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Killer.com
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E-book240 pagine2 ore

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DESCRIZIONE DEL LIBRO

L’omicidio è a portata di click nell’ultimo libro della serie legal thriller numero 1.

E se uccidere qualcuno fosse facile come cliccare un pulsante e nessuno ne venisse mai a conoscenza? Cosa faresti?

In quest’ultimo capitolo della serie legal thriller, un gruppo di anonimi stalker cibernetici tormenta l’avvocato Brent Marks con messaggi diffamatori su Internet. Quando Marks li cita in giudizio per fermare le loro diffamazioni, gli stalker si nascondono dietro l’immunità del Communications Decency Act. Poi appare un misterioso e anonimo assassino su noleggio, e Brent si trova dalla parte sbagliata della legge.

Recensioni

“Coloro a cui piace Grisham e gli argomenti giuridici, e che apprezzano trovare una dose maggiore di realtà nella finzione, troveranno in Killer.com una delle opere più formidabili di Eade. Uno scenario saldamente radicato nel mondo reale e fortemente rinvigorito da un finale discutibile e sorprendente lo rende un thriller complesso e squisitamente riuscito!” - Midweòt Book Review

“Lasciate che Kenneth faccia luce sulle possibilità che la rete nasconde, concedendoci nel frattempo un altro giro eccitante sulla sua superba prosa. Altamente raccomandato.” - Grady Harp, Amazon Hall of Fame and Top 100 Reviewer

“Un thriller mozzafiato con una trama unica che terrà i lettori col fiato sospeso!” - InD’tale Magazine

LinguaItaliano
Data di uscita8 lug 2021
ISBN9781507131282
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Autore

Kenneth Eade

Described by critics as "one of our strongest thriller writers on the scene," author Kenneth Eade, best known for his legal and political thrillers, practiced International law, Intellectual Property law and E-Commerce law for 30 years before publishing his first novel, "An Involuntary Spy." Eade, an award-winning, best-selling Top 100 thriller author, has been described by his peers as "one of the up-and-coming legal thriller writers of this generation." He is the 2015 winner of Best Legal Thriller from Beverly Hills Book Awards and the 2016 winner of a bronze medal in the category of Fiction, Mystery and Murder from the Reader's Favorite International Book Awards. His latest novel, "Paladine," a quarter-finalist in Publisher's Weekly's 2016 BookLife Prize for Fiction and winner in the 2017 RONE Awards. Eade has authored three fiction series: The "Brent Marks Legal Thriller Series", the "Involuntary Spy Espionage Series" and the "Paladine Anti-Terrorism Series." He has written twenty novels which have been translated into French, Spanish, Italian and Portuguese.

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    An extreme legal thriller that probes deeper with each chapter. Captivating with intense detail about our hero Brent Marks who is the victim of online cyber bullying. Marks gets intertwined into a series of events while investigating the source identity of the individuals who are hiding behind the website that is defaming his online reputation. If you are tired watching lame old tv thrillers this book will spin you around the scenery and put you right in place for facing the evil side of the law .

Anteprima del libro

Killer.com - Kenneth Eade

A Joyce, il mio primo e più fedele fan

"I mostri non esistono.

Devi avere paura degli uomini, non dei mostri."

-Niccolò Ammaniti 

PROLOGO

I ragazzi, vestiti con i pantaloncini rosso pomodoro e le scolorite camicie bianche dell’uniforme sportiva della Hale Jr. High School, si allinearono in sei squadre da sette. Era una giornata luminosa nella California del sud, il sole ardeva alto sul campo in cui gli alunni erano schierati. Ogni squadra aveva un leader che rispondeva all’allenatore Vince Nieman, che a sua volta non era altro che un ragazzo cresciuto: un ex giocatore di football del liceo, tanto bravo da essersi aggiudicato un posto in panchina in cambio di una borsa di studio per una scuola di calcio. Ora era capace solo di insegnare educazione fisica. Il caposquadra di Brent era Russ Carlton, uno studente dallo scarso rendimento scolastico, un bullo corpulento, lentigginoso e con i capelli rossi che ogni insegnante, persino quelli delle scuole medie, avrebbero definito come un potenziale criminale - cioè, tutti tranne il mister Nieman, che riteneva la sua forza muscolare utile per il controllo della folla.

