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Accendiamo la lanterna di Diogene... una passeggiata tra passato e presente
Accendiamo la lanterna di Diogene... una passeggiata tra passato e presente
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E-book188 pagine2 ore

Accendiamo la lanterna di Diogene... una passeggiata tra passato e presente

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Info su questo ebook

Perché tanta diffusione di fake news? Abbiamo smarrito la bussola per orientarci in un mare di notizie: il senso critico, la capacità di ricercare le fonti, di valutare il pro e il contro di ogni questione. E' venuta meno la cultura umanistica, che consente di conseguire la patente di esseri pensanti e non di produttori di PIL. Accendiamo la lanterna del filosofo cinico Diogene di Sinope e riprendiamo la ricerca dell'uomo...colto in particolari momenti della sua storia. P.S. Ogni argomento ha per titolo una frase latina...Ma niente paura: si tratta di detti proverbiali, ormai entrati nell'uso comune.
LinguaItaliano
Data di uscita20 lug 2021
ISBN9791220347495
Accendiamo la lanterna di Diogene... una passeggiata tra passato e presente

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    Anteprima del libro

    Accendiamo la lanterna di Diogene... una passeggiata tra passato e presente - Renata Grancagnolo

    I

    ...giusto una chiacchierata...

    Rubo le ore indolenti all’aurora dalle rosee dita, direbbe Omero, quando mi alzo dal letto, apro la finestra e respiro / il fresco / che lascia / il colore del cielo¹ poi, tra una fetta biscottata e una tazzina di caffè, mentre il cielo e ogni cosa s’indora, mi siedo al computer e incomincio a scrivere...

    Mi piacciono le prime ore del mattino, quando ancora dormono le cime dei monti e le gole, / i picchi e i dirupi, / e le famiglie degli animali, / quanti nutre la nera terra…²: è trovarsi in una dimensione segreta, dove il tempo si dilata...

    Sensazione già avvertita dal poeta greco Alcmane, come suggeriscono le parole del frammento che mi sono venute sulle labbra.

    Tutti i pensieri e tutte le sensazioni che ci pervadono la mente e il corpo sono già stati di altri, di chi ci ha preceduto sulla terra.

    Questa considerazione mi ha affascinata fin dall’infanzia e se cerco di andare indietro con la memoria, mi vedo con un libro aperto, "simul ante retroque prospiciens³", intenta a indagare il passato e insieme a volgere lo sguardo al futuro… spesso di mattina presto...

    E’vero: la mente è più recettiva dopo il riposo notturno.

    Ora in pensione e non più schiava dell’orologio, ho ripreso la mia vecchia abitudine di seguire, liberamente, le mie elucubrazioni mentali e le mie curiosità, dopo anni dedicati all’ insegnamento, affascinante ladro, divoratore insaziabile di tempo.

    Ma basta una particolare luce che, improvvisa, balena nella stanza o una voce che sale dalla strada per ritrovarmi in classe e ...rivedere il sorriso o lo sguardo ora di un alunno ora di un altro...

    Tutti i miei alunni, che tanto mi hanno insegnato, nessuno escluso, - homines dum docent discunt⁴ - fanno capolino alla mia mente...ma c’è tempo e tempo e adesso è giunto il momento di riprendere il possesso di me, come suggerisce il vecchio filosofo Seneca: vindica te tibi.⁵

    L’occasione è giunta con l’intento di digitalizzare e poi di pubblicare le opere di mio padre, che ha dedicato la sua vita alla musica e in tarda età anche alla scrittura; ci ho preso gusto e così mi sono dedicata anch’io alla scrittura...

    ...Di che cosa potevo scrivere se non degli argomenti che sono stati oggetto, croce e delizia, della mia attività didattica - ho insegnato Italiano e Latino - ma che da sempre, da che mi ricordi, hanno traportato la mia mente oltre gli angusti confini della vita quotidiana, in un andirivieni continuo tra passato e presente, tra storia, filosofia, psicologia, letteratura... La cultura non ha confini.

    Dialogare dei problemi più profondi dell'animo umano con le persone in carne ed ossa è difficile. Si annoiano.

    Regola prima della conversazione: parlare solo di argomenti leggeri, superficiali...preferibilmente frivoli. Guai ad andare a fondo ad una discussione...!!

