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In cammino verso il Regno
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In cammino verso il Regno
E-book249 pagine3 ore

In cammino verso il Regno

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Info su questo ebook

In Cammino Verso il Regno, la profonda riflessione di un laico, “di un'anima che con cammino sincero e profondo cerca Dio”. Traendo spunto dal Vangelo di Giovanni, è un insieme di spunti per un percorso di crescita e ricerca sul cammino di fede che ognuno di noi è chiamato a compiere.
LinguaItaliano
Data di uscita25 nov 2015
ISBN9788893217620
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    Anteprima del libro

    In cammino verso il Regno - Giuseppe Ferrario

    Milano

    Premessa

    Non è mai stata mia intenzione fare un trattato di spiritualità, tanto più che ce ne sono di molto validi nelle librerie.

    Dopo aver letto molti libri per approfondire la conoscenza di Gesù, sia come uomo che come figlio di Dio, approfondimento, prima forse per curiosità e poi come impegno per darmi una ragione di vita e di fede, mi sono posto questa domanda "cosa devo fare per guadagnarmi la vita futura? Cosa devo fare, nel mio vissuto? Come crescere?

    Avevo iniziato in sordina, a prendere appunti per un mio cammino spirituale di crescita, quando Massimiliano, mio figlio, mi ha chiesto perché non mettevo per iscritto queste riflessioni, meditazioni e appunti.

    Tutto ha avuto inizio quando ho deciso di prendere in considerazione la possibilità di attuarlo, utilizzando il Vangelo di Giovanni, come guida, per un cammino verso la santità.

    Mentre proseguivo nella stesura di un primo approccio, ho fatto leggere all’amico Ruggero che ha trovato interessante il mio modo di esporre, però mi ha raccomandato di non dare nulla per scontato.

    Questo consiglio mi ha spinto ad approfondire e a scavare più a fondo, cercando di dare spiegazioni sempre più chiare di quanto esponevo.

    Avventurandomi nel Vangelo di Giovanni, più mi spingevo innanzi, più aumentavano le difficoltà a trovare spiegazioni e insegnamenti inerenti al cammino intrapreso; per superare queste difficoltà, mi sono affidato alla preghiera, e solo con l’aiuto dello Spirito Santo sono riuscito a portare a termine il lavoro intrapreso.

    Il Vangelo di Giovanni, mi ha fatto scoprire la bellezza del cammino di fede e l’importanza dello Spirito Santo nella mia vita.

    Prima d’ora non mi rendevo conto dell’aiuto del Paraclito, ora l’invoco perché mi illumini e mi guidi.

    Per chi troverà il tempo e la voglia di leggerlo, suggerisco di affrontare un capitolo alla volta, dando spazio a una riflessione personale su quello che il brano suggerisce.

    La mia non vuole essere una spiegazione esauriente, ma solo uno spunto da cui proseguire, o se vogliamo, un’interpretazione puramente personale del Vangelo utilizzato, per un cammino di crescita e di ricerca.

    Testi da cui ho liberamente attinto:

    Il Crocifisso Risorto – Gian Franco Giulio Brambilla

    Teologia Sacramentaria – Giuseppe Colombo

    La Grazia – Giuseppe Colombo

    Antropologia Teologica – G. Colzani

    Antropologia Cristiana – G. Colzani

    La Chiesa di Dio – Louis Bouyer

    Trinità per Atei – Bruno Forte

    La brocca dimenticata – Bruno Maggioni

    Nella Comunione dei Santi – Divo Barsotti

    La Pasqua dei Cristiani – Filippo Margheri – Serena Noceti – Paolo Sartori

    Vedo Satana cadere come la folgore – René Girard

    Corso di Teologia per laici – dal 2001/2002 al 2005/2006 – vari professori

    Il coraggio della Passione – Carlo Maria Martini

    Il testo del Vangelo utilizzato, è tratto dall’edizione sedicesima luglio 1999 della Bibbia di Gerusalemme edita da Edizioni Dehoniane Bologna, ed è riportato in sequenza quasi per intero.

    Vi ho chiamato amici

    Perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio

    L’ho fatto conoscere a voi

    (Gv 15, 15b)

    Spirito Santo vieni

    Donami silenzio per ascoltare

    intelligenza per conoscere

    volontà per amare

    forza per mettere in pratica

    la parola che dà vita.

