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Symphonic-love
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E-book58 pagine45 minuti

Symphonic-love

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Info su questo ebook

Symphonic-love, il secondo romanzo di Junichi Abe, è diviso in due racconti: We should fall in love, che narra lo strano incontro di un giovane ragazzo convinto che il giorno del suo venticinquesimo compleanno succederà qualcosa che gli cambierà la vita, e Symphonic-love, in cui un pianista è alla ricerca del presagio di un suono di un mondo nuovo. Quello che affiora da entrambi i racconti, legandoli, è il vero amore. 

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita6 nov 2017
ISBN9781507197929
Symphonic-love

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    Anteprima del libro

    Symphonic-love - Junichi Abe

    Indice

    We should fall in love

    1

    2

    3

    4

    Symphonic-love

    1.Glenn Gould

    2. Muri e foschia, dissonanze

    3.La pioggia di cinque minuti

    4.Il suono del presagio

    5. Un nuovo mondo

    We should fall in love

    1

    Ho sempre cercato di immaginare il giorno del mio venticinquesimo compleanno. Non so bene perché. Avevo la sensazione che mi avrebbe portato un’incredibile felicità, o che si sarebbe verificato un grande disastro, o forse sarei morto troppo presto. Lo so che si tratta semplicemente del mio venticinquesimo compleanno.  Solo la data è stata scritta nel mio cuore. È una cosa speciale nella esistenza di una persona. In quel giorno la mia vita incontrerà un confine, cambierò, nel bene o nel male. Ma non sarò più quello di prima. E non voglio più essere quello di prima. È per questo che sogno quel giorno come l’opportunità di una vita.

    Quel giorno, qualsiasi cosa accadrà, il mio io sarà più straordinario che mai. Era quello che avevo deciso. Avrei superato qualsiasi difficoltà e sarei arrivato a quel fatidico momento. Questo pensiero era diventato per me come un credo religioso. La notte a volte vedevo nei miei sogni degli indizi su quello che sarebbe successo il giorno del mio venticinquesimo compleanno. Al mio risveglio però, non riuscivo minimamente a ricordare quello che avevo sognato. Mi rimaneva soltanto la sensazione che quel giorno sarebbe stato incredibilmente felice.

    Ritornando in me, a volte, mi veniva il dubbio che probabilmente il giorno del mio compleanno non sarebbe successo niente e che non mi sarebbe rimasto altro che il sogno di quella felicità. Non avevo mai parlato a nessuno di questa cosa, ma sapevo bene che nel momento in cui lo avessi fatto, chiunque si sarebbe subito preso gioco di me.  Sicuramente in questo mondo non sono in molti a poter parlare del futuro: eminentissimi accademici, o chiromanti che non si fanno problemi ad ingannare la gente, o innocenti bambini.

    E quindi me ne stavo zitto. Nascondevo agli altri che l’arrivo del venticinquesimo compleanno era un avvenimento importantissimo. Perché anche se ci si crede, per le persone prive di rapporti il futuro è una cosa che non si conosce finchè non arriva.

    Già tre mesi prima del mio compleanno avevo richiesto le ferie. Anche per il giorno precedente e quello successivo. Perché il giorno del compleanno va da mezzanotte a mezzanotte del giorno successivo, credo. La sicurezza non è mai troppa. Non è che volessi le ferie così tanto, ma con un lavoro come il mio, in cui la presenza in azienda è necessaria, ho dovuto organizzare i miei impegni escludendo con cura quei tre giorni. Così non ci saranno problemi.

    La sera prima della mia vacanza di tre giorni, versai in un bicchiere di vetro lo champagne che avevo appositamente comprato e festeggiai l’inizio della vigilia del mio compleanno. L’orologio segnava le 22:36. Sarei andato a dormire, la mattina seguente mi sarei alzato e il countdown che era iniziato molto tempo prima sarebbe diventato una cosa reale. Poi mi sarebbe sembrato impossibile recuperare quello che ero il giorno precedente a quella data particolare. Ma mentre pensavo a queste cose mi addormentai.

    I sogni mi apparvero più nitidi che mai. Ero sceso dalla metro e stavo cercando una ragazza. Quando pensavo di aver visto la sua figura di spalle, lei scendeva sulla banchina e saliva sul treno che andava nella direzione opposta. Io la inseguivo. Andando a scontrarmi con le ondate di gente, cercando di non perdere di vista la sua schiena. Prevedevo le sue successive azioni. E capivo che voleva vedere il mare. Nel sogno non c’erano parole, i pensieri venivano semplicemente trasmessi. Senza accorgermene, eravamo al mare insieme. I suoi capelli danzavano nella fredda brezza marina invernale. In quel momento chiudevo le palpebre, anche se stavo già dormendo. Non volevo

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