Gli Italiani a Marsiglia nel XVIII secolo
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Anteprima del libro
Gli Italiani a Marsiglia nel XVIII secolo - Elena Bevilacqua
ASEI / Archivio Storico dell'Emigrazione Italiana / Edizioni Sette Città
iDossier - 3
Gli Italiani a Marsiglia
nel XVIII secolo.
Analisi de l'Enregistrement
des Étrangers (AN II)
Elena Bevilacqua
DIREZIONE:
Emilio Franzina (Università di Verona) - Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia)
COMITATO SCIENTIFICO:
Paola Corti (Università di Torino), Fernando Devoto (Universidad de Buenos Aires) Donna R. Gabaccia (University of Minnesota), Bruno Ramirez (Université de Montréal), Maddalena Tirabassi (Centro Altreitalie), Éric Vial (Université de Cergy-Pontoise)
REDAZIONE (INFO@ASEI.EU):
Federica Bertagna (Università di Verona), Michele Colucci (Università della Tuscia), Stefano Luconi (Università di Roma Tor Vergata
), Marina Giovanna Maccari (University of Kansas), Elia Morandi (Università di Verona), Matteo Pretelli (Università di Trieste), Giovanni Pizzorusso (Università G. d' Annunzio
di Chieti-Pescara)
DIRETTORE RESPONSABILE:
Simona Tenentini
Joseph Vernet, Intérieur du port de Marseille (1754), Musée national de la Marine, Dépôt du Musée du Louvre, inv. 8294. From Wikimedia Commons.
Via Mazzini 87 • 01100 Viterbo
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ISBN: 978-88-7853-489-6
Per inviare materiali cartacei:
Redazione ASEI c/o
Edizioni SETTE CITTÀ
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Iscrizione nel Registro della Stampa
del Tribunale di Viterbo
col n. 12/07 dal 4 settembre 2007
Indice
Introduzione
Parte Prima. Migrare
Capitolo I. Cos'è migrare?
I. 1. Alla base degli studi sulla migrazione
I. 2. Parlando di migrazione: le caratteristiche del fenomeno
Capitolo II. Migrazione: un fenomeno d'ancien régime
II. 1. Uno sguardo all'Italia
II. 2. Popolazione e migrazione nell'Europa del XVIII secolo
Parte Seconda. Marsiglia
Capitolo III. La storia
III. 1. Marsiglia: dalla fondazione alla fine del XVII secolo
III. 2. Le beau XVIII siècle marseillais
: tra espansione e Rivoluzione
Capitolo IV. Il porto
IV. 1. Marsiglia: porto e città o città-porto?
IV. 2. Il porto commerciale: i rapporti tra Marsiglia e il Mezzogiorno
IV. 3. Il porto umano: essere étrangers a Marsiglia
Parte Terza. Migrare a Marsiglia
Capitolo V. Popolazione e migrazione a Marsiglia nel XVIII secolo
V. 1. Migrare verso Marsiglia
V. 2. La popolazione di Marsiglia: le stime
V. 3. L'Enregistrement des étrangers (an II)
Capitolo VI. Gli Italiani attraverso l'Enregistrement des étrangers (an II)
VI. 1. Nazionalità e genere
VI. 2. Gli anni: età, arrivi e permanenze
VI. 3. Le professioni
VI. 4. Gli indirizzi e le reti dei migranti
VI. 5. Per una visione complessiva
Bibliografia
Note
Introduzione
Fino a che, un giorno, io potessi dichiarare,
come unica verità fondamentale:
sì, amo queste città mediterranee
in cui ci si sente come trasportati.
Jean-Claude Izzo
Il lavoro qui presentato è frutto di una tesi magistrale presso l’Università La Sapienza di Roma (Facoltà di Filosofia Lettere Scienze umanistiche e Studi orientali, Corso di laurea in Storia e culture dell’età medievale, moderna e contemporanea), discussa nell’anno accademico 2011-2012, relatrice professoressa Renata Ago e correlatrice professoressa Lidia Piccioni, in cui ho studiato i flussi migratori italiani diretti verso Marsiglia nel XVIII secolo.
