Questo amore di cui si va tanto parlando è di molto sopravvalutato

Di Stefania Costa

L’amore non è roba per poeti da fiera, è una stella caduta sul tavolo della cucina, tra il formaggio e le arance.
di Stefania Costa
In questa silloge si trovano pensieri non d’amore che se ne vanno a zonzo con la spavalderia di un gatto, Cattive Notizie rinchiuse nello sgabuzzino, cuori messi in freezer e libri di parole che non raccontano alcuna storia.
Si incontrano stelle smarrite, baci che sono scappati dalle labbra, il tranquillo deserto del non amarsi, notti d’amore non d’amore.
Le ansie, le attese, i disincanti e le delusioni sono la materia che Stefania racconta in versi. Si fa portavoce dei drammi della non adeguatezza, delle aspettative tradite, del bisogno di difendersi dal dolore.
La scanzonata leggerezza degli oggetti quotidiani fa da contraltare alla forza dei sentimenti, e compie un esorcismo. La sofferenza viene ricondotta a una dimensione diversa, meno letale. Ma attraverso questo processo i sentimenti sono esaltati, e il sapore che resta in bocca è la necessità di emozionarsi per dare forza al vivere e renderlo straordinario.
L’amore non è roba per poeti da fiera, è una stella caduta sul tavolo della cucina, tra il formaggio e le arance.

• Lingua: Italiano
• Editore: Le Mezzelane Casa Editrice
• Data di uscita: 2 dic 2019
• ISBN: 9788833283869

Anteprima del libro

Cover

Inutilmente

Sei inutile,

hai urlato,

urlavi,

sei inutile.

E mi sono messa a piangere

per l’inutilità

cucita come una stella gialla

a sei punte.

Mi sono vergognata

come un radicchio in mezzo alle rose.

Però mi ha detto la Nico

che certe cose inutili

L’amore

I sorrisi

Le lacrime

I calzini sporchi

La panna

I graffi del gatto

Le notti senza sonno,

certe cose inutili

sono belle.

Questa bellezza basta

per stare al mondo.

Argo

Sei con me,

il giallo piove dal lampione

ci scivola intorno

in una doccia.

Siamo felici come cani

e il cuore ha

latrati di gioia.

Relinquere

Stanca

come

le barche senz’acqua.

Il mare

era andato,

schiumando ritorno con la voce dell’ultima onda.

E aveva mentito, come tu menti a me,

quando dici che mi ami.

Le barche dimenticano

senza patire,

restano.

Dietro la duna l’ho vista.

Facevo pipì,

tu aspettavi più avanti

e io non riuscivo a raggiungere

niente di così futuro.

Lasciami qui, volevo dirti,

pestando la tua ombra

sulla sabbia.

I tuoi calzini

Non c’è un posto

che sia lontano,

bastevolmente remoto

ermeticamente fortificato,

dove io non riesca a venire

per