    Col tuo aiuto incontrerò Gesù mio Signore

    Egli mi ha amato e dato se stesso

    per me e oggi parla a me suo amico

    • Leggi con calma la Lparola di Dio

    • Medita nel cuore la parola letta

    • Applica a te la parola meditata

    • Prega che la parola trasformi la tua vita

    • Chiedi la stessa cosa per ogni uomo

    • Al termine, prega: Padre nostro……

    Vicariato di Bazzano

    INTRODUZIONE

    Per giungere alla santità, ci sono varie strade, come percorrerle?

    Più volte, si sente parlare della santità come qualcosa di difficile da raggiungere e che solo pochi riescono a coronare il loro impegno.

    Si pensa soprattutto ai santi, alle loro battaglie eroiche contro il Demonio e le sue tentazioni.

    La Sacra Scrittura c’illustra che all’inizio della creazione, tutto era perfetto; Dio crea l’uomo e gli dà la libertà di scegliere; gli dice che di tutti gli alberi può mangiare, ma di uno no.

    Nella sua libertà l’uomo sceglie, o ubbidire o disubbidire, purtroppo ha scelto la seconda possibilità, che lo porta a mentire e a giustificarsi cercando di scaricare la responsabilità della sua scelta libera su chi lo ha mal consigliato: il serpente!

    In Ebraico ha nome Satana – avversario, nemico, contraddittore.

    In Greco Diavolo – accusatore non veritiero, calunniatore.

    <<(il Diavolo) è stato omicida fin da principio>> (Gv 8,44) la parola che sta per <>, <>, <>, è arché, non si riferisce alla creazione <>, perché essendo interamente divina, non può accompagnarsi a violenza. Perciò si riferisce alla prima cultura umana.

    Satana o il Diavolo è colui che fomenta il disordine, è il seminatore di scandali, è colui che si contrappone a Dio e sollecita l’uomo a fare scelte sbagliate.

    La santità non è riservata solo agli eletti, ma è richiesta ad ogni cristiano, Gesù assicura che chiunque fa la volontà di Dio, suo Padre, si salva.

    L'uomo viene divinizzato in Gesù Cristo perché Dio è sceso nell'annunciazione del Dio incarnato, per salire nell'ascensione del Dio fatto uomo glorificato dalla Croce/Risurrezione.

    Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio… Amore che si manifesta nell’Alleanza stipulata da Dio con l’uomo; ciò comporta impegni ben precisi da ambo le parti.

    L’amore richiesto all’uomo, come risposta all’amore di Dio, si riassume in questo: <>, cioè donati come Dio si è donato all’uomo, solo per amore e disinteressatamente.

    Il cristianesimo ha due dimensioni:

    ✓ Una verticale, in cui ci si unisce a Dio trascendendo ogni cosa creata

    ✓ Una orizzontale, in cui si abbraccia e si è abbracciati da tutto il creato.

    Ci uniamo a Dio attraverso gli uomini, ma non ci possiamo unire agli altri uomini se non unendoci a Lui.

    Inoltre raccomanda << siate perfetti come il vostro Padre celeste lo è >>.

    Infatti la santità non è altro che l’intensità del desiderio di Dio.

    Il santo non vive solo nella visione di Dio, è colui che si dona a tutti i fratelli in un’offerta di sé che non ha fine; per questo egli è trasformato in amore, e l’amore è eterno come Dio.

    Si parla tanto dell’importanza della Parola di Dio nella vita del cristiano, Parola che dovrebbe essere parte integrante della vita di ogni giorno.

    Nel capitolo terzo della Dei Verbum, al paragrafo 11, si legge: <

    per educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona>>.

    Nel capitolo VI inoltre, al paragrafo 21: le divine Scritture comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare in quelle dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo.

    Al paragrafo 25: <>.

    E più avanti: la lettura della sacra Scrittura dev’essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l’uomo; poiché <>.

    La Parola di Dio che si legge la domenica, giorno del Signore, non dovrebbe essere solo letta, ma interiorizzata, dovrebbe divenire fonte e riferimento nella nostra vita d’ogni giorno.

    I Vangeli, sono stati scritti oltre a tramandare la memoria di quanto detto e fatto da Gesù, anche per permettere alle comunità cristiane primitive, di approfondire la sua conoscenza e intraprendere un cammino di crescita spirituale.

    Per questo motivo, prendo come compagno di viaggio il Vangelo di Giovanni, che fu testimone oculare, uno tra i primi chiamati alla sequela, Vangelo dell’amore e della gioia.