    Solo con i libri si può avere un dialogo vero, autentico, su temi anche scabrosi.

    Di tutto si scrive sui libri, anche ...anzi soprattutto, di ciò di cui non si parla...

    E così chiacchierando con i libri, sono andata alla ricerca dell’Uomo⁶, come Diogene di Sinope, giusto per usare un'espressione abusata ma efficacissima, ed ho scoperto che non è facile trovarlo...se per uomo s’intende dignità, rispetto, compassione...

    Spesso ho trovato arroganza, violenza e sopraffazione.

    "Confesso che per un certo tempo ho pensato che solo i nazisti potevano tranquillamente porre in atto certe rappresaglie. […]

    Poi ho scoperto che nel bosco di Katyn migliaia di ufficiali polacchi prigionieri erano stati sterminati dall'Armata Rossa: i tedeschi non c'entravano. La malvagità non ha bandiere. […] Un rapporto dei caschi blu olandesi racconta come, tra l'indifferenza del mondo che ha chiuso gli occhi, a Srebrenica, un nome sentito tante volte in televisione, o letto sui giornali, forse migliaia di uomini, donne e bambini sono stati abbattuti in pochi giorni".

    Le parole del giornalista Enzo Biagi sono anche le mie...

    ... ma per trattar del ben ch’io vi trovai / dirò de l’altre cose ch’io v’ho scorte⁸.

    La lunga strada che l’uomo ha percorso lo ha portato, più spesso gradualmente a volte repentinamente, al riconoscimento di quei valori che oggi sono declinati nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ma che, sebbene riservati solo all’ uomo libero(c'è stato un tempo in cui la schiavitù era legale... qualcuno anche oggi lo rimpiange...), erano in parte già contemplati dagli antichi romani nel concetto di humanitas, in cui si fondevano il mos maiorum - con i suoi valori della virtus, pietas e fides, coraggio, devozione e fedeltà - e le idee greche di philanthropia, amore verso il prossimo, e paideia, educazione volta allo sviluppo armonico della persona umana.

    Il noto aforisma del commediografo Terenzio sintetizza pienamente questo concetto: homo sum, nihil humani a me alienum puto, io sono uomo e nulla di ciò che è proprio dell'umanità mi è estraneo.

    Il modello di educazione umanistica oggi è messo in discussione dall'educazione professionalizzante e for profit, fondata soprattutto sullo studio delle materie scientifiche ed economiche, sulla specializzazione e l'informazione piuttosto che la formazione...¹⁰

    Perché tanta diffusione di fake news?

    Manca la bussola per orientarsi in un mare di notizie...

    La rete ci invia un'infinità di informazioni, ma solo lo sviluppo del senso critico, consistente nella capacità di indagare le fonti e le cause dei fatti, valutare il pro e il contro di ogni questione...ci può salvare.

    E' venuta meno la cultura umanistica, lo studio delle humanae litterae.

    In altri termini occorre diventare lettori intelligenti della storia, della filosofia, della letteratura, dell'arte, dei classici in genere, in una parola della realtà, per acquisire la patente di esseri pensanti e non di macchine utili alla produzione e all'aumento del PIL.

    Dirò di più: il passato, prossimo e remoto, risponde sempre al nostro desiderio di indagare la realtà, soprattutto contemporanea...

    La punteggiatura dell'indagine storica presenta molti punti interrogativi e punti esclamativi, più che punti fermi: il paradosso non è solo un espediente logico e retorico utilizzato dalla diatriba stoico-cinica, è la cifra stessa della realtà, come ci insegna Luigi Pirandello...e tuttavia...

    E tuttavia è affascinante e soprattutto rincuorante, perché ci apre al mistero della vita, cercare il filo da sbrogliare che finalmente ci metta / nel mezzo di una verit๹, e ci consenta di individuare l'ultimo segreto delle cose, nascosto, sotterraneo.

    C’è?!...

    ...La Tyche o la Nemesis per i greci, la Fortuna o il Fatum per i romani, la Providentia per i filosofi stoici e per i cristiani...quell'amor che move il sole e l'altre stelle...?¹²

    Incominciamo il viaggio, incamminiamoci nella storia...

