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Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico
Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico
Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico
E-book68 pagine57 minuti

Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico

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Info su questo ebook

Come si comporta il narratore quando prova a raccontare la realtà? E lo storico, fino a che punto deve attenersi rigorosamente ai dati puri e duri offerti dalla sua ricerca? Ogni racconto – quello del narratore come quello dello storico – è parziale, determinato da un proprio punto di vista, da una propria sensibilità, da un proprio uso linguistico. Quali sono allora i parametri che definiscono il “reale”? E dove si situa il confine tra realtà e finzione?
Flavio Stroppini e Pietro Montorfani si sono incontrati per sei volte, tra aprile e novembre 2023, e hanno registrato le loro conversazioni. Quello che avete tra le mani è la selezione delle trascrizioni dei loro incontri. Questo scambio è stato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione svizzera Pro Helvetia nell’ambito del suo progetto “Tandem”.

LinguaItaliano
Data di uscita20 mar 2024
ISBN9788831285858
Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico
Autore

Flavio Stroppini

Flavio Stroppini. Ha pubblicato i romanzi “Kubi goal!” per Casagrande Editore (2016), “Pellegrino di cemento – Le voyage d’orient cento anni dopo Le Corbusier” (2012), “Niente salvia a maggio” (2004) per GCE Editore; “I cani” per le edizioni Fuoridalcoro; e la raccolta di racconti “Scarafaggi” per le edizioni Ulivo (2009). Sue le raccolte poetiche “Lo Strahler” (2014) per le Edizioni Fuoridalcoro; “Assemblaggio informazioni verosimili quotidiane”(2008) per le Edizioni Alla Chiara Fonte, Lugano, 2008 e Bar Macello (2001) per GCE Editore. È presente in varie antologie: “Gotthard, Landscape, Myths and Technology”, Scheidegger & Spiess (2016); “Chi sono io? Chi altro c’è lì?”, Franco Cesati Editore (2016) e “Come diventare scrittore di viaggio”, Lonely Planet (2018).Da anni scrive e dirige radiodrammi per la Radiotelevisione Svizzera Italiana. È regista della serie radiofonica “Semm ammò chì” per cui scrive alcune puntate. Del 2017 il progetto “fabula”, che racconta in 50 radiodrammi 2600 anni di storia di una valle alpina. Nel 2018 il radiodramma “Essere o...” da lui scritto e diretto viene selezionato a rappresentare la Svizzera al prestigioso Prix Italia. Suoi gli spettacoli teatrali “Il viaggio di Arnold” (parte di un progetto crossmediale che unisce il teatro alla radiofonia, al web, al cinema e alla letteratura – copione pubblicato da Gabriele Capelli editore), “Prossima fermata Bellinzona” (documentario teatrale sulla ferrovia al sud delle Alpi), “Kubi” (con Amanda Sandrelli) e “Tell”.Del 2018 il progetto di teatro-walking “Sì, Rivoluzione!” che, coinvolgendo svariati artisti, racconta il centenario dello sciopero nazionale elvetico.Da anni scrive reportage per diversi giornali e riviste.Sue sceneggiature sono state presentate in svariati Festival internazionali e trasmessi da televisioni di tutto il mondo. Del 2009 il documentario sulla guerra nei Balcani “Custodi di guerra”, scelto dal Comitato Internazionale della Croce Rossa per rappresentare le Convenzioni di Ginevra. Sempre del 2009 il videoclip “The Race, Heavenly States”, premio sceneggiatura Lincoln Rising Stars Competition e in onda ai Grammy Award 2009 sulla CBS. Del 2012 il cortometraggio “Questo è mio!”, realizzato da Eric Bernasconi in occasione del 300’ della nascita di Rousseau per la Radiotelevisione Svizzera.Insegna narrazione del reale alla Scuola di Storytelling & Performing Arts Holden di Torino e al Master di Sviluppo creativo e gestione delle attività culturali dell’Università Cà Foscari di Venezia.Ha tenuto reading e conferenze in Svizzera, Italia, Francia, Germania, USA, Cina, Iran, India, e Tunisia. Grazie al suo lavoro è stato invitato a rappresentare la Svizzera alla “Settimana della lingua italiana nel mondo” a Mumbai, Tehran, Tunisi, Washington DC, Guangzhou, Shanghai, Beijing e Hong Kong.

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    Girando attorno ad Altrove. Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico - Flavio Stroppini

    Girando attorno ad Altrove

    Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico

    di Flavio Stroppini e Pietro Montorfani

    Copyright 2024 Gabriele Capelli Editore

    Gabriele Capelli Editore

    ISBN 978-88-31285-85-8 (EPUB)

    Immagine di copertina:

    Fotografia di Flavio Stroppini

    Prima edizione GCE marzo 2024

    Progetto realizzato grazie al sostegno di Pro Helvetia (Tandem).

