a tradizione gastronomica napoletana è legata a doppio filo con la sua storia e con la sua caratteristica di essere una città dicotomica, sede di ricchissime corti a partire dal XIII secolo ma anche di quartieri e rioni estremamente poveri. Per questo la cucina partenopea da un lato è forte di piatti elaborati (anche di ispirazione internazionale) e altri poverissimi, semplici ma non meno gustosi, dove le materie prime del territorio fino ad arrivare a preparazioni molto complesse. Se si passa per la città bisogna assolutamente assaggiare il ragù partenopeo, in origine piatto unico della domenica, un sugo a base di muscolo di manzo e spuntature di maiale al quale va aggiunto come grasso anche lo strutto. Il segreto del perfetto ragù napoletano è la cottura che deve essere molto lenta e lunghissima. La pasta alla genovese (che nulla ha a che vedere con la città di Genova) è invece condita con un sugo fatto di cipolle e carne di manzo e il formato di pasta tradizionale di questo primo e secondo piatto sono gli ziti, spezzati rigorosamente a mano. Pasta provola e patate è un altro primo tipico della cucina partenopea a cui spesso viene aggiunta anche della salsiccia. Si tratta di un piatto originariamente unico e povero, in quanto preparato con pasta mista () che in passato costava meno proprio perché formata dai residui di diverse paste spezzate. Benché non usatissimo, il riso (che a Napoli fu portato dagli Aragonesi) è una materia prima fondamentale per il sartù. Il sartù di riso è un timballo dove il cereale è condito con ragù, piselli, pancetta, funghi, fior di latte, uova sode e diversi tipi di carne tra cui, secondo antica tradizione, anche i fegatini di pollo. Ovviamente Napoli è la città della pizza, qui inventata nel XVIII secolo e da subito amatissima tanto dalla plebe quanto dalla nobiltà, tra cui i Borboni. Mangiare la pizza a Napoli è un’esperienza unica e il consiglio è quello di assaporarla “immediatamente, appena sfornata, negli stessi locali di produzione” come consiglia la disciplinare della Pizza Napoletana STG. Tra i secondi tipici della cucina partenopea troviamo le di maiale (spuntature) di maiale al sugo, , ovvero involtini a base di fette sottili di vitello in cui viene avvolto un ripieno di aglio, prezzemolo, uvetta, pinoli ed altri aromi, e richiuse tradizionalmente con il filo da cucito o con gli stuzzicadenti. In quanto città di mare il pesce è un alimento molto utilizzato nella cucina napoletana, con primi a base di frutti di mare e variegati e classici secondi originari del borgo di Santa Lucia, ex sede di una comunità di pescatori, tra cui spicca il Polpo alla luciana, cotto in una casseruola, tradizionalmente di terracotta, insieme a pomodoro, aglio, olive di Gaeta e capperi. I dolci sono un caposaldo della cucina napoletana e sotto Natale – oltre ai classici babà, sfogliatelle (sia ricce che frolle) – è possibile trovare anche monoporzioni di dolci tipici del periodo come struffoli, roccocò, mostaccioli, cassata napoletana, susamielli e divino amore.
Cosa mangiare a Napoli
Nov 25, 2023
2 minuti
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