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Arrendersi al nucleo divino: Il Sentiero a livello dell'Anima
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E-book390 pagine4 ore

Arrendersi al nucleo divino: Il Sentiero a livello dell'Anima

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Info su questo ebook

Per i più, all’inizio del loro percorso di crescita, l’obbiettivo cosciente è semplicemente quello di vivere una vita più felice e soddisfacente. Per raggiungere questo fine, si dedicano ad esplorare in profondità la loro mente e le loro emozioni, a correggere i loro malintesi e ad affrontare i loro conflitti; si dedicano, in altre parole, a fare un lavoro fondamentalmente psicologico su se stessi. Ad un certo punto del percorso, però, il lavoro cessa di essere psicologico e diventa più specificamente spirituale. L’enfasi non è più su come far crescere la personalità, ma su come allineare la personalità, diventata a questo punto forte e ben integrata, al Sé divino. Questo libro tratta di questa seconda fase del Sentiero, fase in cui occorre imparare ad arrendersi al proprio nucleo divino.
LinguaItaliano
Data di uscita16 mar 2016
ISBN9788871834993
Arrendersi al nucleo divino: Il Sentiero a livello dell'Anima

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    Anteprima del libro

    Arrendersi al nucleo divino - Eva Pierrakos

    Parte Prima

    IL MONDO SPIRITUALE

    Gli occhi con cui guardo Dio sono gli stessi occhi con cui Dio guarda me.

    Meister Eckhart

    Le tre Lezioni di questa prima sezione sono fra quelle tenute da Eva Pierrakos all’inizio del suo lavoro. Esse descrivono complesse verità spirituali in uno stile che è allo stesso tempo semplice e stimolante.

    In esse vengono introdotti alcuni concetti che ritroveremo poi spesso nell’intero corpo degli insegnamenti del Sentiero. Uno di questi è che l’uomo si incarna sul piano terreno con una particolare missione, vale a dire con il compito di purificare e trasformare se stesso. Scendendo sulla terra, il vero sé porta con sé anche aspetti scissi di coscienza, che devono essere reintegrati, perché solo in questo modo l’amore universale può svilupparsi. Questo compito può essere svolto solamente sulla terra, dove esistono la sofferenza, le ingiustizie e tante apparenti imperfezioni. Solo in un ambiente del genere, le imperfezioni che esistono dentro di noi possono venire alla superficie ed essere affrontate e corrette. Comprendere fino in fondo questa verità significa conquistare una serenità ed una gioia altrimenti irrangiungibili.

    Un altro insegnamento fondamentale è quello che riguarda l’importanza – l’assoluta necessità – di riconoscere tutti gli aspetti di noi stessi, in particolar modo, quelli che meno ci piacciono. È solo accettando ed affrontando coraggiosamente la negatività che esiste in noi, che possiamo trasformare e liberare l’energia in essa contenuta. Gli effetti di ciò vanno ben al di là di quelli semplicemente terapeutici. Rivelare le nostre correnti oscure e distruttive non solo ci aiuta a guarire la nostra personalità, ci permette anche di entrare in quel dominio in cui è possibile arrendersi ed allinearsi totalmente al divino. Ci viene assicurato che quanto più ci impegnamo in questo lavoro, spesso difficile e doloroso, tanto maggiore è l’aiuto che riceviamo da quegli esseri spirituali che continuamente ci guidano sulla strada del nostro sviluppo.

    Mentre vi accingete ad immergervi negli insegnamenti del Sentiero, vi invitiamo a procedere con mente aperta e cuore fiducioso.

    D.T.

    1

    IL REGNO DI DIO SI TROVA NELL’UOMO

    È difficile comprendere veramente cosa significa che il Regno di Dio si trova all’interno dell’uomo. Voi tendete ad immaginare che questo si riferisca ad un qualche vago stato interiore e, perciò, a qualcosa di irreale che non può essere veramente afferrato. Voi considerate reali solo le cose che potete vedere e toccare. Ricordare che i pensieri e le emozioni sono cose, che posseggono una forma, può aiutarvi a capire che essi generano sfere e paesaggi interiori, corripondenti alla loro natura. Questo fatto, tuttavia, non è forse ancora sufficiente a chiarire del tutto in che modo questi paesaggi e queste sfere possano esistere dentro di voi. Gli esseri umani pensano di non possedere dentro di sé spazio sufficiente per ospitare questi mondi. Anche se è difficile spiegare queste cose a parole, cercherò di aiutarvi a comprendere più approfonditamente la natura di questi stati spirituali.

