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Tutto L'amore del mondo
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E-book109 pagine1 ora

Tutto L'amore del mondo

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Info su questo ebook

Chi può dire che un amore è legittimo e un altro no?
Chi ha il potere di negare diritti e imporre sofferenza?
Forse la politica, forse la società?
Politica e società siamo noi, che viviamo e amiamo ciascuno a modo nostro.

Cagliari, anno 1999: la prima volta in cui il diciannovenne Fabrizio posa gli occhi su Giorgio, è come se prendesse fuoco. Giorgio è un uomo gentile, sorride, e il solo contatto con le sue dita gli fa perdere l’equilibrio.
Questo è l’amore, e Fabrizio lo scopre così, affrontando tutta in una volta la consapevolezza che non solo esiste davvero un sentimento del genere, ma che può succedere anche con una persona del tuo stesso sesso. Perché è esattamente così che funziona per lui: scoprire di essere omosessuali significa anche scendere a compromesso tra quello che la società fa apparire e ciò che invece, tu senti dentro.
Giorgio è più adulto di lui, ha superato i trent’anni e non potrebbero sembrare più diversi, eppure la scintilla scatta per entrambi, diventa un fuoco che li travolge e che impone loro di provare, continuare a provare e non demordere.
Gli anni passeranno e costringeranno entrambi ad affrontare tutte le fasi del loro amore precario, privo di un riconoscimento ufficiale. Fasi di abbandono, di ripresa, di lavoro e di traslochi, che si poseranno sulle loro spalle senza che nessuno dei due abbandoni l’altro. Spiegano a entrambi, ma soprattutto a chi leggerà la loro storia, che nessun sentimento cambia natura sulla base di chi si ama. L’affetto è affetto, la passione rimane passione, anche quando riguarda due uomini anziché due persone del sesso opposto; non esistono differenze, ma soltanto il diritto a ritenersi uguali a tutti gli altri, una sorpresa che loro due dovranno attendere per ben sedici anni prima di vedere concretizzata.
“Tutto l’amore del mondo” si presenta così: un ritratto accorato di una storia come tante altre ma comunque peculiare: quella che racconta dell’amore ai tempi del DDL Cirinnà.
LinguaItaliano
Data di uscita1 dic 2018
ISBN9788833282008
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    Anteprima del libro

    Tutto L'amore del mondo - Francesco Mastinu

    siamo.

    I

    Dove c’è il desiderio

    ci sarà una fiamma

    Dove c’è una fiamma

    qualcuno è destinato a bruciarsi

    Ma solo perché brucia,

    non vuol dire che morirai

    Devi alzarti e provare, provare e riprovare

    P!NK – Try. 2012 – RCA

    Da qualche parte nel cielo africano - 18 gennaio 2017

    Siamo in volo da un paio d’ore ormai e, credimi, anch’io la sento dentro, proprio come te, la nostalgia che ci circonda e rende tutto opaco. Ci è cascata addosso quasi una nebbia leggera, cristallizzata eppure evanescente. Pesa qui, all’altezza del petto. C’è, ma non opprime.

    Forse è solo colpa delle stelle finte che vengono proiettate sopra le nostre teste, nel corridoio dell’aereo, per illuderci di una notte che avanza. Suona tanto come una giustificazione. «Già», sospiro. È notte proseguo soltanto nella mia testa.

    «Come?»

    Mi giro di scatto, ritrovandomi addosso i tuoi occhi nocciola. Un sorriso mesto, appena accennato, che ancora oggi, adesso e qui, ha il potere di stringermi il cuore in una morsa di ghiaccio e fuoco.

    Equilibrio di contrasti. Quello che siamo noi da sempre.

    Amore, mi dico.

    «Pensavo… a nulla.»

    Distolgo lo sguardo, per dirottarlo sulla volta celeste ricreata nel tetto del velivolo.

    Luccica in modo così intenso da farmi credere che una di quelle stelle possa cadere, portandosi dietro la propria scia. Nel caso, saprei che desiderio esprimere.

    Ritornare indietro, al nostro arrivo, all’inizio di questo viaggio. Non essere obbligato a rientrare dopo tutto il bello che abbiamo vissuto. Dopo tutto il bello che siamo stati.

    Ma è impossibile, lo so da me. Eppure non posso fare a meno di sperarci in modo illogico, stupido.

    Bisogna piegarsi alla realtà. Dobbiamo farlo. Riprendere la vita di sempre.

    Attorno a noi il mormorio ovattato del Boeing amplifica la mia malinconia.

    Il mio sguardo si abbassa, verso la coperta grigia che abbiamo disteso sulle ginocchia, ed è così che un altro luccichio mi colpisce gli occhi. Sul tuo anulare, il brillante della fede attira la mia attenzione. Stringo a pugno la mia sinistra, e poi, d’istinto, la avvicino alla tua, le guardo, assieme.

