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Viaggiare in una stanza 2
Viaggiare in una stanza 2
Viaggiare in una stanza 2
E-book213 pagine2 ore

Viaggiare in una stanza 2

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Info su questo ebook

In questo sequel del primo romanzo "Viaggiare in una stanza", la pagina bianca di quel primo Natale in pandemia si è riempita di dodici toccanti racconti pervenuti da altrettanti lettori partecipi che ci offrono le loro incredibili esperienze di quel fatidico giorno. Manuel ,intanto, si trova temporaneamente a casa della sua arte terapeuta Olga Ciamarra, in attesa di fare il suo ingresso presso la Casa famiglia l'Olmo, perchè i nonni sono ancora in causa per il suo affidamento. Nella casa famiglia si trovano sei ragazzini molto speciali, lo psicologo Paolo, l'educatrice Serena e un cuoco che dispensa ricette e piatti in rima. Qui Manuel, grazie a Olga e a Paolo, farà un'incredibile scoperta che cambierà la sua vita per sempre, ma non solo la sua.
LinguaItaliano
Data di uscita28 nov 2023
ISBN9791221475777
Viaggiare in una stanza 2

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    Anteprima del libro

    Viaggiare in una stanza 2 - Maria Teresa Cardarelli

    INDICE

    Introduzione a Viaggiare in una stanza 2 e ringraziamenti

    Parte prima

    Vigilia e Natale 2020

    Parte Seconda

    Medivers * per tutti

    MARIA TERESA CARDARELLI

    Viaggiare

    in una stanza 2

    Titolo | Viaggiare in una stanza 2

    Autore | Maria Teresa Cardarelli

    ISBN | 9791221475777

    © 2023 - Tutti i diritti riservati all’Autore

    Questa opera è pubblicata direttamente dall'Autore tramite la piattaforma di selfpublishing Youcanprint e l'Autore detiene ogni diritto della stessa in maniera esclusiva. Nessuna parte di questo libro può essere pertanto riprodotta senza il preventivo assenso dell'Autore.

    Youcanprint

    Via Marco Biagi 6 - 73100 Lecce

    www.youcanprint.it

    info@youcanprint.it

    Made by human

    Con i contributi dei lettori partecipi

    (in ordine alfabetico)

    Silvia Bonetti

    Maria Giovanna Borsalino

    Alessandro Cherubini

    Umberto Fazzi

    Magda Gilioli

    Isabella Giovanardi

    Leonardo Morselli

    Enrico Piccinini

    Marietta Di Sario

    Ivana Sica

    Lucia Sirani

    Veronica Varricchio

    Sebbene questo romanzo sia in parte legato a fatti realmente avvenuti, ogni personaggio è immaginario in quanto presenta alcuni tratti derivati da più individui e altri che sono di pura fantasia. L’autrice non intende fare riferimento alcuno, diretto o indiretto, a persone realmente esistenti.

    Relativamente ai racconti dei lettori partecipi, rispondono individualmente gli autori degli stessi.

