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Hanami
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E-book55 pagine41 minuti

Hanami

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Hanami è la storia di sei ragazzi che partono per un viaggio alla ricerca della propria indipendenza e per seguire un comune sogno. Questa esperienza fa scoprire loro che nulla è come sembra e che, a volte, si danno giudizi affrettati e superficiali.
Fortunatamente è solo un passaggio, perché a sedici anni si è in continua evoluzione...
LinguaItaliano
Data di uscita28 giu 2014
ISBN9786050310337
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    Anteprima del libro

    Hanami - Federica Neri

    Hanami

    La pubblicità

    L’anno millenovecentonovantanove iniziò di venerdì. In marzo di quell’ anno il film La vita è bella di Roberto Benigni vinse tre Oscar, in maggio Pedro Almodovar si aggiudicò il premio per la regia con Tutto su mia madre. Ma è in aprile di quel millenovecentonovantanove che successe tutto.

    Eravamo due, poi tre, poi sei. Non eravamo di certo il ritratto della determinazione, ma quell’idea… Cresceva in noi il brivido, l’emozione di chi sta per affrontare per la prima volta una sfida. Non potevamo più tornare indietro, avevamo fatto una promessa e nessuno di noi avrebbe osato tradire…ciò che ci univa era troppo grande…

    Quella mattina pioveva e questo complicava un po’ le cose…ma partiamo dal principio…

    Un pomeriggio, a casa di Josef, nel vano tentativo di elaborare una ricerca di storia, ci capitò di vedere un po’ di tele, c’era un telefilm che amavamo. Ad un certo punto interruppero il programma per trasmettere degli spot pubblicitari: in particolare una nota agenzia di viaggi illustrava le migliori offerte per le vacanze di Pasqua. Ma occorre fare un ulteriore passo indietro…

    Ciò che avevamo in comune (io, Valeria, Stefania, Diego, Stefano e Josef) era la sfrenata ed incommensurabile passione per il paese dei samurai…Una passione innata per alcuni, acquisita per altri: erano state la vicinanza o l’evolversi degli eventi a lasciare che questo amore s’insidiasse sotto pelle. Come nel caso di Josef e Stefania che, pur frequentando la stessa scuola, si erano conosciuti – e notati - soltanto ad una mostra a Palazzo Reale dedicata all’arte del Giappone, dove lei eseguiva delle coreografie di danza senza nemmeno sapere cosa trattasse l’esposizione. Tra un arabesque ed una pirouette è iniziata così una relazione che io amo definire nata sotto il segno del Sol Levante.

    Tornando alla rèclame… fra le varie proposte ci colpì particolarmente una pensioncina che con i nostri risparmi avremmo potuto permetterci (i risparmi di una vita di sei sedicenni, s’intende). Si trovava a Kyoto, nell’isola di Honshù.

    Anche a scuola si era cominciato a parlare del continente asiatico, dunque dentro di noi risuonava più vigoroso che mai il richiamo del Giappone e dell’avventura. Ma forse il viaggio rappresentava solo la ricerca di qualcosa di essenziale, ciò che mancava per sentirci veramente orgogliosi di noi stessi…

    Così, la decisione. Tutti dovevamo partecipare al viaggio che avrebbe cambiato per sempre le nostre giovani vite.

    Iniziò un periodo assai caotico, pieno di domande, di incertezze, ma anche di soluzioni.

    Un esempio? Come ci saremmo orientati sull’isola? In Giappone non esistono nemmeno gli indirizzi! Fortunatamente la zia di Valeria, la mia migliore amica, ha vissuto molti anni a Tokyo ed è esperta del posto. Tuttavia non sarebbe stata lei ad accompagnarci..

    Ah, dimenticavo un dettaglio, le nostre famiglie non avrebbero saputo dove eravamo realmente…Vale aveva sottratto alla zia l’indirizzo di un ragazzo che aveva conosciuto nel periodo della sua permanenza: il suo nome era Toshyo e lavorava come interprete.

    La partenza era prevista per le 7.20 di quel giovedì, dall’aeroporto di Milano Linate.

    Il giorno prima, a scuola, eravamo sei pseudo fantasmi: a dir poco tesi, increduli, spaventati.

    Al suono della campanella dell’intervallo, Stefania ed io ci precipitammo nella classe di Diego e Stefano, la 3^ C, per sapere un po’ come si sentivano e per un ultimo aggiornamento.

    - Valeria e Josef dove sono?- chiesi con impazienza.

    - Per quanto riguarda Jò, si starà ancora cambiando, prima aveva ginnastica. Vieni andiamo a cercarlo! - rispose Diego.

    Mentre ci incamminavamo lungo il corridoio della vecchia scuola, il mio amico mi mostrò tutti gli stradari e le

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