo al piano e cercammo di ricomporre la situazione prima di uscire dall’ascensore.

    Entrammo in camera, con l’eccitazione a fior di pelle.

    Elisa in meno di tre secondi fu nuda, le era bastato togliersi la gonna e sfilarsi la maglietta. Andò verso la finestra chinandosi leggermente, ed io l’avevo lì di fronte a me con addosso solo le calze autoreggenti. I suoi movimenti alternati dei fianchi richiamavano la mia attenzione, in un rituale ricolmo di libidine ed eccitazione. Voleva che io l’amassi lì, a ridosso della finestra, dove qualcuno avrebbe potuto vederci, e la cosa non la turbava affatto, anzi mi incitava ad andare lì contro la finestra e possederla con desiderio.

    Vieni, baciami e adulami come se fossi la tua regina Mi disse accarezzandosi delicatamente le natiche. Mi abbassai a baciarla riempiendo quella rotondità di carezze. Oramai il desiderio e la foga di lei erano talmente avviluppanti, che cominciai a perdere il controllo dei freni inibitori. Le sue forme erano disegnate nella mia mente, come i più bei dipinti dei più famosi pittori.

    Mi piacevano i suoi giochi, e le sue fantasie, e cercavo di capire e seguire le sue manie sessuali, seguendola nella parte che quella sera voleva donarmi, esternarmi.

    La presi in braccio e la portai a letto. Cominciammo a far l’amore piano piano, cercando di fare anche mio il suo immenso piacere. Continua, mi diceva, non fermarti.

    Questo lei desiderava, essere adulata e amata contemporaneamente ed io, ero perfetto nel rifinire tutti i suoi desideri. L’essere adulata era per lei il massimo perché questo le provocava godimento. Finalmente venimmo, in un ansimare all’unisono, che fece arrivare dentro noi finalmente, un po’ di calma e serenità. Sentivo i nostri respiri ancora affannosi. Era bella questa sensazione, perché ti dava la certezza, di aver dato tutto te stesso ad una donna che vuoi bene, ami e che adori.

    Ti amo Tony, tu sei l’uomo giusto per una donna come me, desidero che tu sia solo mio, ti prego dimmi che non mi lascerai mai Disse desiderosa di una conferma.

    Ti amo fiorellino del mio cuore, nessuna potrà mai portarmi via da te.

    La strinsi con tenerezza, ed infinita dolcezza. Mio stupendo amore finalmente…la pace... la tranquillità a rilassare quei due corpi esausti, per uno amore così stravagante, carico di voluttuose iniziative, così impensabili in un amore normale. Mi faceva specie avere dentro me, una suggestione di così grande eccitazione per il suo modo di fare l’amore. Mi stringeva forte la mano, come se avesse paura che io scappassi, ma sapevo che quello era, il suo modo per dimostrare la sua soddisfazione sessuale, come se mi dicesse, ti faccio sentire la stretta della mia

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