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Schegge di R
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E-book103 pagine50 minuti

Schegge di R

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Info su questo ebook

Sono in molti ad aver scritto e parlato di Roberta di Camerino, dei suoi incredibili abiti, delle sue meravigliose mostre, delle sue fantastiche e colorate collezioni, delle sue passioni, dei suoi divertenti foulard, delle sue ombrelle e della celeberrima Bagonghi, ispirata ad un nano di circo e passata alle cronache mondane come la borsa della principessa Grace Kelly.
Nessuno però poteva conoscerla e nessuno poteva parlarne come la figlia Roberta che, in questo libro, apre gli scrigni della sua memoria per raccontare esperienze e simpatici episodi vissuti insieme alla madre.
LinguaItaliano
Data di uscita10 nov 2016
ISBN9788865125144
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    Schegge di R - Roberta Camerino

    Roberta Camerino, Federica Repetto

    SCHEGGE DI R

    © 2016, Marcianum Press, Venezia

    Marcianum Press

    Edizioni Studium S.r.l.

    Dorsoduro, 1 – 30123 Venezia

    t 041 27.43.916 – f 041 27.43.971

    marcianumpress@marcianum.it

    www.marcianumpress.it

    Impaginazione Tomomot, Venezia

    ISBN: 978-88-6512-514-4

    ISBN: 978-88-6512-514-4

    Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)

    un prodotto di Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    INTRODUZIONE

    MI PRESENTO, SONO ROBERTA

    INFANZIA E ADOLESCENZA

    LA DITTA

    I CASTORI

    TEXAS, DALLAS, NEW YORK

    LE CREAZIONI DEI COORDINATI

    LA CREAZIONE DI PANNELLI

    SFILATA SPETTACOLO

    SBANDIERATORI

    PATTINATORI

    BAGONGHI, OKLAHOMA, BAJADERA, NAPOLEONE

    GRACE KELLY

    LE MUSICHE, I BALLI, LE COREOGRAFIE

    LA PRIMA PRESENTAZIONE DI ACCESSORI CON SPETTACOLO

    LA BOUTIQUE A ROMA

    LA PEPSI COLA

    COLAZIONE

    JOKER E I BASSOTTI, TOPI A NEW YORK

    LE SOMME

    LA CARTA DA PACCHI

    I COLORI, GLI ORDINI, IL SUCCESSO

    GIORNATE DI PASSIONE

    LA SUA CREATIVITÀ

    STATISTICHE E NUMERI, NUMERI E STATISTICHE

    NONNA LUCIA E IL VAPORETTO

    TEMPO DI SPRITZ

    DIZIONARIO CAMERINERESCO

    STUPORE DI LALLA

    ROSY

    BASIA

    PREZIOSI COLLABORATORI

    LE PUBBLICHE RELAZIONI

    LA MIA CREATIVITÀ

    NEW YORK E IL CASO DEL SAVON DEL MORO

    IDENTITÀ

    IO, ROBERTA

    LA MOSTRA A TRIESTE

    LA MOSTRA A PALAZZO FORTUNY

    LA PRIMA PARURE

    COCO CHANEL E L’ABITO DEL MIO MATRIMONIO

    LE COLLEZIONI

    ZURIGO E IL CIRCO

    VIENNA, LA BIRRERIA

    BALLERINA

    ROBERTA E IL LIBRO

    Roberta Camerino

    Federica Repetto

    SCHEGGE DI R

    Introduzione di Vittorio Sgarbi

    MARCIANUM PRESS

    INTRODUZIONE

    Che avesse novant’anni quando si è allontanata non l’avrei creduto. Non posso dire di averla percepita, in lunghissimi anni di frequentazione a Venezia e nel mondo, che è la stessa cosa, come mia coetanea; ma neppure come una donna della stessa età di mia madre, che è nata nel 1927. Lei, Roberta di Camerino, scopro oggi, era nata nel 1920. E l’ho vista giovane, fino all’ultimo periodo del mio soggiorno veneziano, proprio nell’anno in cui è morta, nel 2010. Alla fine degli anni Settanta e negli Ottanta, a Venezia l’avevo frequentata con l’uomo che le stava vicino.

    Ricordo lei e lui festosi, entusiasti e vitali. Ma era lei la forza trainante, e lo era fin dagli anni in cui la moda entrò, con lei, in casa mia.

    Nei primi anni Sessanta mia madre, ancora, sentiva il vento che stava cambiando l’Italia in alcune priorità che non sarebbero state tali dieci anni prima.

    Nel 1951, dove stavano i miei genitori, c’era stata l’alluvione. L’automobile di mio padre era una Topolino. L’Italia era povera, le strade polverose. Alla fine degli anni Cinquanta, quando io ero bambino, si cominciavano ad asfaltare le strade e, poco dopo, si fecero le autostrade.

    La prima necessità sarebbe così diventata l’automobile. L’automobile era per soli uomini. Per le donne la modernità era la moda.

    E come l’automobile era essenzialmente la Fiat, con le variabili Lancia e Alfa Romeo, la moda era Roberta di Camerino con Emilio Pucci e con il vento dell’esotico (ma forse era un marchio italiano) Ken Scott. C’erano gli alfisti e i lancisti. Mio padre era alfista (ma, stimolato dal potere americano, nel 1962 acquistò una Ford Taunus 12m), mio zio era un lancista. Mia madre era Roberta di Camerino. Nel senso che la sua scelta e la sua ammirazione erano così totali che io ero quasi convinto che lei fosse Roberta di Camerino. I vestiti, con i disegni coloratissimi a motivi di fibbie ricorrenti e, soprattutto, le mirabili borsette di velluto (credo che gli armadi di mia madre ne siano ancora pieni. E sarebbe divertente un giorno rivedere il suo guardaroba...).

    Ma Roberta di Camerino ai miei dieci anni era un nome così familiare che non passava mese che mia madre non ci aggiornasse sulle sue evoluzioni stilistiche (per altro abbastanza statiche). Eppure così eleganti, così emblematiche di una stagione in cui il benessere si manifestava attraverso gli abiti, i foulard, le borsette e, senza ombra di sospetti o di protezioni, le pellicce. I film erano ancora in bianco e nero, ma Roberta di Camerino era coloratissima.

    Così come era giusto fosse una signora nata a Venezia, di famiglia benestante, e di religione ebraica.

    Ma totalmente italiano era il suo stile, quasi emanazione del Risorgimento a colori, con il rosso e il verde della bandiera italiana in una vasta gamma di toni; e anche del Rinascimento con il pensiero a Carpaccio.

    Sarebbe stato difficile dire che l’invenzione delle sue borse era nata in Svizzera dove Roberta

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