    ___________________

    ¹ G. Ungaretti, Sereno vv. 7-10. Cfr. Vita d’ un uomo, Oscar Mondadori, Milano 1979 p.71

    ² Alcmane, fr.5; fr. 49 Garzya. Cfr: Alcmane, I frammenti, a cura di A. Garzya, Napoli 1954 p.126

    ³ F. Petrarca, Rerum memorandarum libri I, 19

    ⁴ Lucio Anneo Seneca, Epistulae ad Lucilium 7, 8: gli uomini mentre insegnano imparano

    ⁵ Lucio Anneo Seneca, Epistulae ad Lucilium 1, 1

    ⁶ Famoso è l'aneddoto di Diogene Laerzio sul filosofo cinico Diogene di Sinope che andava in cerca dell'Uomo naturale con una lanterna accesa in pieno giorno...( De viris illustribus VI 41)

    ⁷ E. Biagi, Un giorno ancora, RCS libri, Milano 2001 pp. 16-17

    ⁸ Dante Alighieri, Inferno, Canto I vv. 8-9

    ⁹ Terenzio, Heautontimorumenos (Il punitore di sé stesso), I, 1, 25. (la sentenza però è anche interpretata in senso contrario: sono uomo e quindi soggetto a tutte le miserie dell'umana natura). Su queste idee è sorta la corrente dell'Umanesimo nel XV secolo, fondata sulla concezione della centralità dell'uomo nell'universo e sul culto del mondo classico, sugli studia humanitatis.

    ¹⁰ M. Nussbaum, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica , il Mulino, Bologna 2011

    ¹¹ E. Montale, I limoni,vv. 28-29. Cfr. E. Montale, Poesie, a cura di A. Marchese, Arnoldo Mondadori Scuola, Milano 1991 p.19

    ¹² E’ l’ultimo verso della Cantica del Paradiso, che conclude la Divina Commedia, come tutti sappiamo...

    II

    Alcune considerazioni imprescindibili...

    Ho curato la pubblicazione del romanzo autobiografico di mio padre L’ora segnata dal destino: Ricordi di un volontario universitario, sulla sua vita militare, durante la seconda guerra mondiale, senza un corredo di note esplicative.

    Ma la mia forma mentis di insegnante di Lettere non mi ha lasciata in pace finché non ho deciso di completare l’opera con un’introduzione, che mi consentisse qualche notazione e qualche spunto di riflessione.

    E da questa son partita per un’immersione nella storia, che mi ha trasportato anche oltre i confini del Novecento.

    Prima di entrare nel merito della discussione, vorrei, però, fare un preambolo, necessario per capire i principali avvenimenti storici che caratterizzarono il Novecento, definito secolo breve,¹³ citando il testo, fondamentale per la storiografia, del famoso storico olandese John Huizinga: La crisi della civiltà.¹⁴

    L’autore, pur riconoscendo la valenza positiva del progresso scientifico e culturale dell’Europa del primo Novecento, ne intravede la crisi nel dissolversi delle categorie tradizionali del pensiero.

    Questo, infatti, diventando sempre più ambiguo e incapace di nette distinzioni, porta alla prevalenza di tendenze irrazionalistiche, con il conseguente ritorno di ataviche superstizioni e di mentalità razzistiche, ed infine alla strumentalizzazione della scienza a scopo egemonico.

    In altri termini lo storico prevede, con i dovuti distinguo, ciò che è stato definito nel Postmoderno pensiero debole.¹⁵

    Ma che cosa s’intende con quest’espressione?

    Dopo Friedrich W. Nietzsche e Martin Heidegger, la crisi del metodo cartesiano e razionalistico di indagine della realtà ha rivoluzionato il pensiero col passaggio dal concetto di assoluto a quello di relativo.

    Ciò ha comportato la fine delle grandi sintesi interpretative e della storia e del mondo che, appunto, usavano come strumento di conoscenza la ragione.

    Da una parte la crisi dello storicismo, che cercava di dare un senso logico al divenire storico; dall’altra la crisi delle filosofie che cercavano di dare un senso logico alla realtà.

    Persino in ambito epistemologico, relativo cioè alla filosofia della conoscenza scientifica, alcune teorie riducono le verità scientifiche a mere ipotesi e interpretazioni soggettive del reale.

    Secondo il falsificazionismo, elaborato da Popper,¹⁶ non è possibile dimostrare vera una teoria scientifica che non possa essere smentita in seguito.

