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Volevo una famiglia
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E-book81 pagine1 ora

Volevo una famiglia

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Info su questo ebook

Queste pagine non offrono unicamente spunti di riflessione sulla
caducità della vita e sull’importanza di vivere consapevolmente
ogni attimo, perseguendo i propri sogni fino al raggiungimento
degli obiettivi, fronteggiando le avversità in maniera positiva e trovando
le risorse necessarie che ognuno di noi non sa di possedere ma che ha.
Queste pagine sono anche un monito a tutte quelle donne che vivono
per anni nella trappola dell’indifferenza e dell’anaffettività, accontentandosi di briciole d’amore; quelle donne che hanno paura
di restare da sole, pensando di non riuscire a vivere senza un amore
che in realtà non assomiglia neppure lontanamente all’affetto
che si può provare nei confronti di un estraneo.
LinguaItaliano
Data di uscita31 mar 2023
ISBN9791220139366
Volevo una famiglia

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    Anteprima del libro

    Volevo una famiglia - Gisella Lanosa

    cover01.png

    Gisella Lanosa

    Volevo una famiglia

    © 2023 Europa Edizioni s.r.l. | Roma

    www.europaedizioni.it - info@europaedizioni.it

    ISBN 979-12-201-3565-8

    I edizione febbraio 2023

    Finito di stampare nel mese di febbraio 2023

    presso Rotomail Italia S.p.A. - Vignate (MI)

    Distributore per le librerie Messaggerie Libri S.p.A.

    Volevo una famiglia

    Dedico questo libro ai miei tre figli

    e alla gioia che ogni giorno,

    guardandoli negli occhi, mi donano...

    e alla vita che merita di essere vissuta sempre

    Prefazione

    Gisella, Maria, Paola Lanosa. Nasco a Foggia il 22 agosto del 1967, ma non vivrò mai nella città che mi ha dato i natali con i miei genitori, bensì a Taranto, nella famiglia dei miei zii assieme a mio cugino, mia nonna e mia sorella.

    A Taranto ho frequentato la scuola dell’obbligo iniziando il mio iter scolastico a cinque anni, seguendo mia zia nella scuola elementare dove insegnava.

    Ho conseguito la maturità classica nel liceo Archita di questa città sul mare, che negli anni Settanta e Ottanta, grazie all’ Italsider, oggi oggetto di polemiche legate ai danni ambientali e alle numerose morti causate dalla carbonaia a cielo aperto, e ai cantieri navali, era una città vitale, ricca di fermento culturale e benessere diffuso.

    L’importanza del pensare e dello scrivere liberamente, scevra dai dettami del pregiudizio, del giudizio altrui e dell’ignoranza, lo devo a mia zia e agli insegnamenti del mio professore di italiano. Ho conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia presso la facoltà di Medicina di Bologna nel 1994, e attualmente vivo ed esercito la professione di medico di medicina generale, che ho scelto e che amo, nella provincia di Bologna.

    Ho scritto questa autobiografia a seguito della pandemia che mi ha visto protagonista in prima linea in una cittadina che da un giorno all’altro si è trasformata in una zona rossa spettrale, e al termine della quale, ho dovuto superare anche quel vuoto d’amore che da anni mi stava uccidendo. Così il mio 54esimo compleanno mi ha visto fortunatamente morire per rinascere come la mitologica Araba Fenice dalle proprie ceneri, dimostrando a me stessa tutta la resilienza che un essere umano può avere.

    Queste pagine vogliono offrire a quanti vorranno leggermi non solo spunti di riflessione sulla caducità della vita e sull’importanza di vivere consapevolmente ogni attimo, perseguendo i propri sogni fino al raggiungimento dei propri obiettivi, fronteggiando le avversità in maniera positiva, trovando le risorse necessarie che ognuno di noi non sa di possedere ma che ha; ma anche un monito a tutte quelle donne che vivono per anni nella trappola dell’indifferenza e della anaffettività accontentandosi di briciole d’amore, quelle donne che hanno paura di restare da sole, pensando di non riuscire a vivere senza un amore che in realtà non assomiglia nemmeno lontanamente ad un pallido affetto che si può provare nei confronti di un estraneo. 

    Vogliono altresì essere una riflessione sulla felicità, che spesso è racchiusa nelle cose semplici e apparentemente monotone delle nostre giornate e su quanti vivono di pregiudizi in una società che solo apparentemente sembra essere libera ma che in realtà è ancorata a luoghi comuni, società che potrebbe oggi essere impersonificata dal personaggio Peter Pan, incapace di prendersi responsabilità in quanto refrattaria alla profondità e pertanto condannata alla superficialità.

    NON TI ARRENDERE MAI

    Non ti arrendere mai,

    neanche quando la fatica si fa sentire

    neanche quando il tuo piede inciampa

    neanche quando i tuoi occhi bruciano

    neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati

    neanche quando la delusione ti avvilisce

    neanche quando l’errore ti scoraggia

    neanche quando il tradimento ti ferisce

    neanche quando il successo ti abbandona

    neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta 

    neanche quando l’incomprensione ti circonda

    neanche quando la noia ti atterra

    neanche quando tutto ha l’aria del niente

    neanche quando il peso del peccato ti schiaccia

    Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi e ricomincia

    - S. Leone Magno -

    Capitolo 1

    LA CASA IN COLLINA

    Eccomi arrivata in un pomeriggio estivo in quella che era la casa in collina dei miei zii. Questa volta, non c’era nessuno ad aprire la porta, la casa era sola, silenziosa, abitata dal buio e dalla quiete, e mi sono sentita come una ladra, quando ho messo le chiavi nella toppa della serratura, guardandomi attorno guardinga. Che strana sensazione ho provato! Io che in quella casa sono cresciuta: è lì che ho dato il primo bacio, è lì che ho passato interminabili pomeriggi a chiacchierare con mia zia di amori ed esami universitari, a leggere oroscopi e articoli di giornale sulle gracili poltroncine che un tempo usava mettere nelle camere da letto. È lì che ho portato i miei figli a trascorrere parte delle vacanze estive facendogli conoscere i miei luoghi natii, il mio mare, la mia Puglia.

    In piedi, nella grande sala da pranzo-soggiorno, ho sentito tutta la tristezza e la solitudine del mio mare in una giornata d’inverno, quando la spiaggia non è più animata dai bagnanti. Nella mia mente, il ricordo delle voci di noi tutti seduti a tavola a chiacchierare, bisticciare, criticare, commentare le notizie apprese dal telegiornale, le voci degli amici e conoscenti che sovente venivano a trovarci, e il profumo dei cibi cotti nella vicina cucina, i rimproveri di mia nonna che spesso

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