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La mia Pranoterapia: Un cammino verso la luce
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La mia Pranoterapia: Un cammino verso la luce
E-book103 pagine2 ore

La mia Pranoterapia: Un cammino verso la luce

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Info su questo ebook

Mi presento: Mi chiamo Carlo Renzi, pratico la pranoterapia da più di trenta anni e la insegno da circa venti.
Ritengo che non ci sia altro da dire, per ora, su di me.
Chi sono lo capirete leggendo il libro se sarò capace di trasmettervi realmente il mio pensiero e la mia esperienza.
Ciò che leggerete nei capitoli che seguono è, infatti, frutto soprattutto della mia esperienza, sia di terapeuta che di insegnante, e del confronto con le allieve e gli allievi della mia scuola.
Non è mia intenzione proporre tecniche terapeutiche, bensì i concetti e i principi fondamentali che regolano il mondo delle energie sottili.
Lo scopo che mi prefiggo è quello di invitarvi ad osservare il mondo che ci circonda dal punto di vista dell’interpretazione energetica, invogliarvi a soffermarvi su percezioni, intuizioni, sensazioni, che di solito vengono trascurate, banalizzate, o, nella migliore delle ipotesi, osservate senza riuscire a dare ad esse un significato.
Vi guiderò ad usare voi stessi come un laboratorio di ricerca nel mondo dell’energia.
Per introdurvi alla comprensione della materia sottile prenderò spunto da semplici esperienze quotidiane.
Mi riterrò soddisfatto se con questo libro sarò riuscito a trasmettervi delle conoscenze che potranno esservi utili per vivere più serenamente, conservare la salute o, nei limiti del possibile, recuperarla più rapidamente.



In questo ebook impari:

Prefazione
Capitolo 1: Cosa non è la pranoterapia
Capitolo 2: Cos’è la pranoterapia
Capitolo 3: L’energia nel quotidiano
Capitolo 4: La comunicazione attraverso l'energia
Capitolo 5: Cosa ci da e cosa ci sottrae energia
Capitolo 6: Come si canalizza l’energia
Capitolo 7: I Chakra
Capitolo 8: Il meccanismo d’autoguarigione
Capitolo 9: I Corpi Sottili
Capitolo 10: L’energia della natura
Capitolo 11: La struttura energetica degli animali domestici
Capitolo 12: Il potere della visualizzazione
Capitolo 13: La terapia come occasione di evoluzione
Capitolo 14: L’influenza del mondo esterno sul nostro campo energetico
Capitolo 15: Il visibile e l’invisibile
Capitolo 16: Rapporto uomo-natura
Capitolo 17: Pranoterapia utilizzando l’energia della natura
Capitolo 18: Fare terapia con l’energia dei luoghi
Capitolo 19: Scegliere gli alimenti ascoltando l’energia
Capitolo 20: Forme Pensiero
Conclusione
Biografia
LinguaItaliano
Data di uscita22 mar 2016
ISBN9788897922711
La mia Pranoterapia: Un cammino verso la luce

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    Anteprima del libro

    La mia Pranoterapia - Carlo Renzi

    CAPITOLO 1

    COSA NON È LA PRANOTERAPIA

    Dicerie e luoghi comuni

    Quando un aspirante allievo, durante il colloquio preliminare, mi dice di non conoscere niente della Pranoterapia, la mia risposta, di solito, è: Questo è un ottimo punto di partenza.

    Non è una battuta, è così che la penso.

    Non dovremo, il mio allievo e io, perdere tempo ad eliminare tutti quei luoghi comuni, dicerie, falsità, che ruotano intorno alla Pranoterapia.

    La Pranoterapia non è una pratica terapeutica codificata.

    Pratiche terapeutiche codificate, che fanno, cioè riferimento a norme raggruppate secondo un determinato ordine, sono, ad esempio, le varie medicine: Allopatica, Omeopatica, Ajurvedica, Tibetana ecc.

    Sono codificate lo Shiatsu, l’Agopuntura, la Riflessologia plantare, la Craniosacrale ecc...

    Queste pratiche vengono trasmesse, pur con diversità di vedute fra le varie scuole, mantenendo inalterati i principi fondamentali.

    Per la Pranoterapia non è così, si può affermare tutto e il contrario di tutto senza trasgredire alcun codice.

    Nei miei oltre trenta anni di pratica terapeutica e quasi venti di insegnamento, ne ho sentite veramente tante.

    Devo confessare che ad alcune di queste affermazioni ho creduto anche io e le ho fatte credere ai miei allievi.

    L’esperienza personale e il confronto con il gruppo mi hanno aiutato a fare chiarezza.

    In questo primo capitolo riporto le più diffuse seguite da una breve considerazione.

    Alcuni di questi argomenti saranno trattati diffusamente nei prossimi capitoli.

    ·         Essere Pranoterapeuti è un dono riservato a pochi.

    In realtà è vero che essere Pranoterapeuti è un dono, come è un dono la vita, ma come lo è la vita, è un dono che, in misura diversa, abbiamo tutti.

    ·         Il Pranoterapeuta deve avere le mani calde.

    Questa affermazione è contraddetta dalla mia esperienza e da quella di tutto il mio gruppo.

