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La specie invasa - Aporie dell'incavo
La specie invasa - Aporie dell'incavo
La specie invasa - Aporie dell'incavo
E-book72 pagine39 minuti

La specie invasa - Aporie dell'incavo

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Info su questo ebook

Ho paura dei miei pensieri. Ho paura di restare l'unico verme che riesca ad avvertire dolore nell'essere pestato. Ho una fottutissima paura di esistere e, volenti o nolenti, qui ci si gioca la facoltà di non rispondere a ogni accusa, ci si gioca il ruolo del più forte, nel verbo e nell'essenza mendace delle maschere ricreate. Il punto è che non ci sono punti e che tutti i riferimenti, visti con l'occhiale dell'equilibrio, sono soltanto delle instabili sensazioni di perduranza, ma vacillano appena smorza la fiamma al vento. Ti spremono coi loro contenuti privi di sostanza, ti dettano la vacuità delle apparenze, dei giudizi e, d'un tratto, non appartieni più a te stesso. Vorresti esser forte, decostruirti, costruendoti un baluardo, uno scudo, una soglia di pacifica resistenza e non riesci a far nulla se non a meditare sulle misurazioni ottimali del tempo e su come impiegarne quel fiele. A che serve tutto il veleno del mondo se non hai un antidoto contro il mondo stesso? A cosa serve generare forme, figli, catrame e cenere se ogni senso si perde e si disfà nel proprio mutismo, se tutta la sacralità dei luoghi comuni e dei poveri cristi esautorati risveglia antropofagia e distruzione dell'essere? E chi sono io se non quei migliaia di volti aggiunti al mio voltare pagina? Chi sono io, se non legione e stigma portato nella gravità del mio genere? Sono troppo, perché porto fardelli del pensiero e, nell'interminabile e disconnesso trapestio del mondo, resto a chiedermi un solo giorno di clemenza.
LinguaItaliano
Data di uscita21 mar 2018
ISBN9788827822166
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    La specie invasa - Aporie dell'incavo - Marco Nuzzo

    Indice

    La specie invasaAporie dell'incavo

    La specie invasa - Aporie dell'incavo Marco Nuzzo

    VERBO

    INCONTRI

    Nero eclissi

    CAPITELLI

    Aporie per un perfetto male

    SPALTI: ODEPORIA

    CHIMERE

    DEICIDIO

    PREDAZIONE

    A una troia che cita Hume

    Escapologia del crimine

    IN CORPORE VILI

    La specie inconclusa

    Improvviso anodino

    Chissà che scriverebbe Salinger di noi anitre rimaste via dal lago di ghiaccio

    CAPITOLAZIONI

    Epitome del tardo Sapiens

    DOTTRINE

    EVERSIONI

    Aposiopesi dell'eiaculante vago

    VATICINAZIONI: L'ELUSO

    GENESI: DECIMAZIONE

    APOCALISSE: CONCEPIMENTO

    APOCATASTASI

    FINE

    Promozione Autori & Artisti

    La specie invasa

    Aporie dell'incavo

    Marco Nuzzo

    La specie invasa - Aporie dell'incavo

    Marco Nuzzo

    Edizione 2018

    Edizione Ebook 2018

    Immagine di copertina: L'incavo

    Marco Nuzzo © - 2018

    Immagine IV di copertina: Nepente

    Marco Nuzzo © - 2018

    Website

    www.marconuzzo.eu

    Promozione Autori & Artisti

    www.vetrinadelleemozioni.com

    Ebook Editing: Marcello Lombardo & Gioia Lomasti

    ISBN: 9788827823200

    Youcanprint Self-Publishing

    Ho paura dei miei pensieri. Ho paura di restare l'unico verme che riesca ad avvertire dolore nell'essere pestato. Ho una fottutissima paura di esistere e, volenti o nolenti, qui ci si gioca la facoltà di non rispondere a ogni accusa, ci si gioca il ruolo del più forte, nel verbo e nell'essenza mendace delle maschere ricreate. Il punto è che non ci sono punti e che tutti i riferimenti, visti con l'occhiale dell'equilibrio, sono soltanto delle instabili sensazioni di perduranza, ma vacillano appena smorza la fiamma al vento. Ti spremono coi loro contenuti privi di sostanza, ti dettano la vacuità delle apparenze, dei giudizi e, d'un tratto, non appartieni più a te stesso. Vorresti esser forte, decostruirti, costruendoti un baluardo, uno scudo, una soglia di pacifica resistenza e non riesci a far nulla se non a meditare sulle misurazioni ottimali del tempo e su come impiegarne quel fiele. A che serve tutto il veleno del mondo se non hai un antidoto contro il mondo stesso? A cosa serve generare forme, figli, catrame e cenere se ogni senso si perde e si disfà nel proprio mutismo, se tutta la sacralità dei luoghi comuni e dei poveri cristi esautorati risveglia antropofagia e distruzione dell'essere? E chi sono io se non quei migliaia di volti aggiunti al mio voltare pagina? Chi sono io, se non legione e stigma portato nella gravità del mio genere? Sono troppo, perché porto fardelli del pensiero e, nell'interminabile e disconnesso trapestio del mondo, resto a chiedermi un solo giorno di clemenza.

    Dovremmo fare più schifo,

    lasciarci cadere nel baratro dell'evidenza,

    sopprimerci a vicenda per mancanza di trucco.

    (Marco Nuzzo)

    VERBO

    Mi sveglio con la dannazione eterna. Credo potrei sopprimermi o farmi poeta; utilizzerei lo stratagemma del dubbio, alzandomi, restando proclive al distacco, alle antitesi dell'antropologia, rendendomi fallace, piegato e disposto in sanità mentali - tutto organizzato - facile, amente, pestato dalla condizione urbana. Eppure cerco una cura al rinascimento, affogo nel dissesto e scartabello l'immunità come avessi un nuovo giorno da giustiziare. Credo sia nella mia natura contrastare l'ecumene o dirmi tensione di organismi altri, privi d'una cogenza, stanchi, differenti nell'avvilupparsi attorno alla nascita del mero incidersi addosso uno stigma, una pena di immagini notorie glissate dai versi, ecfrastiche nella descrizione, viventi come la manovra della pena paronimica di un dettaglio rievocato male. Avulso dal conforto, ingollo cenere e resto appeso

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