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Quel Freddo Inverno
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E-book166 pagine2 ore

Quel Freddo Inverno

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Info su questo ebook

Boad Hill, una tranquilla cittadina dello stato del Maine dove tutti si conoscono, viene scossa da omicidi di uomini anziani, con un modus operandi molto simile a quello di un serial killer che dieci anni prima uccideva giovani donne di una scuola superiore.

Non sapendo che pista seguire, lo sceriffo Burt Duchamp si fa aiutare da Peter che possiede doni di chiaroveggenza.

LinguaItaliano
EditoreBadPress
Data di uscita1 dic 2019
ISBN9781071513682
Quel Freddo Inverno

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    Quel Freddo Inverno - Claudio Hernández

    Quel freddo

    inverno

    ––––––––

    Claudio Hernandez

    Prima edizione eBook: marzo 2019.

    Titolo: quel freddo inverno

    ©2018 Claudio Hernandez

    ©2018 Higinia Maria

    ©2018 Copertina: Higinia Maria

    Tutti i diritti riservati

    ––––––––

    Nessuna parte di questa pubblicazione, inclusa la copertina, può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o con nessun mezzo, che sia elettronico, tecnico, ottico, di stampa, internet o tramite fotocopie, senza il permesso previo dell’editore o dell’autore. Tutti i diritti sono riservati.

    Quanti libri ho già scritto? E a chi li dedico? Questo libro lo dedico, ancora una volta, a mia moglie Mary, che mi sopporta tutti i giorni come se fossi il suo bambino. E spero che mai smetterà di farlo. Questa volta mi sono imbarcato per un’altra avventura che iniziai durante la mia infanzia e che, con la tenacia e il supporto di altre persone, ho portato a termine. Un altro sogno diventato realtà. Lei dice che, a volte, faccio faville... a volte... anche se a me fa paura... Lo dedico anche alla mia famiglia, specialmente a mio padre Angel... aiutami in questo pantano...

    Quel freddo inverno

    1

    ––––––––

    Guardò indietro nel tempo e i suoi occhi si fissarono sulla neve. Dieci anni prima, quelle povere disgraziate, con le mutande fino alle ginocchia, riposavano su un’enorme pozza di sangue abietta agli occhi degli agenti dello sceriffo Burt, che avevano fatto di lui la palla di vetro per scoprire l’assassino... Tuttavia, tutto questo era accaduto qualche tempo prima, o comunque così si credeva, perché l’assassino torna sempre sulla scena del crimine e questa volta lo aveva fatto brandendogli il cuore, ma Peter Bray era duro e freddo: solo il suo amore per Ann lo rendeva un vergognoso zerbino.

    Questa volta, è stato Peter Bray stesso a raccontare ciò che successe nel 2027 e questa è la sua storia dieci anni dopo quel freddo inverno; nevicava abbondantemente e la luce che emettevano quei sacchi abbandonati minacciavano di far affondare i tetti delle case di Boad Hill, mentre il vento piangeva a ogni angolo così come ai bordi di quei corpi inerti che spuntavano da sotto la neve. Però, stavolta non erano ragazze giovani e nemmeno le amiche della sua amata, ma anziani rachitici, che in qualche modo aspettavano la loro morte... sì, la aspettavano... e sembrava che lo stessero facendo con particolare ansia...

    John, suo padre, lo svegliò dal mondo dei sogni per farlo tornare a calpestare quella densa neve che cadeva come una pioggia di bolle di sapone.

    <> Chiese.

    Peter Bray smise di guardare quel compatto manto bianco attraverso il vetro della finestra, per incrociare lo sguardo triste di suo padre.

    <<È tornato?>>

    <>

    <> Disse in tono beffardo, nonostante non gli stesse poi così simpatico, ma solo perché sentiva un forte dolore nella sua anima. <<È strano che lo sceriffo Burt non mi ha chiamato...>>

    <> John teneva la mano distesa e appoggiata sulla gamba della porta. Peter si trovava nella sua stanza con quel ridicolo cappotto al quale non sembravano passare gli anni. Solo che adesso, abbinato alle apparecchiature elettroniche e alle televisioni che obbedivano alla voce umana, sembrava più un vestito idoneo ai tempi passati.

    <>

    A Peter brillavano gli occhi come se fossero di vetro.

    <> La voce di John tremava. Il suo aspetto era cambiato molto. Troppo per i gusti di suo figlio. La sua pelle era tesa come quella di una lucertola. I suoi occhi affondati come se pesassero troppo nelle conche. Era calvo a parte una ciocca vicino la nuca che ballava col vento come se si trattasse di un insieme di fili bianchi legati a un ventilatore. Aveva anche perso molto peso.

