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Autobiografia
Lettere dal carcere
Confessioni
Serie di e-book11 titoli

Auto-Bio-Grafie

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Info su questa serie

Henry Ford è, forse, l’uomo di impresa più conosciuto dell’età moderna non solo per aver fondato l’azienda automobilistica che ancora oggi porta il suo nome, ma anche per aver fatto nascere la “direzione scientifica” dell’impresa, una modalità gestionale che prevedeva una divisione del lavoro precisa e dettagliata e un’azione umana per produrre quanto necessario calcolata fin nei minimi particolari. Molti lo ricorderanno come l’ideatore della catena di montaggio, portata sugli schermi dal grande Charlot. Ma Henry Ford è anche un imprenditore illuminato, una persona che incarna gli ideali “sani” del capitalismo, in ciò distinguendosi non solo dai suoi “colleghi” dell’epoca, ma anche da alcune derive prese dal moderno capitalismo. Henry Ford è molto attuale: sostiene che la finanza (già ai suoi tempi) aveva troppo potere e denuncia i rischi di una finanziarizzazione delle imprese che andrebbe a scapito della creazione di nuovo lavoro; sostiene che gli operai debbano ricevere un giusto salario e che i profitti dell’azienda siano redistribuiti tra i lavoratori piuttosto che premiare esclusivamente gli azionisti sotto forma di dividendi; produce automobili fatte per durare e una volta finito il loro ciclo di utilizzo ne promuove il riutilizzo sotto altre forme (contro cioè tutte le tendenze di “fast product” attuale); produce per i clienti e per soddisfarne un autentico bisogno introducendo, per primo, il concetto di servizio al cliente post vendita. Insomma un imprenditore moderno e dal messaggio ancora attuale. La lettura di queste pagine potrà illuminare tutti quelli che hanno in animo di aprire un’attività autonoma ma anche tanti politici, sindacalisti, uomini d’impresa in generale che troveranno valide idee ancora oggi e che, in questo modo, vorranno impostare la loro azione secondo criteri davvero moderni.
LinguaItaliano
Data di uscita27 feb 2015
Autobiografia
Lettere dal carcere
Confessioni

Titoli di questa serie (11)

  • Confessioni

    3

    Confessioni
    Confessioni

    L'autobiografia di un rivoluzionario  "Ho detto la verità. Se qualcuno conosce cose contrarie a quelle da me fin qui esposte ... conosce menzogne o imposture, e se rifiuta di approfondirle e di chiarirle con me, finché sono in vita, non ama né la giustizia né la verità". Con queste parole terminano le Confessioni di Rousseau, un testo nel quale il grande ginevrino ci parla di sé, della sua formazione, delle sue esperienze umane e intellettuali. Un testo aperto e sincero nel quale troviamo il Rousseau filosofo, educatore, politologo, ma nello stesso tempo il Rousseau uomo, con i suoi turbamenti e le sofferenze patite dopo aver scritto "Emilio o dell'educazione", che gli costò la fuga in Svizzera. Un testo che ci fa apprezzare l'opera di un educatore che continua ad influenzare con il suo pensiero l'agire di numerose persone.

  • Autobiografia

    1

    Autobiografia
    Autobiografia

    Mark Twain fu un personaggio estroso ed eclettico che per primo, come ebbero a riconoscere molti critici, fu riconosciuto come “vero scrittore americano”. La sua vita fu molto densa di avvenimenti e di impegno sociale: cominciò la sua carriera di scrittore di racconti umoristici, e finì per divenire, dopo alcune travagliate vicende personali, un severo e irriverente cronista delle vanità, sferzante contro ogni ipocrisia e crudeltà umana, nonché critico delle religioni. A metà carriera, con Huckleberry Finn, combinò fine umorismo, solida narrativa e critica sociale, ad un livello senza rivali nel mondo della letteratura americana. Nativo degli stati del sud, mantenne sempre lo “stile” di quei luoghi: ruvidi, sinceri, diretti. Qualità che lo fecero apprezzare non solo in patria. La sua Autobiografia è stupefacente: nel suo racconto di vita si trovano non solo le informazioni circa la sua vita, ma la vita di un intero paese che si stava affermando come grande potenza mondiale, non trascurando le vicende della “gente comune”, lavoratori che stavano facendo grande una nazione. Un’opera non solo di cronaca, quindi, ma di grande apertura ai temi sociali, utile per capire come “andavano le cose”.