    Il tempo terreno è totalmente diverso da quello della realtà spirituale, e lo stesso vale per lo spazio. Le dimensioni spaziali, come sopra, sotto, destra e sinistra, sulle quali è basata tutta la vostra visione della realtà, sono del tutto diverse nei domini spirituali. Quando gli esseri umani si liberano del loro corpo, entrano dentro di sé, nei mondi spirituali, in quanto l’intero universo si trova all’interno dell’uomo. Questo è un fatto.

    Forse, potrete meglio comprendere questa affermazione attraverso un esempio, anche se del tutto insufficiente. Pensate di guardare in un binocolo dal lato sbagliato, così da vedere tutto rimpicciolito. Nella vostra limitata e temporanea percezione quello sarà per voi il mondo. Naturalmente, vi domanderete in che modo l’intero universo, con la sua enorme dimensione, possa entrare dentro un uomo. La mia risposta è la seguente: il vostro mondo terreno non è la realtà, neanche in senso figurato o simbolico; è solo un riflesso, un’immagine in uno specchio, una proiezione della vera realtà.

    LA REALTÀ DEL MONDO INTERIORE

    Desidero sottolineare nuovamente che quando parlo di realtà interiore in questo contesto, non mi riferisco semplicemente a degli stati psicologici o emotivi. La realtà interiore è un esteso, ampio universo. Voi, in quanto personalità, vi trovate sul suo confine. Da un lato si trova l’enorme, infinito, interminabile spazio interiore della creazione divina, in cui può esistere ogni immaginabile stato di coscienza, condizione ed espressione; dall’altro vi è il vuoto esterno, che deve essere riempito con la coscienza e la luce, con l’amore e la vita. Il vostro corpo fisico rappresenta il confine che divide questi due mondi. La coscienza all’interno del corpo è l’agente attivo, che ha il compito di far penetrare la realtà interiore nel vuoto. Il problema nasce perché coloro che si trovano su questo confine spesso dimenticano che il mondo interiore è la vera realtà o, peggio, addirittura dimenticano che un tale mondo esiste.

    L’oscurità in cui la mente limitata è immersa le impedisce di concepire che dentro ogni uomo esiste una realtà interiore, di cui la realtà esteriore è solo il riflesso. Per questo motivo, agli esseri umani appare reale solo il mondo tridimensionale. Eppure, perfino i fisici oggi riconoscono che le relazioni fra spazio, tempo e movimento possono essere di infiniti tipi e che, perciò, il continuum spazio-tempo-movimento del piano materiale è relativo e solo uno degli infiniti possibili. Quando una coscienza umana muore, per così dire, ciò che succede è che essa si ritira dal suo guscio esteriore e si trasferisce in un altro continuum spazio-tempo-movimento, che è il mondo interiore.

    Esistere nel corpo, che è la dimora dello spirito, porta ad una separazione. Nel momento in cui la parete di separazione si dissolve a causa della morte, l’universo che esiste in ogni essere umano si riunifica – questo succede, naturalmente solo se l’individuo ha raggiunto un livello evolutivo tale da consentirgli di raggiungere le sfere in cui non vi è più separazione. Quanto più le sfere in cui un’entità viene a trovarsi sono poco evolute – non importa se sul piano terreno o nell’al di là – tanto più radicale è la separazione.

    Come il tempo, lo spazio e il movimento sul piano terreno sono il risultato del vostro stato di coscienza, così lo sono le sfere, i paesaggi, gli oggetti ed il clima del vostro mondo interiore. Quest’ultimo, dunque, è il prodotto del vostro stato generale di coscienza. In questo mondo interiore voi entrate in contatto con altri il cui stato generale di coscienza è simile al vostro, condividendo con loro una temporanea sfera di realtà di comune creazione. La stessa regola, naturalmente, vale anche sul piano terreno, con la sola differenza che gli stati interiori si esteriorizzano sulla terra in modo tale da rendere spesso difficile il loro riconoscimento.

    Sapete, inoltre, che la vostra coscienza non si trova in uno stato di unità. Essa è costituita da svariati aspetti, che sono spesso in totale contrasto fra loro e che possono aver raggiunto livelli di sviluppo molto diversi.