    Giovanni, il discepolo prediletto, è il solo apostolo presente sotto la Croce con Maria. È il solo a vedere e credere la risurrezione.

    Nel leggerlo, cercherò di interpretarlo in chiave rispondente a quanto mi sono preposto.

    Prima di seguire qualcuno, bisogna capire chi è, conoscerlo, e poi solo amandolo si fa quello che lui desidera; mettersi sulle sue orme, entrare alla sua sequela, per fare quello che chiede con il suo insegnamento.

    Il Vangelo di Giovanni, in più occasioni, induce a ragionare su Dio e la sua natura, rivelando, di volta in volta, aspetti o prerogative differenti.

    Non potendo dare, ogni volta, una spiegazione completa ed esauriente del concetto che ho di Dio, mi appresto ad esporla, prendendo alcune affermazioni che si trovano nella professione di fede, cioè il Credo.

    Nel Credo diciamo:

    Credo in Dio Padre

    creatore del cielo e della terra

    credo in Gesù Cristo

    nato dal Padre prima di tutti i secoli

    Dio da Dio

    Luce da Luce

    Dio vero da Dio vero

    generato non creato

    della stessa sostanza del Padre

    Credo nello Spirito Santo

    che è Signore e da la vita

    e procede dal Padre e dal Figlio

    e come il Padre e il Figlio è onorato e glorificato

    e ha parlato per mezzo dei profeti.

    Allora abbiamo un Dio unico in tre persone

    Padre che genera il Figlio

    Il Figlio che è generato

    Lo Spirito che procede.

    Quindi, lo Spirito non è generato dal Padre, ma procede,

    è un’emanazione, ha un provenienza da Dio Padre/Figlio.

    Però Giovanni nel suo Vangelo riporta ciò che Gesù dice:

    chi crede in me, crede in Colui che mi ha mandato.

    Gesù, che è generato della stessa sostanza del Padre

    è mandato, anche lo Spirito Santo è mandato dal Padre e dal Figlio.

    Mandato non significa appartenenza: io mando qualcun altro all’infuori di me.

    Si dovrebbe a questo punto dire che Gesù, figlio di Maria e Giuseppe è altra cosa del Figlio generato della stessa sostanza del Padre.

    Però questa sarebbe un’affermazione azzardata, in quanto, e ce lo conferma Luca nel suo Vangelo, Gesù non è figlio di Giuseppe, ma di Dio.

    ³⁴Allora Maria disse all’Angelo: <>.

    ³⁵Le rispose l’Angelo: <> (Lc 1, 34-35).

    In questo brano si afferma che lo Spirito Santo, è parte integrante di Dio, infatti, l’Angelo dice che lo Spirito che scenderà su Maria, è la potenza di Dio.

    Mentre il Figlio è generato della stessa sostanza del Padre, lo Spirito Santo procede, poi è mandato.

    Procede, se procede vuol dire che proviene, ha un punto di partenza da cui arriva per andare verso; viene da Dio e ……

    Si dice che è Signore e dà la vita.

    È Dio che dà la vita, quindi, lo Spirito Santo è Dio stesso, è una sua emanazione, possiamo dire che è la mano di Dio.

    È Dio che prima genera e poi crea; genera in se stesso il Figlio e crea fuori da sé per mezzo dello Spirito.

    Sarebbe più giusto dire che Dio crea e lo Spirito dà la vita:

    e Dio disse (creò)

    disse = parola

    Logos = parola – idea – ma più precisamente – concetto, che è un’idea elaborata.

    Il Logos crea il cielo, la terra e gli animali. Crea l’uomo e lo Spirito lo fa divenire essere vivente.

    Quindi il Logos crea la materia, lo Spirito è colui che la fa vivere.

    Nell’AT troviamo che lo Spirito aleggia sulla creazione, lo Spirito non crea ma dà la vita.

    Lo Spirito è Dio stesso che dopo aver creato dà la vita.

    Lo Spirito è anche mandato, come Gesù – a questo punto possiamo dire che Dio stesso è lui che si manda.

    Abbiamo detto che Gesù terreno è mandato! È Dio stesso che si manda, che entra nella storia umana e che dopo la morte in croce, col risuscitare Gesù, lo riconosce e proclama Figlio (si auto-certifica).

    Quindi Gesù, nella sua vita terrena è più uomo che Dio, viene riconosciuto come Figlio solo al Giordano e al momento della Risurrezione.

    Gesù, è uomo a tutti gli effetti, infatti, nasce da Maria, cresce in una famiglia; conosce e sperimenta gli affetti familiari, viene educato secondo i dettami del tempo in cui vive.