  • Lettere dal carcere

    2

    Lettere dal carcere
    Lettere dal carcere

    Antonio Gramsci è una figura importantissima nel panorama culturale e politico italiano ed è importante conoscere le Lettere dal Carcere che, se è vero che si leggono come una sorta di “diario”, ci permettono di ricostruire il ritratto di un protagonista dei drammatici eventi della storia italiana nella prima metà del XX secolo. E questo carattere è rafforzato dalla particolare condizione dell’autore, sottoposta all’azione di quella ”lima sottile che disgrega la mente e la volontà del condannato”. Le Lettere di Gramsci sono ormai un classico della letteratura italiana, tanto per popolarità, quanto per unanime giudizio critico. L’opera di Gramsci “appartiene anche a chi è di altro o opposto partito politico”, scrive Benedetto Croce all’indomani della prima uscita editoriale delle Lettere. Sempre Croce, la cui introduzione del 1947 è riportata integralmente al termine del volume, ci parla di Gramsci come “uomo di pensiero…, di quelli che nei primi decenni del secolo in Italia attesero a formarsi una mente filosofica e storica adeguata ai problemi del presente…” E nel pensiero di Gramsci espresso nelle Lettere trova molti punti critici di contatto: “il rinnovato concetto della filosofia nella sua tradizione speculativa e dialettica e non già positivistica e classificatoria, l'ampia visione della storia, l'unione dell'erudizione col filosofare, il senso vivissimo della poesia e dell'arte nel loro carattere originale”. Un testo, quindi, che testimonia un impegno e può diventare di stimolo per chi ha a cuore il rinnovamento sociale.

  • Il racconto del pellegrino - Autobiografia

    4

    Il racconto del pellegrino - Autobiografia
    Il racconto del pellegrino - Autobiografia

    In cammino verso la santità L'Autobiografia di Ignazio di Loyola è una vera e propria "comunicazione di vita" che molti antepongono alla lettura degli Esercizi. In questo testo si trova tutto il percorso di crescita spirituale compiuto da Ignazio fin da quando, in convalescenza da una brutta ferita rimediata in un'azione militare, lesse la Vita di Cristo e dal quella lettura trasse il primo, importante fondamento per la sua "nuova" vita: "L'uomo è creato per lodare, adorare, servire Dio nostro Signore..." A questo punto Ignazio lascia tutto, vive di povertà ed elemosina ma sopratutto, di preghiera e di contemplazione. In una lotta continua con le proprie forze interiori, ma anche con i demoni interni, Ignazio trova il suo equilibrio e la sua vita diventa un'identificazione con ciò che ha sempre ritenuto importante: adorare, pregare, agire. Il fondatore dell'ordine religioso che noi conosciamo come Gesuiti, ha trovato la sua strada, farà proseliti, servirà il suo Signore fino all'ultimo giorno della sua vita.

  • La vita

    5

    La vita
    La vita

    Orafo, scultore e scrittore d'arte, di natura irrequieta e violenta, ebbe una vita avventurosa, segnata da contrasti, passioni, delitti, per i quali fu spesso costretto all'esilio o alla fuga. Ma come tutti i grandi talenti ci ha lasciato opere sublimi: il Perseo a Firenze; Apollo e Giacinta e il Narciso al Museo del Bargello; il Crocefisso all'Escorial; la Ninfa di Fontainebleu conservata al Louvre. La sua autobiografia è scritta in linguaggio schietto e colloquiale, con al centro il tema della realizzazione delle proprie ambizioni e della sua genialità, dove convivono splendori e miserie, personaggi raffinati e crudeli. Da subito questo scritto incontrò il parere favorevole del pubblico e divenne un caso di grande successo.

