I giovani e il restauro: Arte nel tempo: significato, trasformazione e conservazione
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retrocedere bruscamente a un’attività artigianale e seriale. La preparazione del restauratore non può prescindere da una profonda conoscenza della teoria e storia del restauro, della storia delle tecniche di restauro e delle tecniche esecutive, così come solida deve essere la sua conoscenza delle scienze applicate al restauro, vale a dire chimica, fisica e biologia. Allo stesso modo, l’analisi storico-artistica e la corretta lettura iconografica e iconologica dell’opera d’arte consentono al restauratore di contestualizzare il manufatto, di rintracciarne il substrato artistico e culturale e di coglierne pienamente il messaggio veicolato dalla materia. La minuziosa lettura dello stato di conservazione dell’opera, l’individuazione delle tecniche esecutive e dei materiali impiegati dall’artista consentiranno al restauratore di progettare l’intervento, scegliendo metodologie e materiali più idonei rispetto alle reali necessità dell’opera d’arte. Per poter dialogare con le varie professionalità coinvolte nell’intervento, ovvero lo storico dell’arte, l’archeologo, l’architetto, il chimico, il fisico, il biologo e il diagnosta, il restauratore deve possedere delle solide competenze nei vari campi sopracitati, al fine di istituire un’efficace e fecondo scambio di conoscenze fra i membri di questa équipe multidisciplinare.
La pubblicazione intende proporre ai lettori le migliori tesi in restauro, conservazione e diagnostica dei beni culturali conseguite presso le
istituzioni italiane e straniere preposte alla formazione della figura professionale del Restauratore Conservatore e del Conservatore
Diagnosta. Le tesi sono state presentate nell’ambito del convegno “I Giovani e il Restauro. Arte nel tempo: significato, trasformazione e conservazione. Prima edizione a cura di Cinzia Giorgi e Paola Zoroaster”, tenutosi in Roma, in data 24-25-26 febbraio 2016, presso la Sala Convegni del Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo.
Sono state selezionate fra quelle che meglio testimoniano lo stato dell’arte degli studi e dell’attività di ricerca in corso presso le varie istituzioni
coinvolte, ma soprattutto, che mostrano di essere frutto di un lavoro collegiale fra la componente tecnica, storica e scientifica. In tale occasione, sono state scelte fra i numerosi lavori pervenuti, ventuno tesi di laurea in Conservazione e Restauro dei beni culturali e ventuno tesi di laurea in Scienze dei beni culturali (lauree in Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, Diagnostica e materiali per la conservazione e il restauro dei beni culturali ecc.), di cui quattordici in tutto selezionate in entrambe le discipline, per la Sezione Poster.
Sono state inoltre presentate quattro tesi di studenti stranieri, provenienti da Portogallo, Grecia e Cina.
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Recensioni su I giovani e il restauro
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Anteprima del libro
I giovani e il restauro - Daphne De Luca
I GIOVANI E IL RESTAURO
ARTE NEL TEMPO: SIGNIFICATO, TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE
CONVEGNO
a cura di Cinzia Giorgi e Paola Zoroaster
PRIMA EDIZIONE
24-25-26 febbraio 2016
Museo Nazionale Romano - Palazzo Massimo, Roma
ATTI DEL CONVEGNO
a cura di Daphne De Luca
Il convegno è stato organizzato con il contributo di:
N.B.: La mancanza di alcuni contributi esposti al convegno e non presenti all’interno del volume, è dovuta ad una precisa volontà degli autori e non dipende dai curatori.
Riferimenti fotografici
In ordine da sinistra a destra:
1. Giuseppe e Pompeo Bertini, Vetrata con Angelo, 1860 (?), Milano, Museo del Duomo di Milano (foto: Laboratorio di Imaging del Centro di Conservazione e Restauro Venaria)
2. Leslie Thornton, Roundabout (1955), Venezia, Collezione Peggy Guggenheim (foto: Archivio OPD)
3. Bice Lazzari, Misure e Segni. Curvature, 1967, Venezia, Collezione Peggy Guggenheim (foto: Archivio OPD)
Promotori:
Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma Associazione Lumen
Organizzatori:
Università degli Studi di Palermo
Università degli Studi della Tuscia di Viterbo
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Accademia di Belle Arti di Napoli
Accademia di Belle Arti di Verona
ISTEC-CNR di Faenza
Associazione AISCOM
Patrocini
Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT)
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR)
Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro (ISCR)
Opificio delle Pietre Dure (OPD)
Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL)
International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM)
Comitato Nazionale per le Lauree Magistrali a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro
Università degli Studi di Tor Vergata Roma
Università degli Studi Cà Foscari di Venezia
Università degli Studi di Firenze
Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Consiglio Nazionale delle Ricerche-Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati (CNR-ISMN)
ENEA
Escuela De Conservaciòn y Restauraciòn de Occidente
Escuela Superiore de Conservacion Restauracion de Bienes Culturales
Ordine Nazionale dei Biologi
Associazione Italiana di Archeometria
Assorestauro
Italian Association of Conservation Scientists
Forum Italiano Calce
COMITATO DI SELEZIONE
ETTORE FOCARDI, Presidente
GABRIELLA CEROLI
DOMIZIA COLONNELLO
DAPHNE DE LUCA
STEFANIA DI MARCELLO
CINZIA GIORGI
SABRINA GUALTIERI
ANNA LAGANÀ
BARBARA LAVORINI
MICHELE MACCHIAROLA
LIVIO NAPPO
STEFANIA PASQUALE
CLAUDIA PELOSI
FRANCO PALLA
ULDERICO SANTAMARIA
GIORGIO TROJSI
PAOLA ZOROASTER
COMITATO SCIENTIFICO
GIOVANNA BANDINI
DOMIZIA COLONNELLO
DAPHNE DE LUCA
ANTONIO GIOVANNONI
GIUSEPPE INGUÌ
DONATO INVERSO
ALESSANDRO LUGARI
MICHELE MACCHIAROLA
GIACOMO RESTANTE
ULDERICO SANTAMARIA
CRISTIANA TODARO
GIORGIO TROJSI
CANDIDATI VINCITORI
PRIMA SESSIONE
CONSERVAZIONE E RESTAURO
1° classificato: Marco FAGIOLO
2° classificato: Sara BASSI
3° classificato: Ilaria CAMERINI
SEZIONE POSTER
1° classificato: Serena DI GAETANO
2° classificato: Paolo PETTINARI
3° classificato: Flavia PUOTI
SECONDA SESSIONE
CONSERVAZIONE E DIAGNOSTICA
1° classificato: Irene SCARPA
2° classificato: Simona PELLUCCHINI
3° classificato: Cecilia ZANIN
SEZIONE POSTER
1° classificato: Pasqualina CONSOLI
2° classificato: Erika MADDALENA
3° classificato: Antonella PIGA
TERZA SESSIONE
CONTRIBUTI INTERNAZIONALI
1° classificato: Yijian CAO
INDICE
Prefazione, Daphne DE LUCA
Le ragioni dell’iniziativa, Cinzia GIORGI, Paola ZOROASTER
I Giovani e il Restauro. L’arte nel Tempo: significato, trasformazione e conservazione. Alcune riflessioni, Giovanna BANDINI
A scuola di Restauro e Conservazione presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Marco CIATTI
A scuola di Restauro e Conservazione presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del patrimonio archivistico e librario: tra passato, presente e futuro, Maria Letizia SEBASTIANI
La formazione dei restauratori: opportunità e criticità nel nuovo quadro istituzionale, Laura BARATIN
Le scuole di Restauro delle accademie di belle arti per la formazione dei restauratori del futuro abilitati alla professione: modelli formativi, esperienze e prospettive, Giovanna CASSESE
La formazione nel campo dei Beni Culturali: dall’Europa all’Italia, Luigi CAMPANELLA, Francesca GRIMALDI
La natura multidisciplinare del restauro, Simona RINALDI
Il restauro nel mondo. Collaborazioni internazionali, Rosalia VAROLI PIAZZA
Studiando per conservare il contemporaneo. Le migliori tesi italiane sulla conservazione e il restauro dell’arte contemporanea negli anni 2012-2014, evento INCCA Italia -MAXXI, Alessandra BARBUTO, Anna LAGANÀ
Le Collezioni scientifiche: Il restauro degli strumenti scientifici di interesse storico, Raffaella MAROTTI
Ecocompatibilità ed ecosostenibilità: il contributo dei metodi clinici innovativi, Luigi CAMPANELLA, Francesca GRIMALDI, Susanne Heidi PLATTNER
L’apporto delle biotecnologie per la conservazione ed il restauro di manufatti storico-artistici, Franco PALLA, Giovanna BARRESI, Rosa Maria CHISESI, Enza DI CARLO, Ambra GIORDANO, Giovanna LOMBARDO, Valentina ROTOLO, Salvatore SCHIAVONE, Maria Rosa TRAPANI
Sistemi GIS applicati al restauro: indagini sui dipinti su tavola, Laura BARATIN, Sara BERTOZZI, Giovanni CHECCUCCI, Elvio MORETTI, Roberto SACCUMAN
Il futuro dei giovani nel campo della conservazione e del restauro dei beni culturali, Lidia RISSOTTO
PRIMA SESSIONE
CONSERVAZIONE E RESTAURO
Un manoscritto persiano inedito dal Museo Nazionale D’Arte Orientale di Roma: studio, analisi e intervento di restauro, Marco FAGIOLO, Lorenzo CIVIERO, Silvia ORLANDUCCI, Maria Giovanna STASOLLA
Lo Studio
di Piero Tredici ed il restauro della Bestia macellata (1961): analisi dei materiali e sperimentazione sugli adesivi per la fermatura, Sara BASSI
La Conservazione del Fondo Corsini: Restauro del Volume 157 G 2
. Nuove metodologie per il trattamento del Red Rot, Ilaria CAMERINI
Il restauro delle vetrate storiche: caso applicativo sulla vetrata con angelo proveniente dal museo dell’opera del Duomo di Milano, Sara AMERIO
Rimozione enzimatica di strati filmogeni sovrammessi su provini di dipinti ad olio su tela, Chiara CHILLÈ, Sabrina SOTTILE, Giuseppe LAZZARA, Franco PALLA
Il restauro dell’Opera Omnia di Sant’Atanasio (K.13.4-K.13.5 Biblioteca Angelica). Nuove metodologie di intervento basate sul Grafene Nanostrutturato, Clarissa COLETTI
Diana Scultori e le donne incisori tra XVI e XVII secolo. Il restauro delle opere grafiche Le Nozze di Psiche e Gesù Cristo e l’adultera monitorato con tecniche diagnostiche sperimentali, Serena DOMINIJANNI, Simonetta IANNUCCELLI, Mauro MISSORI, Laura MICHELI, Claudia MAZZUCA, Lorenzo TEODONIO