Brent abbassò la testa e si mise in fila. Odiava l’ora di educazione fisica e non cercava in alcun modo di nasconderlo.

Sei un frocio, Marquez! gridò Russ Carlton.

Un frocio senza palle!, fece eco un altro.

Sei un frocio senza palle che succhia cazzi!, dissero in coro.

Fallo, Steinman!, ordinò Russ.

Quello fu il segnale che indicava a Gary Steinman, un ragazzino magro e dall’aspetto patetico, con un generoso e bruno cespuglio di capelli crespi e scompigliati, di posizionarsi dietro Brent. Con entrambe le mani afferrò l’elastico dei pantaloni e delle mutande di Brent e li tirò giù con tutta la sua forza, sino a quando non penzolarono attorno alle sue caviglie. L’impegno di Gary fu premiato dalle sonore risate cacofoniche di tutti i presenti.

Mentre Brent si tirava su i pantaloni e iniziava a scappare, Russ si rivolse al gruppo: Vedete, ve l’avevo detto che era un frocio!

Sì, che femminuccia!, esclamò Gary.

Brent sfrecciò accanto al mister Nieman, correndo verso lo spogliatoio.

Dove pensi di andare, Marquez?, chiese l’allenatore. Brent lo ignorò. Dopo si voltò verso

Russ. Carlton, vai a prendere Marquez e riportalo qui.

Muoviti, Steinman, ordinò Russ iniziando a rincorrere Brent. Steinamn lo seguì come un cagnolino.

Brent girò la chiave nella serratura del suo armadietto e lo aprì. Lo spogliatoio puzzava: una combinazione di tanfo di ascelle, di palle sudate e di vecchi calzini sporchi. Stava giusto infilando una gamba dentro i jeans quando i due arrivarono.

Rivestiti, Marquez. Il mister vuole che torni fuori.

Brent fece finta di non sentire Russ e continuò a infilarsi i pantaloni.

Sei per caso sordo, frocio?, chiese Steinman.

Ti ho sentito. Non ho intenzione di andare.

Prendilo, Steinman., disse Russ spingendo Gary Steinman verso Brent, che finì contro l’armadietto.

Con l’agilità di un cobra, Brent si riavvicinò a Steinman, afferrandogli il braccio sinistro ed esercitando al contempo una pressione verso l’alto, fracassandogli il naso contro l’armadietto.

Chi è il frocio adesso, Steinman?, Brent ringhiò nelle sue orecchie.

Lascialo andare, Marquez, o ti sistemo io!, minacciò Russ Carlton. Brent lo ignorò e continuò ad esercitare pressione.

Cosa sta succedendo qui?. La voce dell’allenatore Nieman rimbombò nello spogliatoio. Brent non aveva intenzione di fermarsi. Spinse ancora più forte il braccio di Steinman, fino a fargli credere che si sarebbe spezzato, poi gli scaraventò il volto contro l’armadietto. Gli occhiali dalla montatura metallica di Gary si piegarono sul naso, caddero e colpirono il pavimento sporco dello spogliatoio.

Basta risse, Marquez. Lascialo stare, immediatamente!, abbaiò Nieman. Brent lasciò Steinamn e lo spinse a terra. Voi due: tornate fuori. Marquez: all’ufficio del vicepreside, di corsa!

Non finisce qui, frocio!, urlò Russ, indietreggiando e puntando minacciosamente il dito contro Brent.

***

Brent lasciò l’ufficio del vicepreside con una sospensione di due giorni, di cui non era affatto dispiaciuto. Per quanto gli riguardava, la scuola non era altro che un deserto di feccia adolescenziale. Le lezioni erano una barzelletta, e i cosiddetti studenti sembravano trovarsi in un programma televisivo in cui il più ignorante risultava vincitore.