La vocazione marittima di Marsiglia si identifica nell'immagine della città-porto, in quanto le caratteristiche portuali di tale realtà urbana ne hanno definito non solo la morfologia, l'attività professionale e la dimensione politica, ma anche l'attività umana, dei cittadini e dei migranti che vi arrivarono. Molti stranieri, infatti, giunsero nella cité phocéenne, attratti dalle possibilità commerciali, che Marsiglia offriva, e da quelle lavorative del grande porto e della città che, nel XVIII secolo, era in grande espansione. Tra questi, gli Italiani rappresentavano la comunità più grande, soprattutto quelli provenienti dalla costa ligure: tradizionalmente, infatti, questi furono legati a Marsiglia da rapporti costanti e duraturi, non solo dovuti all'importante attività commerciale. Soprattutto nel XV secolo, ad esempio, la Provenza, la Liguria e il Piemonte, altra zona di provenienza di molti migranti diretti a Marsiglia, furono coinvolte in migrazioni stagionali: molti Italiani, infatti, si diressero verso le coste del Midi per svolgere un lavoro, ritornando, in seguito, nel luogo d'origine.
Nel XVIII secolo, Marsiglia era una città in crescita ed espansione: il porto diventava sempre più importante, non solo all'interno del Regno di Francia, ma anche nell'ambito del Mediterraneo. Tradizionalmente Marsiglia ebbe costanti rapporti commerciali all'interno del Mediterraneo, in particolare con il Levante; ma, nel Settecento, i traffici commerciali della città erano aumentati e si erano rivolti anche oltre le Colonne d'Ercole.
L'importanza della città-porto, nel secolo in questione, diventa l'assunto di base di questa tesi: Marsiglia, infatti, sviluppò ulteriormente la sua capacità d'attrazione verso chi doveva o voleva migrare. Non solo gli Italiani o, in generale, mediterranei arrivarono in città, anche dall'Europa continentale, in modo particolare dal nord, ci si diresse verso la cité phocéenne.
Generalmente, i fenomeni migratori, si definiscono, di base, secondo la durata o la distanza percorsa. Lo studio, che qui si presenta, si fonda sull'analisi di una fonte, ossia l'Enregistrement des étrangers (an II). Si tratta di un documento del 1794, che raccoglie le domande di ospitalità effettuate in seguito alla legge del 6 Settembre 1793, con la quale, si ordinava a tutti gli stranieri, nati fuori dal territorio francese, di richiedere un certificato di ospitalità al consiglio generale del comune in cui si trovavano¹. Per questo motivo, si ritiene che il documento riguardi soprattutto l'immigrazione stabile e non quella stagionale o saltuaria: chi arrivava in città in modo temporaneo, infatti, non aveva necessità di richiedere un certificato attraverso il quale si poteva risiedere in territorio francese.
Gli stranieri registrati nel documento in analisi dovevano fornire diverse dichiarazioni: nome e cognome, nazionalità, età, professione, anni di residenza in Francia e a Marsiglia, luogo d'origine. In virtù delle dichiarazioni rilasciate, il documento risulta essere molto interessante: permette, infatti, di delineare e comprendere la realtà sociale degli stranieri, in particolare degli Italiani, residenti a Marsiglia nel XVIII secolo.
L'Enregistrement contiene le dichiarazioni di 2 915 stranieri, provenienti dal Mediterraneo e dall'Europa continentale: svizzeri, tedeschi, belgi, scandinavi, inglesi, spagnoli, portoghesi, levantini. Tra questi, 1 967 provenivano dalla penisola italiana: si tratta, quindi, di una percentuale altissima (67 % circa degli stranieri registrati). La maggioranza di questi Italiani era di nazionalità genovese (60 % circa sul totale degli Italiani) e piemontese (21 % sul totale degli Italiani); vi risiedettero, comunque, seppur in percentuali minori, persone provenienti da tutta la penisola italiana, dalla costa tirrenica a quella adriatica, dalle città del nord a quelle del sud.
