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La seduta medianica - trattato teorico pratico
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E-book235 pagine3 ore

La seduta medianica - trattato teorico pratico

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Un cult della materia. Descrizioni, approfondimenti, istruzioni, metodologie, considerazioni storiche, morali e spirituali sul contatto con l'al di là attraverso la seduta medianica.


INDICE


RELAZIONE DELLA GIURIA


Cap. I. - SI DEVONO FARE SEDUTE MEDIANICHE?

§ 1. Pro e Contro - § 2 Il Pro n dei grandi scienziati - § 3. Il “Pro a delle Essenze - § 4. Terminologia - § 5. Cultura generale.


Cap. II. - LA CLASSIFICAZIONE DEI FENOMENI MEDIANICI

§ 6. Difficoltà di classificare - § 7. Iperfisi - § 8. Ultraveggenza - § 9. Fenomeni concettivi - § 10. Animismo e spiritismo.


Cap. III. - L'AMBIENTE SPIRITUALE

§ 11. L'armonia dell'ambiente - § 12. I cooperatori ultraterreni - § 13. Anime di Defunti - § 14. La Guida - § 15. Gli Operatori - § 16. I Cooperatori umani § 17. Il Dirigente - § 18. Gli Esperirnentatori - § 19 Gli Assistenti - § 20. Il programma di lavoro.


Cap. IV. - L'AMBIENTE MATERIALE

§ 21. Il locale - § 22. Attrezzatura semplice - § 23 Il gabinetto medianico § 24. I mezzi di Ultraveggenza - § 25. I mezzi di Ultrafisi.


Cap. V. - IL MEDIUM

§ 26. La Medinnità - § 27. Medianità incipiente § 28. Falsa medianità sincera - § 29. Le diverse medianità - § 30. La condotta del Medium - § 31. L'attacco - 32. La Trans - § 33. Il Risveglio.


Cap. VI. - LA SEDUTA

§ 34. La catena - § 35. Seduta di Ultrafania - § 36 Il verbale - § 37. Seduta di Ultraveggenza - § 38 Seduta di Iperfisi - § 39. Incidenti e sorprese.


Cap. VII. - LE MISTIFICAZIONI

§ 40. I generi del trucco - § 41. Trucchi di Spiriti § 42. Trucchi del Medium - § 43. I trucchi degli ipercritici.


Cap. VIII. — IL CONTROLLO

§ 44. Una premessa — § 45. Prima della seduta — § 46 Controlli in seduta — § 47. L'idoneità del Controllore - § 48. I vantaggi della critico.


Cap. IX. — ESPERIENZE FUORI SEDUTA

§ 49. Un fascio di esperienze — § 50. Intestazioni — § 51 Mediumterapia - § 52. Mediumcriminologia - § 53. Chiusa.
LinguaItaliano
Data di uscita13 gen 2016
ISBN9788892542600
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    La seduta medianica - trattato teorico pratico - Etelredo Calvis

    ETELREDO CALVIS

    LA SEDUTA MEDIANICA

    TRATTATO TEORICO PRATICO

    Prima edizione digitale 2016 a cura di Anna Ruggieri

    INDICE

    RELAZIONE DELLA GIURIA

    Cap. I. - SI DEVONO FARE SEDUTE MEDIANICHE?

    § 1. Pro e Contro - § 2 Il Pro n dei grandi scienziati - § 3. Il "Pro a delle Essenze - § 4. Terminologia - § 5. Cultura generale.

    Cap. II. - LA CLASSIFICAZIONE DEI FENOMENI MEDIANICI

    § 6. Difficoltà di classificare - § 7. Iperfisi - § 8. Ultraveggenza - § 9. Fenomeni concettivi - § 10. Animismo e spiritismo.

    Cap. III. - L'AMBIENTE SPIRITUALE

    § 11. L'armonia dell'ambiente - § 12. I cooperatori ultraterreni - § 13. Anime di Defunti - § 14. La Guida - § 15. Gli Operatori - § 16. I Cooperatori umani § 17. Il Dirigente - § 18. Gli Esperirnentatori - § 19 Gli Assistenti - § 20. Il programma di lavoro.

    Cap. IV. - L'AMBIENTE MATERIALE

    § 21. Il locale - § 22. Attrezzatura semplice - § 23 Il gabinetto medianico § 24. I mezzi di Ultraveggenza - § 25. I mezzi di Ultrafisi.

    Cap. V. - IL MEDIUM

    § 26. La Medinnità - § 27. Medianità incipiente § 28. Falsa medianità sincera - § 29. Le diverse medianità - § 30. La condotta del Medium - § 31. L'attacco - 32. La Trans - § 33. Il Risveglio.