Quando Brent chiuse la porta del suo armadietto e si voltò, vide Russ Carlton e circa otto dei suoi amici. Che sorpresa.

Vuoi fare a botte, femminuccia? disse Carlton, scaraventando Brent contro l’armadietto. Il quadrante della combinazione gli scavava nella schiena. Ti prenderò a calci nel culo! Brent non si azzardò a respingerlo. Ne erano troppi. Si rialzò in piedi e Steinman lo spinse di nuovo contro l’armadietto, Nate lo tirò su e lo spinse nuovamente, così come fece Joe. Briscoe gli sferrò un pugno allo stomaco.

La definite una lotta ad armi pari?, domandò Brent boccheggiando. Uno contro cinque?

Russ ridacchiò come una gallina. Il messicano vuole una lotta ad armi pari!

Non sono messicano.

Scusa, dimenticavo. Immagino che in realtà la tua pelle non sia scura, vero? Ci hai solo spalmato sopra un po’ di merda. Russ rise di nuovo, accompagnato dalla sua gang di delinquenti. Si avvicinò così tanto a Brent che lui poté sentire il suo pestilenziale alito, poi gli annusò il collo e fece una smorfia.

Per me puzza di fagioli. Che ne dici Briscoe?

Briscoe posizionò il suo lungo e grande nasone proprio sotto il lobo dell’orecchio di Brent e annusò.

Sì, fagioli e tortillas.

È ufficiale, Marquez: sei un messicano!, disse Russ unendosi al coro di risate sguaiate del suo entourage.

Senti una cosa. Steinman, qui, deve guadagnarsi il suo posto. E neanche quella di stamattina nello spogliatoio era una lotta ad armi pari.

Sì, non è ancora stato iniziato, affermò Briscoe.

Ti ho chiesto qualcosa, idiota? Come stavo dicendo, Steinman ha bisogno della sua prima vera rissa. Sabato, ore 12, Knapp Park. Presentati, o verremo a prenderti. E non c’è bisogno di dirti cosa accadrebbe.

Russ scaraventò di nuovo Brent conto l’armadietto e si allontanò, seguito da Steinman e dagli altri. Brent si alzò, si levò la polvere dalle ginocchia e decise che da quel momento in poi non sarebbe più fuggito da nessun bullo.

CAPITOLO UNO

Matthew Kronenberg (chiamato affettuosamente Kronendork da molti avvocati che frequentavano la sua aula) soffriva del complesso di Napoleone, tipico di molti giudici federali. Nominato a vita dal Presidente George W. Bush grazie alla raccomandazione di un deputato locale, anche lui, come i suoi fratelli, trascinava la sua piccola figura lungo le scale e si appollaiava dietro al suo bancone ogni giorno, esprimendo giudizi su estranei di cui non conosceva nulla. Il giudice Kronenberg quel giorno aveva deciso di respingere la querela per diffamazione di Brent Marks, e non c’era nulla che potesse cambiare la sua decisione, nonostante egli l’avesse definita una sentenza provvisoria e avesse invitato Brent, contro cui la decisione temporanea si rivolgeva, a esaurire tutte le argomentazioni di cui era in possesso prima di prendere provvedimenti.

Il giudice aveva sul volto una smorfia perenne, come se fosse costantemente afflitto da stipsi. Come diceva la madre di Brent a riguardo di persone così, se sorridesse, la sua faccia si creperebbe.

Il caso ruotava attorno alla diffamazione online - ed era del tutto diretta contro Brent. Non era la prima volta che si era trovato ad affrontare un branco di bulli, ma in un certo senso in passato era stato più facile, perché non avevano la possibilità di nascondersi dietro l’anonimo muro di Internet. Per gran parte della sua adolescenza, Brent era stato vittima del bullismo, a tal punto da costringere il padre a cambiare il cognome da Marquez a Marks. I bulli scelgono una caratteristica che ti rende unico e la sfruttano. In questo caso, era il cognome di Brent. Suo padre, Jose Marquez, emigrò dalla Spagna prima di conoscere la madre di Brent. Quando Brent nacque, Jose non avrebbe mai immaginato i futuri problemi che il suo nome avrebbe causato a suo figlio. I bulli si erano focalizzati su quel cognome, definendo Brent un messicano, e Brent non finiva mai di chiedersi perché avrebbe dovuto essere un insulto. Avrebbe potuto lui stesso passare per messicano, con i suoi capelli scuri. I suoi occhi nocciola spesso sembravano neri, ma era decisamente più alto di un messicano. Sapeva parlare lo spagnolo, abilità che lo aveva aiutato nei vecchi tempi, quando a Santa Barbara aveva molti clienti messicani.

