la partenza nel ritorno
Di Ursula Basta
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Info su questo ebook
Questo libro, questo diario, nasce in quelle pause, nelle case in cui si divide o si distribuisce la vita di chi da sempre è in partenza e sempre si chiede se è un destino o se è solo un momento.
Questo libro, che parla dunque di viaggi, di partenze e ritorni, parla di un continuo inizio, che è anche un’attesa, è anche una sospensione, un luogo.
Il viaggio alla fine, come sempre, ci porta da qualche altra parte, più spesso troviamo qualcos'altro, scopriamo di essere qualcun altro.
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Anteprima del libro
la partenza nel ritorno - Ursula Basta
Ursula Basta
la partenza nel ritorno
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Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
Indice dei contenuti
Io
un’introduzione
Il tempo sulla poltrona
Firenze
Hora
La resa
immagini: Emilio Maio
in copertina: Hërpara neve, Acrilico su tela
Io
..Lontano, affondato e fatale.
..Perdersi fra paesaggi come quadri.
Non essere fatto di lontananza e colori
Bernardo Soares
uno
Io vengo da Carfizzi, un piccolo paese del crotonese, una comunità arbëreshe [1] che, insieme ad altre realtà della Calabria e dell’Italia meridionale, rappresenta una minoranza etno-linguistica originariamente proveniente dall’Albania e stanziatasi in Calabria nel quindicesimo secolo.
Carfizzi in queste pagine sarà anche solo semplicemente hora
, per motivi affettivi, per ragioni volte a un avvicinamento alla lingua e a un accorciamento delle distanze, distanze di qualsiasi tipo.
Io sognavo di disegnare case.
Prima di quello sognavo di disegnare vestiti.
In mezzo alle due cose mi piaceva scrivere e mi piaceva la matematica.
Qualcuno mi disse che potevo fare l’architetto, così avrei avuto abbastanza possibilità di continuare a fare le altre cose.
Così mi sono trasferita a Firenze, tredici anni fa, e ci sono diventata architetto.
Ma questo qualcuno aveva torto, almeno nel mio caso.
Così dopo tanti anni sono tornata nel mio paese insieme a Francesco, il mio compagno.
Ma, come spesso accade a chi da sempre vive fuori, io sono tornata per ripartire, questa volta per l’Inghilterra.
Allo stesso modo, negli anni, i miei amici si sono sparsi ovunque, tra chi è rimasto nel luogo in cui ha studiato, e chi è tornato a casa dopo gli studi, i tanti che a casa ci sono tornati per via della crisi degli ultimi tempi, chi per la crisi è ripartito altrove, lontano, e chi è in attesa di farlo, chi ha deciso di essere qualcun altro per semplificarsi la vita.
In questo ovunque, il nostro focolare è Skype. Gli appuntamenti sono in diretta dalle nostre case, così che non ci si vede più da qualche parte , ci si vede da noi . I nostri fili sono su facebook, su whatsapp; la vita appesa al wi-fi, meglio se gratuito, meglio se in un posto comodo.
Quei fili sono gli stessi confini su cui ci muoviamo, sui quali viviamo, dei quali scriviamo; sono i confini tra i posti tra i quali ci dividiamo, tra le lingue che parliamo. Confini che sono tutto fuorché limiti, ma che sono soprattutto contaminazione.
due
Dopo tredici anni fuori sono tornata a Carfizzi, cambiata e soprattutto cosciente di una cosa: che a un certo punto nella vita arriva il momento di farle le cose, e non più di parlare di farle.
Ognuno ha le