    Cap. VI. - LA SEDUTA

    § 34. La catena - § 35. Seduta di Ultrafania - § 36 Il verbale - § 37. Seduta di Ultraveggenza - § 38 Seduta di Iperfisi - § 39. Incidenti e sorprese.

    Cap. VII. - LE MISTIFICAZIONI

    § 40. I generi del trucco - § 41. Trucchi di Spiriti § 42. Trucchi del Medium - § 43. I trucchi degli ipercritici.

    Cap. VIII. — IL CONTROLLO

    § 44. Una premessa — § 45. Prima della seduta — § 46 Controlli in seduta — § 47. L'idoneità del Controllore - § 48. I vantaggi della critico.

    Cap. IX. — ESPERIENZE FUORI SEDUTA

    § 49. Un fascio di esperienze — § 50. Intestazioni — § 51 Mediumterapia - § 52. Mediumcriminologia - § 53. Chiusa.

    RELAZIONE DELLA GIURIA

    Con lettera 5 gennaio 1938, XVI, il Direttore della Collana di Biosofia scriveva all'avo. Francesco Zingaropoli di Napoli:

    La Società di Biopsichica Le è grata di avere aderito a costituire Lei la Giuria pel concorso sul tema: La seduta medianica".

    Fu molto discusso se un trattato pratico possa essere ammesso in una collezione di opere speculative; ma si venne alla decisione affermativa, perché la sperimentazione biopsichica e, in particolare, medianica costituisce l'elemento scientifico che è a base della Biosofia; così che un'operetta veramente ben fatta dovrebbe essere preziosa propedeutica allo studio della nostra scienza.

    Nei due lavori pervenuti, quello segnato col n. 97551 ed il motto Non nuoce tentare violava l'art. 7 del Programma, perché in unica copia e con calligrafia quasi indecifrabile; violava l'art. 8 perché le facciate erano 97, mentre ogni lavoro deve riuscire di circa 200 facciate stampa; quello segnato col n. 1001 e col motto Crede ratem ventis, essendo rispettoso delle norme, resta ammesso.

    "L'art. 3 del Programma per gli annuali concorsi affida a me l'incarico di giudicare le opere «concorrenti, salvo farmi coadiuvare da altri due

    Giudici: ma se per l'opera «L'Epifisi» preferii fosse a giudicare altri per ragione di competenza, nel caso de La seduta medianica dovevo rinunziare al mandato. Infatti, rilevato che quel Manuale è un commento dei miei lavori, non potevo, per doverosa delicatezza, occuparmene.

    Per questa stessa ragione mi permetto, sebbene superfluo, pregare l'on. Giuria del massimo rigore, perché soltanto così la Collana di Biosofia potrà rispondere al suo allo scopo.

    A seguito del mandato conferitoci dal nostro confratello di Idealità e di Fede, la Giuria si è dedicata ad attento e scrupoloso esame del lavoro segnato col numero 1001 e col motto Crede ratem ventis.

    Anzitutto la Giuria plaude alla Società Biopsichica di Milano per la scelta del tema designato La seduta medianica (Trattato teorico-pratico) e che lo abbia accolto nella sua Collana sebbene un manuale pratico non possa essere della levatura di una monografia biosofica.

    La Biosofia (son parole delle linee programmatiche dei saggi partecipanti ai concorsi della Collana di Biosofia) pur riconoscendo il valore del metodo scientifico e filosofico, ha per mezzo la Ultrafania, non già nel senso esclusivo e rigoroso di rapporto diretto dell'Uomo con l'Eterno (Teofania), ma come mezzo di comunicazione per tutti indistintamente coloro che vogliono fermamente e con purità di spirito comunicare con le forze pensatrici occulte. Anime scorporate che continuano, oltre l'esistenza nel mondo fisico, la loro missione spia rituale, oppure Essenze mai incorporate viventi ed agenti oltre il piano fisico. Senza la virtù della Fede sfuggono il primo Principio e le ultime ragioni delle cose, alla conoscenza delle quali senso e ragione non bastano. E la Rivelazione, che per la Fede si manifesta, consente che la Ragione riconosca il Reale e che il sensorio ne esegua il controllo, idoneo alla mente che agisce per l'organismo.

    La Biosofia non è dunque — ha riflettuto la Giuria — in opposizione con la Dottrina teorico-pratica dello spiritualismo sperimentale, considerato che la medianità diventa strumento scientifico per la Biopsichica e filosofico per la Biosofia.

