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The Camouflaged Vol. 3
The Camouflaged Vol. 3
The Camouflaged Vol. 3
E-book226 pagine2 ore

The Camouflaged Vol. 3

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Info su questo ebook

Non ho mai domato il mio istinto, libero e selvaggio, quanto gli stessi mustang che predominano una terra arida di selvatica grazia indocile. Vista la loro resistenza, l’eleganza dell’istinto, la velocità e l'indipendenza che li caratterizza, ho imparato a rapportarmi con essi come un sinonimo di naturalità dove non occorre forza fisica per montare loro in sella. Ho saputo conquistare una fiducia quasi inconquistabile, ho cercato di portare dalla mia parte un po’ del carattere deciso come le falcate di un galoppo da fuga, ho saputo attendere, ho saputo desistere e abbandonare, ma fattore più decisivo di tutti : li ho saputi amare.

Non esistono mezze misure nei sentimenti, se si ama lo si fa in maniera totale, completamente soggetta all’eccessività che l’anima è in grado di elargire; se si odia lo si prova in egual modo, spietato e senza tracce di misericordiosa pietà.

Guerra e pace agiscono confrontandosi al medesimo modo, il male contro il bene, senza esclusione di colpi, di morti, di vittime innocenti, di sangue e di scelte.
LinguaItaliano
Data di uscita26 lug 2016
ISBN9788822824318
The Camouflaged Vol. 3

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    Anteprima del libro

    The Camouflaged Vol. 3 - Serena Baldoni

    TRENTA

    THE CAMOUFLAGED VOL. 3

    The containment zone

    Serena Baldoni Autrice

    THE CAMOUFLAGED

    The containment zone

    Terzo volume

    As red as fire

    As white as snow

    As darkness as bad

    As immortal as good

    Angels wings

    The courage to choose

    Destined and strong

    Rosso come il fuoco

    Bianco come la neve

    Oscuro come il male

    Immortale come il bene

    Ali di angelo

    Il coraggio di una scelta

    Predestinata e forte 

    (Traduzione e adattamento a cura di Maria Tranquilli che ringrazio)

    CAPITOLO UNO

    Scelte obbligate

    CAPITOLO UNO

    Scelte obbligate

    In un minuto c’è il tempo per decisioni e scelte che il minuto successivo rovescerà.

    Thomas Stearns Eliot

    Non ho mai domato il mio istinto, libero e selvaggio, quanto gli stessi mustang che predominano una terra arida di selvatica grazia indocile. Vista la loro resistenza, l’eleganza dell’istinto, la velocità e l'indipendenza che li caratterizza, ho imparato a rapportarmi con essi come un sinonimo di naturalità dove non occorre forza fisica per montare loro in sella. Ho saputo conquistare una fiducia quasi inconquistabile, ho cercato di portare dalla mia parte un po’ del carattere deciso come le falcate di un galoppo da fuga, ho saputo attendere, ho saputo desistere e abbandonare, ma fattore più decisivo di tutti : li ho saputi amare.

    Non esistono mezze misure nei sentimenti, se si ama lo si fa in maniera totale, completamente soggetta all’eccessività che l’anima è in grado di elargire; se si odia lo si prova in egual modo, spietato e senza tracce di misericordiosa pietà.

    Guerra e pace agiscono confrontandosi al medesimo modo, il male contro il bene, senza esclusione di colpi, di morti, di vittime innocenti, di sangue e di scelte. Ci sono poi uomini e donne propulsori della battaglia e del risveglio cittadino, che guidano altre persone verso la strada dell’unione al solo scopo comune di ristabilire la pace. Uomini e donne che hanno la stoffa del leader, l’autostima sufficiente a prendere decisioni, ad agire senza esitazioni, a imboccare un sentiero a discapito di un altro, ma io non mi sono mai vista come una guida per il prossimo.

    Prendo decisioni, azzardate, infrango regole e leggi divine, ma sono in grado di rimanere a capo di una battaglia coordinando il mio esercito composto da civili vogliosi di riporre fiducia in me? Aver tradito Cleros mi ha fatto provare un disprezzo verso me stessa che non conoscevo, aver messo a repentaglio la vita di Scar ancora di più. Volo senza una meta precisa, alla ricerca di un luogo abbastanza lontano dalla città abitata dove affrontare fisicamente i demoni, dove resterò io resteranno loro e forse, soltanto con il senno del forse, non torneranno indietro. Ci sono guerre da combattere in solitudine.

