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L'Universo della Caduta e la Storia della Salvezza: Il cervello umano configurato per il Divino
L'Universo della Caduta e la Storia della Salvezza: Il cervello umano configurato per il Divino
L'Universo della Caduta e la Storia della Salvezza: Il cervello umano configurato per il Divino
E-book197 pagine2 ore

L'Universo della Caduta e la Storia della Salvezza: Il cervello umano configurato per il Divino

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Info su questo ebook

L’Universo della Caduta
un trattato di teologia biblica- filosofia- psicologia
 
Il testo affronta in maniera chiara e approfondita: la preghiera come atteggiamento psicologico e mentale verso il Sacro, il tempio interiore, il sogno  sincronico – Il tempo del Kronos e del Kairos – La risonanza, la sincronicità nella Bibbia, il potere dell’immaginazione, legge di attrazione e fisica quantistica.
 
L’universo della caduta e la storia della salvezza. Il profondo legame tra il Padre e Gesù, Gesù e gli Angeli, il cervello umano è configurato per il Divino, le istintualità da sublimare e trasformare. La mente che mente!
 
LinguaItaliano
Data di uscita7 giu 2018
ISBN9788869373398
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    Anteprima del libro

    L'Universo della Caduta e la Storia della Salvezza - giusy callengher

    ​BIBLIOGRAFIA

    ​Introduzione

    Questo libro è il seguito dell’opera LE 72 LUCI ANGELICHE

    E’ un trattato di teologia biblica- filosofia- psicologia.

    Questa opera come le precedenti sono state scritte con mio marito, psicologo teologo e filosofo che ha lasciato troppo presto questa terra.

    Questo lavoro è quindi il frutto di studi di teologia, filosofia e psicologia.

    Per quanto mi riguarda lo studio della teologia risale ai miei primi vent’anni, perche cercavo risposte a eventi molto dolorosi della mia infanzia.

    Alcune risposte sono puntualmente arrivate da ispirati teologi che mi hanno chiarito il senso di alcuni accadimenti, e questo mi ha portato sostegno e conforto nel percorso della mia vita.

    Altre risposte le ho trovate lungo lo snodarsi degli eventi e il significativo incontro con un compagno di vita, con cui ho condiviso la incessante ricerca scientifica e spirituale, che ha dato maggiore ricchezza e significato alle nostre vite.

    Ricerca fruttuosa per dare un senso al tempo e per creare una breccia, verso il futuro ricco di progetti e realizzazioni, perche con una forte motivazione la vita travolge ogni ostacolo e vince sempre.

    Poi come insegna la sapienza Biblica anche di fronte al dolore della perdita di una persona, piu forte della morte e’ l’amore.

    Vita mutatur non tollitur. Dice del lutto il modello relazionale psicologico del Prof. Vittorio Cingoli.

    ​COME AVVICINARSI AL FIAMMEGGIANTE NOME DIVINO...

    COME AVVICINARSI AL FIAMMEGGIANTE NOME DIVINO CON LA PREGHIERA, L’ATTEGGIAMENTO MENTALE PSICOLOGICO E SPIRITUALE VERSO IL SACRO

    Nel corso di quest’opera ci imbatteremo sovente nel termine atteggiamento. Ma cosa vuol dire atteggiamento in realtà? Dal punto di vista psicologico scopriamo che l’atteggiamento non è la versione che diamo di solito e cioè un modo di porsi, o di andare verso l’oggetto preso in esame, o di essergli favorevoli o contrari. Dopo seri e attenti studi si è arrivati a comprendere che l’atteggiamento è uno stato di prontezza mentale organizzato nel corso dell’esperienza, ed esercita un’influenza direttrice e dinamica sulle risposte di un individuo verso tutti gli oggetti e le situazioni con cui entra in relazione. L’atteggiamento non ha solo una funzione direttrice della percezione e nel comportamento, ma ha anche la dinamica di stimolare le persone ad agire. Quindi l’atteggiamento mentale è la creazione di una vera e propria reimpostazione mentale che determina secondo il nucleo basilare di partenza, una poderosa spinta che delinea una sua traiettoria per arrivare al bersaglio. E’ la creazione di una linea di forza che segue una precisa direzione, con facoltà di aggregare elementi lungo il percorso, ma rivolta costantemente verso un preciso obiettivo progettuale per le finalità da raggiungere. Quindi è una convinzione di fondo, una conoscenza nuova, una vera fede, che predetermina l’atteggiamento di un individuo verso questo stato mentale, darà origine a sua volta al comportamento corrispondente. Abbiamo tenuto a precisare questo termine per la notevole importanza che ricopre nella genesi del comportamento umano. Per avere una maggiore chiarezza mentale quando ci accingiamo a percorrere il sentiero evolutivo, soprattutto per fare luce sui propri atteggiamenti e comportamenti e per diventare capaci di sapersi osservare. Rettificare all’origine tutte quelle modalità comportamentali che sono fuori equilibrio e che rappresentano un impedimento e uno scoglio per la vera evoluzione.