    La fenomenologia medianica è un prodotto di radiazioni cosmiche, eteree, provenienti dall'Infinito. L'Infinito non è il vacuum degli antichi, ma la sostanza intelligente dell'Universo; è dunque la ripresa della concezione religiosa che lo Spirito è diffuso ovunque e che è in perenne ininterrotta attività. I medii sono dei sensitivi i quali ricettano siffatte vibrazioni, correnti pensative, cioè nouri per cui compiono dei fatti incredibili che la scienza positiva reputa per fino assurdi, ma che è costretta a riconoscere per reali.

    E valga il vero: La "Grande Speranza a di Carlo Richet è l'ultima e disperata parola dei metapsichici... Disperata parola, perché, alla fine, la tesi spiritica riesce trionfante!

    Per quanto il Richet non ammetta la sopravvivenza, né la possibilità dei rapporti fra i viventi e gli spiriti, né la Reincarnazione, pure — con lealtà scientifica — conclude a pagina 258: «Il fatto della conoscenza paranormale è solidamente stabilito. Tutte le ipotesi che possono proporsi sui procedimenti di siffatta conoscenza sono, a mio umile avviso, inaccettabili. Tutto quello che può dirsi si è che lo stato di veggenza è assai più elevato della coscienza normale. Nel sonno, nel sonnambulismo, nell'intossicamento alcoolico, probabilmente nell'approssimarsi della morte e durante l'ultima agonia, la lucidità è più grande di quando si è svegli e coscienti della propria esistenza. Noi siamo forzati di dire con Swedenborg: lo spirito soffia ove vuole: fiat ubi vult!

    Vi sono casi ancora più complessi nei quali il medium assume una certa personalità. Per esempio M.me Piper parla come se fosse Giorgio Pelhaa, M.me Leonard come se fosse realmente Raimond Lodge e vi sono altri numerosi esempi notevoli nella scienza. Uno dei quali è quello chiamato il ritorno del Capitano Hinchcliff.

    E in altro luogo dell'opera prefata: Si producono intorno a noi fatti inverosimili che sembrano assurdi e che noi registriamo con esitazione (e quasi con terrore). Noi viviamo lutti, scienziati e pubblico, come se i nostri poveri sensi, con l'aiuto o senza di strumenti perfezionati, ci rivelassero la realtà delle cose e delle cause. A fianco di quello che vediamo, che leggiamo, che comprendiamo, si svolgono fatti straordinari che potremmo qualificare anormali, se le cose reali potessero essere anormali. E la conclusione eccola: All'infuori del nostro mondo abituale esiste un mondo misterioso che c'inviluppa — fantasmi, case infestate, fenomeni telepatici, premonizioni, apporti — in maniera che noi ci muoviamo in una profonda oscurità. E’ l'ultima parola del materialista che confessa di registrare con terrore siffatte manifestazioni incredibili — a, suo dire — per quanto reali: è che la spiegazione spiritica è assai più semplice e può darsi che essa s'imponga per la sua semplicità.

    Ecco perché lo Spiritismo che è progrediente della Biopsichica, diventa la base della Biosofia, arrivando con la Scienza e col metodo sperimentale alla dimostrazione positiva della certezza della sopravvivenza.

    Nelle sue linee generali l'A. si è lodevolmente attenuto a siffatti concetti, ispirandosi a tutta l'opera del Trespioli e dichiarando nelle prime pagine: L'Autore che noi seguiamo di preferenza, per mezzo dell'Ultrafania otteneva le più razionali ed elevate spiegazioni di un fenomeno che con tanta fatica gli uomini vanno inutilmente cercando alle più astruse ipotesi. Era il Trionfo dello Spiritismo...".

    L'Ultrafania, infatti, non è che la Luce dell'Aldi-Là prodotta dalle radiazioni delle nouri, cioè onde di spiritualità. L'opera del Trespioli è perfettamente all'unisono con la dottrina dello spiritismo integrale che non limita le fonti dell'ispirazione, sia provenienti da Spiriti bassi e poco evoluti (ancora attaccati alla terra), sia provenienti da Spiriti superiori e perfino di altissima elevazione spirituale che non rivelano giammai la loro identità (se disincarnati dalla Terra, o da altri pianeti, o se per anco non reincarnati).

    Ricordarsi che le più celebri rivelazioni ulfrafaniche sono di anonimi che si chiamano Imperalor (Stainton Moses) o L'Ombre du Sepulcre (Victor Hugo) o Homofui» (Enrico Carreras). Ricordarsi che tutta l'opera di Allan Kardec (l'apostolo del moderno Spiritualismo) è ultrafanica ed ha, a volte, i nomi improntati di S. Giovanni l'Evangelista, di S. Agostino, S. Luigi, S. Vincenzo de' Paoli, Socrate, Platone, Fenelon, Francklin, Szvedenborg, e lo Spirito della Verità", ecc..

