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Agugliano e ...misteri
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E-book139 pagine1 ora

Agugliano e ...misteri

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Un noir ambientato nell’Agugliano di ieri e di oggi, una trama appassionante che intreccia realtà ed immaginazione, un viaggio nel tempo storicamente documentato.
Il romanzo ruota attorno ad un fatto realmente accaduto, opportunamente reinterpretato, dando voce a personaggi noti e corpo a luoghi tipici del "Pradello".

L’autrice è Elena Coppari, giovane madre di famiglia,che lavora come impiegata ma è un avvocato non praticante, da poco trasferitasi a vivere nella comunità aguglianese. E' scrittrice di racconti noir, di fiabe e di narrativa di vario genere.
LinguaItaliano
Data di uscita27 lug 2014
ISBN9786050314977
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    Anteprima del libro

    Agugliano e ...misteri - Elena Coppari

    mani.

    Agugliano

    Agugliano centro storico Il Pradello foto di Bruno Brunelli

    Prefazione

    Comune di Agugliano

    Una storia noir ambientata sul Pradello, con personaggi noti che fanno da sfondo ad una vicenda basata su un fatto vero, reinterpretato dall’autrice.

    Gli ingredienti c’erano tutti per incuriosirmi ed assecondare Elena. L’entusiasmo che manifestava ad ogni nostro incontro nel voler conoscere personaggi aguglianesi passati o ancora viventi, luoghi, abitudini e racconti, è stato il motore sempre acceso che mi ha coinvolto nella ricerca di quello che mi chiedeva.

    Ammiravo e ammiro la sua voglia si sapere e conoscere, per amare maggiormente il luogo in cui vive da pochi anni, essendosi trasferita in Agugliano con la famiglia da poco tempo.

    Però era entrata perfettamente nel clima della comunità nella comunità, cioè nel Pradello.

    Un esempio Elena, d’integrazione perfetta.

    Quella che porta ad amare talmente tanto un mondo di rapporti e relazioni da

    volerlo raccontare a tutti con la propria sensibilità artistica, immaginandolo in un tempo passato come se lei fosse lì.

    Lei che ha vissuto nei racconti degli aguglianesi incontrati e intervistati, quello che poi avrebbe scritto e descritto non era più l’autrice, ma diventava la protagonista della storia.

    Quella che trascina dentro il lettore fin dalle prime pagine, e lo accompagna per il paese, quasi fosse uno spettatore partecipante al dipanarsi degli avvenimenti narrati.

    Elena è un regalo per la nostra comunità.

    Fosse arrivata quaranta anni prima, quando il senso di unità nel Pradello era fortissimo sarebbe stata accolta benissimo, diventando un personaggio tra i tanti di allora.

    Lo è adesso e non ce la lasciamo sfuggire.

    Grazie per l’entusiasmo contagioso e per l’appassionante storia che hai raccontato, da leggere tuttadunfiato.

    Aroldo Berardi

    Dedica

    Dedicato agli abitanti

    del paesello

    di ieri di oggi e di domani

    2008

    Si svegliò di soprassalto, qualcuno la stava scuotendo vigorosamente.

    Capì con angoscia di essersi addormentata mentre allattava.

    Il bambino si dibatteva in crisi d’aria sotto il suo fianco: le gambine si agitavano dal basso verso l’alto, le braccia erano quasi intrappolate sotto il suo corpo.

    In preda a terrore puro, prese il bambino in braccio e lo scrollò. Tutto bene.

    Il bimbo riprese a respirare in maniera naturale ed automatica e, ora che la madre si era messa a sedere nel letto, le si accoccolò al seno.

    Mentre il piccolo riprendeva a dormire con quel rumorino che sempre faceva dopo mangiato, come di un leggero russare, appoggiò il naso al suo capo ed aspirò a fondo.

    Non poteva credere di aver fatto un errore simile, una cosa così non era da lei.

    Sempre col viso attaccato alla vellutata peluria della testolina, pianse amare lacrime di delusione.

    Non riusciva a capacitarsi di essersi addormentata, e non solo! Di essersi addormentata così profondamente da aver quasi schiacciato il suo piccolo.

    Essersene dimenticata.

    Provava una sensazione quasi di furia nei suoi stessi confronti. La rabbia le montava dentro come una marea che tentava di sommergerla.