    Feyerabend¹⁷ arriva a negare l’esistenza stessa del presunto metodo scientifico galileiano, col suo anarchismo epistemologico, fondato sull‘affermazione qualsiasi cosa può andare bene, e accostando la scienza alle arti.¹⁸

    Insomma, una sorta di rivoluzione copernicana...

    ...come quella operata a suo tempo, nella seconda metà del XVIII secolo, da Immanuel Kant, con la sua opera Critica della ragion pura, per cui la filosofia perse l’aspetto dogmatico-metafisico tradizionale per diventare indagine critica sui meccanismi della conoscenza.

    Si invertì il rapporto tra oggetto e soggetto della conoscenza, mettendo il soggetto al centro della speculazione filosofica come nel XVI secolo in astronomia si rimisero in discussione le nozioni relative al rapporto tra terra e sole, passando dalla concezione aristotelico-tolemaica, geocentrica, a quella copernicana, eliocentrica. ¹⁹

    Ma davvero si può parlare di rivoluzione nell’ambito del pensiero umano?

    Oh, meraviglia!! Sarà sorprendente scoprire quanto moderni siano gli antichi...

    Se fino alla prima metà dell’Ottocento la concezione newtoniana del mondo evidenziava la distanza tra il pensiero degli antichi e la scienza moderna, la cosiddetta sottodeterminazione delle teorie scientifiche cioè la possibilità di usare diverse teorie per spiegare gli stessi fenomeni - principio di complementarietà,²⁰ proprio della fisica quantistica - sembra riscontrarsi nella lettera a Pitocle di Epicuro, secondo cui tutto, dunque, procede senza turbamento se si risolvono tutti i problemi secondo il metodo delle molteplici spiegazioni in accordo con i dati dell’esperienza, lasciando sussistere in merito, com’è opportuno, le spiegazioni plausibili.²¹

    E questo non è, e non sarà, l’unico salto nel passato...

    Giusto per restare in tema, a proposito di Heidegger e della sua opera Essere e tempo, Luciano Perelli²² ha individuato alcuni concetti comuni con Seneca - un classico peraltro molto indagato nel Novecento²³ - come la contrapposizione tra autenticità e inautenticità del tempo.

    Inautentico è il tempo inteso come uno scorrere di istanti non collegati, in cui l’uomo si disperde; autentico è il tempo concepito come progetto che unisce il passato al presente e al futuro.

    Altro concetto in comune è la morte come unica certezza, in mezzo a tante altre possibilità del vivere. La morte è costitutiva dell’esserci per cui l’esistenza autentica è un essere per la morte.

    Queste considerazioni, spesso espresse attraverso paradossi (asserzioni apparentemente in contrasto con la communis opinio, tipiche della diatriba stoico-cinica) del pensiero di Seneca, sono sviluppate in modo precipuo nel De brevitate vitae e nelle Epistulae ad Lucilium.²⁴

    Non si può indagare il Novecento senza vagliare il nuovo approccio alla storia, alla filosofia e alla scienza e... i continui responsi dal mondo classico...

    ___________________

    ¹³ E. Hobsbawn, Il secolo breve:1914-1991: l’era dei cataclismi, Rizzoli, Milano 1995

    ¹⁴ J. Huizinga, La crisi della civiltà, Einaudi, Torino 1978

    ¹⁵ G. Vattimo - P. A. Rovatti, Il pensiero debole, Feltrinelli, Milano 2010

    ¹⁶ K. R. Popper, Logica della scoperta scientifica, Einaudi, Torino 1998

    ¹⁷ P. K. Feyerabend, Contro il metodo, Feltrinelli, Milano 1979

    ¹⁸ P. K. Feyerabend, Scienza come arte, Laterza, Roma-Bari 1984

    ¹⁹ N. Copernico, De revolutionibus orbium coelestium 1543. Già nel IV sec. a. C. Aristarco di Samo aveva ipotizzato l'eliocentrismo.

    ²⁰ Il fisico danese N. H. D. Bohr fu insignito del premio Nobel per la Fisica nel 1922, grazie ai suoi studi sulla struttura dell’atomo e sulla meccanica quantistica, unico strumento per spiegare i fenomeni della microfisica.

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