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Le Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna
Le Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna
Le Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna
E-book125 pagine1 ora

Le Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna

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Info su questo ebook

Il saggio di Pietro Ratto analizza cosa si nasconde dietro un epocale momento in cui retaggi culturali, senso del peccato, ataviche paure e crudeli barbarie religiose viaggiavano a stretto contatto e portarono al linciaggio del papa donna, una volta venuto alla luce il suo ingombrante segreto. E lo fa con una narrazione incalzante, sempre scorrevole e di enigmatico fascino sia per gli addetti ai lavori che per i profani.

Un lavoro di grande intelligenza, sopraffina abilità narrativa e incantatrice affabulazione.

Un libro, insomma, che sa restituirci lo scorcio di una realtà da tempo cancellata.

LinguaItaliano
Data di uscita2 apr 2020
ISBN9788869346552
Le Pagine strappate: I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere le vicende storiche della Papessa Giovanna
Autore

Pietro Ratto

Pietro Ratto è filosofo, saggista, giornalista e scrittore. Laureato in Filosofia e Informatica, è professore di Filosofia, Storia e Psicologia. Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri e ha vinto diversi premi letterari di Narrativa e Giornalismo ed ha partecipato a svariati Convegni filosofici. In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020). In ambito storico ha scritto: Cronache di una pandemia. I primi nove mesi di un incubo (2020), L'Industria della vaccinazione- Storia e contro-Storia (2020), Le Pagine strappate (2014-2020), I Rothschild e gli Altri (2015), L'Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2014-2020). Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata Programma dIstruzione (2020). Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo. Dal 2019 amministra una piattaforma di contenuti di aggiornamento e approfondimento delle tematiche affrontate nei suoi libri, BoscoCeduoPro.

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    Anteprima del libro

    Le Pagine strappate - Pietro Ratto

    © Bibliotheka Edizioni

    Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma

    info@bibliotheka.it

    www.bibliotheka.it

    I edizione, aprile 2020

    Isbn 9788869346552

    È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale, del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta dell’editore e con citazione esplicita della fonte.

    Tutti i diritti sono riservati.

    Foto di copertina: Valeria Milito

    Disegno di copertina: Riccardo Brozzolo

    Pietro Ratto

    Filosofo, storico, giornalista e scrittore, Pietro Ratto ha al suo attivo numerosi libri.

    In ambito filosofico ha scritto La Passeggiata al tramonto. Vita e scritti di Immanuel Kant (2014-2019), la raccolta di suoi saggi BoscoCeduo. La Rivoluzione comincia dal Principio (2017) e il saggio Come mi cambiano la vita Socrate, Platone e Aristotele (2020).

    Oltre Le Pagine strappate. I trucchi della Chiesa rinascimentale per rimuovere la vicenda storica della Papessa Giovanna, in ambito storico ha scritto: I Rothschild e gli Altri (2015), L’Honda anomala. Il rapimento Moro, una lettera anonima e un ispettore con le mani legate (2017), La Storia dei vincitori e i suoi Miti (2018), Rockefeller - Warburg. I grandi alleati dei Rothschild (2019) e Il gioco dell’Oca. I retroscena segreti del processo al riformatore Jan Hus (2020).

    Ha pubblicato anche i romanzi La Scuola nel Bosco di Gelsi (2017), Senet (2018), Il Treno (2019) e Il Testimone (2020), oltre alla raccolta di saggi polemici sulla degenerazione della scuola pubblica e le lobbies che la gestiscono, intitolata: Programma dIstruzione (2020).

    Gestisce i siti BoscoCeduo.it e IN-CONTRO/STORIA, oltre a un affollatissimo canale YouTube e a una vivace pagina Facebook, chiamati entrambi BoscoCeduo.

    Distorica

    C’è solo un frutto che una cultura che vogli dirsi tale deve saper produrre. Tanto più in un tempo come il nostro: il tempo delle risposte a tutte le domande, il tempo delle certezze granitiche e incontestabili.

    E questo frutto, così prezioso, è il Dubbio.

    Ecco. Questa collana non vuole ottenere null’altro che questo. Dal dubbio scaturisce e al dubbio, inesorabile, conduce. Nella convinzione secondo cui l’uomo sia davvero tale soltanto se sa porsi domande, se sa e ama mettersi in ricerca. Se non smette mai di accontentarsi. Perché la cultura, diciamolo, sta nel tormentato e scomodo mettersi in discussione. Sta nella domanda, appunto. Nel cercar sempre, e nel possedere mai, la verità.

    Il libro in questione è un esempio di quello che intendo. Di ciò che avevo in mente quando ho proposto l’idea di questa collana a Bibliotheka Edizioni. Mette in discussione una verità per molti sacra e indiscutibile. La vaglia in modo intelligente, aperto. La accosta a una serie di domande, di ragionamenti, che ha il coraggio di elaborare solo chi ama il viaggio e non la meta. Chi, appunto, non si accontenta mai.

    Chi di gran lunga preferisce l’avventuroso rischio del dubitare al comodo accontentarsi della solita, rassicurante risposta.

    Pietro Ratto

    A Valeria, per il paziente amore

    di cui ogni giorno mi avvolge

    Introduzione

    "Scusi, Prof. Com’è che un morto di fame può sperare di farsi ricevere da un re?"