    In fondo l'Ulfrafania non è che la forma più elevata della Medianità. Le facoltà proprie degli ipersensitivi, di produrre i fenomeni spiritici, sono diverse e si possono distinguere in tre grandi categorie: di iperfisi, di ultraveggenza e concettuali di valore ultrafanico.

    La Biosofia, senza disconoscere (anzi valorizzandole) le risultanze del metodo sperimentale nel campo della Metapsichica, senza disconoscere le induzioni e deduzioni della Filosofia e il contenuto della Religione (incompleto perché trascura i mezzi della Scienza e della Filosofia) si varrebbe di una rivelazione nuova, l'Ultrafania, luce che viene dall'Al di là e che irradia ed è percepita dalla sola eccezionale Medianità superiore o concettuale.

    L'A. ispirato da siffatti concetti ha, nelle linee programmatiche del suo lavoro dichiarato: Con questo manuale pratico la Società Milanese per lo, studio della Biopsichica, ha voluto offrire alcune fondamentali nonne perché gli esercizi medianici siano tali da evitare danni di ogni specie e da contribuire al bene individuale e sociale.

    Siffatte norme fondamentali per gli esercizi medianici sono precedute da un Primo Capitolo di idee generali dal titolo: Si debbono fare sedute medianiche? in cui si accenna al Pro e Contro degli scienziati e della Chiesa.

    Certamente esorbitava il programma del Manuale pratico per la seduta medianica entrare nel merito di siffatte discussioni e polemiche tuttora non sopite. La scienza positiva è avversa pel preconcetto dell'impossibilità dei fatti, pur ritenendoli reali (ed abbiamo già riportate le parole del Richet), mentre, a sua volta, molti anni prima, Cesare Lombroso aveva proclamato: «la scienza è schiava dei fatti!".

    Ma l'opinione — o meglio lo stato d'animo della Chiesa, che riteneva sacrilega l'invocazione e l'evocazione dei defunti, è alquanto mutato.

    Col diffondersi dello Spiritismo dopo il 1849, andò accentuandosi nell'ambiente cattolico la corrente di voler ravvisare assolutamente nelle manifestazioni medianiche l'intervento diabolico, Senonché è a rilevare che la Chiesa stessa non ha sempre considerati per demoniaci i fenomeni spontanei (che avvengono senza l'opera umana e per permissione di Dio), riservandosi il diritto del discernimento degli Spiriti. Ad esempio: mentre furono dannate al rogo monache e streghe che si levitavano (come le Orsoline di Lauviers e le fattucchiere di Benevento) furono d'altro canto elevali alla gloria degli altari santi che davano lo stesso fenomeno, quali S. Teresa, S. Francesco Saverio, S. Giuseppe da Copertino.

    E, ciò che è più forte, la stessa Chiesa non ha sempre condannata l'evocazione dei defunti. Nei libri dei santi Padri e dei Santi vi sono affermazioni categoriche in favore dell'ipotesi che possono talvolta manifestarsi gli spiriti dei defunti, né che sia a parlar sempre d'intervento diabolico. Basterebbe fra tutti la parola di S. Agostino che nel De Cura pro Mortuis gerenda scrive: Perché non a attribuire queste operazioni agli spiriti dei dea funti e non credere che la Divina Provvidenza a faccia buon uso di tutto per istruire gli uomini, consolarli, spaventarli?...".

    Ma vi è una circostanza di fatto assai più eloquente di qualsiasi discettazione dottrinale. Mai il supposto diavolo... Lucifero, il Primogenito, l'Angelo caduto, la creatura ch'ebbe il bel sembiante, è riuscito a provarlo, sì nelle manifestazioni spontanee che nelle provocate, col mostrare di possedere un intelletto ed un sapere sovrumano che — secondo i teologi — non avrebbe perduto dopo la sua espulsione dal Paradiso. E il più importante carattere dei fenomeni spiritici è di essere tutti essenzialmente umani; mai ci è apparso un Diavolo con le corna, con la coda, coi piè forcuti e rivestito di fuoco!

