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La Teologia Del Timore Di Dio Agli Esordi Del Cristianesimo
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E-book47 pagine34 minuti

La Teologia Del Timore Di Dio Agli Esordi Del Cristianesimo

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Info su questo ebook

Il presente lavoro offre a tutti i lettori, edotti e non in materia di letteratura patristica, una panoramica della teologia del timore di Dio secondo i Padri apostolici. In questo resoconto vengono tratteggiate le linee di approccio a tale tematica, analizzandole secondo una progressione cronologica e contenutistica dei documenti inerenti il periodo subapostolico.
LinguaItaliano
Data di uscita6 nov 2014
ISBN9788891162335
La Teologia Del Timore Di Dio Agli Esordi Del Cristianesimo

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    Anteprima del libro

    La Teologia Del Timore Di Dio Agli Esordi Del Cristianesimo - Cinzia Randazzo

    1429-1430.

    1. Il timore di Dio nell'antica economia della salvezza

    1.1. Il dispiegamento del timore di Dio nell'A.T.

       Nell'Epistola dello ps. Barnaba 1,7 viene delineato il timore di Dio secondo l'ottica di Dio che, nel suo antico piano di salvezza, aveva dato al popolo ebraico leggi e decreti per instaurare con lui un rapporto di amicizia che lo avrebbe senz'altro portato a godere dei suoi benefici:

    Il Signore mediante i profeti ha fatto conoscere le cose passate e le presenti facendoci assaporare le future. Noi, vedendo che si realizzano una ad una le cose, come egli aveva detto, dobbiamo progredire nel suo timore nella forma più generosa e più elevata.³

    Non è possibile comprendere il concetto del timore di Dio senza riferirsi alla sua reale volontà di salvare l'uomo; volontà che Dio mostra attraverso i profeti e la legge. Dio, prosegue lo ps. Barnaba, per bocca dei profeti fa conoscere a tutti che egli non gradisce né i sacrifici e né le offerte, perchè egli si compiace di coloro che hanno un cuore puro, un cuore volto unicamente a realizzare sulla terra il suo progetto di salvezza:

    Mediante tutti i profeti il Signore ci ha dimostrato che non ha bisogno né di sacrifici, né di olocausti, né di offerte. Non disse: A che la quantità dei vostri sacrifici? Sono pieno di olocausti e non voglio grasso di agnelli né sangue di tori e di capri e non venite davanti ai miei occhi. Chi ha chiesto ciò dalle vostre mani? Non accostatevi a calpestare il mio atrio. (…) 7. Dice ancora loro il Signore: "Non io prescrissi ai vostri padri quando uscirono dalla terra d'Egitto di portarmi olocausti e sacrifici.8. Questo, invece, comandai loro: Nessuno di voi nel suo cuore serbò rancore contro il prossimo ed ami il falso giuramento. 9. Dobbiamo comprendere, se non siamo sciocchi, il disegno della bontà del Padre nostro perchè ci parla.

    A partire da tale quadro, per lo pseudo-Barnaba, l'accezione del "timore di Dio" viene ad indicare tutte quelle espressioni, sentimenti e gesta salvifiche che Dio compie per il suo popolo per salvarlo dai nemici di ordine morale e materiale; espressioni e gesta che, divenuti credibili perchè realizzatisi nel corso della storia anticotestamentaria, sono alla base della veridicità del concetto del timore di Dio che si estrinseca attraverso questi. Ciò che l'autore dell'epistola vuole esprimere è che il timore di Dio è una sorta di paura che Dio ha in senso positivo verso il suo popolo; una paura che lo rende premuroso e generoso verso il suo popolo perchè venga instaurata con lui un'amicizia duratura, affinchè il suo popolo acquisti la consapevolezza della sua salvezza.

    In questo senso il timore di Dio connota la vasta gamma di sentimenti benevoli e di gesta salvifiche che Dio ha nei confronti del suo popolo. Per dirla con Otto si riflette nello

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