Sulla base delle dichiarazioni fornite e tralasciando gli altri stranieri registrati, sono stati raccolti i dati di tutti coloro che provenivano dalla penisola italiana, indicati in base alla regione o alla provincia di provenienza, dato che l'unità degli Italiani ancora non era stata raggiunta. È stato possibile, così, definire i fattori della migrazione ossia, le caratteristiche del migrante, la durata della migrazione, la distanza percorsa e, in parte, le cause del movimento. Inoltre, è stato possibile rintracciare le diverse forme di tali flussi, in base, principalmente, alle classi d'età e alla professione, e ricostruire, ove possibile, le reti sociali dei migranti. Si può supporre che tali spostamenti siano stati effettuati sulla base di catene migratorie, cioè spostamenti di persone in un luogo determinato con il supporto di persone, amici o parenti, nella ricerca del lavoro o dell'abitazione; inoltre, anche la carriera può avere avuto un peso rilevante, in quanto è possibile che gli spostamenti siano stati determinati, nella durata e nel luogo, dal bisogno di alcune professionalità specializzate, arrivate con l'aiuto dei contatti del luogo d'origine o della famiglia.
Qui intendo descrivere i flussi migratori italiani verso Marsiglia, definendoli all'interno delle dinamiche migratorie d'ancien régime e in relazione all'importanza e al potere d'attrazione che la città aveva sviluppato nel XVIII secolo. Tenterò, quindi, di unire il quadro delle migrazioni d'ancien régime con quello tracciato per la città di Marsiglia, attraverso l'analisi dell'Enregistrement des étrangers. Le motivazioni dell'analisi vanno rintracciate principalmente nell'interesse ad ampliare lo scenario dei fenomeni migratori d'epoca moderna, in particolare riguardanti la penisola italiana, e nella centralità di Marsiglia, città-porto capace di attrarre una quantità di persone assolutamente rilevante, soprattutto nel XVIII secolo. L'obiettivo di tale esposizione è, dunque, quello di sviluppare il quadro della mobilità italiana nella città-porto mediterranea di Marsiglia, luogo d'eccezione data la particolarità della sua storia e i legami con l'Italia, tradizionalmente vivaci, in particolare dal punto di vista umano.
Nella prima parte, Migrare, verrà definito il fenomeno migratorio secondo quanto proposto dalla storiografia e dalla sociologia sull'argomento. Si farà riferimento, inoltre, ai fenomeni migratori d'ancien régime: sovente, questi sono stati poco trattati, data la carenza di fonti, rispetto ai fenomeni contemporanei, riguardanti l'Italia, del XIX e, in particolare, del XX secolo.
Nella seconda parte, Marsiglia, verrà proposto un quadro generale della città-porto. Le dinamiche storiche della città la definiranno, a seconda dei casi, come città ribelle, diversa e intollerante all'autorità reale, o come città domata. Inoltre, Marsiglia verrà definita nella sua caratteristica di città-porto, in virtù del commercio, in particolare con il Mezzogiorno d'Italia, e del dato umano, relativo alla popolazione cittadina e straniera. Il porto era ed è tutt'ora il cuore della città. Tutto parte da lì e tutto si articola intorno ad esso: le attività professionali, gli organismi politici ed economici, i comportamenti umani si plasmano in relazione alle caratterizzazione di città-porto.
Infine, nella terza parte, Migrare a Marsiglia, si scenderà nel cuore della questione, con l'analisi dell'Enregistrement des étrangers (an II): verranno presentati i dati, relativi ai migranti provenienti dalla penisola italiana, anche con l'aiuto di tabelle. Mediante le dichiarazioni dell'Enregistrement, verrà proposto il quadro sociale dei migranti che si stabilirono nella cité phocéenne: le aree di provenienza, l'età media, gli anni di residenza e l'età della migrazione, la professione esercitata e le eventuali catene migratorie riconoscibili in base ai dati rilasciati.