    Continuo a volare senza troppa velocità, senza accusare la stanchezza, ogni volta che mi volto verso la stregua dei miei inseguitori loro sembrano reggere il passo ed è esattamente quello che spero.

    Arrivo alla città di Jackson, devo evitare le cascine abitate e le zone più industrializzate, così rasento sentieri e corsi d’acqua sino al Parco nazionale del Grand Teton, nessuno vive in prossimità dell’area denominata protetta dallo stato del Wyoming. Li ho la tranquillità per affrontare i miei nemici, ma devo vincere in qualche modo, non devo sparpagliarne nemmeno uno, nessuno deve addentrarsi nella città. Il parco si estende su una superficie di 1.254 km² ed è noto per i suoi paesaggi montuosi dominati dal monte Grand Teton, che si eleva fino a 4.199 m d'altitudine, punto proprio a quell’altezza massima. Le sue rocce, vecchie di oltre due miliardi di anni, sono tra le più antiche del pianeta ed io mi sento estremamente in dovere di preservarle, di adagiarmi su di esse con rispetto e ammirazione. So per esperienza che il parco ospita diverse specie di animali, dal bisonte americano, all’alce, al baribal e ogni forma indistinta di vita rientra nel mio programma di protezione.

    Mi accascio sulla cima iniziando a sentire il torpore sotto alle mie scapole, persino i volatili più padroni del cielo devono posarsi per recuperare le forze.

    La batteria del mio telefono è andata, ma in ogni modo lo avrei spento io stessa, non voglio essere trovata. Mi sporgo con la testa verso il basso del precipizio, i demoni si stanno arrampicando a velocità ridotta, alcuni di loro crollano nei punti in cui il ghiaccio si sfalda, ruzzolano giù verso il fondo che li attende, ma si rimetteranno in piedi una volta toccata terra.

    Sbatto le punte dei miei stivali sulla superficie innevata, cerco di frantumarla e di raccogliere i pezzi più consistenti, ne raduno più che posso, ma molto meno di quanto una vetta del genere può offrirmi in realtà. Più ci si innalza e maggiori saranno le probabilità di incontrare una temperatura che inizia a scendere, la pressione corporea diminuisce e se non si respira ossigeno puro l’organismo umano comincia ad estrinsecare, per difendersi dagli effetti atossici, alcune reazioni compensatorie aventi lo scopo di aumentare la già diminuita pressione parziale dell’ossigeno e migliorare le proprie condizioni di ossigenazione. Questo è quanto avviene in un corpo umano, io stessa non ho sofferto di alcun sintomo in volo con Samael, prima della mia morte. Dubito che i demoni possano avvertire dei fastidi che li rallentino.

    Raggruppo i pezzi di ghiaccio che sono riuscita a rompere e mi sporgo a pancia in giù, in una posizione scomoda, ma pronta per il volo, non ritraggo le mie ali del tutto, le lascio inclinate verso il basso, a riparo della neve che ancora imperversa sopra ogni cosa. Aspetto, attendo come farebbe il più paziente dei predatori in natura, il più sadico assassino che infligge dosi di morte non letali per sfamarsi della sua vittima in più portate, il più piccolo : il Platelminta Dideneo o, come anche viene volgarmente chiamato, il parassita delle formiche. Un minuscolo verme, apparentemente innocuo e sottovalutato, un esserino che passa la sua vita da adulto, generalmente nel fegato di una pecora (ma anche di una mucca o di una capra), dove produce tantissime uova trasportate all’esterno attraverso le feci. Lo so, a sentirselo dire fa anche un po’ ribrezzo.

    Le uova del parassita, finite a terra insieme allo sterco del mammifero, vengono ingerite da un gasteropode(una lumaca) e in essa si schiudono raggiungendo lo stadio larvale. Queste larve (chiamate metacercarie) vengono poi espulse dalla lumaca attraverso la bava, e ogni larva resta intrappolata in una delle minuscole sferette di muco che compongono la bava stessa.

    Queste sferette saranno successivamente ingerite da una formica (il secondo ospite intermedio), che così contrarrà l’infezione. La larva si incisterà nel capo della formica e riuscirà a prendere controllo e modificare il comportamento dell’insetto. Le formiche infette, sotto l’influsso del parassita, durante la notte, lasciano il formicaio e si arrampicano sulle cime dei fili d'erba in attesa di un ruminante intento a brucare l'erba fresca della sera. Il segreto consiste nel farsi mangiare accidentalmente da pecore e altri erbivori, all'interno dei quali il parassita potrà continuare il suo ciclo di vita. A questo punto le larve metacercarie tornano nel loro ospite definitivo, nel quale diventano adulte e depongono le uova. E il ciclo ha di nuovo inizio.