    Il Prof sono io. Vengo da diciassette anni di precariato, trascorsi a convincermi, giorno dopo giorno, che sarei riuscito prima o poi a passare di ruolo. Diciassette anni a ripetermi di non mollare, di continuare a lottare per conquistarmi un titolo – e un lavoro – attorno al quale, nel mio immaginario di ex studente, si raccoglie quell’aura di autorevolezza, di rispetto, di stima che ho imparato a riconoscere nei miei professori, quando ancora andavo al Liceo. Io che ho conquistato a fatica la sospirata immissione in ruolo nel 2007, in seguito a un concorso ordinario vinto nel lontano 2000.

    Ancora adesso non ci credo. Ancora adesso, quando mi sento chiamare così, nei corridoi della scuola in cui, ogni mattina, insegno Storia e Filosofia, mi domando quanto io possa davvero ritenermi degno di una qualifica che ho sempre considerato adatta a individui sapienti e saggi.

    Certo, a Prof preferirei di gran lunga il vecchio appellativo Professore. Se non altro mi restituirebbe una precisa connotazione sessuale; forse suonerebbe anche un po’ meno come uno sfottò… Ma tant’è, la soddisfazione è ancora molta. Quasi quanto la consapevolezza di non esserne degno.

    Cosa devo dirti, figliolo (li chiamo davvero così, spesso, i miei alunni: figlioli!), questo i libri ci insegnano. Cristoforo Colombo era figlio di un tessitore genovese. Nonostante ciò riuscì a sposare la nipote del re del Portogallo, a proporre allo stesso Giovanni II il suo progetto e, per nulla scoraggiato dal rifiuto del sovrano, a presentarsi alla corte dei due potentissimi Re di Spagna, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. "Sì, ma com’è possibile, Prof? Era un poveraccio. Mi sa di bufala, dai; così come quella del suo esser morto senza aver ancora capito di aver scoperto un Nuovo Continente. Prego? Ma dai, Prof! Amerigo Vespucci, allora? Non l’aveva capito anni prima della morte di Colombo? E i trattati che gli spagnoli si erano affrettati a stipulare per garantirsi l’esclusiva sulle nuove terre? Possibile che a Colombo non fosse venuto proprio nessun dubbio?"

    Dev’esser nata più o meno lì la mia idea.

    Certo, le parole di quell’alunno non erano proprio messe giù così. Sicuramente mancava una mezza dozzina di congiuntivi. Ma... com’era più quella favola del Re nudo? Quella del fanciullo che si era accorto che qualcosa non funzionava ed era esploso in una constatazione che nessun adulto si sarebbe mai sognato di fare, indicando con candido e spregiudicato coraggio che il Re – il cui abbigliamento tutti gli zelanti sudditi si affrettavano a lodare – era in effetti completamente svestito?

    Sì, dev’esser nata più o meno così, l’idea di fare Controstoria.

    Ci sono troppe cose che non tornano, in quello che ogni mattina insegno ai ragazzi. E sono davvero stufo di seminare bugie. Così mi sono detto; proprio così.

    Certo, da quel momento in poi, da un certo punto di vista, le cose sono andate anche peggio. Man mano che ho cominciato a cercare documenti, a raccogliere testimonianze, a consultare studiosi non allineati che coraggiosamente difendono teorie super censurate da riviste specializzate o da noti puristi fedeli al sistema, mi sono trovato proiettato sempre più in un universo scomodo, per molti versi imbarazzante. Additato da colleghi come un pazzo più o meno visionario; ascoltato con sospetto da alunni un tantino schizzinosi ("Prof, ma è sicuro di cosa ci dice? Il nostro libro di testo sostiene tutt’altro, e noi quest’anno abbiamo la maturità. Come la mettiamo col commissario esterno di Storia, se non gli raccontiamo la solita solfa?"). Quante volte mi sono domandato se non fosse stato meglio restare ancorato alle rassicuranti mezze bugie della storia di sistema, piuttosto che naufragare nell’incerto mare di una ricerca senza protettori né approdi sicuri.

    Ma così van le cose. Il Prof è un osso duro, contateci! Certo, le sicurezze crollano miseramente. Ti capita di mettere in dubbio qualsiasi cosa, anche quelle sacrosante verità su cui poggiano le convinzioni patriottiche di una nazione, di un popolo sempre pronto a commemorare qualunque evento – vero o falso che sia – venga mitizzato dalla propaganda di chi dirige il gioco. E se le cose fossero andate diversamente?

    Se Cristoforo Colombo non fosse stato né povero né genovese, ma un nobile monferrino, forse addirittura un navigatore ebreo in cerca di una nuova terra per tutti i suoi correligionari espulsi, proprio in quell’esatto periodo, da molte zone dell’Europa(1)? Se la Rivoluzione d’Ottobre fosse stata finanziata dai tedeschi per far uscire la Russia dalla Guerra e dagli americani per assicurare alla futura URSS decenni e decenni di povertà tenendo, in tal modo, al di fuori della scena economica mondiale una pericolosa concorrente economica a livello internazionale(2)? E se gli eventi di cui parla

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