Liberarsi dalla Dittatura Europea
Di Monia Benini
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Come sempre accade, nella storia, le oligarchie portatrici di interessi propri (interessi economici, interessi di potere) si sono impadronite del sogno e l’hanno sostituito con un loro progetto.
Questa oligarchia sta coscientemente trasformando i cittadini europei in sudditi, giocando proprio su quelle divisioni e quelle rivalità che l’unione avrebbe dovuto superare.Sudditi poveri e poverissimi al sud, sudditi ricchi al nord.
Popoli senza più alcuna forza morale, senza più identità che non sia quella di plastica forgiata per vendere meglio le merci prodotte.Come sempre accade le oligarchie sono destinate a essere sconfitte dall’anima dei popoli, la cui prima arma è l'informazione.
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Anteprima del libro
Liberarsi dalla Dittatura Europea - Monia Benini
Liberarsi dalla Dittatura Europea
di Monia Benini
Agosto 2013
© Edizioni Sì - Cesena
Coedizione digitale (eBook) a cura di MABED Edizioni Digitali
Grafica e interni: Rivoluzione Naturale Grafica
Adattamento eBook: Mabed
ISBN: 9788898891030
www.edizionisi.com
www.mabed.it
info@mabed.it
Il libro
L’Europa Unita è stato il sogno di più generazioni. Finita la seconda guerra mondiale, furono in molti a pensare che il miglior modo perché una simile tragedia non potesse ripetersi fosse stringere tutti i popoli europei intorno a un’idea, a un progetto comune, superando divisioni e rivalità.
Come sempre accade, nella storia, le oligarchie portatrici di interessi propri (interessi economici, interessi di potere) si sono impadronite del sogno e l’hanno sostituito con un loro progetto.
La vetrina luccicante resta quella degli ideali di amicizia, bene comune, identità di destino. Il negozio alle sue spalle, gestito da banchieri, carrieristi politici, logge, mafie, è pieno di merce tossica e avariata.
Fuor di metafora, questa oligarchia sta coscientemente trasformando i cittadini europei in sudditi, giocando proprio su quelle divisioni e quelle rivalità che l’unione avrebbe dovuto superare.
Sudditi poveri e poverissimi al sud, sudditi ricchi al nord.
Popoli senza più alcuna forza morale, senza più identità che non sia quella di plastica forgiata per vendere meglio le merci prodotte.
Come sempre accade le oligarchie sono destinate a essere sconfitte dall’anima dei popoli, la cui prima arma è l’informazione.
L’Autore
Monia Benini, classe 1974, è scrittrice, traduttrice e saggista con diversi titoli all’attivo. Laureata in lingue e letterature straniere. Ha avuto varie esperienze politiche e dal 2014 è stata nominata coordinatrice del gruppo comunicazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo.
Monia Benini
Liberarsi dalla Dittatura Europea
_____________
Introduzione
Nell’ultimo anno, presentando il libro La guerra dell’Europa
, ho avuto la fortuna di poter incontrare migliaia di persone viaggiando in lungo e in largo per l’Italia. Ho imparato molto dal coloro che ho conosciuto e sono stata felice di essere informata delle piccole, grandi, azioni che ogni gruppo o comunità ha intrapreso per indebolire i morsi della ‘crisi’.
Ho guardato negli occhi e stretto la mano a un frammento di quella parte sana del paese che può ancora salvarsi e salvare tutta l’Italia. Anche quella che dorme. Un sonno dato dalla rassegnazione, dall’avvilimento, dalla disperazione: quel sonno da cui è possibile destare gli individui perché possano essere l’Italia del futuro; l’Italia che ha un futuro.
C’è poi una parte - che per fortuna ho incrociato raramente durante le conferenze - che fa finta di dormire, perché gli conviene, perché è più facile, più comodo o perché… chissà cosa può riceverne in cambio.
Un’indifferenza colpevole, connivente, che non esito ad associare all’atteggiamento degli aguzzini di cui parlo in questo libro.
Ma non è a loro che voglio rivolgere la mia attenzione, piuttosto a tutti coloro che hanno compreso che qualcosa non va, che non è proprio come ce la raccontano… Questo libro è per tutti coloro che vorrebbero ‘osare’, ma hanno paura; per tutti coloro che vorrebbero ‘potere’, ma la tv racconta loro che non c’è via d’uscita; per tutti coloro che hanno deciso di ‘fare’, ma chiedono agli altri la soluzione al loro ‘che fare?’
Alla fine di ogni conferenza, di ogni incontro, mi capitava infatti di notare una mano che, timida o irruente, si alzava mentre si levava una voce che parlava per tutti i presenti: e allora cosa facciamo?
.
La mia risposta è nelle parole di Lucio Anneo Seneca, scritte nelle Lettere a Lucillio: sii schiavo del sapere, se vuoi essere veramente libero
. Oggi siamo schiavi e per fare qualcosa, qualunque cosa, dobbiamo sapere, conoscere, essere consapevoli. Diversamente saremmo come quella nave che trova ostili e nel contempo favorevoli tutti i venti mentre veleggia al largo, perché non sa in che posto approdare.
