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Sei nelle mie mani
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E-book163 pagine3 ore

Sei nelle mie mani

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Info su questo ebook

Quando Kendra decise di avvicinare Aleksej con l’inganno, sapeva di correre un grosso rischio perché quell’uomo era troppo spietato per perdonare e troppo potente per non fargliela pagare a caro prezzo al primo errore. Sarebbe bastato un passo falso e avrebbe perso ogni possibilità di ottenere ciò che voleva.Passano mesi da quell’incontro e all’improvviso tutto crolla a causa di un tradimento che mette in pericolo la vita di Kendra e porta a galla tutte le sue bugie e falsità.La resa dei conti è arrivata e Aleksej è pronto a distruggerla.Ma proprio quando la riavrà tra le sue mani, scoprirà che la donna non si ricorda più nulla del suo passato.Un passato che nasconde segreti che lui ha bisogno di conoscere.Si troverà così a dover scegliere se vendicarsi o tenere quella donna pericolosa al suo fianco, stretta tra le sue spire, finché non riacquisterà la memoria.

*** ROMANZO AUTOCONCLUSIVO ***
LinguaItaliano
Data di uscita3 gen 2020
ISBN9788835353492
Sei nelle mie mani

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    Anteprima del libro

    Sei nelle mie mani - Victory Storm

    Sei nelle mie mani

    Victory Storm

    NUOVA EDIZIONE

    ©2022 Victory Storm

    Email: victorystorm83@gmail.com

    Sito web: www.victorystorm.com

    Editing: Valentina Giglio

    Copertina: Art Cover by Lipicus

    Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso dell’autore.

    Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autrice e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o defunte, è assolutamente casuale.

    Altri libri dell’autrice:

    - Attrazione di sangue

    - Confederazione di sangue

    - Promessa di sangue

    - Profezia di sangue

    - Cenerentola di sangue

    - Proprio perché ti amo - In Love With A Star

    - Il non fidanzato peggiore del mondo - A Star in My Life

    - Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo

    - Una bugia per farti innamorare

    - Il mio uragano sei tu

    - Infrangerò le regole per te

    - Touch Me

    - Non sono come tu mi vuoi

    - Dark Desire

    - L'eredità di fulmini e zaffiri

    - Il Guardiano di fulmini e zaffiri

    SINOSSI

    Quando Kendra decise di avvicinare Aleksej Vasilyev con l’inganno, sapeva di correre un grosso rischio perché quell’uomo era troppo spietato per perdonare e troppo potente per non fargliela pagare a caro prezzo al primo errore. Sarebbe bastato un passo falso e avrebbe perso ogni possibilità di ottenere ciò che voleva.

    Passano mesi da quell’incontro e all’improvviso tutto crolla a causa di un tradimento che mette in pericolo la vita di Kendra e porta a galla tutte le sue bugie e falsità.

    La resa dei conti è arrivata e Aleksej è pronto a distruggerla.

    Ma proprio quando la riavrà tra le sue mani, scoprirà che la donna non si ricorda più nulla del suo passato.

    Un passato che nasconde segreti che lui ha bisogno di conoscere.

    Si troverà così a dover scegliere se vendicarsi o tenere quella donna pericolosa al suo fianco, stretta tra le sue spire, finché non riacquisterà la memoria.

    1

    KENDRA

    «Danielle, vieni qui», mi ordinò Aleksej con i suoi soliti modi prepotenti e frettolosi, che tanto mi facevano saltare i nervi.

    Quanto avrei voluto rispondergli di no, che non avrei fatto ciò che voleva lui, ma sapevo che se si voleva restare nel suo entourage, quelle parole erano proibite.

    Sfoderai il mio sorriso migliore e mi avvicinai languidamente. Misurai ogni passo con studiata lentezza, continuando a sfidarlo fissandolo dritto negli occhi, pur sapendo quanto quel gesto incrinasse la sua pazienza già limitata.

    Invece di rimanere in piedi davanti a lui, come desiderava, mi rilassai appoggiandomi alla sua imponente scrivania di mogano e lasciando vagare le mani sui documenti impilati dietro di me.

    Sapevo di infastidirlo con la mia arroganza e mi piaceva. Godevo di quei piccoli attimi di supponenza, anche se ero consapevole dei rischi che correvo. Tuttavia non m’interessava ed ero sicura che fosse più facile avere la sua fiducia grazie a quei gesti di ribellione piuttosto che con quelli più accondiscendenti.