    IL SÉ REALE SCEGLIE UN COMPITO

    Quando il Sé Reale(1) prima di incarnarsi decide di svolgere un certo compito, porta con sé alcuni aspetti della propria coscienza. Su questo Sentiero voi venite aiutati a svolgere il compito scelto dal vostro Sé Reale. Riunificare, rieducare e purificare gli aspetti scissi della coscienza fa sempre parte di questo compito. Il vostro io, che è la parte attiva e deliberante della vostra coscienza, può sia decidere di dedicarsi a questo compito, che di ignorarlo. Il vostro io cosciente rappresenta la linea di confine fra il mondo della luce interiore ed il vuoto esteriore. Come ho detto, quando la mente umana rimane intrappolata nella realtà parziale della coscienza tridimensionale, può facilmente dimenticare il compito per cui si era incarnata. Essa può risvegliarsi alla più vasta coscienza solo grazie ad una dura lotta. Voglio aggiungere qui che gli esseri umani vengono continuamente aiutati in questa lotta dai piani spirituali. Non spesso, però, scelgono di riconoscere tale aiuto.

    Quando la mente separata dimentica la più vasta verità dell’esistenza, l’io cosciente si identifica temporaneamente con gli aspetti che hanno bisogno di essere rieducati e purificati; perde, allora, il senso della sua vera identità. Questo stato doloroso si instaura solo quando si permette alla paura, all’orgoglio ed alla volontà personale di governare la coscienza. Nel momento in cui si affrontano gli aspetti negativi con i quali ci si era identificati, assumendosene la piena responsabilità, lo stato di doloroso isolamento cessa e tali aspetti vengono visti per quello che sono: semplici aspetti del sé totale.

    È, perciò, estremamente importante sul vostro Sentiero, che voi esploriate il vostro mondo interiore, cessando di negare e di nascondere le parti negative di voi stessi. Infatti, quanto più le nascondete, tanto più vi perdete in esse e tanto più grande diventa la disperazione prodotta dall’illusione. Solo quando trovate il coraggio e l’umiltà di riconoscere ed esporre sempre nuovamente gli aspetti negativi di voi stessi, il miracolo accade: cessate di identificarvi segretamente con le parti di voi che volete nascondere. Per quanto questo possa sembrare paradossale, quanto più esponete le parti distruttive di voi stessi, tanto più prendete coscienza della vostra bellezza; quanto più esponete il vostro odio interiore ed i suoi derivati, tanto più potete rendervi conto che dentro di voi già esiste l’amore e tanto più potete permettergli di risplendere attraverso di voi.

    ESPORRE IL SÉ INFERIORE RIVELA QUELLO SUPERIORE

    Cercate di immaginare, amici miei, quanto dolorosa è la situazione in cui vi ponete quando cercate di nascondere gli aspetti di voi di cui avete vergogna e paura. È proprio a causa di questa tendenza a nascondere che si rafforzano le attitudini che più odiate in voi. Tenendole segrete, voi le esacerbate enormemente e poi vi convincente sempre più, profondamente dentro voi stessi, che esse costituiscono il vostro vero sé. Questo circolo vizioso(2) fa crescere la vostra determinazione a nascondere e, perciò, vi fa sentire più isolati, più negativi e più distruttivi. La tendenza a nascondere, infatti, fa in modo che voi proiettiate i vostri sensi di colpa reali sugli altri, biasimandoli ipocritamente ed essendo troppo indulgenti con voi stessi. Segretamente, nel frattempo, vi convincete sempre più che le parti che tenete nascoste sono la vostra realtà ultima. Il vostro compito primario deve essere quello di esporre tutto di voi stessi. Non mi stancherò mai di ripeterlo, semplicemente perché è impossibile aggirare questo fondamentale aspetto dello sviluppo spirituale. Tutti i ricercatori della verità che trascurano questo aspetto illudono se stessi e, prima o poi, saranno costretti a risvegliarsi dolorosamente. Il processo di esporre tutte le parti del proprio essere non può essere evitato. È proprio esponendovi onestamente e coraggiosamente, che potete finalmente rendervi conto che le vostre opinioni negative su voi stessi non sono mai giustificate, non importa quanto negativi e distruttivi sono i tratti che cercate di nascondere. Non sono mai giustificate perché le parti negative non sono altro che aspetti isolati della vostra coscienza totale, dei quali il vostro sé reale si è assunto la reponsabilità.