    Dopo i 13 anni, come vuole la tradizione ebraica, diviene uomo.

    Anche se da allora fino all’inizio della sua vita pubblica di predicazione, sappiamo solo che cresceva in bontà e sapienza, possiamo ipotizzare che abbia avuto una vita più che normale, come la vivono tutti i giovani.

    La morte in croce, può essere rappresentata dal crogiolo dove si raffinano i metalli preziosi.

    Questo crogiolo (la morte in Croce) purifica e raffina l’uomo da tutte le scorie della sua fragilità creaturale, per rinascere come era stato creato originariamente.

    Dio lo creò a sua immagine e somiglianza.

    Secondo il mio punto di vista, dopo la morte assumeremo un corpo celestiale come quello di Gesù.

    Lo Spirito procede anche dal Figlio, ma il Figlio è della stessa sostanza di Dio, quindi è Dio.

    Procede dal Figlio, per tornare al Padre e in più è glorificato e mandato da Gesù.

    Gesù dice: vi mando il mio Spirito, vi do il mio Spirito.

    Quindi manda e dà se stesso.

    Essendo morto in croce, non può più essere presente come persona e allora manda e dona sé stesso sotto forma di Spirito.

    Lo Spirito Santo, procedendo dal Padre e dal Figlio e in più mandato sia dal Padre che dal Figlio (che sono due in uno) è lo stesso Dio che si dona all’uomo perché è e rappresenta l’amore di Dio, amore immenso che prima genera il Figlio per poi esplodere e uscire da sé stesso per donarsi, nella creazione, all’uomo creato a sua immagine.

    Tutto il creato è immagine di Dio, perché è Dio che crea, è lui che manifesta sé stesso.

    Il creato è come una parte di Dio che ci viene data per vivere di Dio.

    Infatti, ciò che è stato creato ha come destinazione finale, il ritorno al suo creatore.

    Così pure l’uomo, essendo stato creato da Dio, a Lui farà ritorno.

    Ritorno che per mezzo della risurrezione di Gesù ci permette di accedere all’origine, al nostro creatore, e tornare a essere una cosa sola con lui come era in principio.

    Come dice San Paolo: Dio ci ha pensato prima della creazione del mondo.

    Abbiamo detto che per poter seguire una persona, dobbiamo prima conoscerla, capire chi è, poi seguirla.

    Per questo cerchiamo di capire chi è Dio per noi.

    Giovanni in primo ci presenta il Verbo e afferma che era presso Dio ed è Dio…

    In poche parole ci presenta Dio uno e nella sua complessità.

    Prologo:

    1 ¹In principio era il Verbo,

    il Verbo era presso Dio

    e il Verbo era Dio.

    ² Egli era in principio presso Dio:

    ³ tutto è stato fatto per mezzo di lui,

    e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

    In principio:

    così inizia il Libro della Genesi

    In principio Dio creò…. En Archè che corrisponde a principio o elemento fondamentale da cui tutto ha origine.

    Per Giovanni, l’Archè è il Logos quale origine e sostanza di tutto il creato, che era in principio presso Dio ed apparteneva a Dio; nel testo greco theòs en hò lògos.

    In greco quando due nomi uniti dal verbo essere hanno ambedue l’articolo determinativo, hanno lo stesso significato, ma quando uno solo ha l’articolo determinativo, significa che l’altro appartiene alla sua sfera.

    In questo caso hò è l’articolo determinativo, il, quindi theòs non significa Dio, ma divino, appartenente a Dio, che fa parte ed è con Dio.

    Dio disse: creò

    Il dire è parola, però prima è idea, più precisamente concetto, un’idea elaborata, la Parola è la realizzazione di quell’idea di quel concetto di quanto si era progettato di fare; il Verbo, che è la Parola di Dio, in principio era presso Dio perché è parte di Dio, della sua stessa sostanza.

    In questo prologo, Giovanni ci parla sia di Dio e della creazione del mondo, ma in modo particolare ci annuncia un mistero nuovo, l’Incarnazione del Figlio di Dio:

    e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi(Gv 1, 14)

    Gen 1, 1-5

    In principio Dio creò il cielo e la terra. Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

    Dio disse: <>. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre e chiamò la luce giorno e le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: primo giorno.

    Sap 7, 24-30

    La sapienza è il più agile di tutti i moti;

    per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.

    È una emanazione della potenza di Dio,

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