Brent si trovava di fronte al giudice, sul pulpito. Era in ghingheri, nel suo miglior vestito grigio a due pezzi abbinato a una camicia blu cobalto con il colletto abbottonato, ma l’eleganza non lo avrebbe protetto dalla tempesta che stava per abbattersi su di lui. Non mollare mai. Pensò che era un buon mantra, mentre aspettava di conoscere il giudizio dell’uomo che stava per trasformarlo da querelante a imputato.

Vostro Onore, affinché questa istanza venga definitivamente archiviata è necessario che l’imputato provi che la dichiarazione in oggetto rientrasse nella libertà di parola. Ciò è impossibile, perché la sua dichiarazione è di per sé diffamatoria, e dichiarazioni diffamatorie non rientrano nella libertà di parola, secondo la Costituzione. Inoltre, dovrebbe anche provare che la dichiarazione era direttamente relazionata ad argomenti di pubblico interesse.

"Le asserzioni diffamatorie erano tutte rivolte contro di me, Vostro Onore. Non sono una star del cinema, né un Presidente o un Deputato; non sono neanche un giudice federale come Voi. Sono solo una persona normale che non accetta che la propria reputazione venga infangata da una massa di molestatori cibernetici. Inoltre, non sono una persona di pubblico interesse, e dunque questo caso non può ritenersi un’azione legale tesa a bloccare la partecipazione pubblica. Gli imputati stanno cercando di chiedere l’immunità dalla responsabilità per diffamazione, il che è da considerarsi un uso improprio dello statuto SLAPP secondo il caso Hilton."

La controparte di Brent, Geoffrey Kelley, era così ansiosa di parlare che sembrava stesse per saltar fuori dal suo completo a tre pezzi, proprio come un dentifricio il cui tubetto è stato spremuto troppo. Continuava a mordersi le labbra e a dimenarsi sulla sua sedia, in trepida attesa del suo turno di parola. Ma Brent era determinato a usare tutti i dieci minuti che gli erano stati assegnati per esprimersi. L’archiviazione del caso, qualora fosse stata concessa, avrebbe portato a due conseguenze: Brent avrebbe dovuto pagare una marea di tasse, e sarebbe stato oggetto di numerosi messaggi diffamatori su Internet; questa volta con garanzia di impunità. Sarebbe stato un gioco al massacro diffamatorio; l’opportunità ideale per dire peste e corna, e affibbiare a Brent ogni tipo di nomignolo, oltre ad accusarlo di qualsiasi condotta vile, immorale o illegale possibile.

"Peraltro, Vostro Onore, la Vostra sentenza provvisoria afferma che i messaggi anonimi che mi accusano di aver rubato soldi e di aver truffato sono opinioni non impugnabili. Queste non sono opinioni. Sono accuse di reato, e questa è di per sé diffamazione, oltre a sottintendere malizia. Questo è ciò che vorrei sottoporre all’attenzione della giuria. Non possono essere risolte con questa mozione."

Brent avrebbe voluto esprimere anche la sua opinione su Kronendork, ma farlo gli avrebbe regalato un biglietto di sola andata per il carcere a causa di oltraggio alla corte.

Signor Marks, Lei ha citato in giudizio il sito web. In base alla Legge di Decenza delle Telecomunicazioni, come può un provider non essere immune dalle dichiarazioni degli utenti?, domandò il giudice.

Decenza delle Telecomunicazioni. Che razza di nome per una legge che permette alle persone di infangare altre persone in modo anonimo sul web, pensò Brent.