    Nel compiere questi passi, prendete coscienza del vostro sé superiore, non come concetto teorico o filosofico, ma come realtà direttamente percepita, nel qui e nell’ora. Esperite voi stessi come l’entità reale che siete, che siete sempre stati e sempre sarete, indipendentemente dalle folli illusioni che gli aspetti isolati della vostra coscienza hanno elaborato. Quanto grande e meraviglioso è il vostro compito! In questo processo, voi imparate a comprendere la vostra realtà interiore e tutti i suoi vari aspetti e livelli di coscienza. Vedete che gli eventi esteriori sono un riflesso del vostro mondo interiore, così che quest’ultimo cessa di essere un’analogia simbolica e diventa la più concreta delle realtà.

    IL VIAGGIO DELL’ANIMA

    Un’analogia che spesso si incontra nei sogni, così come in altri linguaggi simbolici, è quella che paragona il periodo di permanenza della coscienza in un corpo umano ad un viaggio. Quest’analogia rivela una profonda verità: il sentiero interiore si muove costantemente attraverso i vari strati di sostanza dell’anima che devono essere esplorati. Questo viaggio non è solo simbolico, è una realtà. Il vostro sentiero è un movimento che si rinnova sempre nuovamente, e vi fa attraversare i vari paesaggi del vostro mondo interiore, inclusi i bellissimi paesaggi del vostro sé superiore. Ma se non vi occupate del compito per il quale siete venuti sulla terra, non vi capiterà spesso di godere di questi paesaggi, perché rimarrete intrappolati nei paesaggi relativi a quegli altri aspetti della vostra coscienza che ancora non sono stati purificati e integrati con il vero sé.

    Cosa succede quando, alla fine della vita, vi ritirate nell’universo interiore portando con voi questi vari aspetti della vostra personalità? Vivete a turno in ciascuno di essi. Gli aspetti che non sono stati riunificati con il sé superiore rimangono frammenti separati, chiusi all’interno dei mondi da essi stessi creati. Di volta in volta, risiedete in qualcuno di questi mondi, ed il tempo (mi trovo costretto ad utilizzare questa parola per mancanza di una migliore) che dovete rimanervi è proporzionale all’intensità dello stato ad esso associato. Ciascuno di essi è un vero e proprio mondo – in modo non diverso da come lo è quello della vostra realtà terrena – con condizioni, dimensioni e leggi che vi appaiono le uniche reali fin quando la vostra mente rimane fissa su di esse, proprio come la vostra dimensione terrestre vi appare l’unica reale quando siete focalizzati esclusivamente su di essa. Tutti questi mondi sono mondi di coscienza e di attività. Dal momento che in voi esistono molti aspetti diversi, risiedete in molti mondi diversi e, nella misura in cui la vostra coscienza rimane focalizzata su di essi, voi dimenticate la vostra vera identità. Fin quando continuate ad identificarvi con gli aspetti meno sviluppati del vostro essere, non siete in contatto con la vostra identità divina. Quando questo succede, il soggiorno nei mondi legati agli aspetti inferiori appare definitivo per il tempo che dura. Questa definitività è del tutto illusoria, ma solo quando entrate nella più vasta realtà del mondo della luce, potete rendervi conto che l’unica realtà definitiva è quella dell’amore, della bellezza, della verità e della beatitudine. Tutti gli altri stati sono solamente temporanei.

    Oltre un certo livello di sviluppo, ogni essere spirituale raggiunge uno stato di purificazione tale da potersi arrendere alla corrente divina, dissolvendosi e fondendosi in essa. E può anche riemergere da questa corrente, ritornando ad essere un’entità distinta con una sua forma, anche se di natura così sottile che gli esseri che non hanno raggiunto un sufficiente grado di sviluppo non possono percepirla.

    Tutti possono assaporare l’esperienza della resa alla corrente divina e della fusione con essa, nei momenti di felicità e di beatitudine. Questo può avvenire non solo quando ci si sente uniti agli altri grazie ad un sentimento di amore, ma anche in tutte le grandi esperienze in cui l’anima si sente sollevata e più vicina a Dio, non importa se questo avviene grazie alla meditazione, alla musica, al contatto con la natura, o semplicemente perché si è stati toccati dal soffio divino. In questi casi, il proprio corpo viene percepito come un limite, che si vorrebbe superare per ricongiungersi alla corrente divina. Probabilmente, anche se non avete mai concettualizzato la cosa in questi termini, potete confermare di aver avuto talvolta esperienze del genere.