    «Siediti sulle mie gambe», s’irritò.

    Ubbidii trattenendo uno sbuffo.

    In un attimo le sue mani si posarono sul mio corpo e le sue labbra premettero sul mio collo.

    Odiavo la sua bocca, soprattutto dopo aver scoperto il piacere che poteva darmi, tanto che avevo iniziato a provare paura.

    Paura di provare sensazioni sbagliate che mi confondevano e mi ammaliavano.

    Avrei voluto scappare ma non potevo.

    Quando avevo deciso di avvicinare quell’uomo, sapevo che avrei dovuto abbassarmi al suo livello e commettere delle imprudenze.

    Avevo accettato il rischio.

    Avrei fatto di tutto pur di arrivare a lui e a ciò che gli ruotava intorno, come quei diamanti che erano sparsi nella scatola di velluto blu, aperta sulla sua scrivania.

    «Ti piacciono i diamanti?», mi domandò ad un certo punto, staccandosi da me.

    «Perché me lo chiedi?», mi preoccupai per quell’insinuazione, mentre sentivo le sue mani risalire all’interno della mia gonna fino ad arrivare all’elastico del perizoma.

    «Ho notato come li fissi da quando sei entrata nel mio studio. Sembri molto interessata», continuò imperterrito, nonostante la mia morsa intorno al suo polso mentre tentavo di allontanarlo da me.

    «Infatti è così. Ogni donna desidera coprirsi di gioielli», gli risposi fingendo indifferenza, anche se non riuscii a trattenere un sussulto quando sentii il tessuto di pizzo del mio intimo strapparsi e segnarmi la pelle.

    Era sempre così con Aleksej. Apparentemente sembrava concentrato su ciò che diceva, tanto da metterti in guardia, ma poi scoprivi che lui era già oltre e quando te ne accorgevi era tardi.

    «Anche tu?», mi sussurrò all’orecchio, baciandomi il collo e iniziando a insinuarsi con le dita tra le mie cosce strette.

    Ero così a disagio e incapace di ragionare che non capivo più se stavamo ancora parlando di diamanti o di altro.

    «Certamente», riuscii a rispondere prima di rimanere catturata dalla sua bocca che premeva sulla mia con violenza e possessività.

    «Allora perché non ti ho mai visto con indosso un gioiello?», proseguì Aleksej lasciandomi sempre sconvolta dalla sua freddezza con cui riusciva a non lasciarsi mai andare del tutto. Lo odiavo per questo.

    «Cosa vuoi che ti dica? Nessun uomo si è mai degnato di regalarmene uno», mormorai acida, avvicinando la mano alla scatola di velluto blu scuro, ma, prima che potessi arrivare ai diamanti, Aleksej mi prese per il polso e mi riportò da lui.

    «Quelli non sono per te», mi avvertì severo fulminandomi con il suo sguardo glaciale.

    «Allora per chi sono?», domandai improvvisamente curiosa.

    «Non sono affari tuoi», tagliò corto lui prendendomi per i fianchi e facendomi chinare sulla scrivania.

    «Ti scopi anche qualcun’altra?», sbottai, cercando di divincolarmi. Non avrei permesso a nessuno di ostacolarmi o di impedirmi di arrivare dove volevo!

    «Sei gelosa?», scoppiò a ridere.

    «Non sono una donna che ama condividere. Dovresti saperlo.»

    «Abbiamo scopato solo una volta e già pretendi l’esclusiva?»

    Evitai di rispondergli quanto mi fosse costato essermi data a lui volontariamente e per quanto tempo mi fossero rimasti sui polsi i segni delle corde con cui mi aveva legata.

    Avevo fatto più fatica a nascondere la paura di essere alla sua mercé piuttosto che la mancanza di eccitazione.

    L’unica cosa che mi aveva dato la forza di non mandare tutto all’aria erano proprio quei diamanti e la fonte da cui arrivavano e a cui volevo accedere anch’io.

    «Lavoro per te da otto mesi», gli ricordai.

    «E con questo?»

    «Finalmente mi lascio andare pensando di essere importante per te e invece scopro che hai un’altra», m’infervorai fingendo sdegno.

    «Che cosa vuoi, Danielle?», mi domandò invece Aleksej non credendo alla mia scenata di gelosia. In effetti, la mia maschera di ghiaccio mi aveva sempre resa distaccata e insensibile a qualunque cosa e ora non ero credibile con quella sceneggiata da soap opera.