Non c’era nulla di decente in queste telecomunicazioni. Kronendork conosceva già la risposta alla sua domanda. Brent era del tutto irrilevante.

"Vostro Onore, ho citato in giudizio il sito web perché non si comportano solo come semplici fornitori di servizi, mettendo a disposizione dei loro utenti un forum in cui postare le loro dichiarazioni diffamatorie, ma perché loro stessi moderano e apportano contributi alle conversazioni, rendendosi così anche fornitori di contenuti; dunque non godono di alcuna immunità in conformità della Legge di Decenza delle Telecomunicazioni e secondo il caso Kruska citato nel mio verbale.

Inoltre, in assenza del sito web dell’imputato non potrò mai sapere chi sono gli utenti che mi hanno diffamato. Si tratta di un sito denigratorio che va a favore di coloro che praticano stalking online, Vostro Onore, e che non sono altro che bulletti cresciuti. Non dovrebbero essere liberi di pubblicare il mio indirizzo, fotografie della mia abitazione e il mio numero telefonico. Questa è violazione della mia privacy."

Brent stava affondando. Il viscido gruppo di molestatori cibernetici stava probabilmente reclutando nuovi membri e preparando un altro feroce attacco diffamatorio e calunniatorio nei suoi riguardi. ‘Brent è un truffatore e un imbroglione, e dovrebbe pertanto essere radiato": queste non erano altro che opinioni, protette dal Primo Emendamento.

Signor Marks, il suo tempo è scaduto. La Corte ascolterà ora la versione del Signor Kelley.

I giudici non parlano mai di loro stessi in prima persona; sempre in terza, come la Regina d’Inghilterra. Kelley si alzò e quasi inciampò nei lacci delle sue scarpe. Era così concitato che, dirigendosi verso il leggio, per poco non urtò Brent.

Brent resistette all’impulso di spostare accidentalmente un piede per farlo cadere. Il suo stomaco strabordava sopra la cintura, mostrando un lembo di pelle nel punto in cui era saltato un bottone.

"Grazie, Vostro Onore. L’imputato ha spiegato a sufficienza come le dichiarazioni fatte siano opinioni costituzionalmente protette e dunque, dato che riguardavano il signor Marks, ovvero un avvocato californiano abilitato alla professione, il pubblico può esserne notevolmente interessato. Peraltro, in conformità del caso Nygard v. Uusi-Kerttula, queste dichiarazioni sono di pubblico interesse.

"Dal momento in cui abbiamo dimostrato che le asserzioni sono protette dalla Costituzione e di pubblico interesse, spetta ora al signor Marks l’onere di provare che ha possibilità di vincere la sua causa. Finora non lo ha provato, perché non può provarlo.

No, cazzo. Non ho ancora avuto l’opportunità di scoprire niente.

Infine, Vostro Onore, la Legge di Decenza delle Telecomunicazioni conferisce l’immunità ai fornitori di servizi che si limitano a pubblicare contenuti creati dagli utenti, come il mio cliente. Il signor Marks è libero di citare in giudizio le terze parti che hanno generato quei contenuti, ma non il servizio informatico interattivo che ha permesso loro di scriverli sul web.

Sì, certo, devo solo citare in giudizio 007, Shyster Crusher e Attack Dog, che si stanno comodamente nascondendo sotto le gonne del tuo cliente, Gee-offrey.

La Corte accoglierà la sentenza provvisoria e concederà l’archiviazione del caso, disse il giudice. Si dichiara dunque il caso archiviato, al Signor Marks viene ordinato di pagare una somma pari a 50.000 dollari per le spese legali del convenuto.

Va bene. Lasciatemi solo correre a prendere il libretto degli assegni in macchina. O accettate carte di credito?

Era ufficiale, adesso. Brent Marks, un privato cittadino che si è trovato a diventare avvocato, era adesso un personaggio pubblico senza alcun diritto alla privacy. Chiunque, da questo momento in poi, avrebbe potuto dire qualsiasi cosa

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