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Il Bacio di Hero: Un Amore a Distanza di Anni Luce
Il Bacio di Hero: Un Amore a Distanza di Anni Luce
Il Bacio di Hero: Un Amore a Distanza di Anni Luce
E-book211 pagine2 ore

Il Bacio di Hero: Un Amore a Distanza di Anni Luce

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Info su questo ebook

Durante una missione di salvataggio alla ricerca dei suoi fratelli, la navicella dell'astronauta Piper Hero e delle sue sorelle precipita, schiantandosi su un pianeta da poco scoperto...

Dopo essere stata ferita e contaminata dall'acqua delle paludi, viene salvata da un sensuale sconosciuto che le fa perdere la testa.

Jarod Ellis ha rinunciato per sempre alle donne. Tuttavia, è affascinato da Piper Hero, una donna che giura di essere imparentata con gli uomini della terra a cui Jarod ha promesso la sua protezione. Nonostante non si fidi di Piper, la donna risveglia in lui delle focose sensazioni che non aveva mai provato prima, nemmeno durante la sua vita da schiavo sessuale.

Un Amore a Distanza di Anni Luce Serie 

1. L'arrivo di Hero 2. La Fuga Di Hero 3. Il Tradimento di Hero 4. Il Bacio di Hero

LinguaItaliano
Data di uscita4 nov 2018
ISBN9781386467328
Il Bacio di Hero: Un Amore a Distanza di Anni Luce

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    Anteprima del libro

    Il Bacio di Hero - Jan Springer

    Capitolo Uno

    Sul pianeta Paradiso...

    L’astronauta degli Stati Uniti Piper Hero, si svegliò lentamente da un sonno profondo quando sentì delle mani stringerle i fianchi e una lingua leccare il suo gonfio clitoride. Il piacere le pervase il corpo e dovette sforzarsi di non urlare prima di capire che cosa stesse succedendo.

    Aprì gli occhi e fissò affascinata il volto dello sconosciuto seppellito tra le sue gambe. Gambe che stringevano le sue muscolose spalle.

    Oh mio Dio! Era un sogno? O la realtà?

    Calde e sensuali labbra la stuzzicarono e sussultò quando le mordicchiò la pelle già sensibile.

    Era così bello. Così incredibilmente piacevole.

    Quando la sua lingua la penetrò, un brivido di piacere la percorse.

    Piper chiuse gli occhi a causa di quella dolce agonia.

    Oh, sì! Per favore! Scopami con la tua lingua! Fallo!

    Il suo respiro divenne affannato e il sudore imperlò la sua pelle, ma niente riuscì a spegnere il fuoco che le attraversava le vene.

    La sua lingua continuò a spingere dentro di lei. Le sue gambe s’irrigidirono, la sua passera si contrasse e infilzò le unghie nel materasso, quando sentì il suo orgasmo avvicinarsi.

    Cercò di fare mente locale, di capire chi fosse quello sconosciuto, ma aveva bisogno di venire.

    Debolmente, allungò una mano e sfiorò i suoi setosi capelli neri, spingendo il suo volto ancora più in profondità. Strinse le gambe attorno al suo collo. Con forza.

    La sua barba le solleticò l’interno coscia e le fece girare la testa. Il modo in cui le stringeva i fianchi le fece capire che non si trattasse di un sogno.

    Era reale!

    Era davvero nuda e si trovava in una stanza con un uomo che la stava scopando con la lingua. Nonostante si fosse appena resa conto della situazione, non poté fare a meno di lasciarsi andare.

    Si spinse contro la sua bocca e il suo corpo cominciò a tremare, facendola urlare. Continuò a spingere dentro di lei e Piper si dimenò. La sua mente si annebbiò quando il vulcano dentro di lei eruttò. Gli spasmi presero il controllo del suo corpo e non poté fare a meno di urlare, ancora e ancora. Lui continuò a scoparla. Quel piacere insopportabile non avrebbe mai avuto fine. Gettò la testa all’indietro e cavalcò l’onda mentre lo sconosciuto non smetteva di succhiare.

    Quando il suo orgasmo scivolò via, prese un respiro profondo e crollò esausta. Non appena estrasse la lingua e si allontanò, era stordita.

    Le sganciò dolcemente le gambe dal suo collo e le appoggiò sul materasso.

    «La stai divorando di nuovo?» chiese qualcuno alla sua destra, ridacchiando.

    Piper divenne di pietra. C’era un altro uomo nella stanza.

    «Per un momento è tornata in sé, nonostante la febbre del sesso. Poi è venuta e deve aver perso di nuovo i sensi.» L’uomo che l’aveva appena scopata con la lingua aveva una voce profonda, che la fece rabbrividire di nuovo.

    Chi erano questi uomini? Dove si trovava? Perché questo sconosciuto le aveva appena regalato l’orgasmo più bello della sua vita?