    Nasce un’idea che non riesco a spegnere.

    Afferro la reflex dallo zaino e la sfilo.

    «Che fai?»

    Con una mossa decisa la giro e l’accendo, senza scostare la mano dalla tua. Sono diventato bravo ormai. Inquadro le dita, gli anelli, uno accanto all’altro. Col flash scintillano un poco.

    «Scatto una foto», sospiro, posandomi la macchina tra le gambe.

    Ti guardo, mi afferri le punte delle dita, sorrido di nuovo.

    Ti amo, penso, ma non sento il bisogno di dirtelo, è passata ormai da tempo la necessità di dare voce a ogni singolo moto del cuore. So che lo dimostro ugualmente, nei gesti, o anche solo con uno sguardo, persino nelle dita intrecciate; noi insieme che torniamo da un viaggio da sogno, atteso per tutta una vita.

    Di colpo la nostalgia trova la sua pace.

    E pensare che, quando tutto è iniziato, non avrei mai scommesso che saremmo potuti arrivare a un punto del genere.

    Eppure eccoci qua.

    Ti amo, mi ripeto. Rosso in viso, di un calore che solo noi sappiamo creare. Come ghiaccio sul fuoco, la nostra alchimia.

    Ti amo. Lo sento. Da te a me, da me a te. Ti amo.

    ****

    Cagliari - ottobre 1999

    Non sapeva spiegarsi il perché ma, vedendolo lì, nel bel mezzo di un corridoio gremito e vociante, aveva sentito le proprie gambe muoversi nella sua direzione in modalità pilota automatico.

    Deve essere lui per forza, aveva pensato, arrossendo subito dopo.

    Ne conosceva il nome, la data di nascita e la posizione nella graduatoria nel quadro delle ammissioni, che aveva sbirciato qualche settimana prima in segreteria.

    Indossava una camicia color panna e un paio di jeans, che gli fasciavano in modo naturale – ma provocante – il fondoschiena. Sì. Arrossì ancora, distogliendo lo sguardo per non fissarlo in viso.

    Sorrideva a qualcuno; quindi lo vide allontanarsi verso i bagni con passo sicuro. Notò il riflesso argentato sulle tempie, gli occhiali sottili che indossava. Ogni dettaglio trovava un’armonica posizione nel suo corpo magro.

    Si incamminò andandogli dietro.

    Sin da quando aveva letto per la prima volta quel nome sulla bacheca, aveva provato, immediatamente, ma senza apparente motivo, una forte attrazione. Tra tutti si era fissato proprio su di lui. Forse per la via dell’età, oltre i trent’anni rispetto ai suoi diciannove, che lo aveva riflettere su quale fosse stato il percorso di vita di quell’uomo fino ad allora e sul perché avesse deciso di mettersi a studiare da adulto, o, magari, all’idea che avrebbero trascorso tre anni insieme, in una classe di studenti universitari selezionati tra oltre quattrocento aspiranti. Forse perché nell’intero gruppo sarebbero stati solo tre maschi.

    Quale che fosse il motivo, si sentiva stranamente inquieto, all’erta, nonostante l’evidente assenza di un pericolo.

    È lui, è Giorgio, si disse, entrando nella sala dei bagni.

    Le lettere del nome gli rimbombavano dentro e… bruciavano. Gli si mozzò quasi il fiato, ritrovandosi immerso nella luce che filtrava attraverso gli enormi finestroni in fondo alla stanza. Il candore delle piastrelle sul muro rendeva l’antibagno una sorta di paradiso abbagliante.

    Non fece quasi caso alle toilette sulla destra, alla catena che qualcuno aveva tirato e nemmeno alla figura stessa dell’uomo che aveva seguito lì dentro e che, emergendo poco dopo da una delle porte, si stagliava come un’ombra in mezzo a tutta quella luce. Era lì, affascinato all’idea di provare – provare, provare – a essergli amico.

    Arrossì. Era proprio quello che aveva pensato quando aveva scoperto la sua esistenza.

    Amico.

    L’altro gli sorrise, avviandosi ai lavabo; a Fabrizio tremarono le ginocchia. L’uomo aveva le spalle strette, le mani affusolate, un sorriso capace di squarciare la terra con un’unica scossa tellurica. Mentre si lavava le mani, si voltò, inchiodandolo con lo sguardo.

    «Sei anche tu del primo anno?»

    Che voce. Profonda, avvolgente… sexy, pensò avvampando, per poi tentare di cancellare quel pensiero dalla mente.

    «Sì.»

    Quello di non far traballare la voce fu uno sforzo immane.

    Subito dopo gli si avvicinò, fissandolo in viso. Aveva una serie di rughe profonde sulla fronte; altre, sottili, contornavano gli occhi e contribuivano ad aumentarne il fascino, dandogli l’espressione di un uomo vissuto, adulto.

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