    ​IL TEMPIO INTERIORE

    Ma veniamo alla PREGHIERA. L’etimologia la indica come una manifestazione fondamentale della vita religiosa, consistente nel rivolgersi al mondo Divino con il personale sentimento della propria sensibilità, e recitato con la parola o con la mente, per chiedere, ringraziare o glorificare. In realtà, non è solo una richiesta di benefici come comunemente si crede, ma è soprattutto il riconoscimento dell’origine Divina di tutto ciò che esiste e con il dialogo interiore a questa fonte sublime aprirsi. Questa comunicazione è l’espressione e il mezzo con cui l’anima ritrova se stessa. Le ore trascorse nella meditazione della preghiera sono l’essenza e il frutto del tempo, mentre le altre ore sono solo i sentieri che vi conducono.

    " Bisogna riconoscere Dio come la

    sorgente suprema da cui sgorga

    tutta la forza, tutta la bontà, tutta

    l’esistenza e riconoscersi come

    aventi ricevuto l’essere e la vita da

    questa potenza suprema."

    Abbè Bremond [1]

    L’uomo ha la possibilità di comunicare con questa sorgente suprema e questa possibilità si chiama preghiera, dice il Salmo 86 (87), al versetto n.7:

    SONO IN TE TUTTE LE MIE SORGENTI.

    Bisogna amare e adorare questa sorgente, per poi porre coscientemente in essa, il centro del proprio vero essere. E’ un tipo di relazione che si attiva nell’intimità del proprio tempio interiore. Gli elementi base sono la passività, perché nonostante l’attenzione, l’impegno o la presenza consapevole, la preghiera esige una schietta rinuncia ad ogni iniziativa e pretesa personale, richiede la capacità di creare una zona sacrale recettiva e immacolata, affinché vi possano confluire in essa luce, forza, intuizione e rivelazioni trascendentali che vanno oltre la sfera della propria individualità. Con la preghiera si instaura un tipo di rapporto asimmetrico perché da una parte c’è l’assoluto della Divinità, al cui cospetto l’uomo per quanto possa essere grande la sua posizione, diventa assolutamente relativa e nella sua relatività può attivare quella qualità che si chiama umiltà da umus = terra, che è il diventare terra accogliente ricca di proprietà nutritive per ospitare il seme prezioso della Parola di Dio meditata e applicata. Cosi si crea una relazione profonda, perché il luogo d’incontro che può essere un Santuario, una Chiesa, o nell’intimità della propria casa può avvenire solo nel silenzio affettuoso e caloroso del proprio cuore, dice il maestro:

    " quando pregate, non siate come gli ipocriti

    che amano pregare stando

    ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze,

    per farsi notare dagli uomini.

    In verità vi dico: hanno già ricevuto

    la loro ricompensa.

    Ma tu quando vuoi pregare, entra nella tua

    camera e serratone l’uscio,

    prega il padre tuo che vede nel segreto e

    te ne darà ricompensa."

    Matteo 6, 5-6.

    E’ uno stato non condizionale in cui non si può in realtà pretendere nulla non si ha nulla da perdere, nascondere o dimostrare agli altri ma dove si può solo autenticamente e intimamente essere. E’ un abdicare coscientemente la propria volontà, per affidarsi fiduciosi alla volontà suprema e alla sua provvidenza. La preghiera è rivolta prima di tutto alla vera necessità della propria anima, separandola dai desideri e bisogni dell’io egoico. Solo in un secondo tempo sarà possibile esprimere richieste materiali come la salute, il lavoro, e tanti altri bisogni primari e fondamentali alla sopravvivenza per il beneficio del corpo e della psiche.