Studio e metodologia per l’intervento di restauro su un letto in osso proveniente dalla Tomba N. 5 di Navelli (AQ), Maria GARGANO
Il restauro del bozzetto scultoreo del Carro di San Rocco di Pietro Casangra, Irene GENOVA, Nicola MURATORE, Sabrina SOTTILE, Cristina COSTANZO, Franco PALLA
I dipinti su tela conservati in ambiente ad umidità relativa elevata: sperimentazione sugli adesivi sintetici per la foderatura e sugli schermi per la protezione del retro. Il caso dell’Adorazione dei pastori proveniente dal Santuario del SS. Crocifisso a Fontelucente, Chiara MODESTI
Il restauro dei Misteri della Madonna del Rosario della chiesa di San Francesco a Ostra. Proposta di materiali alternativi nel sistema di ancoraggio: velcro e magneti, Claudia NAPOLI, Claudio FALCUCCI, Antonio DE LUCA, Francesca BRUSCOLINI, Monica GRASSO, Cecilia PRETE, Daphne DE LUCA
Indagini analitiche e studio sull’effetto leaching del ciclododecano. Un caso applicativo: il Sant’Antonio da Padova di Francesco Bedeschini recuperato dopo il terremoto dell’Abruzzo, Giulia PAPINI, Francesca MODUGNO, Giorgio FAMIGLINI, Francesca BOTTACIN, Daphne DE LUCA
Restauro Conservativo di un dipinto su ardesia raffigurante la Madonna delle Grazie. Progettazione e Realizzazione di un supporto geopolimerico per opere in ardesia, Giuseppe SALVAGGIO, Giuseppe LAZZARA, Giuseppe INGUÌ, Antonella TUMMINELLO, Maddalena DE LUCA, Fabrizio AGNELLO, Michele MACCHIAROLA, Ilaria SACCANI, Enrico GRECO
Leslie Thornton, Roundabout (1955), Collezione Peggy Guggenheim di Venezia: problematiche di conservazione e restauro di una scultura in acciaio dolce saldato e trattato con stesure differenziate, Arianna Rachele VECCHIERELLI
SEZIONE POSTER
Restauro di due statue lapidee con tracce di policromia: studio di ricomposizione non invasivo, Serena DI GAETANO, Nicola AMAPANE, Daniele CASTELLI, Fabrizio CRIVELLO, Tommaso POLI, Maria Concetta CAPUA
Le Nanotecnologie applicate ai dipinti su tela: la deacidificazione dei supporti cellulosici, Paolo PETTINARI, Roberto BELLUCCI, Primo BRACHI, Marco CIATTI, Rodorico GIORGI, Carlo GALLIANO LALLI
Studio e restauro di manufatti etnografici: due scudi Amhara in cuoio e metallo del Museo Nazionale Prestorico ed Etnografico Luigi Pigorini
, Flavia PUOTI, Anna Valeria JERVIS, Roberto CIABATTONI, Egidio COSSA, Antonella DI GIOVANNI, Maria Rita GIULIANI, Giuseppe GUIDA, Marcella IOELE
Nuove acquisizioni sulla tecnica esecutiva dei crocifissi siciliani in cartapesta
e mistura
, Alfio CASERTA, Maria Letizia AMADORI, Mauro SEBASTIANELLI, Mara CAMAITI, Chiara CAPRETTI, Franco PALLA
Il dipinto Misure e Segni. Curvature della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Studio preliminare, sperimentazione ed intervento conservativo, Arianna INGRASSIA, Oriana SARTIANI, Luciano PENSABENE BUEMI, Marco CIATTI, Giancarlo LANTERNA
Il Monastero di Santa Chiara a Fermo e i suoi dipinti. Analisi della raccolta e restauro della Madonna delle Grazie, Giacomo MARANESI
La scultura lignea raffigurante Sant’Isidoro Agricoltore della Basilica di Santa Croce di Torre del Greco: analisi diagnostiche e restauro, Rosalia MINUTILLO, Giorgio TROJSI, Patrizia DI MAGGIO, Maria Paola CAMPEGLIA
SECONDA SESSIONE
CONSERVAZIONE E DIAGNOSTICA
Rimozione di patine biologiche deteriogene da manufatti lapidei: studio ed ottimizzazione di un tessuto per la biopulitura enzimatica, Irene SCARPA, Giampietro RAVAGNAN, Sabrina MANENTE, Loretta STORARO
Vandalismo Grafico: confronto tra metodologie chimiche e fisiche per la rimozione, Simona PELUCCHINI, Barbara SALVADORI, Jana STRIOVA, Emma CANTISANI, Samuele CACIAGLI, Beatrice AGOSTINI, Marcello DEL COLLE, Raffaella FONTANA
Studio dei materiali pittorici di Mariano Fortuny Y Madrazo (1871-1949) con particolare riferimento alle tempere da lui prodotte, Cecilia ZANIN, Francesca Caterina IZZO, Giuseppina PERUSINI, Cristina DA ROIT
Indagini non invasive a supporto dell’intervento di restauro condotto sul dipinto San Bartolomeo di Lorenzo Credi, Valeria CALOSSI, Marcello PICOLLO, Costanza CUCCI, Lorenzo STEFANI, Giovanni BARTOLOZZI
Diagnostica delle murature storiche con prove soniche: sperimentazione in laboratorio, Chiara CIANTELLI, Camilla COLLA, Giovanni PASCALE
Biorestauro: la diversità metabolica dei microrganismi come risorsa per lo sviluppo di nuove tecniche per la pulitura di opere policrome, Antonella BENENATI, Anna Maria SANANGELANTONI, Antonella CASOLI, Claudio OLEARI
Impasti a base di gesso per la conservazione dei beni culturali: caratteristiche e prestazioni, Valentina BRUNELLO, Antonio SANSONETTI, Cristina TEDESCHI, Danilo BERSANI
Ricerca di una via biologica per la rimozione di colle viniliche da affreschi: il caso studio degli affreschi delle cappelle di Saint Jean e Saint Martial-Palazzo dei Papi, Avignone, Sonia CUTRARO, Flavia TASSO, Anna Rosa SPROCATI, Maria Pia SAMMARTINO