    Il progetto si lega allo spettacolo Qivittoq - L'amore ai tempi della crisi climatica.

    Produzione: Teatro Sociale di Bellinzona – teatrosociale.ch

    La casa editrice Gabriele Capelli Editore beneficia di un sostegno

    dell’Ufficio federale della cultura per gli anni 2021-2024.

    Flavio Stroppini, nato a Gnosca nel 1979, è autore e regista per la Fiction Audio della Radiotelevisione della Svizzera Italiana, oltre che drammaturgo e regista teatrale. Ha pubblicato in prosa e poesia. Ha scritto per la televisione e per il cinema. È direttore artistico di nucleomeccanico.com e insegna narrazione del reale in diverse scuole d’arte.

    www.flaviostroppini.com

    Pietro Montorfani, nato a Bellinzona nel 1980, è storico e ricercatore. Dopo avere diretto l’Archivio storico della Città di Lugano, è oggi responsabile della Biblioteca Salita dei Frati e segretario generale della Fondazione Federica Spitzer. Dal 2008 è caporedattore della rivista culturale Cenobio..

    Girando attorno ad Altrove

    Conversazioni su realtà e finzione tra un narratore e uno storico

    di Flavio Stroppini e Pietro Montorfani

    FS

    Partiamo da noi. Qual è il nostro lavoro?

    PM

    Ad essere sinceri ogni qual volta mi chiedono che cosa faccio, a seconda dei casi, dell’interlocutore o del contesto, la risposta cambia. Ogni tanto dico che sono uno scrittore, ogni tanto dico che faccio il giornalista. Oppure che gestisco istituzioni culturali. Sempre più spesso, però, vedo che, magari inconsapevolmente, affermo di essere uno storico. Alla fine credo di avere trovato un’etichetta nella quale mi riconosco quasi sempre: non saprei dirti perché, forse soltanto perché di storici non ce ne sono molti. Inoltre vedo attorno a me un sempre maggiore bisogno di storia. Cos’è uno storico? Semplicemente qualcuno che, partendo dal nostro passato anche più recente, ritiene di avere qualcosa da dire sull’esperienza dell’essere umano sulla Terra; non necessariamente per meriti suoi, ma perché ha letto, studiato, è andato a sbirciare in epoche in cui altri non hanno ancora guardato, o su cui c’era una curiosità latente. Una sorta di esploratore, un’avanguardia del passato.

    FS

    Ho lo stesso problema. A dipendenza di chi ho davanti mi presento in modo diverso. La versione che mi piace di più è: racconto storie. Mia figlia mi dice che però, così, sembra che racconti balle. A parte le battute... È complicato presentarsi. A volte sono un drammaturgo, altre un regista radiofonico o teatrale. Oppure uno scrittore. Un audiodocumentarista. Sintetizzando direi: racconto storie. Questo non sapere come presentarsi è qualcosa che decisamente ci accomuna. Anche per me il mondo ha bisogno di storie per cercare di cambiare. Penso che ci debba essere una motivazione importante per mettersi a raccontare, un obiettivo da raggiungere. Mi piace, contestualizzata all’epoca, la citazione di Majakovskij «l’arte non è lo specchio per riflettere la realtà ma il martello per forgiarla». Credo che ci sia una sorta di dovere sociale nel raccontare storie. Nella mia attività professionale spesso mi è stato chiesto di rispondere alla domanda su perché racconto una certa storia. La risposta può essere banale: perché devo avere i soldi per pagare l’affitto, perché mi va di raccontarla, perché è l’unica che ho trovato e valeva la pena investirci, perché questa storia mi è utile per raccontarne un’altra... L’importante è avere un motivo. Uno che sia tuo, privato. Con il passare del tempo ho capito che la mia ragione più profonda è questa: voglio che la gente sia paga delle domande. Penso che tu abbia ragione: il mondo ha bisogno di storie. Di storie vere, reali, dove la Storia con la S maiuscola, come diceva Montale, si mescola con la storia con la s minuscola.

    PM

    Hai fatto bene a sottolineare la vicinanza, e al contempo la lieve distanza, tra i nostri due tipi di lavori. Che è in fondo il vero motivo per cui ho accettato volentieri di iniziare queste nostre conversazioni, il motivo per cui, oramai da qualche anno, gravitiamo l’uno attorno all’altro come due asteroidi che si sfiorano, e ogni tanto finiamo per collaborare in modo più attivo. Ci guardiamo da lontano, non ci perdiamo di vista. Insomma ci stimiamo. In quella differenza tra il singolare e il plurale (tra la Storia e le storie) vedo innanzitutto due prospettive diverse. Tu parli di storie e parli di un utilizzo delle storie per cambiare il mondo: la tua è quindi una proiezione verso il futuro. L’uomo da sempre racconta storie perché si riconosce in un particolare format, un vero e proprio impianto narrativo, quello che secondo Aristotele stava semplicemente (si

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