    [1] Piero Ferrucci " Esperienza delle Vette" Casa editrice Astrolabio-Ubaldini 1989. Pag.214

    SACRIFICIO ED ELEVAZIONE

    La preghiera è il luogo privilegiato per trovare la presenza di Dio e lo cerchiamo soprattutto quando ci sentiamo sofferenti, soli e perduti. L’investimento energetico dell’anima quando cerca la comunione con il mondo Divino, può assumere il carattere di un vero e proprio sacrificio, dal cui risultato emerge poi un vero flusso di energia e contemporaneamente sancisce un tentativo concreto di elevazione spirituale. La ricerca del senso del Sacro assume la più alta espressione spirituale nella preghiera.

    Papa Francesco dice che per accostarsi alla preghiera ci vuole una fede carica di forza e coraggio, per vincere la nostra debolezza nel credere.

    COMUNICAZIONE CON IL DIVINO

    Nella ricerca del senso del sacro c’è anche lo sforzo dell’uomo per comunicare con il mondo incorporeo o metafisico, ci si rivolge al Padre, al Maestro Gesù, allo Spirito Santo, alla madre Divina, agli ANGELI e ai Santi. Quando la preghiera è autentica crea una reale comunicazione che arricchisce il cuore, e accarezza lo spirito. Cosi eleva l’anima verso uno stato mistico in cui la coscienza si avvicina all’assoluto.

    Pensa a Dio più di quanto respiri. Epitteto.

    Lo stato mistico che si viene a creare, connette simbolicamente l’uomo alla presenza di Dio , dove egli può attingere a piene mani forza, coraggio, amore, tutte le divine virtù che lo aiutano a superare e vincere, i suoi nodi conflittuali e a camminare con rinnovata sicurezza in questa valle di purificazione e sacrificio. Dice il salmo :

    " Se dovessi camminare nella valle oscura

    non temerei alcun male, perché TU sei con me."

    Salmo 22, V.4.

    Amo il mio Signore perché ascolta il grido

    della mia preghiera

    Salmo N. 114 (116), V.1.

    PREGA E LAVORA

    La nostra cultura religiosa ci istruisce alla regola del Prega e lavora ma è anche valido il suo contrario, e cioè lavorare e pregare perché lavorare con amore, qualunque sia la professione che esercitiamo può diventare vera preghiera che santifica la fatica.

    IL CORPO DI GLORIA

    Si può ipotizzare, che l’uomo dedito alla preghiera crea con l’ausilio superiore un piano parallelo e inviolabile, dove può diventare possibile la creazione della luminosa forma gloriosa del corpo di luce che è il precursore manifesto della futura città o Gerusalemme celeste. Luogo microcosmico presente a livello virtuale in ogni tempio interiore. Dice S. Paolo:

    "Si semina corruttibile e risorge incorruttibile;

    si semina ignobile e risorge glorioso;

    si semina debole e risorge pieno di forza;

    si semina un corpo animale

    e risorge un corpo spirituale."

    Corinzi 15, 42-44

    Il Corpo di Gloria è il nostro passaporto per l’eternità, egli è presente come seme in ogni cuore umano, ed è la in attesa di trovare il terreno idoneo per svilupparsi. Questo sviluppo è nelle mani dell’uomo e della sua buona condotta, perche con il progresso del pensiero può conformare il suo comportamento spirituale per avvicinarsi alla grazia Divina.

    GINNASTICA DELLO SPIRITO

    L’allenamento della comunicazione con le Forze Superiori, può anche essere considerata come la modalità naturale di un’attività fisica attiva, necessaria al nutrimento e alla salute della nostra struttura interiore messa in atto con costanza, come una disciplina che rafforza lo spirito. Trascurarla equivarrebbe ad annichilire ed atrofizzare il nostro principio più alto e cioè, la potenzialità della nostra anima. La preghiera deve essere improntata da un’autentica fede, umiltà e trasparenza è anche necessario mantenere uno stato di accogliente fiducia, ed è anche scritto.