  • Confessione

    6

    Confessione
    Confessione

    La “Confessione” occupa un posto di rilievo fra gli scritti autobiografici di Tolstoi. La pubblicazione del libro sconvolse l’opinione pubblica sia in Russia che all’estero suscitando notevole ammirazione dovuta non solo alla carica polemica e accusatrice dell’opera, ma anche alle sue qualità artistiche che Stasov definì niente meno che “mirabili”. Una parola-chiave molto importante e ricorrente è il pronome personale “io” che è la parola più frequente: appare 766 volte e si trova in una posizione forte (è la prima parola del testo). Questo a sottolineare sia l’importanza della soggettività nell’universo artistico della “Confessione”, sia il ruolo predominante dell’atteggiamento introverso nel tipo psicologico dell’autore. Tolstoj afferma che: “Non avendo trovato la spiegazione nella conoscenza, ho cominciato a cercarla nella vita.” In altre parole l’autore passa all’analisi di casi concreti per risalire alle leggi generali dell’universo. Nel testo si racchiude e sintetizza l’intero pensiero tolstoiano in tema di fede, a partire dalla formazione di quel quesito che attanaglia tutti gli uomini, alle riflessioni da questo scaturite, agli studi ed alle possibili soluzioni. Lo scrittore ripercorre le strade che prima di lui sono state tracciate dai passati filosofi e, come alcuni di essi, pensa anch’egli al suicidio. Tuttavia, non è in quest’ultima strada che Tolstoj troverà conforto. Infatti, è solo avvicinandosi alla vita di campagna, alla semplicità ed all’amore verso il prossimo che lo stesso riuscirà a placare le proprie inquietudini. Egli sceglie e trova la fede e, nella sua versione più autentica, la risoluzione alle proprie domande, alla propria crisi spirituale nonché la fonte della propria conversione morale. Il testo è estremamente intenso e complesso: la parte finale della “Confessione” spicca per chiarezza, lucidità e soprattutto coerenza logica e narrativa, piuttosto che per il tenebroso simbolismo onirico a cui è stato spesso associato: pare ragionevole assimilarla ad un’allegoria che riassume in forma figurativa il messaggio principale dell’opera, il quale, senza pretendere qui di dare un’interpretazione esaustiva, risiede nel passaggio dall’instabilità all’equilibrio.

  • Autobiografia di Alice B. Toklas

    9

    Autobiografia di Alice B. Toklas
    Autobiografia di Alice B. Toklas

    Immergersi in questa autobiografia è fare un tuffo nella Parigi fino agli anni ’30 del 1900, tanto è ben delineata l’atmosfera della città; è essere circondati dal meglio che l’arte di quel periodo poteva esprimere, tanto bene sono descritti i molti artisti di cui si parla; è “vivere” insieme ai personaggi che vengono citati, vedendo come la persona – prima che l’artista – viene raccontata. In questa autobiografia, espediente letterario perché la Stein possa dire di sé, della compagna Alice B. Toklas, e di tutti i personaggi che incontra, quello che vuole, come lo vuole, mettendo in risalto il suo genio, innanzitutto, lo stile di vita – irripetibile – di una generazione che ha creato alcune tra le maggiori e migliori opere artistiche di tutti i tempi, ma soprattutto dipingendo l’affresco più affascinante della Parigi artistica e letteraria di quel periodo: Braque, Matisse, Hemingway, Cocteau, Apollinaire, Rousseau e tutti gli altri. E ovviamente Picasso, la sua migliore «invenzione», con il quale ha intrattenuto un rapporto intensissimo e strettissimo. L’autobiografia segna il successo letterario della Stein, consegnandoci un documento che può essere letto a diversi livelli, testimonianza di una vita “eccellente” e di un genialità “diffusa” dalla quale tutti noi, ancora oggi, traiamo beneficio.

  • Diario

    8

    Diario
    Diario

    Óscar Arnulfo Romero y Galdámez, conocido como monseñor Romero, fue un sacerdote católico salvadoreño y el cuarto arzobispo metropolitano de San Salvador (1977-1980), célebre por su prédica en defensa de los derechos humanos y por haber muerto asesinado durante la celebración de la misa. En Latinoamérica algunos se refieren a él como San Romero de América. Fuera de la Iglesia Católica, Romero es honrado por otras denominaciones religiosas de la cristiandad, incluyendo a la Comunión Anglicana la cual lo ha incluido en su santoral. Él es uno de los diez mártires del siglo XX representados en las estatuas de la Abadía de Westminster, en Londres, y fue nominado al Premio Nobel de la Paz en 1979. Su diario es un testimonio del compromiso cristiano, social y humano de Monseñor Romero. Estas páginas son sus pensamientos sobre los problemas del país, reflexiones sobre lo que pensaba hacer por su pueblo. Especialmente encontramos su gran amor por Cristo y su palabra que ilumina y remolcó todas sus acciones.

  • Autobiografia

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    Autobiografia
    Autobiografia

    Spirito indipendente e rivoluzionario, incarnazione della cultura settecentesca e della morale protestante, Franklin fu un uomo pratico, ma anche un illuminato innovatore, un genio universale di vasta cultura ed equilibrata saggezza. Con la sua Autobiografia ci consegna un documento dalla narrazione senza fronzoli, ricca di fatti e di aneddoti, con acute osservazioni sui comportamenti umani. Una conoscenza degli uomini, quella di Franklin, frutto di un'osservazione precisa ed empirica. I tanti piccoli e grandi accadimenti della propria vita gli offrono il destro per insegnare come ottenere il massimo profitto dalle nostre attività e dalla nostra vita, rimediando agli inevitabili errori. Franklin elaborò un personale catalogo di virtù che, conquistate una ad una, secondo la progressione stabilita, gli avrebbero consentito "di raggiungere la perfezione morale". Grande manuale per raggiungere il successo, ritratto di un self-made man compiutamente realizzato, possiamo considerare l'Autobiografia soprattutto uno dei documenti più significativi sulle origini della mentalità americana.

  • Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo

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    Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo
    Vita di Giambattista Vico scritta da se medesimo

    La storia di Vico inizia con un botto: nato a Napoli nel 1668, in un buio mezzanino di San Biagio dei Librai in mezzo al fracasso dei carri e delle voci della popolarissima Spaccanapoli, cadde da una scala, batté la testa sul selciato e il cerusico, chiamato d’urgenza, sentenziò solennemente che Giambattista o sarebbe morto o sarebbe restato un citrullo per tutta la vita. Invece non morì citrullo, ma gli restò una “certa malinconia e un volto scavato da una malferma salute”. Dopo i dieci anni cominciò ad andare a scuola: seguì i maestri finché non riuscì a far da sé grazie all’istinto e alla passione per lo studio. Nell’ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il pensiero di Descartes, Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz, anche se i suoi autori di riferimento s’ispiravano piuttosto alle dottrine neoplatoniche rielaborate nell’ambito della grande riflessione rinascimentale, peraltro aggiornate alla luce delle moderne concezioni scientifiche di F. Bacon e di Galilei, nonché del pensiero giusnaturalistico moderno. Vico non era e non fu mai uno yes man. E dalle immani sue fatiche, ricavò ben poco per sé e per la propria famiglia. Escluso dal foro, incalzato dall’indigenza, continuò a studiare per conto proprio, aprì una scuoletta privata per i giovani di buona famiglia e tenne così lontano la miseria. Diventare maestro fu qualcosa di più che un mero bisogno economico: lo si evince da molti passaggi della sua autobiografia. Che tipo di educazione desiderò dunque acquisire (e poi fare acquisire) Vico? Aspirò ardentemente a un sapere unitario, mai parziale. Nondimeno, più che altro si interessò dell’uomo, dei moti profondi della sua mente e, nel rapportarsi con i ragazzi della scuola, il tentativo fu proprio quello di renderli coscienti della loro natura pensante, del loro io che non necessariamente doveva adeguarsi alle mode del tempo. La sua Autobiografia diventa quindi una riflessione sulla sua vita intellettuale, umana e relazionale; che molto ha da dirci anche ai nostri tempi.

  • La mia vita il mio lavoro

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    La mia vita il mio lavoro
    La mia vita il mio lavoro

    Henry Ford è, forse, l’uomo di impresa più conosciuto dell’età moderna non solo per aver fondato l’azienda automobilistica che ancora oggi porta il suo nome, ma anche per aver fatto nascere la “direzione scientifica” dell’impresa, una modalità gestionale che prevedeva una divisione del lavoro precisa e dettagliata e un’azione umana per produrre quanto necessario calcolata fin nei minimi particolari. Molti lo ricorderanno come l’ideatore della catena di montaggio, portata sugli schermi dal grande Charlot. Ma Henry Ford è anche un imprenditore illuminato, una persona che incarna gli ideali “sani” del capitalismo, in ciò distinguendosi non solo dai suoi “colleghi” dell’epoca, ma anche da alcune derive prese dal moderno capitalismo. Henry Ford è molto attuale: sostiene che la finanza (già ai suoi tempi) aveva troppo potere e denuncia i rischi di una finanziarizzazione delle imprese che andrebbe a scapito della creazione di nuovo lavoro; sostiene che gli operai debbano ricevere un giusto salario e che i profitti dell’azienda siano redistribuiti tra i lavoratori piuttosto che premiare esclusivamente gli azionisti sotto forma di dividendi; produce automobili fatte per durare e una volta finito il loro ciclo di utilizzo ne promuove il riutilizzo sotto altre forme (contro cioè tutte le tendenze di “fast product” attuale); produce per i clienti e per soddisfarne un autentico bisogno introducendo, per primo, il concetto di servizio al cliente post vendita. Insomma un imprenditore moderno e dal messaggio ancora attuale. La lettura di queste pagine potrà illuminare tutti quelli che hanno in animo di aprire un’attività autonoma ma anche tanti politici, sindacalisti, uomini d’impresa in generale che troveranno valide idee ancora oggi e che, in questo modo, vorranno impostare la loro azione secondo criteri davvero moderni.

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