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Il Regno delle Due Sicilie
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E-book53 pagine37 minuti

Il Regno delle Due Sicilie

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Info su questo ebook

Dati alla mano, questo volume offre un'accurata analisi della situazione economica de Il Regno delle Due Sicilie dalla sua costituzione al suo dissolvimento ad opera dell'esercito sabaudo. Un vademecum indispensabile per chiunque voglia approfondire il contesto storico in cui si sviluppò l'economia del regno dei Borbone, e i numerosi traguardi economici e industriali che riuscì a raggiungere prima dell'annessione al Regno d'Italia.
LinguaItaliano
Data di uscita5 mar 2018
ISBN9788833460697
Il Regno delle Due Sicilie

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    Il Regno delle Due Sicilie - Antonio Ciano

    Il Regno delle Due Sicilie

    di Antonio Ciano

    Ali Ribelli Edizioni

    Saggistica – Briganti

    www.aliribelli.com - redazione@aliribelli.com

    È vietata la riproduzione del testo e delle immagini contenute in questo libro, in parte o nella loro totalità e attraverso qualsiasi mezzo, senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    ANTONIO CIANO

    IL REGNO DELLE DUE SICILIE

    AliRibelli

    Sommario

    Nota dell’autore

    Il Regno delle Due Sicilie

    Meridionalismo e cristianesimo

    San Leucio

    L’industria metalmeccanica nel Regno delle Due Sicilie

    Le ferrovie nel Regno delle Due Sicilie

    La marina mercantile nel Regno delle Due Sicilie

    L’istruzione pubbllica nel Regno delle Due Sicilie

    Lacrime di coccodrillo

    Il demanio

    Riferimenti bibliografici essenziali

    NOTA DELL’AUTORE

    Giacinto De Sivo, storico borbonico molto informato, scrive di sei paesi bruciati a pagina 447 della sua Storia delle Due Sicilie. Visto che molti ricercatori storici, compreso il sottoscritto e il buon Gigi Di Fiore, hanno preso per buona la cifra di sei paesi bruciati in nove mesi riportata dallo storico di Maddaloni e accertato da continue ricerche che i paesi bruciati dal generale Pinelli sotto il comando del generale Cialdini erano ventidue, possiamo desumere che la colpa non è del De Sivo, né di Di Fiore né del sottoscritto se, a volte, ci si imbatte in qualche errore. Questo Stato non ha messo ancora in ordine i suoi archivi o ce li ha tenuti sotto controllo militare. La stessa cosa vale per Eleonoro Negri, ritenuto il massacratore di Pontelandolfo, mentre altri ritengono che sia stato Gaetano Negri. Comunque entrambi erano dei fucilatori di briganti e operavano nelle stesse zone. Aspettiamo che questo Stato ci dica con certezza chi è stato e quanti sono stati i morti della guerra civile che ha insanguinato il Sud.

    Il nome di Gaetano Negri è stato usato da tanti ricercatori storici, tra i quali possiamo annoverare nomi altisonanti: Luisa Sangiuolo, Michele Topa, Roberto Martucci, Nicola Nisco, Nicolina Valillo, Vencenzo Mazzacane, Carlo Alianiello, Cesare Cesari, Ferdinando Melchiorre, Marco Monier, Gustavo Rinaldi. Negli archivi di Stato di Vial Lepanto a Roma non figura mai il nome del Negri, né tantomeno lo menziona Carlo Melegari, che guidò i bersaglieri a Casalduni. Il sottoscritto in questo libro ha identificato in Gaetano Negri il massacratore di Pontelandolfo, ma forse si tratta di un errore. Pare che l’autore dell’eccidio sia Eleonoro Negri, ma nessuno può metterci la mano sul fuoco. Un ricercatore vicentino, Andrea Kozlocic, in un saggio storico dal titolo Bersaglieri. Pagine di storia e di vita, ha scritto che Pier Eleonoro Negri, nato a Locara in provincia di Vicenza, di famiglia nobile, aveva all’epoca del massacro 44 anni ed era tenente colonnello ed era stato già decorato per la battaglia del Garigliano contro l’esercito di Francesco II. Questo nobile, se si tratta di lui, è stato decorato, mentre Matteo Negri, palermitano, morto per difendere quella che era la sua patria di allora, non ha avuto riconoscimenti da parte del nuovo Stato nascente e nessuna lapide. Negli Stati Uniti d’America, una volta finita la guerra civile, furono affratellati vinti e vincitori. Negli stati del Sud sono apposte le bandiere del Dixie in tutti gli edifici pubblici, sempre

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