Nel chiudere questa introduzione, vorrei ricordare come, attualmente, l'importanza e l'entità dei fenomeni migratori italiani verso Marsiglia sia riconoscibile, ad esempio, attraverso i cognomi. Molti cittadini marsigliesi discendono da Italiani migrati nella cité phocéenne, non necessariamente nel periodo in considerazione, e ciò è osservabile, in modo particolare, nella diffusione di cognomi evidentemente italiani. A tal proposito, si esemplificherà la questione facendo riferimento a due personaggi. La prima è Anne Sportiello, autrice del testo Le pêcheurs du Vieux-Port. Fêtes et traditions de la communauté des pêcheurs de Saint-Jean², la quale dichiara di aver affrontato la ricerca per motivi familiari, ossia la discendenza da una famiglia di pescatori, originari dell'Italia e residenti nel Vieux-Port. L'autrice, figlia di migranti italiani, parla di una profonda fusione
tra la comunità marsigliese e quella italiana, data la residenza, nello stesso quartiere, di queste due comunità di pescatori. Il secondo è Jean-Claude Izzo, scrittore marsigliese, nato da un padre italiano e da una madre spagnola: il vero esempio del marsigliese, potrebbe dirsi. In modo particolare, è interessante il fatto che lo scrittore si consideri un uomo mediterraneo
, figlio di migranti, altri persino a sé stessi, e nato nella città-porto: elementi, questi, che lo hanno plasmato in quanto errante, altro, o semplicemente mediterraneo. Attraverso le parole di Izzo, Marsiglia città-porto mediterranea si definisce.
Da Marsiglia guardo il mondo. È da qui che penso al mondo. Al mondo lontano, al mondo vicino. Che penso a me, anche. Mediterraneo. Uomo mediterraneo.
[..]
Non sono un viaggiatore. Appartengo all'erranza. [..] Essere di un altro posto
cambia tutto. Il mondo lo guardi in modo diverso. Intendo dire che ovunque mi trovo, sono a casa mia.
[..]
Marsiglia è città di luce. E di vento. Il famoso mistral, che si infiltra in cima alle stradine e spazza via tutto fino al mare. [..] Marsiglia, a dire il vero, potete amarla solo così, arrivando dal mare. La mattina presto. All'ora in cui il sole, sorgendo dietro il massiccio di Marseilleveyre, bacia le colline e regala di nuovo un po' di rosa alle vecchie pietre. Allora vedrete Marsiglia come la scoprì Protis il focese. E che importa se è esagerato dire così! Marsiglia esagera, sempre. È la sua essenza.³
Alla fine del mio percorso sento di dover fare alcuni ringraziamenti. In primo luogo, desidero ringraziare la prof.sa Renata Ago: si è fidata di me, mi ha accolta, seguita e aiutata nella ricerca che qui presento. Tutto il Dipartimento di Storia, Culture e Religioni dell'Università di Roma Sapienza, nelle figure dei professori e del personale. L'Université de Provence Aix-Marseille I e il Département d'Histoire dell'università, che mi ha ospitata per cinque mesi; in modo particolare, desidero ringraziare il prof. Gilbert Buti, esperto conoscitore di Marsiglia, che mi ha aiutata a muovere i primi passi nella ricerca. Desidero ringraziare, inoltre, gli Archives Municipales de Marseille, dove ho condotto la mia ricerca, dagli amministratori al personale.
Sento di dover ringraziare la mia famiglia, mia madre Maria Grazia, mio padre Marco e mio fratello Leonardo: mi hanno supportata e sopportata in tutti gli anni del mio percorso formativo. I miei zii, i miei cugini, i miei nonni e tutta la mia grande famiglia: le storie di vita, i racconti, le foto, i documenti del passato hanno condizionato e plasmato le mie scelte, le mie passioni. Un grazie a mia nonna Rosalia.
Le mie amiche, Sara e Valeria, le sorelle che ho scelto. Non credo di poter dire altre parole, se non queste: le sorelle che ho scelto.
Le mie colleghe e amiche, incontrate nelle aule della Facoltà di Lettere e Filosofia: con una sigaretta e un caffè, abbiamo condiviso tutto, rinforzando, di giorno in giorno, le nostre affinità intellettive. Viola, Federica, Giacomo, Grazia, Sara, Andrea: ci siamo riconosciute, come parti delle nostre storie.
Gli amici di sempre: Annalisa, Luca, Andrea, Martina,