    Esistono degli ottimi Pranoterapeuti che, normalmente, hanno le mani gelate.

    È vero, altresì, che in alcune fasi della terapia possono diventare caldissime.

    ·         Il Pranoterapeuta, durante la terapia, si scarica.

    Io dico ai miei allievi: Se, dopo la terapia, vi sentite stanchi, avete sbagliato qualcosa.

    In realtà, dopo la terapia, non solo non ci sentiamo stanchi, ma stiamo meglio, questo perché, canalizzando l’energia, ci siamo rinnovati energeticamente anche noi.

    ·         Il Pranoterapeuta rischia di assorbire il male del paziente.

    Il rischio della contaminazione energetica non è superiore a quello al quale si è esposti in qualsiasi situazione quotidiana quando stiamo in contatto con gli altri.

    Il vantaggio che ha il pranoterapeuta è che, nel momento della terapia, sta in uno stato di centratura energetica che lo mette al riparo da contaminazioni.

    ·         I tessuti scuri o sintetici bloccano il prana.

    ·         Stare con braccia e gambe incrociate blocca il prana.

    ·         Bracciali, collane, anelli, orologi ecc. alterano lo scorrere dell’energia.

    Il prana è l’energia vitale, è l’energia che ha dato origine all’universo, come potrebbe arrestarsi di fronte al colore o la qualità di un tessuto, alla postura del corpo, o farsi influenzare da un qualsiasi monile?

    ·         Il paziente deve stare con la testa, o lo sguardo, rivolti a nord.

    Esperienze fatte con il paziente rivolto verso tutti i punti cardinali ci hanno dimostrato che non è vero.

    ·         Il Pranoterapeuta deve stare a piedi nudi o con scarpe con suola non sintetica, onde scaricare a terra.

    Secondo la mia esperienza e quella del gruppo fare terapia scalzi, o con suola di cuoio o sintetica, non fa differenza.

    ·         È bene scaricare l’energia assorbita dalle mani del terapeuta verso una bacinella con acqua e sale o verso la fiamma di una candela.

    Questa operazione non è assolutamente necessaria, è vero che, in certi momenti della terapia si possa avvertire una sensazione fastidiosa sulle mani, in questo caso è sufficiente scuoterle, ma non occorrono bacinelle o candele.

    Dopo la terapia, se si ha la sensazione di pesantezza sulle mani è bene sciacquarle sotto l’acqua corrente.

    ·         Riuscire a mummificare, o essiccare, con l’energia delle mani, un pezzo di carne, è prova di capacità pranoterapeutiche.

    Il nesso fra le due cose è soltanto teorico.

    Tempo fa misi un piccolo pezzo di carne su un piattino e lo posi in frigorifero, dopo tre giorni era mummificato, o essiccato, ma no ho pensato che il mio frigorifero avesse capacità pranoterapeutiche.

    In realtà è vero che chi riesce a mummificare ha capacità pranoterapeutiche, ma solo perché come ho scritto al primo punto, in misura diversa, queste capacità le abbiamo tutti.

    Come premesso queste, sono soltanto alcune delle falsità che girano intorno alla pranoterapia.

    Ho voluto iniziare così questo percorso assieme a voi che leggete, affinché chi si avvicini ora alla pranoterapia possa farlo nella maniera più semplice possibile, sfrondando questa disciplina da tutto ciò che la complica e la rende distante dalla vita reale.

    Anche se non avete le mani calde, se non riuscite a mummificare la carne, potete comunque diventare degli ottimi Pranoterapeuti.

    Altro scopo è quello di dare una possibilità, a chi già pratica, di liberarsi da false congetture e poter praticare questa meravigliosa arte terapeutica nel modo più libero e spontaneo possibile.

    CAPITOLO 2

    COS’E’ LA PRANOTERAPIA

    In realtà è più facile dire cosa non è, piuttosto che ciò che è la pranoterapia.

    Questo perché è qualcosa di talmente vasto che definirla sarebbe riduttivo, significherebbe mettere dei confini a qualcosa che non ha confini.

    Posso capire coloro i quali, a questo punto, potrebbero pensare che stia esagerando.

    Probabilmente, alla fine del capitolo, non la penseranno più così.

    Del pranoterapeuta si potrebbe dire, e sarebbe corretto, che è colui che fa terapia utilizzando il prana, laddove per prana intendiamo l’energia vitale.

    Esatto, ma riduttivo, a mio modo di vedere, non soddisfacente come definizione.

    Secondo il mio modo di vedere, il pranoterapeuta è colui che vive un rapporto costante e consapevole con l’energia che pervade l’universo.

    È vero che tutti viviamo un rapporto costante con l’energia vitale, altrimenti non potremmo vivere, ma non tutti ne hanno la consapevolezza.

    Avere la consapevolezza significa conoscere ciò di cui ci nutriamo energeticamente.

    Tutti noi ci alimentiamo per vivere, ma non tutti hanno la consapevolezza di ciò che mangiano, così è per l’energia.

    Il pranoterapeuta è pranoterapeuta non soltanto nel momento in cui fa pranoterapia, ma anche quando dorme.

    Spiegare come si dorma da pranoterapeuti è complicato, ma ho voluto estremizzare

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