    La vecchia sensazione di crisi di panico stava sopraggiungendo. Appoggiò il bimbo nel letto, sul fianco: dormiva beato.

    Si girò verso la sponda, appoggiò i piedi sul tappeto e aspettò le vertigini, il respiro corto, la sensazione di morte.

    Ne aveva avute tante di crisi di panico, le conosceva bene.

    La delusione verso se stessa crebbe fino a diventare impossibile anche solo da pensare e da contenere, il sudore le inondò il viso e il cuore cominciò a batterle all’impazzata nel petto.

    Ora la sua mente formulava distintamente l’immagine di se mentre uccideva suo figlio con la sua mole grassa.

    Vedeva il bimbo minuscolo, delicato, smettere di dibattersi ed arrendersi all’infausto destino.

    Il cuore ora era arrivato in gola e mentre si preparava al respiro corto ed alla nausea, una mano le si posò sulla spalla.

    Un caldo conforto per una affettuosa e silenziosa comprensione. Subito cominciò a provare sollievo, e la crisi si allentò.

    Respiro e cuore ritrovarono il loro normale ritmo ed a mano a mano la vertigine cessò del tutto.

    Con gratitudine, si voltò per ringraziare Andrea.

    Senza quell’intervento, se la sarebbe vista brutta, questa crisi era stata davvero potente; con stupore si accorse che suo marito dormiva pesantemente.

    Sembrava ignaro di tutto.

    Si distese sul letto, non riusciva a comprendere quello che era successo.

    Chi l’aveva svegliata, se non suo marito, chi l’aveva confortata aiutandola a superare il momento più brutto della crisi?

    In ogni modo tutto era passato.

    Chiuse gli occhi, ringraziando per il pericolo scongiurato e una brezza dolce e tiepida le sfiorò la guancia.

    Come una carezza.

    Qualunque cosa fosse, ringraziava di cuore.

    Parte Prima

    NEL PASSATO - 1936

    Nel Vicolo D’Agata, sul Pradello, centro storico del paese di Agugliano, Rosetta stava sistemando le piante che circondavano tutta la sua casa.

    Dalla porta della palazzina stile liberty, dirimpetto alla sua, la giovane Francesca, detta Tita, stava uscendo in quel momento.

    Buongiorno Rosetta, come va? disse la ragazza rivolta alla donna.

    Bene, bene, guarda come crescono i gerani! Sentono anche loro la primavera... tu Tita? Dove vai?

    Chiese lei curiosa.

    Francesca le mostrò la borsetta da lavoro in stoffa trapuntata appesa al braccio Vado dalla Signorina Clemente, dobbiamo finire il corredo per la Famiglia De Luca, sai che il Signor Dante si sposa fra un mese?.

    -Sì certo che lo sapeva - pensò.

    Lavorava spesso da loro e sapeva le vicende della famiglia.

    La cerimonia sarebbe stata uno degli eventi dell’anno, tra signore ben vestite, addobbi floreali e buffet.

    Di sicuro sarebbero arrivate tutte le famiglie di Agugliano, per ammirare i vestiti e gli sposi, certo, ma anche per scroccare un pasto gratuito.

    Nel frattempo Tita stava sbirciando verso la cisterna e non appena intercettò lo sguardo dell’amica Ester (detta Esterina) che sopraggiungeva saltellando dalla discesa, un gran sorriso le si stampò in faccia.

    Salutò frettolosamente la sua vicina di casa e prendendo a braccetto l’altra giovane ragazza, si incamminò verso il palazzo Vico, sede della scuola di mestieri tenuto dalla signorina Clemente Vico.

    Da destra: Ester Vannini, Francesca Dubini e Sivia Rossi

    Signorina Clemente e alcune delle sue ragazze

    Tutte le ragazze per bene andavano a lezione dalla Signorina Clemente, nel palazzo appartenuto al Cardinale Vico, e tutto il paese conosceva la storia del Cardinale.

    Diplomatico della Santa Sede, molto in vista a Roma, aveva accumulato nel corso della sua carriera in giro per il mondo i più disparati oggetti e i più strani cimeli.

    Entrando nel palazzo, potevi ammirarli a sinistra della scalinata che

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