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Papà mi fai un castello?: Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione
Papà mi fai un castello?: Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione
Papà mi fai un castello?: Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione
E-book73 pagine1 ora

Papà mi fai un castello?: Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione

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Info su questo ebook

"Papà mi fai un castello? Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione" di Luca Borello è una guida unica, delicata e coinvolgente (oltre che utile). L'autore, parte dalla sua storia personale di padre separato, e ci racconta come se l'è cavata grazie alla Pratica. La Pratica di costruire giocattoli con quello che trova in casa. E sì, perché come tanti altri padri separati ha difficoltà a far quadrare i conti alla fine del mese. Anche i giocattoli per la figlia rischiano di rappresentare un costo insostenibile.

Ecco che così, in modo facile e divertente, l’autore ci racconta che da tappi di bottiglia, bottoni, scampoli di tessuto, gusci degli ovetti Kinder e vaschette di gelato nascono case per le bambole, lavagne per disegnare, carrozze delle principesse e addirittura uno studio veterinario per gli animaletti.
Una guida pratica e terapeutica, che ha aiutato l’autore a elaborare la fine del proprio matrimonio e a consolidare il rapporto con la figlia.
Un’opera dedicata a tutti i padri separati, per offrire un piccolo aiuto a tutti quelli cui è andata molto peggio.
LinguaItaliano
EditoreZandegù
Data di uscita19 mar 2014
ISBN9788889831397
Papà mi fai un castello?: Costruisci giocattoli con quello che hai in casa e rimettiti in piedi dopo una separazione

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    Anteprima del libro

    Papà mi fai un castello? - Luca Borello

    © 2014 Zandegù di Marianna Martino

    ISBN 978-88-89831-39-7

    Copertina di Davide Canesi

    Tutte le foto sono di Luca Borello

    www.zandegu.it

    info@zandegu.it

    facebook.com/zandegu

    @Zandegueditore

    instagram.com/zandegueditore/

    Papà mi fai un castello?

    Costruisci giocattoli con quello

    che hai in casa e rimettiti in piedi

    dopo una separazione

    Luca Borello

    [Zandegù]

    Dedico questo libro ai padri separati, spesso senza un quattrino.

    E anche al pazzoide omicida e suicida fallito. In fondo, è stato lui a salvarmi.

    A consegnarmi gli attrezzi del mestiere. E a garantirmi una casa.

    Non un manuale per spettatori

    «Erano manuali per spettatori. E mi viene in mente che non esiste nessun manuale che parli del problema essenziale della manutenzione della motocicletta: tenere a quello che si fa.»

    Robert Pirsig, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta, Adelphi

    Se siete padri separati di bambini piccoli, economicamente spiantati, un po’ depressi e spesso in ansia perché volete costruire un rapporto con figli mammacentrici, e volete farlo sfruttando al meglio le ore in cui vi è concesso essere un papà, allora questa guida fa al caso vostro. Anzi: è proprio quello che aspettavate. Non solo riempirete vostra figlia o figlio di giocattoli unici e bellissimi senza spendere (quasi) niente (purtroppo devo ammettere che una bambola o un robot, ogni tanto, vi toccherà rimediarli: tutto l’artigianato del mondo non sostituisce l’amore per plasticaccia, suoni elettronici e luci colorate), ma dimostrerete una dedizione paterna completa, asservendo la creatività all’affetto incondizionato. E poi, ve la spasserete. E questo, badate bene, a prescindere dal risultato.

    Oltre a divertirvi, posso garantire che vi sentirete bene. Perché la Pratica di costruire giocattoli con quello che si ha a disposizione sul momento in casa costringe la mente a stare ancorata alla realtà, qui e ora, e a non perdersi in spirali oscure. Osservare, manipolare e giocare insieme a vostro figlio con il frutto del vostro lavoro, sono appagamenti capaci di lenire con il tempo molto dolore.

    Inoltre, vi assicuro che non sono tanti i padri (separati o meno) che costruiscono giocattoli per i propri figli, o che spendono del tempo per loro anche quando non sono nei paraggi. Non ci vorrà molto perché vedano in voi una specie di onnipotente mago, e vi domandino di creare cose all’apparenza irrealizzabili.

    All’apparenza.

    Non state a pensarci troppo. Cominciate.

    È passato parecchio tempo da quando io ho iniziato la Pratica. E, riflettendoci ora, mi trovo di fronte un dubbio abbastanza curioso: è nata prima l’idea di costruire giocattoli, o i giocattoli stessi? Logica e consuetudine pretendono che la teoria preceda la pratica. Eppure a me sembra proprio di aver ideato la Pratica dopo diversi mesi di pura azione. Ho iniziato per una sorta di impellente necessità: era un momento preciso della mia vita in cui ero piuttosto concentrato a gestire, e a evadere, le imposizioni draconiane della Dittatura del Dolore.

    La Dittatura del Dolore è quello Stato di cui acquisite cittadinanza quando avete incassato – e non tanto bene – una batosta esistenziale. È la mia personale definizione di «depressione». È la situazione in cui mi sono trovato in seguito alla separazione da mia moglie, anche se la separazione da mia moglie è stata solo l’ultima goccia in un vaso colmato con lentezza metodica per molti anni.

    Ho iniziato senza sapere esattamente cosa stavo facendo, anche se mi sembrava necessario. Spesso, l’idea di un giocattolo si materializzava solo dopo aver esaminato le risorse a disposizione, provando ad assemblarle e creando; altrettanto spesso l’idea è mutata insieme alla creazione stessa. In alcuni casi, ho adattato le risorse al progetto, in altri il progetto alle risorse. Molte volte ho fatto entrambe le cose. Idea e azione hanno camminato a braccetto, o in staffetta, ma il dominio l’ha sempre avuto l’atto, non il pensiero.

    Quindi, non so se ho sviluppato prima la capacità di cavarmela con le mie risorse – capacità affinata poi nell’hobby della costruzione di giocattoli –, oppure se è stata la costruzione stessa ad avermi allenato ad affrontare i problemi dell’esistenza in autonomia. Di sicuro non avrei mai sviluppato la Pratica se non mi fossi trovato nella necessità di affrontare una pessima condizione psicologica, emotiva, economica, e nel bisogno di costruire una relazione con mia figlia Leda¹ (aveva circa un anno e mezzo) dopo la separazione da mia moglie, a cui era stata affidata di comune accordo, essendo ancora molto piccola. Di reinventarmi una vita, insomma. Con quello che avevo a disposizione sul momento.

    Comunque sia, ha funzionato.

    Ma attenzione: questa guida non va seguita alla lettera.

    Certo, potete anche provare a replicare fedelmente le mie creazioni (ammesso che in casa abbiate a disposizione gli stessi elementi). Potreste fare anche meglio di me, dato che la mia manualità resta quella che è. Però, se vi limiterete a replicare, gusterete ben poco del sapore di questo esercizio. Io vi guiderò, vi racconterò, vi spiegherò cosa ho fatto, come e perché, errori compresi. Ma l’idea di fondo è

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