    Cercò di ignorare la scarica elettrica che sentì quando delle mani gentili usarono un panno caldo per pulirla.

    Era troppo debole per riuscire a provare imbarazzo o per impedirgli di toccarla. Tuttavia, non voleva che si fermasse, le sue mani erano gentili, non riusciva a credere che un uomo potesse essere tanto dolce.

    «Forse potresti farmi provare a scoparla con il mio uccello, Jarod?» chiese l’altro uomo. «Ho già scopato delle donne per far passare loro la febbre causata dal veleno della passione, prima d’ora.»

    Veleno della passione? Che diavolo era?

    Qualcuno poggiò il palmo sulla sua fronte calda.

    «La febbre è quasi passata, ma è troppo debole per una scopata, Taylor.»

    Piper tirò un sospiro di sollievo. Dove si trovava? Che cosa le era successo?

    «Hai ragione,» ridacchiò Taylor. «Ci ho provato. A proposito, che sapore ha?»

    Ci fu un attimo di silenzio e rimase sorpresa nello scoprire di volere sapere quale sarebbe stata la sua risposta.

    «È più dolce di qualsiasi frutto,» sussurrò Jarod con voce roca.

    Oh mio Dio! Quell’uomo era un poeta.

    Voleva aprire gli occhi e studiare il volto dell’uomo che le aveva donato così tanto piacere, ma non osò farlo. Non voleva che si accorgessero che fosse sveglia. Almeno non fin quando non sarebbe stata in grado di ragionare.

    «La cena è quasi pronta. Scendi?» chiese Taylor.

    Si era allontanato.

    «Tra un minuto.»

    Smise di pulirla e lei aspettò che andassero via.

    Sentì dei passi allontanarsi ma l’altro uomo, Jarod, rimase indietro.

    Poteva sentirlo.

    Aveva il respiro affannato, come se fosse eccitato... come se volesse prenderla di nuovo.

    Magari questa volta con il suo uccello! Se fosse stato piacevole almeno la metà della sua lingua...

    Piper cominciò a tremare di piacere al solo pensiero.

    Poteva sentirlo mentre la guardava. Riusciva a percepire il suo sguardo sul suo seno. I suoi capezzoli s’irrigidirono. Avrebbe voluto che lasciasse una scia di baci sul suo addome fino ad arrivare tra le sue gambe.

    Il suo clitoride gonfio si contrasse e cominciò a bagnarsi di nuovo. Digrignò i denti, cercando di calmarsi.

    Non la stava nemmeno toccando!

    Stava aspettando che si svegliasse? Così l’avrebbe scopata di nuovo con la bocca? Lo desiderava tanto...

    Piper inspirò quando si accorse che, ancora una volta, aveva cominciato a pensare al sesso.

    Che cosa le stava succedendo? Non era mai stata tanto attratta da uno sconosciuto prima d’ora. Era forse a causa dell’orgasmo che le aveva appena regalato? O forse perché era rimasta senza un uomo per troppo tempo?

    «Sei sveglia.»

    Era la voce di Jarod.

    Dio! Che cosa doveva fare?

    «Apri gli occhi, donna. Aprili,» le ordinò gentilmente.

    Era molto vicino. Poteva sentire il calore emanato dal suo corpo sulla pelle. Si avvicinò al suo orecchio e, quando le sfiorò il mento con le dita, non poté fare a meno di aprire gli occhi.

    Non appena lo vide, provò una fitta al petto.

    Pensò immediatamente che dovesse essere un guerriero pericoloso, poi che fosse incredibilmente sexy.

    Aveva i capelli neri come la notte e lunghi. Il suo viso era abbronzato e dai lineamenti definiti. Il suo naso sembrava leggermente storto, come se qualcuno lo avesse rotto e non fosse mai guarito correttamente.

    Quando notò la benda da pirata sul suo occhio sinistro, il suo corpo fu attraversato da un brivido di piacere. La benda non riusciva a nascondere la cicatrice sotto. Aveva la forma di una mezza luna, partiva dallo zigomo e arrivava al lobo dell’orecchio.

    Gli conferiva un aspetto minaccioso, in contrasto con l’espressione dolce dei suoi occhi mentre la guardavano.

    Piper spostò lo sguardò sulla sua bocca sensuale e ricordò che fino a pochi minuti prima l’aveva succhiata fino a farla tremare.

    Dio Santo! Controllati!

    Non era il momento di lasciarsi distrarre dall’uomo che l’aveva appena scopata con la lingua senza il suo permesso.

    «Come ti senti?» chiese.

    Le accarezzò la guancia con un dito, facendola fremere. Avrebbe voluto rispondergli: Per favore, puoi scoparmi di nuovo con la tua lingua?.

    Era seduto accanto a lei per terra e poté notare le cicatrici sul suo petto e sulle sue larghe spalle.