    "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete;

    bussate e vi sarà aperto;

    infatti chi chiede riceve, chi cerca trova;

    a chi bussa sarà aperto:

    se dunque voi, anche se cattivi, sapete

    dare doni buoni ai vostri figli,

    quanto più il PADRE VOSTRO che è nei cieli

    darà cose buone a

    quanti gliene faranno richiesta"

    Matteo 7, 7-8-11.

    Ed è anche scritto:

    "In verità, in verità vi dico: qualsiasi cosa chiediate al Padre nel Mio Nome egli ve la concederà

    Finora non avete chiesto nulla nel mio Nome.

    Chiedete e riceverete, in modo che la vostra

    gioia sia completa."

    Giovanni. 16, 23-24.

    E ancora:

    "Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi,

    chiedete pure quello che volete e vi sarà fatto."

    Giovanni. 15, 7.

    Con queste parole, possiamo notare come l’asse dell’atteggiamento mentale di fronte alla preghiera, può variare a diversi ritmi, dallo stato di attesa passiva si può lecitamente spostare il baricentro alla richiesta esplicita attiva, in base alle contingenze e senza per questo violare i presupposti sacrali. Il vangelo stesso incoraggia con molta chiarezza a chiedere aiuto per i propri bisogni materiali e spirituali. E c’è anche da tenere molto in considerazione la particolare concessione rilasciata da Gesù a tutte le persone che si rivolgono al Padre e cioè di chiedere nel Suo Nome, questa concessione favorisce l’umanità per avere un

    rapporto più diretto e speciale, verso la fonte di ogni provvidenza e misericordia, per poter così realizzare le giuste e motivate richieste personali utili al percorso dell’anima. Quello che importa è che esse siano motivate oltre che dai bisogni personali materiali anche per il conseguimento di una maggiore statura spirituale. La ricchezza spirituale favorisce la solidarietà, l’amore altruistico, e porta alla capacità del perdono delle offese ricevute e a pregare per i propri nemici e per tutti gli indigenti spirituali. Perdonare è un atteggiamento psicologico che richiede forza e una grande conoscenza evolutiva spirituale. Il perdono è un atto liberatorio dagli invischiamenti psichici che creano disequilibrio, il perdono inoltre è il grande guerriero che sconfigge e uccide il male proprio e altrui, questo significa perdonare e perdonarsi.

    ​LA PREGHIERA COME OGGETTO DI RICERCA UNIVERSITARIA

    LA PREGHIERA COME OGGETTO DI RICERCA UNIVERSITARIA [1]

    Alcune ricerche statistiche e mediche forniscono dati concreti rigorosamente controllati, e quindi altamente credibili, di un celebre esperimento avvenuto in un ospedale a S. Francisco (USA.) di qualche anno fa. Si suddivisero quattrocento malati gravi in due gruppi, ad un gruppo venivano fornite cure mediche ad alto livello, mentre l’altro era oggetto di cure standard ma in più, un gruppo di persone pregava per loro. Le persone che pregavano non avevano nessun contatto con i malati, ma conoscevano solo il nome di battesimo e la malattia. I pazienti ignoravano di essere oggetto di un esperimento. Il personale medico e paramedico era a conoscenza dell’esperimento, ma ignorava l’identità dei pazienti oggetto di preghiera. La modalità di preghiera non seguiva nessuna linea direttiva prestabilita, ma era affidata alla sensibilità soggettiva degli oranti.

    I risultati furono:

    1) il decorso della malattia, per il gruppo dei pazienti oggetto di preghiere era

    rapidamente e sostanzialmente migliorato, rispetto ai pazienti dell’altro gruppo. Ci furono tre volte meno polmoniti, si usarono tre volte meno antibiotici e tre volte meno i diuretici.

    2) Ci furono tre decessi nel gruppo non oggetto di preghiera

    3) Non ci fu nessun decesso invece nel gruppo oggetto di preghiera

    I ricercatori rimasero allibiti e sbalorditi da questi risultati e dissero che quanto era accaduto davanti ai loro occhi, equivaleva alla straordinaria scoperta di una medicina miracolosa, da porre accanto

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