    La formica manifesta queste tendenze suicide soltanto la sera, mentre di giorno riprende le sue normali funzioni insieme alle compagne di formicaio, ignara del dramma che si sta consumando nel suo corpo. Il meccanismo che un piccolo essere è in grado di produrre annienta persino le resistenze mentali di un altro, le piega a se stesso, ai suoi scopi ed io voglio prenderlo d’esempio, non so ancora in che modo, ma voglio tentare.

    Il primo demone a raggiungere il procinto della vetta è un puma aggressivo e tenace che ha affondato saldamente le proprie unghie per risalire a me.

    Scaglio la pietra di ghiaccio esattamente nel mezzo della sua fronte, il colpo va a segno e l’animale perde l’equilibrio cadendo nel vuoto, trascinando con sé alcuni dei suoi compagni.

    Me la cavo, ma per meno tempo di quanto vorrei, come tutte le cose arrivano a un limite anche il ghiaccio della montagna smette di donarmi la sua superficie. Potrei volare via, ma non ci sarebbe posto nel mondo dove poter sfuggire alla sete dei demoni, non posso smettere di provare amore per Scar, posso negarlo agli altri, ma non al mio cuore. Soltanto i codardi lascerebbero la vetta in questo momento, io sono un’immortale, posso sfidare la morte tutte le volte che occorre per avere la meglio.

    Mi alzo in piedi, vacillante per il vento, ma in equilibrio. Attendo il mio nemico a mani nude, con le sole armi che ho per fronteggiarlo.

    Il puma che risale la cima lo fa dandosi lo slancio che gli occorre per avventarsi su di me, con gli occhi sbarrati e la bocca spalancata, i denti aguzzi che bramano la mia carne. Mi avvento su di lui con la stessa forza di sopravvivenza, restando sospesa con le ali per evitare il burrone. Parte della mia spalla subisce immediatamente una lacerazione, un graffio più o meno profondo, che non ho il tempo di constatare. Respingo un paio di esemplari semplicemente spingendoli all’indietro, faccio lo stesso con il primo demone umano che mi si presenta davanti, ma più vado avanti più mi rendo conto che si tratta di una strategia viziosa, come un cane che gira in tondo e continua a mordersi la coda all’infinito.

    Riesco a staccare un altro pezzo di ghiaccio, uno appuntito, solido quanto la roccia stessa, che assomiglia alla punta affilata di una freccia.

    Un tempo, le popolazioni credevano che conficcare un paletto di legno nel cuore dei cadaveri li proteggesse dal diventare vampiri, lo stesso si credeva che i demoni fossero creature per metà umane e metà divine. Non vi è altro modo per uccidere un demone che rispedirlo alle sue origini, alla sua terra natia, ovvero l’inferno degli inferi. È questo che fanno le pozioni di Sienna, ma senza di esse come posso invertire il processo? Che sia la terra di mezzo il luogo di passaggio tra gli inferi e la terra? In ogni modo non posso tornare fin laggiù, ma forse ho un’idea riguardo al paletto di ghiaccio che stringo nella mano.

    Mi lascio aggredire dal demone, ma gli lascio soltanto la convinzione di potermi abbattere, invece gli impianto la punta dritta nell’occhio destro, conficcandola fino in fondo, dove sento e ho la forza di arrivare. Il gemito di dolore dell’animale rende scoperto l’unico punto debole, il tallone di Achille. Quando ritraggo l’arma di ghiaccio dalla cavità oculare rotola via, devo estrarre anche l’occhio rimanente per ottenere la sua completa disabilità fisica e psichica. Il puma brancola disorientato lanciandosi lui stesso al di sotto del dirupo. Forse ho trovato qualcosa con cui mantenerli in vita, ma senza rappresentare più una minaccia. Avrei avvertito immediatamente Samael della scoperta se non avessi avuto la batteria scarica! Non mi basterebbe tutta la notte per ferire tutti quanti, ma ho la tenacia d’insistere finché le mie forze non giungono allo stremo, finché le ferite dei graffi sulla mia pelle non sanguinano eccessivamente e anche le ali mi abbandonano. Credo di averle lesionate sull’attaccatura sotto alla scapola destra, ricordo solamente il vuoto, il fitto dirupo nel quale sto precipitando, ho la netta visione della realtà, della prossimità della mia morte, ma nulla altro. 