    Introduzione a

    Viaggiare in una stanza 2

    e ringraziamenti

    A quasi due anni dalla pubblicazione con Youcanprint del romanzo Viaggiare in una Stanza esce il sequel. Sequel che era in nuce alla fine del libro con una proposta al lettore partecipe di continuare una sorta di book in progress, scrivendo un racconto breve sul proprio Natale 2020 in pandemia, visto che la pagina del romanzo datata 25 dicembre 2020 l’avevo volutamente lasciata bianca. Bianca perché desideravo che i lettori fantasticassero sul Natale dei personaggi: cosa avrebbe fatto il piccolo Manuel presso la famiglia affidataria dove non voleva stare? Come sarebbe stato il Natale degli affidatari che a fronte di un bambino così in crisi non sapevano come muoversi e comportarsi? Come sarebbe stato il Natale dei nonni di Manuel in conflitto tra loro per l’affidamento esclusivo del nipote? Come sarebbe stato il Natale di zietta Olga che fino all’ultimo aveva cercato di convincere i nonni di Manuel ad abbandonare la loro causa e infine come sarebbe stato il Natale del Miracolato che vedeva sua moglie Olga sempre più impelagata in una storia che la trascinava in un vortice di sentimenti ed emozioni che a fatica riusciva a controllare? Il bello della lettura è anche immaginare in merito alle vite dei personaggi, così come ha fatto il lettore Alessandro Cherubini, insegnante e formatore che qui ci racconta il giorno di Natale di alcuni personaggi del romanzo dal suo punto di vista. Ma una pagina bianca può essere utile anche per riflettere e interrogarsi sulle proprie emozioni personali relativamente ad un Natale così diverso da tutti gli altri a motivo della pandemia da Covid-19, per tutti quanti noi. Una pagina bianca per essere riempita di storie personali, forse irripetibili. Quando tante persone si ritrovano a vivere i medesimi problemi e le medesime paure, la scrittura condivisa assume anche un ruolo sociale e terapeutico. La pagina bianca, l’horror vacui, di ogni scrittore è stata una scommessa, è stato lanciare un sasso nello stagno per vedere fino a che punto le onde si sarebbero propagate. Con mia grande gioia l’invito è stato colto da lettori e lettrici che qui ci regalano spaccati delle loro vite in brevi racconti. Racconti che formano una sorta di antologia corale di quel fatidico primo Natale in pandemia, quando la mente e le emozioni viaggiano e ci raggiungono con tutta la loro intensità. Il sequel del romanzo si divide in due parti. Si apre con il preludio del 24 dicembre dove Olga Ciamarra si interroga sul proprio Natale, seguito dal contributo di Alessandro Cherubini; seguono i contributi sul Natale 2020 di esordienti e di altri già esperti di scrittura che hanno accolto l’invito a scrivere. Così i fatti e le vicissitudini della vita reale si mescolano a un romanzo che attinge a piene mani da essa. In ordine alfabetico, la stanza di Silvia Bonetti, fotografa, che con struggimento ripercorre il suo Natale a partire dalla notte insonne per arrivare alla cena sempre in totale solitudine, perché impossibilitata a raggiungere l’anziana madre residente in una struttura protetta; la stanza di Maria Giovanna Borsalino che si ferma a riflettere sul suo ruolo di insegnante in un momento così complesso, quando viene introdotta la didattica a distanza; la stanza di Umberto Fazzi, pensionato, che ci avvolge nella sua poesia intima e sociale al contempo; la stanza di Magda Gilioli, giornalista, che ripercorre con grande intensità emotiva quel giorno in cui suo cognato stava morendo di Covid-19 all’ospedale; la stanza di Isabella Giovanardi che ci narra le vicissitudini di un caregiver abbandonato a se stesso e alla malattia; la stanza del giovane Leonardo Morselli che con lucidità introspettiva riflette su se stesso e sui suoi rapporti familiari; la stanza di Enrico Piccinini che come psicoterapeuta raccoglie il disagio e i timori di una sua paziente mettendoli a confronto con i propri; la stanza di Marietta Di Sario, disabile, che ci racconta di come la pandemia le abbia cambiato la vita, ma alla luce della fede; la stanza di Ivana Sica, scrittrice, che ricorda come la scrittura e la pubblicazione di un romanzo scritto a quattro mani con un’amica l’abbia aiutata a tenere accesa una fiammella in un Natale pieno di ombre; la stanza di Lucia Sirani, scrittrice, che non vuole rinunciare nonostante tutto a quello che il Natale rappresenta per lei in termini di vicinanza, condivisione e tempo dilatato e infine la stanza di Veronica Varricchio che denuncia le tante difficoltà che lei, mamma sorda di due bambini, si è trovata a vivere durante la pandemia. La seconda parte del romanzo è il sequel del primo, perché molti lettori e lettrici hanno voluto saperne di più. Il finale aperto del primo romanzo ha lasciato a bocca asciutta parecchi per cui era più che giusto accontentare la curiosità dei lettori che in questo sequel ritroveranno personaggi conosciuti e altri nuovi. Ed ora i ringraziamenti. Il primo va ai lettori e alle lettrici che hanno partecipato con entusiasmo a questo progetto di romanzo in progress mettendosi in gioco e regalandoci qualcosa di se stessi. Un particolare ringraziamento infine a Ivana Sica e a Magda Gilioli che mi hanno affiancata in questo progetto con la loro amicizia e professionalità. Ed ora non mi resta che augurare una buona lettura a tutti nella consapevolezza che la libera espressione e la condivisione ci possono aiutare, insieme ad un buon libro, a vivere meglio e a creare un mondo migliore giorno dopo giorno, nonostante tutto.

