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Coronavirus la verità: Dal mercato umido di Wuhan al 38enne di Codogno
Coronavirus la verità: Dal mercato umido di Wuhan al 38enne di Codogno
Coronavirus la verità: Dal mercato umido di Wuhan al 38enne di Codogno
E-book82 pagine1 ora

Coronavirus la verità: Dal mercato umido di Wuhan al 38enne di Codogno

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È dunque il morbo della fine? La verità sull’infezione che sta terrorizzando il mondo. L’epidemia di Coronavirus sta mettendo a dura prova i nervi di tutti. Da oltre un mese non si parla d’altro. La gente comincia ad avere paura davvero. Dentro ognuno si sta allargando la macchia nera. Anche chi non dimostra la sua paura la sente crescere anche se ancora forse non parla la sua lingua piena. Non si scappa. Non si può scappare dal pianeta. Non ancora. Tutto il “sistema mondo”, del quale si è parlato negli ultimi anni, quel mondo ormai intrinsecamente legato dalla globalizzazione, ora trema. L’epidemia sta diventando una infodemia, cioè una malattia del sistema nervoso mondiale. Le informazioni cioè si inseguono a ritmo serrato. È sempre più difficile distinguere tra vero e falso. È una crisi della realtà, del senso di realtà. A chi credere. I complottisti ci vanno a nozze. Nell’immensa quantità di informazioni che ci raggiungono come fare a distinguere?
LinguaItaliano
Data di uscita5 mar 2020
ISBN9788835381136
Coronavirus la verità: Dal mercato umido di Wuhan al 38enne di Codogno

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    Anteprima del libro

    Coronavirus la verità - latorre editore

    ITALIANO

    CORONAVIRUS E IL SISTEMA NERVOSO DEL MONDO

    L’epidemia di coronavirus sta mettendo a dura prova i nervi di tutti. Da oltre un mese non si parla d’altro. La gente comincia ad avere paura davvero. Dentro ognuno si sta allargando la macchia nera. Anche chi non dimostra la sua paura la sente crescere anche se ancora forse non parla la sua lingua piena. Non si scappa. Non si può scappare dal pianeta. Non ancora.

    Tutto il sistema mondo, del quale si è parlato negli ultimi anni, quel mondo ormai intrinsecamente legato dalla globalizzazione, ora trema. L’epidemia sta diventando una infodemia, cioè una malattia del sistema nervoso mondiale. Le informazioni cioè s’inseguono a ritmo serrato. È sempre più difficile distinguere tra vero e falso. È una crisi della realtà, del senso di realtà. A chi credere. I complottisti ci vanno a nozze. Nell’immensa quantità d’informazioni che ci raggiungono come fare a distinguere?

    L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo in campo non solo forze sanitarie strettamente intese, ma forze destinate a stabilire qual è la verità. Perché in questo mondo connesso, solo pochissimi detengono il potere vero: quello di sapere come davvero stanno andando le cose. E ancora meno sono quelli che detengono il potere sommo del nostro tempo, quello di stabilire una verità. Una verità che sia verità per tutti. Quella e basta.

    Il Direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante lo svolgimento della quattordicesima sessione dell’Executive Board il 2 febbraio, ha dichiarato: In our era of fake news & misinformation, more than ever the needs a WHO that brings reliable science & evidence to bear on the decisions we make about health.

    Nel suo notissimo libro Factfulness Hans Rosling spiega l’importanza di gestire correttamente le informazioni in occasioni di epidemie. Rosling è un medico impegnato in Africa. La sua attività principale è tentare di circoscrivere i focolai d’infezione. Non secondario è comunicare agli organismi internazionali informazioni attendibili riguardanti la diffusione delle malattie in quelle terre.

    Rosling, in seguito alla sua ricchissima esperienza, ha trascorso gli ultimi dieci anni della sua vita (è morto nel 2017) a spiegare in centinaia di conferenze che la percezione che abbiamo della realtà non coincide con la realtà. Ha portato a riprova di ciò il fatto che persino i potenti del mondo riuniti a Davos non sono stati in grado di rispondere correttamente a dieci domande fatte da Rosling stesso. Si trattava di domande importanti sull'attualità, sulla copertura vaccinale in Africa, sulla scolarizzazione in India, sulla crescita della popolazione mondiale, e altre dello stesso tenore. Cose sulle quali un potente della terra dovrebbe saperla lunga. Tra percezione e realtà c'è uno scarto, una differenza sostanziale. A volte si tratta solo di numeri, più o meno grandi, ma i numeri sono registro di realtà. Cambia un numero, cambia la realtà rappresentata. Rosling parla di infodemia, quella patologia dell’informazione che attribuisce realtà a ogni opinione. Quella peste che in questi giorni fa circolare in rete la notizia sull'efficacia dell'aglio contro il Coronavirus.

    Il fatto è che il nostro cervello è fatto a modo suo e non è difficile capire che le emozioni hanno più potere su di noi che il ragionamento. Basti sapere che la parte limbica del cervello, associata all'emotività, consuma una quantità di glucosio tre volte superiore a quella consumata dalla corteccia cerebrale, sede del ragionamento. I meccanismi di memorizzazione, ce lo dice la neuroscienza, si basano sulla marcatura dei ricordi da parte dell’emozione. La concentrazione su un argomento, su un ragionamento è supportata o negata dall’emozione.

    Il problema dunque esiste anche per le cosiddette autorità. Molti pensano che in realtà sia un doppio gioco. Gli autori della disinformazione denunciano la disinformazione e propongono soluzioni. Che naturalmente sono basate sul principio di autorità: queste sono le cose giuste. Perché? Perché te le dico io. Non si resta che con un pugno di parole. Non sappiamo bene cosa farcene. Un sospetto ancora fumoso: che sia il morbo finale? Ce la siamo cercata. Nessun rimpianto per questa umanità così idiota. Altri invece sono fiduciosi e coltivano dentro la certezza che la scienza alla fine risolve sempre tutto. È successo tante volte.

    Ma basta un niente e tutto potrebbe sfuggire di mano. Un virus più furbo, più sfuggente, più capace di modificarsi e di resistere alle terapie. Possiamo escluderlo del tutto? In queste ultime ore (ore 13 del 12 febbraio 2020, ora di Greenwich) gira la notizia: ci vorranno diciotto mesi per il vaccino. Diciotto mesi? Un anno e mezzo! In un anno e mezzo potremmo morire tutti quanti. Chi si salverebbe, se non pochissimi ricchissimi in grado di isolarsi perfettamente, in attesa del vaccino. E quelli che lavorano al vaccino? Anche questa notizia la dobbiamo mettere nel mucchio. Vera? Falsa? Già Fernand Braudel, lo storico francese, molti anni fa, ipotizzava, che sotto a ogni altra realtà apparente, alle lotte e vicissitudini umane,

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