    <>

    <>

    <> Lo interruppe Peter con voce soffocata. <>

    <> John liberò una risatina da ragazzino malvagio e aggiunse: <>

    <> Strillò Peter. Lo guardò fisso attraverso le solide lenti e fece una smorfia di complicità. <>

    <>

    <> Mentì Peter che aveva dimenticato i suoi occhiali dalle montature grosse, ma che ancora conservava in una dispensa rotante. Fino alla finestra tutto era cambiato: adesso invece di salire sul vetro fino in cima, doveva solo premere un bottone e i due strati di metallo si sarebbero chiusi e aperti come se fossero un battito di ciglia, scorrendo però orizzontalmente.

    <>

    John staccò la sua mano dalla gamba come se fosse una ventosa e, lamentandosi, si incamminò verso la sua stanza. Peter girò lo sguardo verso la finestra. Sperando in una chiamata. Sperando in Burt.

    Mentre la fottuta neve leccava le strade come se fosse una grande lingua pallida e irritante, che ungeva tutto con una bava compatta e che faceva rumore spezzandosi sotto le scarpe di chiunque osasse uscire in strada.

    Incluso il nuovo assassino che sussurrava alla neve.

    2

    Burt Duchamp si sentiva irrequieto vicino a quella donna tesa come una corda di violino. I suoi seni erano coperti di neve, ma le sue ginocchia no, così come anche la vagina. Dieci anni dopo lo sceriffo aveva gli stessi baffi e le sue stesse maniere scontrose e, cosa molto peggiore, non aveva imparato niente dagli omicidi del passato. Facendo strani movimenti intorno a quel manichino di neve senza testa, si strofinava le mani e ogni tanto starnutiva.

    Jack Hodge non era più il ciccione del gruppo. Era più magro. Come se una maledizione lo avesse perseguitato, aveva perso quaranta chili negli ultimi due anni. Lui stava bene, ma aveva iniziato a fumare. Si notava una bianca e magra lingua che risaltava tra le labbra e il fumo si avvitava nell’aria come un vortice per poi scomparire del tutto.

    Non erano gli stessi del 2017. Martin era morto a causa di un improvviso attacco di cuore e fu subito sostituito da un certo Joe Norton. Un tipo con tanta voglia di fare e con l’adrenalina nelle vene, anche se questa volta di fronte al cadavere si strofinava le mani.

    Lloyd Chambers rimaneva con il culo in carreggiata quando ne aveva bisogno, continuando a stare nel corpo di polizia. Richard, il nuovo, così chiamato perché si rivolgevano a lui sempre come il nuovo nonostante l’ingresso di Joe molto tempo dopo, cavillava in continuazione congetture riguardo il nuovo crimine. Erano anni che non vedevano quel bastardo di Jack piedi di piuma in azione e questa volta era tornato, con la tempesta più fredda dal 2017. Tuttavia, Burt mise in chiaro che anche se non aveva la più pallida idea di ciò che era successo, perché era ancora troppo presto, l’omicidio non aveva niente a che vedere con un serial killer.

    Non aveva tutti i torti e i suoi occhi sembravano due palle di baseball dipinte di bianco. Si sbagliava solo in una cosa: che era da un anno che la devastante tempesta di Boad Hill era iniziata e che le strisce bianche e gelate che la sagoma di un serial killer portava con sé erano sul punto di agire.

    Quella di Samantha fu solo la scintilla di fosforo che volle accendere la seconda sigaretta che si incastrava nella bocca di Jack.

    <> Guardò tutti fisso. <>

    Joe Norton annuì come se quelle parole fossero solo dirette a lui.

    <>

    Il sistema SI era un software di grande potenza sviluppato nel 2025, che permetteva di collegarsi con tutte le schede della sicurezza sociale di qualsiasi nordamericano. Questo documento prevaleva su tutti gli altri, anche sull’identificazione personale, perché sulla tessera della sicurezza sociale del 2027 vi era associato tutto lo storico personale e ti avrebbero potuto contare anche i peli del culo. Al sistema si accedeva tramite un piccolo computer incorporato nel cruscotto del veicolo di pattuglia, che continuava ad avere quelle fottute luci azzurre, rosse e gialle in alto e, di conseguenza, sembrava una giostra degli anni 80 e 90. Da questo punto di vista, il tempo non era passato. A parte che ora, al lampeggiare di quelle luci, si era aggiunto il ronzio simile a quello di un micione che sembrava che stesse facendo la siesta.

    Joe perforò lo strato d’aria gelato con il suo corpo fino ad arrivare alla macchina di pattuglia. I suoi stivali erano affondati su una chiazza fangosa e dura. Scricchiolava a ogni passo e la neve gli arrivava fino allo stinco. I

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