    CAPITOLO DUE

    Quadro generale

    CAPITOLO DUE

    Quadro generale

    Mandare luce dentro le tenebre dei cuori degli uomini. Tale è il dovere dell’artista.

    Schumann.

    Come ti senti adesso? domanda April.

    Che cosa è accaduto? Samel appare confuso.

    Ho dovuto sedarti per riparare alle ferite, hai diversi punti sull’avambraccio sinistro e sulle scapole … non avevo mai ricucito delle ali, ma per tua fortuna ho una certa esperienza sui volatili grazie al mio tirocinio presso un ambulatorio veterinario

    Dove sono tutti gli altri? Samel tenta di alzarsi dal letto in metallo della sala operatoria.

    Non farlo, ti consiglio di smaltire l’anestesia prima di alzarti, rischi di crollare sul pavimento come un sacco di patate e non ti assicuro di riuscire a sollevarti … sei un gran pezzo di ragazzo, ma pesi! Senza offesa …

    April!

    Si, si ho capito … niente sarcasmo con te. Tutti i pazienti e i civili sono tornati momentaneamente nelle loro camere, la vetrata è stata riparata e ho organizzato turni di guardia all’esterno e sul tetto. Tutto sotto controllo, non ci sono demoni all’orizzonte

    Puoi chiamarmi Nevy? Lei sta bene?

    Non ricordi niente? …

    Sono morto?

    Per qualche minuto … si. Cosa ricordi?

    Deve essere stata l’anestesia, per questo ho dei ricordi frammentati

    Avrei dovuto ricucirti senza? Le tue lesioni sembravano gravi …

    Io ricordo soltanto di trovarmi all’esterno con Nevet, di averla salvata da un attacco e … nient’altro

    Beh … in effetti tu l’hai salvata, ma i demoni erano in sommossa, le pozioni esaurite e lei ha salvato tutti noi. Se n’è andata, li ha attirati dietro di lei ed è sparita, manca da un giorno e mezzo ormai …

    Cosa?! il suo volto è pallido per lo shock, incredulo, frastornato.

    Lo sai anche tu … non puoi frenare una ragazza dal suo carattere, batte persino una testarda come me

    Devo alzarmi da qui e raggiungerla!

    Non puoi! Le tue gambe non ti reggeranno e nemmeno le tua ali!

    Non posso lasciarla da sola nel bel mezzo del nulla! Fammi parlare con Justicia, subito!

    L’ho già fatto, o credi di essere l’unico in pena per lei?

    Scar … giusto?

    Tutti noi la pausa di April sembra efficace sull’egoismo di Samael. Sta bene ed è al sicuro, hanno mandato un aiuto alato per lei da New York. Tornerà, ma finché non lo farà di sua iniziativa ti è negato volare in sua ricerca

    Chi hanno mandato, chi?

    Una certa Wekesa, non dovresti conoscere i nomi dei tuoi colleghi?

    Non ci conosciamo tutti, trascorriamo vite diverse sulla terra, ognuno è assegnato a città differenti, io lavoro da solo. Wekesa è un ottimo soggetto, famosa per essere un angelo chioccia, ma se hanno mandato lei … significa che è morta o gravemente ferita!

    Siete immortali … è l’unica cosa alla quale non vi è rimedio è la morte Samael …

    Le ali impiegano tempo per guarire, ogni ferita, persino dopo la morte e la resurrezione, se così vogliamo definirla, impiegano lo stesso tempo mortale per guarire, ed è un tempo che può metterti fuori gioco a lungo! Passami il telefono per favore

    Ho già provato a contattarla io … un milione di volte almeno, non faccio altro che alzare la cornetta e riattaccare, per alzarla di nuovo … Scar appare sulla porta con le migliori intenzioni di pace.

    Passatemi il telefono comunque!

    Tieni gli porge April prima di lasciare la stanza.

    I tentativi di Samael risultano tutti inutili, vanificati dal fatto che una vocina registrata lo informa dell’assenza di segnale di quel dispositivo.

    Credevi davvero che potessi mentirti su una questione così importante come Nevet?

    La prudenza non è mai troppa, sono sicuro che conosci il detto …

    Dovremmo unire le forze, per trovarla intendo

    "Che cosa?

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