Caratterizzazione degli effetti della pulitura laser mediante tecniche ottiche non invasive, Eleonora MARCONI, Jana STRIOVA, Raffaella FONTANA, Marco BARUCCI, Enrico PAPALONI, Marco RAFFAELLI
Studio del processo di carbonatazione degli alcossidi di calcio, una nuova classe di consolidanti lapidei, Giulia MONDIN, Luigia Maria MORETTO, Patrizia TOMASIN
Caratterizzazione di materiali costituenti opere d’arte contemporanea mediante fluorescenza indotta da laser (LIF), Ludovica RUGGIERO, Valeria SPIZZICHINO, Stefania PANERO
Interpretazioni analitiche su varie tipologie di materiali fittili dal sito di Ighrama Aousser (Marocco), Roberta SULPIZIO, Daniela FERRO, Bruno BRUNETTI, Fiammetta SUSANNA
La conservazione dell’arte contemporanea: studio dei fenomeni di alterazione di polimeri acrilici su superfici di piombo, Laura TRESIN, Alvise BENEDETTI, Maria Katia TUFANO, Luca NODARI
Valutazione delle proprietà meccaniche di leganti idraulici modificati con fibre di basalto, Martina ZUENA, Francesca SBARDELLA, Gaia QUATTROCIOCCHI, Jacopo TIRILLÒ, Fabrizio SARASINI, Marco VALENTE, Barbara DAVIDDE PETRIAGGI, Franco BONTEMPI, Stefania ARANGIO, Maria Laura SANTARELLI
SEZIONE POSTER
Studio preliminare del comportamento chimico, fisico e meccanico di tecnofibre usate in opere d’arte contemporanea, Pasqualina CONSOLI, Francesca Caterina IZZO, Alberto SCRIVANTI, Stefano POLIZZI
La tela dell’Immacolata Concezione conservata nel Monastero di Santa Maria delle Grazie: problematiche conservative, indagini diagnostiche e restauro, Erika MADDALENA
Sviluppo e caratterizzazione di microemulsioni olio-in-acqua per la pulitura di superfici di interesse storico-artistico, Antonella PIGA, Luigi Dei, Emiliano CARRETTI
Tecniche diagnostiche per l’indagine su manufatti cartacei nell’area Camerte-Fabrianese secolo XIII-XV, Sara BASILEO, Graziella ROSELLI, Claudio PETTINARI, Noemi PROIETTI, Stefania PUCIARELLI
Preparazione e caratterizzazione chimico-fisica di patinature artificiali su manufatti artistici in bronzo, Teresa Bruni, Barbara SALVADORI, Emma CANTISANI, Andrea CAGNINI, Monica GALEOTTI, Simone PORCINAI
Trattamenti antigraffiti su Pietra di Modica e Pietra di Noto: valutazione dell’efficacia pulitrice nei confronti di vernici spray, Maria GATTO, Claudia CAPELLO, Maurizio MASIERI
Ricerche sulla policromia nella statuaria classica della Galleria degli Uffizi, Giulia TUBERTINI, Pietro BARALDI, Fabrizio PAOLUCCI
TERZA SESSIONE
CONTRIBUTI INTERNAZIONALI
A new partially fluorinated oligoamide for stone protection, Yijian CAO
Techniques and preparation materials of portuguese painting from the 15th and 16th centuries, Vanessa ANTUNES, João COROADO, Vitor SERRÃO
History, theory and ethics of conservation and restoration applied to wooden painting in Portugal, Salomé DE CARVALHO
Le ceramiche di Iznik (XIV-XVII sec): caratterizzazione storico-stilistica e indagini chimico-fisiche di campioni rappresentativi, Victoria Stephania UZUMYEMEZOGLU
PREFAZIONE
Daphne DE LUCA
DiSU, Università degli Studi Roma Tre
Scuola di Conservazione e Restauro, DISPeA, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Via S. Girolamo, 8, 61029 Urbino, daphne.deluca@uniurb.it
Il restauro consiste in un atto critico che richiede una formazione multidisciplinare, senza la quale si deve ammettere che l’intervento rischia di retrocedere bruscamente a un’attività artigianale e seriale. La figura professionale del restauratore deve forzatamente comprendere un bagaglio tecnico, storico-artistico e scientifico. La preparazione del restauratore non può prescindere, infatti, da una profonda conoscenza della teoria e storia del restauro, della storia delle tecniche di restauro e delle tecniche esecutive, così come solida deve essere la sua conoscenza delle scienze applicate al restauro, vale a dire chimica, fisica e biologia. Allo stesso modo, l’analisi storico-artistica e la corretta lettura iconografica e iconologica dell’opera d’arte consentono al restauratore di contestualizzare il manufatto, di rintracciarne il substrato artistico e culturale e di coglierne pienamente il messaggio veicolato dalla materia. La minuziosa lettura dello stato di conservazione dell’opera, l’individuazione delle tecniche esecutive e dei materiali impiegati dall’artista consentiranno al restauratore di progettare l’intervento, scegliendo metodologie e materiali più idonei rispetto alle reali necessità dell’opera d’arte. Per poter dialogare con le varie professionalità coinvolte nell’intervento, ovvero lo storico dell’arte, l’archeologo, l’architetto, il chimico, il fisico, il biologo e il diagnosta, il restauratore deve possedere delle solide competenze nei vari campi sopracitati, al fine di istituire un efficace e fecondo scambio di conoscenze fra i membri di questa équipe multidisciplinare.