    Segni di frustate

    Si morse il labbro. Che cose gli era successo? E che diavolo era accaduto a lei?

    «D... dove mi trovo?»

    «Nel territorio dei Confini,» rispose con tono gentile.

    «Confini?»

    Piegò la testa di lato e la guardò incuriosito. Dio, era così carino quando lo faceva.

    «Che cosa... mi è successo?»

    «Speravo che potessi dirmelo tu. Ti abbiamo trovato nelle Paludi del Desiderio, vicino alla Zona Acida, quando siamo usciti a caccia.»

    Piper fece una smorfia. Confini? Zona Acida? Paludi del Desiderio? Di che cosa stava parlando?

    «Hai bevuto l’acqua della palude. Ho fatto del mio meglio per succhiare via tutto il veleno. Adesso che ti sei svegliata dovresti sentirti meglio.»

    Succhiare via il... ma che cosa stava dicendo?

    «Veleno?» sussurrò.

    Aggrottò la fronte, confuso.

    «A causa della febbre del sesso, hai perso conoscenza e i sogni hanno avuto la meglio su di te. Ti comporti come se non avessi idea di che cosa sto parlando.»

    «Sogni causati dalla febbre del sesso?» Quel tipo diceva sul serio?

    «Se non ti avessi fatto venire di continuo, saresti morta.»

    Assolutamente no. La stava prendendo in giro... stava cercando una scusa per quello che aveva fatto.

    All’improvviso, i ricordi la assalirono.

    Era tutto buio, un uomo era vicino a lei e la osservava. Sentiva il bisogno di essere penetrata e di dover venire, ma di non poterlo fare. Sentiva le sua urla mentre supplicava di essere scopata.

    Non sta scherzando

    Ricordò l’acqua marrone e il suo saporaccio. Ricordò anche di essere stata costretta a berla mentre i fili di erba si erano attorcigliati alle sue caviglie come se fossero delle mani, trascinandola sempre più in fondo.

    Oh Dio! Le sue sorelle! Kayla e Kinley! Erano insieme quando la navicella era precipitata. Dove si trovavano?

    Il panico la travolse e cercò di alzarsi, ma era troppo debole e lo sconosciuto le poggiò una mano sul petto, impedendole di farlo.

    Questa volta, quando la toccò, provò soltanto paura e confusione. Si accorse di sentire dolore alle costole e in altre parti del corpo, probabilmente a causa dello schianto.

    «Non muoverti e riposa. Non puoi andare da nessuna parte, al momento.»

    «Le mie sorelle, dove sono?»

    Aggrottò la fronte. «Ce ne sono delle altre?»

    «Sì! Altre due... per favore, dimmi che stanno bene.»

    Il solo pensiero che potesse essergli successo qualcosa le faceva venire la nausea.

    «Non abbiamo trovato tracce di altre persone.»

    Le si spezzò il cuore e i suoi occhi si gonfiarono di lacrime, rigandole il volto. Lo sconosciuto le asciugò con le sue dita.

    «Abbiamo trovato soltanto te. Nuda e febbricitante.»

    Nuda. L’impatto era avvenuto all’improvviso, non c’era stato tempo per vestirsi.

    L’allarme era suonato mentre si trovavano nei loro letti e si erano fiondate in cabina per cercare di risolvere il problema primo dello schianto, pregando di riuscirsi o, almeno, di morire velocemente.

    Forse le preghiere delle sue sorelle erano state ascoltate. Forse erano morte?

    Le si formò un nodo alla gola e, per un momento, temette di dover vomitare ma si ricompose velocemente. L’ultima volta che le aveva viste, erano ancora vive. Avevano nuotato insieme in quelle acque marroni. Ricordava di aver raggiunto la riva e di essere svenuta. Poi si era risvegliata con la testa di quell’uomo tra le gambe.

    Piper prese un respiro profondo.

    Okay. Le sue sorelle erano sopravvissute allo schianto. Dove si trovavano? Perché l’avevano abbandonata?

    «Come ti chiami?» chiese.

    «Piper,» mormorò.

    «Le altre... sono in pericolo come lo eri tu?»

    «Sì, noi...» esitò. Ricordò il messaggio che i suoi fratelli avevano inviato quando la loro navicella era tornata sulla Terra senza di loro.

    Diceva che questo pianeta era dominato dalle donne e che agli uomini non era permesso ricevere un’educazione. Non gli era permesso nemmeno parlare ed erano considerati degli schiavi.

    Ecco perché lei e le sue sorelle avevano deciso di partire alla ricerca dei fratelli e di salvarli.

    Tuttavia, quell’uomo stava parlando. Sembrava abbastanza normale. Eccetto che per il fatto che l’avesse scopate con la lingua...

    Okay. Forse, da quelle parti, per

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