Ci mentono, ci manipolano e ci trattano come servi di un sistema che dicono essere l’unico possibile. Ma non è così. E per sapere chi è il soggetto di questa frase e rispondere al contempo alla domanda ‘cosa facciamo?’, iniziamo a levare la polvere che occulta la verità.
Non possiamo più permettere che le generazioni future vivano tra l’angoscia e la disperazione per insolvenza del falso debito pubblico.
Giacinto Auriti
La comunità dei grandi finanzieri non ha caratteri nazionali, è al di sopra dei confini politici e dei conflitti bellici. Per essa, gli uni e gli altri costituiscono, di volta in volta, opportunità o limitazioni ad attività affaristiche.
Marco Della Luna e Antonio Miclavez
Che cos’è rapinare una banca, in confronto al fondarla?
Bertold Brecht
Ma voi volete essere proprietari o debitori della moneta che avete in tasca?
Giacinto Auriti
"L’unica speranza di salvezza per i ceti popolari e medi è che i movimenti popolari, politici e sindacali che si oppongono alle scelte draconiane imposte dalle Istituzioni Europee assumano la consapevolezza che i nemici da abbattere non sono solo i governi tecnocrati e le loro politiche economiche recessive, bensì l’euro e la stessa Unione Europea, i cui ceti dirigenti hanno volutamente creato una moneta unica che costringe tutti i paesi a convergere sulle politiche economiche tedesche.
La strada da seguire è quindi quella della fuoriuscita immediata dalla moneta unica e dalla UE. Senza la consapevolezza di questo, ogni battaglia di resistenza alle scelte imposte dalla tecnocrazia europea si scontrerà contro il ricatto della necessità di realizzare quelle misure antipopolari al fine di salvare l’euro e l’UE."
Marino Badiale e Fabrizio Tringali
Merita di governare un popolo solo chi lo ama. Perché solo chi ama è disposto a servire. Chi non lo ama può solo servirsene.
Giacinto Auriti
Capitolo Primo
Una ‘casa’ ricevuta in eredità
Un’idea semplice, ma falsa, avrà sempre più peso nel mondo di un’idea vera, ma complessa
Alexis de Tocqueville
Immaginate di ricevere in eredità la casa dei vostri genitori o dei vostri nonni. Siete chiaramente orgogliosi e rimbiancate le pareti o acquistate un nuovo arredo, ma dopo poco tempo vi accorgete, passata l’euforia iniziale, che l’edificio presenta un po’ di problemi. Ha vistose crepe nei muri portanti, ogni tanto cade una tegola, il pavimento scricchiola paurosamente e la cantina è allagata. Che cosa fate?
• Cercate di trasferirvi altrove, magari mettendo in (s)vendita l’immobile;
• Restate nella casa, cercando di tamponare, di intervenire sui danni più evidenti, pur sapendo che la perizia statica ha rivelato che le fondazioni non reggono;
• Buttate giù l’edificio e lo ricostruite sulla stessa terra, ma con fondazioni solide e resistenti.
Qualunque opzione ha un costo: sia che decidiate di andarvene, sia che siate convinti di rimanere. In quest’ultimo caso, dovrete valutare se è maggiore il costo della nuova costruzione o se siete disponibili a vivere malamente e a continuare a investire risorse, con grandi rischi, nella struttura fatiscente.
Ora immaginate che la casa ricevuta in eredità sia l’Unione Europea.
Personalmente, preferirei buttare giù l’edificio, per costruirne uno sano, robusto, che sia la ‘casa’ dei miei nipoti e dei loro figli, dei vari popoli europei, l’abitazione per cittadini di nazioni diverse che convivono pacificamente sotto lo stesso tetto, sulla stessa terra.
Molte persone mi parlano di revisione delle attuali strutture e istituzioni europee, ma cosa otterremmo mettendo una pezza laddove un muro rischia di crollare, seppellendoci sotto le macerie? Serve coraggio.
Coraggio e onestà intellettuale. Il servilismo ideologico verso l’eurocrazia è oggi tanto dannoso quanto le divisioni più nefaste del secolo scorso. L’europeismo a ogni costo, quello del ‘senza se e senza ma’, ci tiene segregati in quell’edificio ricevuto in eredità e ogni tanto… ci cade una tegola in testa.
Siccome indossare un caschetto non basta, sarebbe opportuno cominciare a riflettere serenamente sulla costruzione di una nuova Unione Europea, libera dalle grinfie della grande finanza internazionale e quindi forte anche dal punto di vista geopolitico. Un’Europa dunque che appartenga ai cittadini europei, trasparente, partecipata, pacifica, basata sul reciproco rispetto e sulla condivisione politica e culturale degli Stati membri.
Cos’è questa Europa?
La casa che abbiamo ricevuto in eredità è fatiscente e pure occupata.
Nel caso non ce ne fossimo accorti, c’è qualcun altro che vive con noi e che decide per noi, chiudendosi a chiave in una delle stanze per non essere visto o sentito. Mangia a sbafo, vive comodamente, occupa le camere migliori, ma le bollette e le tasse le paghiamo noi.
Fuor di metafora, è bene comprendere dove viviamo, dove siamo stati trascinati, chi decide realmente e qual è