Le istituzioni preposte alla formazione di questa figura altamente specializzata, hanno pertanto l’onere di vigilare sulla qualità e completezza di tale formazione, di far progredire la ricerca e di garantire l’evoluzione culturale del settore. Vi è inoltre l’impellente necessità di parlare un linguaggio comune fra specialisti di tutte le discipline che ruotano intorno al restauro, soprattutto alla luce dell’avvio di numerosi corsi universitari, accademici, regionali e privati che da qualche anno affiancano le SAF (Scuole di Alta Formazione). Il problema della formazione dei restauratori è, infatti, tuttora molto attuale. Si tratta di un tema estremamente delicato, fortemente sentito e giustamente oggetto di dibattiti spesso piuttosto animati, come quelli inerenti ai recenti bandi per le figure di Collaboratore del Restauratore
e di Restauratore
.
Le tesi presentate nell’ambito del convegno I Giovani e il Restauro. Arte nel tempo: significato, trasformazione e conservazione. Le migliori tesi premiate. Prima edizione a cura di Cinzia Giorgi e Paola Zoroaster
, tenutosi in Roma, in data 24-25-26 febbraio 2016, presso la Sala Convegni del Museo Nazionale Romano a Palazzo Massimo, sono state selezionate fra quelle che meglio testimoniano lo stato dell’arte degli studi e dell’attività di ricerca in corso presso le varie istituzioni coinvolte, ma soprattutto, che mostrano di essere frutto di un lavoro collegiale fra la componente tecnica, storica e scientifica. In tale occasione, sono state scelte fra i numerosi lavori pervenuti, ventuno tesi di laurea in Conservazione e Restauro dei beni culturali e ventuno tesi di laurea in Scienze dei beni culturali (lauree in Tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali, Diagnostica e materiali per la conservazione e il restauro dei beni culturali ecc.), di cui quattordici in tutto selezionate in entrambe le discipline, per la Sezione Poster. Sono state inoltre presentate quattro tesi di studenti stranieri, provenienti da Portogallo, Grecia e Cina. Fra tutti i lavori pervenuti, sono stati premiati tredici candidati grazie al generoso contributo di alcuni sponsor. La pubblicazione intende pertanto proporre ai lettori le migliori tesi in restauro, conservazione e diagnostica dei beni culturali conseguite presso le istituzioni italiane e straniere preposte alla formazione della figura professionale del Restauratore Conservatore e del Conservatore Diagnosta.
Il convegno ha permesso ai partecipanti venuti da tutta Italia e dall’estero, di apprezzare quanto sia variegata l’attività applicativa e di ricerca – spesso connotata da un approccio metodologico differente – svolta presso le istituzioni partecipanti all’iniziativa e che riflette un’eterogeneità di materiali, tecniche, epoche e necessità conservative, con i quali allievi e docenti si confrontano quotidianamente. Ne sono un esempio manufatti quali il volume 157 G 2 del Fondo Corsini, il bozzetto scultoreo di Consagra, il letto in osso della tomba di Navelli, le telette della bottega baroccesca conservate a Ostra, le vetrate del Museo dell’Opera del Duomo di Milano, il crocifisso siciliano in cartapesta e mistura, gli scudi Amhara in cuoio e metallo provenienti dall’Etiopia, la scultura lignea policroma di Torre del Greco, le statue lapidee policrome di Asti, il manoscritto persiano inv.1093 del Museo Nazionale d’Arte Orientale di Roma, l’ardesia dipinta del Novelli conservata a Polizzi Generosa e la scultura in acciaio della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Allo stesso modo, anche i lavori dei conservation scientists rispecchiano il carattere fortemente diversificato dei campi di studio di tale disciplina. Si vedano a tal proposito gli studi sulle nanotecnologie applicate ai dipinti su tela, sulla pulitura con il laser, per via biologica o con microemulsioni O/W, sui consolidanti lapidei a base di alcossidi di calcio, sui leganti idraulici con fibre di basalto, sulle patinature su manufatti artistici in bronzo, sulle tecnofibre usate in opere d’arte contemporanea, sulla rimozione dei graffiti, sui trattamenti preventivi e sulla policromia nella statuaria classica.
È stato pertanto possibile rilevare il substrato comune fra la figura del conservatore restauratore e quella del conservation scientist. Pur afferenti a due percorsi formativi e professionali ben distinti, le due figure sono indubbiamente le facce della stessa medaglia. Non a caso, nella patria del Restauro, la coincidenza fra la figura del restauratore con quella del conservatore è frutto di un pensiero lungimirante attuato con la creazione delle Scuole di Restauro statali, il cui modello è stato ripreso recentemente dalle altre istituzioni formative.
Le ricerche sono state esposte durante tre giornate, con un avvicendarsi di interventi – spesso connotati da una preoccupante quanto stimolante dicotomia di indirizzo e di pensiero – attinenti ovviamente al campo della conservazione e del restauro, dallo stato dell’arte della formazione e della professione in Italia e all’estero, al ruolo dei beni culturali nella società odierna e alla necessità di divulgazione dei materiali ecocompatibili ed ecosostenibili per la salvaguardia degli operatori e dell’ecosistema.