    Quanto minore è il grado di purificazione dell’anima – e non mi riferisco solo ai difetti ed alle debolezze, ma anche alle paure ed alle correnti negative – tanto più l’individuo ha paura di arrendersi, nonostante lo desideri. Quanto più l’anima è spiritualizzata, tanto meno resiste alla resa. Alcune filosofie umane hanno compreso questa verità, ma sono cadute nel malinteso di ritenere che essa rappresenti la destinazione finale dell’uomo. Questo non è vero. Anche se si fonde e si dissolve, la coscienza individuale – l’‘io’ – non cessa di esistere. L’entità spirituale è sempre in grado di ripristinare una certa, fluida struttura, così da poter passare dallo stato del puro essere a quello del divenire. Dal momento che Dio è il Creatore, vale a dire un Essere che agisce, questo processo avviene anche in Lui. L’elemento attivo di Dio si manifesta in una miriade di modi, in forme sempre pure e perfette. Questo elemento prende forma, svolge la sua funzione di sostenere ed alimentare, e poi si dissolve di nuovo. Questi concetti sono estremamente difficili da comprendere per voi esseri umani, ma mi auguro che queste mie parole possano accendere in voi la scintilla della comprensione.

    Sto cercando di chiarire una contraddizione che è insita nella mente umana, e che riguarda il soggetto del dualismo e del monismo. Coloro che hanno avuto un’esperienza del divino nello stato di dissoluzione e di pura esistenza, ritengono che questa rappresenti la realtà ultima. Altri che hanno incontrato Dio nella sua forma manifesta, come Creatore, ritengono a loro volta che sia questa la realtà ultima. È questa l’origine della contraddizione, che non è veramente tale, perché entrambe le esperienze di Dio sono reali.

    Vi sono domande?

    DOMANDA: Hai detto che la realtà che conosciamo è solo il riflesso della vera realtà. Non riesco a capirlo. Se tocco un albero, per esempio, la sua corteccia mi appare tremendamente reale.

    RISPOSTA: Spiegare questo concetto è altrettanto difficile che capirlo. Non è grave se non riuscite a comprenderlo oggi. In futuro – forse fra due, tre o cinque anni – improvvisamente la vostra mente sarà rischiarata dalla luce. Avrete un’intuizione, comincerete a comprendere il senso di queste miei parole, ed esse avranno su di voi un nuovo e diverso effetto.

    Certamente, ciò che toccate è reale o vi appare tale. Anche se toccate uno specchio, questo è reale: potete toccarlo e vederlo. Supponiamo che non sappiate che l’essere che vedete riflesso in esso sia fatto di carne ed ossa, che nelle sue vene scorra del sangue, che al tatto sia caldo. Potreste, allora, scambiare l’immagine allo specchio per la persona di cui è il riflesso. Si può immaginare che fra la realtà materiale e quella spirituale vi sia un rapporto del genere. Voi non sapete nulla della realtà spirituale. La vista, l’udito, il tatto non vi dicono nulla di essa. Eppure, visto che ancora non avete sviluppato alcuna capacità percettiva superiore, la vista, l’udito ed il tatto sono gli unici criteri che possedete per stabilire la realtà di qualunque cosa.

    1)Per la definizione di Sé Reale, vedi il Glossario.

    2)Per la definizione di circolo vizioso, vedi il glossario.

    2

    SCEGLIERE IL PROPRIO DESTINO

    Ogni entità, quando scende sul piano terreno per incarnarsi, si assume l’impegno di svolgere alcuni compiti, secondo un piano prestabilito. In molti casi, lo spirito ha il diritto di discutere con gli essere spirituali a ciò preposti quali saranno le linee generali secondo cui si svolgerà la sua futura vita. Esso può così, in misura proporzionale allo sviluppo della sua visione e della sua capacità di giudizio, decidere quale sarà il suo destino. Di fatto, quando si trova nel mondo spirituale, l’entità può vedere le cose da una prospettiva più ampia di quella che possiede quando si trova in un corpo fisico, e si rende conto che lo scopo della vita non è semplicemente quello di raggiungere la felicità e di stare bene, ma quello di evolversi e di raggiungere nel tempo più breve possibile uno stato di perfetta beatitudine, stato che sulla terra è sconosciuto. L’entità sa che solo attraverso i suoi sforzi spirituali la conoscenza interiore potrà penetrare nel suo intelletto, ma sa anche che questo processo non sarà facile e che, sul piano terreno, per rimanere sul giusto sentiero e sviluppare la giusta attitudini, spesso dovrà affrontare prove severe e grandi difficoltà.