    «Voglio te», sussurrai, inchiodandolo con il mio sguardo e posando la mia bocca sulla sua con irruenza. Fu un bacio di rabbia. Proprio ciò che provavo in quel momento… Rabbia per essere dovuta andare a letto con lui e per dover mentire ogni giorno, quando dentro di me avrei solo voluto accedere ai suoi fondi illimitati, appropriarmi dei suoi contatti e sparire nel nulla.

    «Allora inginocchiati e prendimelo in bocca», mi sfidò, mentre le sue mani continuavano a toccarmi.

    «Non sono la tua puttana!», ringhiai nervosa per non essere riuscita a scucirgli neanche mezza informazione e per quel suo modo che aveva di toccarmi e di eccitarmi contro il mio volere.

    «Cosa c’è, Danielle? Non sei più disponibile perché questa volta non devi distrarmi dall’esserti fatta beccare a mettere il naso dove non dovevi?», mi sibilò all’orecchio prendendomi per i capelli per tirarmi su il viso per avvicinarlo al suo.

    Mi morsi il labbro inferiore dall’ansia e dal nervoso.

    Sì, lui mi aveva scoperto proprio mentre ero ad un passo dal capire chi era il suo contatto. Ricordavo benissimo quell’episodio di tre giorni prima, proprio in quello stesso studio.

    Avevo capito di essere ad un passo dal far saltare la mia copertura, avevo letto la diffidenza di Aleksej nei suoi occhi e avevo capito di aver commesso un errore imperdonabile.

    L’unica mia soluzione per non essere cacciata e perdere tutto quello che avevo fatto per arrivare fin lì, era stata quella di baciarlo e di fargli ottenere ciò che bramava dalla prima volta che ci eravamo incontrati.

    Mi ero fatta scopare proprio contro quella libreria a tre metri di distanza.

    Mi aveva voluto persino legare ad un certo punto ed appendere a un gancio che sporgeva dalla libreria.

    Sapevo che l’aveva fatto per mettermi alla prova e l’avevo lasciato fare.

    Ero riuscita a non muovere un muscolo nonostante il terrore che avevo sentito scorrermi nel sangue come un veleno letale.

    Mi ero lasciata prendere alle sue condizioni e senza replicare per i suoi modi rudi e selvaggi.

    E ora sentivo che mi avrebbe fatto la stessa cosa.

    Avrei voluto negarmi. Sapevo che l’avrebbe accettato perché in fondo era un gentiluomo, ma la sua insinuazione mi pesava addosso come una spada di Damocle e così lo lasciai fare.

    «Aleksej, mi deludi. Non sai distinguere una donna che ti vuole scopare da una che ti vuole fregare», lo provocai sapendo di avere appena firmato la mia condanna.

    «Tu hai bisogno di una bella lezione», mi sussurrò roco facendomi piegare in avanti contro la scrivania.

    Mi tenne ferma con la mano ancora tra i miei capelli, mentre con l’altra mi alzava la gonna, si abbassava i pantaloni e infine mi strappava definitivamente l’intimo di dosso.

    Mi fece allargare le gambe e, prima di riuscire a tirarmi su, lo sentii penetrarmi con un’unica e poderosa spinta, riempiendomi più di quanto potessi immaginare.

    Urlai per lo sgomento.

    Cercai di ribellarmi, ma più opponevo resistenza e più il suo membro mi penetrava con furia e in profondità.

    «Adoro il modo in cui ti fai sempre trovare così bagnata, pronta ad accogliermi», mormorò con tono grave, mentre aumentava la rapidità con cui spingeva dentro di me.

    Odiavo le sue parole perché sapevo che erano vere. Nessuno mi aveva mai scopato in quel modo e, anche se lo disprezzavo e mi faceva sentire sottomessa e inferiore a lui, in fondo mi piaceva e mi eccitava più di quanto fossi disposta ad ammettere.

    Improvvisamente sentii le sue mani allungarsi sui miei fianchi fino ad arrivare al mio seno che fuoriusciva dalla scollatura.

    Non riuscivo a vederlo, ma percepii le sue dita pizzicarmi i capezzoli e torturarli fino a renderli turgidi e gonfi, provocandomi un piacevole fastidio ogni volta che strofinavano sul legno del tavolo ad ogni spinta.

    «Aleksej», sussurrai in preda al desiderio sempre più incontrollabile, mentre lui tornava sui miei fianchi e s’insinuava tra le mie cosce fino ad arrivare al mio clitoride, a

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