Per motivi editoriali, i saggi si presentano necessariamente in forma ridotta rispetto ai più ampi contenuti dei lavori di tesi. Ogni candidato ha prediletto e sviluppato maggiormente una delle componenti della sua formazione pluridisciplinare. Pertanto il lettore riscontrerà lavori di ricerca nei quali di volta in volta è dedicato più spazio alla parte scientifica, alla sperimentazione di nuovi materiali e nuove procedure, alla ricerca storico-artistica o allo studio delle tecniche esecutive e dei materiali costitutivi.
Nonostante la forma ristretta, confidiamo che tale pubblicazione, la quale si prefigge di dar conto dell’alto livello dei percorsi formativi delle varie Scuole di restauro e di conservazione in Italia e all’estero, possa ispirare approfondimenti e nuovo studi ed essere fonte di aggiornamento sugli esiti delle ricerche in essere nelle principali scuole di restauro e conservazione. È infatti anche attraverso un aggiornamento continuo, che il restauratore potrà possedere adeguati strumenti scientifici e critici e ribadire la doppia valenza, pratica ed intellettuale, della sua professione.
Con l’auspicio che questa proficua iniziativa non rimanga isolata, auguriamo a tutti i giovani laureati, una vita professionale ricca di soddisfazioni.
Roma, il 6 gennaio 2016
LE RAGIONI DELL’INIZIATIVA
Cinzia GIORGI¹, Paola ZOROASTER²
¹ cinzia.giorgi77@gmail.com
² zoroaster.p@gmail.com
Il convegno I Giovani e il Restauro. L’arte nel tempo: significato, trasformazione e conservazione
, ideato dall’associazione Lumen, si è concretizzato dopo un lungo lavoro organizzativo, durato quasi due anni, grazie all’aiuto ed alla collaborazione di molti professionisti del settore che hanno condiviso gli ideali su cui è stata fondata l’iniziativa.
In primis la Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area Archeologica di Roma, promotrice assieme all’associazione Lumen dell’evento, che ha saputo accogliere con disponibilità questo progetto, pensato dalle scriventi, rispettivamente presidente e tesoriere dell’associazione Lumen, entrambe curatrici del convegno. In modo particolare l’iniziativa è stata sostenuta dal Soprintendente Francesco Prosperetti, e dai funzionari Rita Paris, Rosanna Friggeri, Giovanna Bandini e Giacomo Restante.
Il complesso lavoro organizzativo è stato supportato, in maniera lodevole, da Domenico Valarioti, da Alberto Marcon, e da Ulderico Santamaria, il quale ha avuto il merito di suggerire il titolo dell’iniziativa.
La progettazione dell’evento si è avvalsa della collaborazione di un Comitato Scientifico
, composto da professionisti del settore, tramite i quali è stato possibile coinvolgere prestigiosi istituti, importanti atenei italiani e associazioni, senza la cui collaborazione non sarebbe stato possibile proseguire. Tra questi si ricorda: l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’Accademia di Belle Arti di Verona, l’ISTEC-CNR di Faenza e l’Associazione AISCOM.
Hanno invece patrocinato l’iniziativa: il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (IsCR), l’Opificio delle Pietre Dure (OPD), l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL), l’International Centre for the Study of the Preservation and Restoration of Cultural Property (ICCROM), l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma, l’Università degli Studi Cà Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Firenze, il Comitato Nazionale per le Lauree Magistrali a Ciclo Unico in Conservazione e Restauro, il CNR-ISMN, Escuela De Conservaciòn y Restauraciòn de Occidente del Messico, l’ENEA, l’Ordine Nazionale dei Biologi, l’Associazione Italiana di Archeometria, Assorestauro, l’Italian Association of Conservation Scientists (IA-CS) e il Forum Italiano Calce.
Altrettanto importante è stato l’aiuto degli sponsors, finanziatori dell’iniziativa: R.W.S. s.r.l, Romapont s.r.l., Most s.r.l., Reskot s.r.l., Azimut s.r.l., Spadarocalce 1886 s.r.l., Associazione Bastioni, Accademia Griffith, Italian Coffee, b&b Gentes. Il loro sostegno è stato fondamentale per sovvenzionare le borse di studio e la pubblicazione degli Atti del convegno, editi dalla casa editrice Il Prato. Gli atti, sapientemente curati da Daphne De Luca che ha seguito con interesse e partecipazione le complesse fasi organizzative del convegno, sono la testimonianza dell’importante lavoro svolto dai candidati, le cui tesi affrontano e approfondiscono argomenti innovativi, testimoniando quanto lo studio e la ricerca abbiano fatto passi da gigante in questo paese.
Il convegno I Giovani e il Restauro
ha rispecchiato, nella sua realizzazione, tutti gli ideali e i principi che l’associazione Lumen promuove e sostiene fin dalla sua fondazione. Questa associazione, fondata circa cinque anni fa da Cinzia Giorgi e Domenico Valarioti, ha perseguito sempre fini umanitari, di beneficenza, senza scopi di lucro. Ha operato a sostegno dell’istruzione e dei giovani, divulgando valori basati sul rispetto e la solidarietà nel lavoro.
Il lavoro infatti non è solo un mezzo per rispondere alle necessità materiali ed intellettuali di una società ma è il primo strumento di civiltà che gli uomini hanno a disposizione per diffondere valori più importanti, come la condivisione, la generosità verso il prossimo e l’onestà. È infatti solo tramite la collaborazione, la solidarietà e il confronto che è possibile dar vita a processi più complessi che costruiscono possibilità e benefici per gli altri e per i giovani di questo paese.