    Maria Teresa Cardarelli

    Parte prima

    Vigilia e Natale 2020

    Giovedì 24 dicembre 2020

    Piacenza

    Laboratorio di Olga, ore 10

    Ho chiamato Elisa per farle gli auguri. L’ho messa al corrente su Manuel, sul suo affidamento presso la famiglia Fagioli. Lei è sempre premurosa e rassicurante, ma domani sarà comunque un Natale senza parenti, senza amici, senza Manuel. Un Natale che rimarrà impresso nella mia memoria come uno scarabocchio informe. In questa vigilia sono immersa in un grigio cupo e denso. Piacenza è una città ovattata e muta, le luminarie non sono sufficienti a creare un clima di festa. I motivi di tristezza personali si confondono e si amalgamano a quelli di tante altre persone, in un condensato che non mi fa intravedere la luce in fondo al tunnel. Penso a mia madre che, alla fine ha preferito restare a casa con mia sorella: il primo Natale che non passiamo insieme… Per sopravvivere a questa pandemia stiamo rinunciando a vivere. Le nostre giornate sono sempre più un insieme di regole, di carte da compilare, di autorizzazioni da ottenere. Ci stiamo lentamente abituando ad adattarci a tutto, a scendere a patti con le più ovvie assurdità. Sono stanca. Stanca di sentire gli stessi ritornelli nei telegiornali, nei programmi televisivi, nei talk show dove si dice tutto e il suo contrario, perché in realtà si sa ancora poco di questo virus. Ciò nonostante, c’è chi pontifica su ogni cosa, anche sui vaccini di nuova generazione che stanno per entrare in commercio. Tra i fans della vaccinazione e i suoi detrattori, altri si interrogano, senza trovare risposte soddisfacenti. Il risultato di questo caos mediatico è che si litiga di più e si creano fazioni su tutto, ma il mio chiodo fisso resta Manuel. Il volersi accaparrare un bambino a tutti i costi come se fosse una proprietà, non capire e non interrogarsi sulle sue esigenze, non avere capacità di ascolto. Delegare, non prendersi le proprie responsabilità, trincerarsi dietro maschere professionali. Domani sul pianeta Terra vivremo un Natale che passerà alla storia. Questa pandemia, in grado di cambiare profondamente i rapporti tra le persone, prima o poi se ne andrà, ma i suoi effetti resteranno sulle nostre spalle come una pesante zavorra.

    Venerdì 25 dicembre 2020

    Natale *

    Casa di Sonia, ore 7

    «Buon Natale, amore.»

    «Sonia, sei già sveglia? Pensavo stessi ancora dormendo.»

    «Sai, con queste nuove regole quasi non ci si accorge di essere in vacanza.

    Ieri, poi, non abbiamo nemmeno avuto il tempo di parlare. Avrei potuto dirtelo al telefono l’altro ieri, ma ho preferito aspettare che tornassi e volevo dirlo a te prima che ai bambini. Vorrei anche, con loro, preparare un po’ il terreno.»

    «Di cosa si tratta? Devo preoccuparmi?»

    «No, no. Martedì scorso ha chiamato Anna, mia cugina.»

    «Novità?»

    «Ricordi quel mio alunno che ha perso entrambi i genitori in un incidente a inizio dicembre?»

    «Il figlio di Vasco Volpi… Certo!»

    «Ah, è vero! Non mi ricordavo che tu e il papà di Manuel da ragazzi eravate amici… Ecco, appunto, Manuel. Ora è in affidamento da Anna e Maurizio.»

    «Beh, sì, ci frequentavamo… In affidamento?»

    «Sì, temporaneamente, per il momento.»