    Nel momento in cui lo spirito viene avvolto dalla materia, la memoria si dissolve automaticamente. Questo è essenziale, in quanto la consapevolezza spirituale è qualcosa per cui bisogna combattere e che si può sviluppare solo se ci si impegna a cercare dentro di sé – non solo fuori ed in termini generali – la realtà di Dio e la verità della Creazione. Solo guardando nella propria anima si possono scoprire tanto il significato e lo scopo della propria vita, quanto i compiti che ci si è impegnati a svolgere. Se, invece, ci si lascia catturare completamente dagli aspetti esteriori dell’esistenza sulla terra, si finisce con il perdere il significato interiore della vita. Si vive senza fare alcun progresso spirituale e si è costretti a reincarnarsi ripetutamente sempre per lo stesso scopo.

    Lo spirito conosce i pericoli della vita sulla terra, ma sa anche che se vivrà nel modo giusto dal punto di vista spirituale, sulla terra potrà svilupparsi molto più rapidamente di quanto non gli sarebbe possibile nel mondo spirituale, proprio perché in questo la vita è molto più facile. Le difficoltà terrene sono per lo più collegate alla materia ed a tutto ciò che a questa è associato. Esse sono dovute sia alla perdita della memoria del mondo spirituale, sia al fatto che la materia è per l’uomo fonte di grande tentazione. Solo coloro che riescono a superare queste difficoltà riescono ad impiegare nel modo migliore la loro vita. Gli spiriti in procinto di incarnarsi sanno che avranno bisogno di incontrare degli ostacoli, grazie ai quali verranno scossi e potranno risvegliarsi, evitando di rimanere imprigionati nella materia. Prima di incarnarsi, perciò, un spirito potrà dire alle sue guide: Vi prego di aiutarmi, non solo dandomi forza e guidandomi, ma anche, se vedrete che mi sto allontanando dalla giusta strada, facendomi incontrare ostacoli e difficoltà. Infatti, grazie a ciò la possibilità che mi risvegli sarà molto maggiore di quanto non sarebbe se tutto scorresse sempre liscio.

    È importante, dunque, che voi riconosciate che molti degli eventi che sembrano ripetersi senza motivo apparente nella vostra vita, sono stati da voi stessi programmati quando la vostra visione ancora non era offuscata dalla materia. Uno spirito molto ambizioso potrà talvola perfino chiedere che il suo destino sia particolarmente difficile, poiché, prima di immergersi nella materia, comprende bene che il dolore che dovrà soffrire sarà ben poca cosa se paragonato ai vantaggi che otterrà. Questo è un fatto su cui vale certamente la pena di riflettere.

    Vi consiglio, amici miei, di pensare alle prove ed alle tribolazioni che vi trovate ad affrontare nella vostra vita. Chiedetevi se non siete stati voi stessi a sceglierle perché avevate bisogno di imparare una certa lezione. Cercate di scoprire quali aspetti di voi stessi, da questo punto di vista, dovete ancora vedere ed affrontare. Se mettete tutto il vostro impegno in questa ricerca, la risposta vi verrà senz’altro data. Anche questo deve essere imparato, praticato. Non crediate che la capacità di meditare si sviluppi da sola. Per svilupparla occorre forza di volontà, perseveranza; occorre che combattiate le vostre resistenze e le correnti negative dentro di voi. Questo è uno sforzo che vale la pena di compiere: la ricompensa è grande, è una vera benedizione. Quando il mondo dello spirito si accorge che una persona si dedica a questa ricerca in tutta sincerità, cerca di guidarla in modo che essa possa raggiungere l’obbiettivo che si è prefisso.

    Se uno spirito si rende conto, una volta che la sua vita sulla terra si è conclusa, di non aver compiuto tutto quello che si era impegnato a fare, spesso gli viene concesso di portare a termine i suoi compiti nel mondo spirituale. Esso, allora, rimane in contatto con la sua famiglia o con le persone con cui aveva lasciato delle cose in sospeso, ma ora come spirito gli sarà molto più difficile portare a termine la sua opera. È vero che esso ha ora il vantaggio di aver recuperato la più ampia visione del mondo spirituale e la piena comprensione della propria condizione, ma il non avere più a disposizione un corpo fisico rende tutto più complicato.

    Per esempio, una persona in vita può influenzare gli altri molto profondamente affrontando ed eliminando i propri difetti. L’influenza indiretta ha sempre un impatto molto forte e duraturo. L’esempio è sempre più convincente delle parole, della persuasione o del tentativo di imporre la propria volontà agli altri, anche se con le migliori intenzioni di questo mondo.

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