Il confronto tra un giovane professionista
e un professionista affermato
si basa sul dialogo e sulla reciproca collaborazione. L’insegnamento di coloro che ci hanno preceduto e si sono affermati nonché distinti in determinati ambienti è essenziale per migliorare il bagaglio conoscitivo di ciascuno ed è importantissimo soprattutto per un giovane. Questi esempi, infatti, vanno a costituire un modello di professionalità e di perseveranza in qualcosa in cui si crede veramente. A loro volta i giovani sono chiamati a portare nella professione una ventata di freschezza, di semplicità ed entusiasmo, nonché di positività e di fiducia nel futuro.
I giovani del settore della conservazione e del restauro sono meritevoli di attenzione da parte della collettività, in quanto sono impegnati nella cura, nella conservazione e nel restauro di ciò che è bello. Non sempre questi meriti sono facilmente riconosciuti, questo però non deve scoraggiare i giovani professionisti
del settore ma deve aiutarli ad imparare a superare le numerose sfide che la vita gli presenterà, con caparbietà e coraggio, certi delle proprie forze e capacità.
L’oggetto del convegno ha previsto la presentazione delle migliori tesi di laurea afferenti al campo della conservazione e del restauro dei beni culturali, in particolare ha coinvolto le figure professionali del restauratore e del Conservation Scientist. Tutte le tesi che hanno partecipato al convegno sono state selezionate da un Comitato di Selezione
presieduto da Ettore Focardi. Il compito dei membri è stato quello di visionare centoquaranta abstract di tesi e selezionare quelle più meritevoli. I quarantasei candidati prescelti provengono da diversi istituti formativi del settore. Sono tutti giovani professionisti, restauratori ed esperti scientifici, che hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa e che si sono impegnati per poter presentare, ad un pubblico più vasto, il proprio lavoro di tesi. I candidati vincitori, (sei candidati relatori, sei candidati poster ed un candidato internazionale) sono stati selezionati da una Giuria del Premio
, giornalmente costituita da sette membri, professionisti esperti nelle discipline attinenti alle tematiche del convegno.
L’evento è stato dedicato a Davide Passeri, un giovane meritevole che si è spento prematuramente all’età di 26 anni, il 25 luglio del 2015. Davide era parte di Lumen, conosceva i suoi membri e condivideva gli scopi dell’associazione. È stato, ed è ancora, un ragazzo pieno di entusiasmo e amore verso la vita, la sua famiglia e i suoi amici. Avrebbe sicuramente amato e condiviso gli scopi di questo evento giovanile. Con le sue parole, ricche di significato, si conclude questa breve ma si spera esaustiva descrizione dell’iniziativa: Il trionfo non è possedere molte cose, il trionfo è possederne anche una sola. Basta che hai amore per la vita
.
I GIOVANI E IL RESTAURO. L’ARTE NEL TEMPO: SIGNIFICATO, TRASFORMAZIONE E CONSERVAZIONE. ALCUNE RIFLESSIONI
Giovanna BANDINI
Ex Soprintendenza Speciale per il Colosseo, il Museo Nazionale Romano e l’Area archeologica di Roma, Piazza dei Cinquecento, 67 - 00185 Roma, giovanna.bandini@beniculturali.it
Già nel titolo del Convegno: I GIOVANI E IL RESTAURO – laddove, con questa formula che unisce due termini tendenzialmente antinomici e in apparente antitesi fra loro, quasi una sorta di ossimoro – si percepisce la complessità delle tematiche che verranno trattate. Infatti, è presente sia il termine GIOVANI – da intendersi in quanto coloro che sono nell’età della giovinezza (fase della vita che, socialmente parlando, si colloca in seno a un determinato periodo di istruzione accademica) – sia la parola RESTAURO, attività questa legata al passato, al recupero, alla conservazione di un ‘qualcosa’ di vetusto, di antico e, comunque, di pregevole il quale ha subito danni nel suo passaggio nel Tempo, ma che, in virtù delle sue qualità testimoniali e/o estetiche, deve essere tramandato al futuro. Se si prosegue in questa particolare analisi terminologica, ci si accorge che viene a determinarsi però una sorta di ‘circolarità’ virtuosa del pensiero e delle azioni, ovverosia: i GIOVANI che intraprendono e si cimentano nello studio e nell’arte del RESTAURO consentono il recupero e la conservazione di Beni provenienti dal Passato che – in forza della loro qualità di testimonianza latrice di valori storici, estetici e culturali – devono (e l’imperativo categorico è d’obbligo) essere trasmessi alle generazioni a venire, quindi… ad altri GIOVANI.
In ogni modo, questo Convegno nasce dalla ferma volontà e dall’impegno di due giovani restauratrici (Cinzia e Paola) che – assieme a un circoscritto gruppo di professionisti operanti nell’ambito dei Beni Culturali – hanno fortemente voluto dare origine a uno ‘spazio’ di confronto, di dibattito, di condivisione riservato a giovani laureati nelle discipline inerenti la conservazione e il restauro dei Beni Culturali (e, in particolare, le figure professionali del Restauratore e dell’Esperto Scientifico/Diagnosta). Tutto questo allo scopo di proporre e promuovere – con la passione, la tenacia, la determinazione, nonché la spontaneità propria di chi è giovane – i valori della Bellezza, della Speranza e della Conoscenza, vere e autentiche ‘ricchezze’ da condividere in una Società civile.