    «Ma dai! Quando mi hai detto che ha chiamato tua cugina ho pensato per un attimo che fosse nuovamente rimasta incinta.»

    «Ci vorrebbe un miracolo… Anna non potrà più avere figli.»

    «Già, infatti. Ora almeno potrà mettersi il cuore in pace!»

    «Speriamo! Per entrambi. Anzi, per tutti e tre. Domani vorrei andare a trovarla.»

    «Va bene, amore. Domani. Poi mi dirai. Oggi faremo visita lampo a tua mamma, e poi… Ecco, mi pare si siano svegliati, ho sentito un rumore di ciabattine. Difficile tenerli a letto la mattina di Natale!»

    Casa Fagioli, ore 8

    «Un pallone?»

    «No, Manuel. Guarda bene. Aprilo!»

    «Un casco da bici! Wow!»

    «Potrai provarlo domani. Un mio collega ci presta la bici di suo figlio che ha la tua età. Un giorno, se ti va, potremmo comprarne una tutta per te.»

    «C’è anche questo maglioncino: vedi se ti va bene. Provalo!»

    Casa di Olga, ore 10

    «Ritrovarsi qui a scartare i pacchetti fa Natale anche senza tutta la famigliona, dai!»

    «Beh, insomma… Un po’ più malinconico.»

    «Diciamolo: quando vengono nonni e zii è più divertente!»

    «Ma sentili questi! E noi chi siamo? Le pompe funebri?»

    «Ah, ah! Dai mamma, che scherziamo!»

    «Giacomo, Marta! Venite di qua che non è finito: c’è un pacco anche nello studiolo!»

    «Il papà ha sempre una marcia in più!»

    «Veramente l’idea è stata mia! Se lo avessi messo sotto l’albero lo avreste notato subito!»

    «Vero! La sorpresa a volte è più importante del regalo in sé! Grazie! Vi vogliamo bene! Non sei d’accordo Giacomo?»

    «Beh, se il regalo fa schifo, almeno la sorpresa.»

    «Che fetente! Buon Natale ragazzi!»

    «Buon Natale!»

    Casa dei nonni di Manuel, ore 12

    «Grazie! Buon Natale anche a voi.

    Era la Celina. Ha fatto i cappelletti e mi ha chiesto se ne volevamo un po’. Le ho detto che avevamo già pronto. Me li avrebbe allungati prima di uscire. Viene a prenderla suo figlio: mangia da loro.»

    «Per noi è diverso, gliel’hai detto?»

    «Lo sa, lo sa! Cosa vuoi che le dica?»

    «Basta tormentare quella foto tra le dita. Vedi? L’hai tutta sciupata!»

    «Chissà se Manuel avrà avuto almeno un regalo oggi.»

    «Chissà se pensa a noi… Beh, mangiare dobbiamo, pure se non fosse Natale. Ne vuoi ancora?»

    «No. È abbastanza.»

    L’acqua si è alzata. Ha coperto questa grande pianura risalendo le pendici dei monti. Sono rimaste, emerse, soltanto le vette, che ora paiono isole separate, incomunicanti. Ad unirle è questo oceano che pure le separa. Un oceano di cui possiamo soltanto immaginare la profondità.

    Eppure ogni isola è fatta della stessa sostanza dell’altra.

    Anche della più lontana.

    * Natale di alcuni personaggi del romanzo Viaggiare in una stanza immaginato dal lettore

    Alessandro Cherubini

    La stanza di Silvia

    Strada vicinale Cerrocupo, Perugia, ore 2,45

    Sono quasi le tre del mattino, come spesso mi accade nell’ultimo anno fatico a prendere sonno. Mi alzo, bevo un sorso d’acqua e torno a letto.

    Respira, Silvia, mi dico. Memore di tecniche apprese da Maestre di vita, inalo per sette secondi, mantengo internamente questo respiro, poi lo soffio fuori lentamente. È un fiato dal colore rosso cupo, denso, lento si scioglie all’uscita, come una carezza calda che districa i nodi. Accolgo e libero ogni immagine che mi arriva, la lascio scorrere

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