    Ora la tesi diabolica può dirsi tramontata e la Chiesa — per condotta di causa — si appoggia ai metapsichici che, pure accettando i fatti, tendono ad attribuirli ai poteri animici, e molte e svariate pubblicazioni di ecclesiastici evoluti ed illuminati, del Diavolo non parlano più. Da P. C. M. Curci che proclamava provvidenziale lo Spiritismo, si arriva al P. Luigi Mager a S. B. di Beuron che nell'Editoriale dell'Osservatore Romano, Cattolicesimo e Occultismo, esorta i Cattolici a studiare e tener conto dei fenomeni spiritici e conclude con queste parole: Se esiste un Al-di-Là è possibile anche una comunicazione con esso. Fin qui il Cattolicesimo condivide il punto di vista delle correnti occultistiche".

    Dove sono gli spiriti delle tenebre dello spiritofobo P. Franco S. J. che arriva ad imputare agli spiritisti il patto diabolico in re, se non in intentione (!...) e denunziava oscene ed empie le nostre sedute? Codesto povero Diavolo è stato quasi collocalo a riposo per scarso rendimento! Figurarsi che esso, il cui mestiere sarebbe stato quello di perdere le anime incitandole al male, non interveniva, sia nelle manifestazioni spontanee che nelle provocate, se non per incitare gli uomini al bene nel nome santo della carità e dell'amore, avendo perfino la pietosa cura (come ad esempio nell'apparizione del marchese di Préci al marchese di Rambouillet) di avvertire i peccatori dell'approssimarsi della morte, della necessità di cambiar vita e del pentirsi per conseguire l'eterna salvazione.

    Chi nega d'altronde che nelle nostre sedute possano verificarsi anche manifestazioni malsane provenienti da Entità basse e cattive?... Ma che, forse nella vita terrena sono tutti buoni e onesti? E che forse i disincarnati si evolvono immediatamente dopo la loro dipartila da questa valle di lacrime? Bene quindi l'A. liberandosi dal pregiudizio diabolico e riportando gli ammaestramenti partiti da Essenze spirituali (di cui nella Vita del Trespioli) fa suo il pensiero di altra Essenza che assicura: che il richiamo porta vantaggio all'anima che deve migliorare ed a quella che è già evoluta dà modo di progredire ancor più. E’ bello e gradito, attraverso macchine umane, predestinate a portare luce all'umanità, portare la fede e la conoscenza della vita. Il messaggio dell'Essenza spirituale converge dunque con le parole di S. Agostino (sopra riportate) che la Divina Provvidenza faccia buon uso di tutto per istruire gli uomini, consolarli, spaventarli.

    Premesso un capitolo (il 2°) sulla classificazione dei fenomeni medianici l'A. passa nel 3° e 4° capitolo a discorrere dell'ambiente spirituale e dell'ambiente materiale delle sedute.

    La pratica degli esperimenti rafforza la nostra convinzione che, a parte le attitudini del medium, le condizioni personali e collettive del circolo costituiscono il coefficiente più importante per la produzione dei fenomeni. Si direbbe sia meno facile formare un circolo omogeneo che scoprire un medium.

    In linea generale è deplorevole che la maggioranza degli spettatori abbia di rado una preparazione adeguata per partecipare agli esperimenti. Spesso si assiste per mera curiosità o per ansia di ottenere comunicazioni immediate con spiriti di defunti; si arriva digiuni di letture e, soprattutto, con un'idea confusionaria della fenomenologia medianica — ciò che mena difilato o a facile ed affrettato entusiasmo od a precoci delusioni; giacché vi è un pregiudizio dal quale, purtroppo, non sono immuni nemmeno gli scienziati: quello di credere che si possa partecipare agli esperimenti senz'alcuna nozione sulla portata della dottrina. E cotesti scienziati che riderebbero di chi volesse maneggiare uno strumento dei loro gabinetti senza alcuna conoscenza della tecnica relativa, non riflettono che la psiche umana sia un congegno per lo meno delicato e più oscuro di un rocchetto di Ruhmkorff o di una macchina pneumatica. Occorrerà del tempo ancora per accreditare una verità così semplice!

    Una grande prudenza — scriveva Leon Denis — è dunque necessaria per entrare in comunicazione col mondo invisibile. Il bene e il a male, la verità e l'errore si mescolano e, per distinguere l'uno dall'altro, bisogna passare per tutte le rivelazioni, gl'insegnamenti a mezzo di

    un severo giudizio. Non bisogna avventurarsi su questo terreno che passo a passo e con la face della ragione nella mano".

    Allan Kardec l'apostolo del moderno Spiritualismo, discorre delle migliori condizioni del circolo, consistenti nelle disposizioni morali degli assistenti. Esse si riassumono nei seguenti punti:

    "Perfetta comunanza di vedute

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