Addentrandoci in quelli che sono gli intendimenti che stanno alla radice dell’evento-convegno e che hanno determinato la ‘gemmazione’ dell’iniziativa, in primis si devono annoverare la ‘passione’, l’‘entusiasmo’ e la ‘professionalità’. La prima e il secondo sono ‘impulsi’ propri dell’età giovanile, mentre la terza locuzione va a identificare le competenze che si vengono ad acquisire nel tempo, anche tramite gli studi, nonché con l’esperienza (e, quindi, nuovamente ci si trova dinanzi a fattori che paiono fra loro contrapposti). Comunque, sovente queste caratteristiche devono, invece, risultare compresenti e si rivelano indissolubili proprio per quanto concerne il mondo del RESTAURO. Sì perché l’arte del restauro stesso è un ‘mestiere’ non facile, poliedrico, dove sono contemporaneamente richieste eterogenee e molteplici competenze di tipo tecnico, artistico, scientifico e soprattutto culturali. Inoltre – analogamente a quanto avviene per l’attività del medico – il restauratore deve avere una vera e propria vocazione unita anche ad autentica passione per la professione scelta. Nel RESTAURO, infatti – che Cesare Brandi nella sua "Teoria" definisce come «Il momento metodologico del riconoscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fisica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vista della trasmissione al futuro» – si restaura solo la materia dell’opera d’arte; pertanto risulta fondamentale la conoscenza delle caratteristiche intrinseche del manufatto, nonché anche gli esiti del suo ‘transitare’ nel Tempo.
Ma per intervenire in corpore vili, cioè nella materia costitutiva dell’opera d’arte, sono necessariamente richieste conoscenze e perizie che afferiscono più propriamente ad altri ambiti. Ed ecco che soccorre la figura dell’Esperto Scientifico il quale – in un osmotico ‘dialogo’ con lo Storico e, soprattutto, con il Restauratore – va a completare il nucleo sostanziale delle competenze.
Il RESTAURO, infatti, è un magistero potenzialmente formativo sia nel senso che è interdisciplinare e sia nel senso che necessita di una preparazione calibrata sul ‘vivo’ delle opere d’arte sì che questa figura – quella del Restauratore (informato) – incarna alcuni aspetti fondamentali di quella dello Storico dell’arte direttamente calato nell’analisi dei manufatti d’arte (anche dell’intrinseca e peculiare ‘materialità’ di questi e non solo della loro ‘immagine’).
Per quanto riguarda, poi, le Istituzioni – e in primis il MiBACT – c’è da dire che solo negli ultimi anni si avverte una maggiore attenzione alla problematica dei GIOVANI e del lavoro per essi in quanto tali. A titolo esemplificativo, basti solo ricordare quanto, nell’anno 2009, era stato decretato circa il Bando per il conseguimento delle qualifiche professionali di "Restauratore di Beni Culturali e di
Collaboratore Restauratore, ai sensi dell’art. 182 del c.d.
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio", con norme che, di fatto, escludevano la maggior parte dei giovani! Fortunatamente tale disposto è stato superato dalla Legge n. 7 del 14 gennaio 2013 che prevede una più ragionevole regolamentazione degli accessi agli istituendi, e comunque selettivi, Elenchi/albi professionali.
Peraltro, solo in exstremis il MiBACT sta dimostrando un’apertura al proprio interno con bandi dove, però, erano stati annunciati (poi fortunatamente non applicati) limiti di età tali da favorire le ultime leve (ma, per converso, così facendo si sarebbero immotivatamente penalizzate le generazioni precedenti…). E ci sarebbe tanto bisogno di GIOVANI non solo per un fisiologico turnover, ma anche per ‘svecchiare’ un apparato, un sistema che si connota, oramai, per la sua gerontocrazia.
In ogni modo e in conclusione, nel RESTAURO sussiste una ‘realtà’ che travalica l’esperienza, gli studi, la professionalità e che ripaga delle fatiche richieste dal necessario rigore del percorso formativo che è proprio della disciplina. Questa ‘realtà’ è data dalla progressiva comprensione, nel corso del processo di restauro, del muto ma eloquente ‘linguaggio’ dell’Opera d’arte.
Viene così a crearsi una sorta di dialogo, di intima confidenza, che si instaura fra ‘l’Opera’ e ‘il Restauratore’ e che si vivifica nella empatéia (nell’empatia), cioè nel rapporto emozionale che travalica i confini del Tempo e dello spazio e che unisce, osmoticamente, l’uno ‘il Restauratore’ all’altra ‘l’Opera d’arte’ in un ‘dialogo’ che compensa con inattese rivelazioni le quali, però, si evidenziano solo in chi sa o è in grado di percepirle.
A SCUOLA DI RESTAURO E CONSERVAZIONE PRESSO L’OPIFICIO DELLE PIETRE DURE DI FIRENZE
Marco CIATTI
Soprintendente OPD, Opificio delle Pietre Dure, viale F. strozzi, 1 - 50129 Firenze, marco.ciatti@beniculturali.it
Portando il saluto dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze desidero iniziare questa breve introduzione esprimendo un ringraziamento agli organizzatori per l’invito e i sinceri complimenti per essere riusciti a realizzare un convegno così complesso e con così tanti partecipanti. Questi sentimenti di apprezzamento derivano da un forte coinvolgimento personale sul tema della formazione dei restauratori, dal momento che ho iniziato quest’attività per l’O.P.D. nel lontano 1982 quando lavoravo presso la Soprintendenza di Siena ed anche oggi, pur tra i molti impegni di un Dirigente, continuo a tenere il mio corso di Storia e teoria del restauro, dal momento che assegno la massima importanza a quest’aspetto della vita del mio Istituto.
Tentare di affrontare, sia pur sinteticamente, il tema che mi è stato assegnato richiede due diversi livelli di considerazioni: uno di carattere storico ed